Gaza, duri combattimenti nella Striscia. Israele contro l’Onu
Raid aerei hanno colpito circa 250 obiettivi nel territorio dell'enclave palestinese. Hamas: “Almeno 73 persone morte in 24 ore”. Israele revoca il visto a coordinatore umanitario Onu: "Non ha condannato il massacro di Hamas"
Continuano i "duri combattimenti" delle forze israeliane (Idf) contro Hamas nella Striscia Gaza, secondo le ultime news di oggi, 6 dicembre 2023. Nelle ultime 24 ore, hanno confermato le Idf, raid aerei hanno colpito circa 250 obiettivi nel territorio dell'enclave palestinese. Secondo il ministero della Salute, sono almeno 73 le persone morte e 123 i feriti.
Nel sud della Striscia i militari hanno accerchiato con i carri armati la casa del leader di Hamas Yahya Sinwar a Khan Yunis, noto anche come ''il macellaio di Khan Yunis'', e considerato la mente degli attacchi sferrati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro Israele. L'emittente al-Arabiya precisa che la casa di Sinwar è accerchiata da ore, ma non è chiaro se il leader di Hamas nella Striscia di Gaza si trovi al suo interno. Citando fonti palestinesi, il portale egiziano Al Watan sostiene che Sinwar non si trovi in casa.
Proprio a Khan Yunis, le autorità israeliane hanno emesso un ordine di ''evacuazione immediata'' per gli sfollati che si trovano nei rifugi e nelle scuole a est della città, chiedendo loro di spostarsi a ovest. Il Cogat, il dipartimento israeliano per il Coordinamento delle attività governative nei Territori palestinesi, ha spiegato che l'esercito israeliano sta operando ''con estrema forza'' contro Hamas. E per questo i civili dovrebbero spostarsi lungo al-Quds Street verso i rifugi a ovest di Khan Younis e nell'area dell'ospedale Nasser.
Nel corso dei combattimenti delle ultime ore, "le truppe delle Idf continuano a individuare armi, cunicoli sotterranei, esplosivi e infrastrutture militari - afferma l'esercito israeliano - Le forze di terra delle Idf hanno diretto un caccia delle Idf per un attacco contro due lanciarazzi da cui i terroristi hanno lanciato ieri una raffica di razzi contro il centro di Israele". Eliminati, aggiungono i militari, combattenti di Hamas e della Jihad Islamica palestinese e distrutte "varie infrastrutture terroristiche". Attaccata inoltre una "cellula terroristica" nei pressi di una scuola nel nord della Striscia di Gaza, dove è stato poi fatto saltare un tunnel. Secondo le Idf, armi e munizioni sono state trovate in un'altra scuola nel nord dell'enclave palestinese.
Funzionari Israele, può volerci un mese per nuova tregua e rilascio ostaggi
Potrebbe passare un mese prima che si possa aprire una finestra per una nuova tregua nella guerra tra Israele e Hamas, con il conseguente rilascio di altri ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo afferma la Radio dell'esercito israeliano citando funzionari della sicurezza a condizione di anonimato, secondo i quali ci vorrà un mese per esercitare la pressione militare su Hamas necessaria a convincere i miliziani a un cessate il fuoco temporaneo. Le operazioni militari israeliane dovrebbero continuare sia a nord, sia a sud della Striscia di Gaza per riuscire a esercitare la pressione necessaria, spiegano le fonti. In base all'accordo mediato da Qatar ed Egitto, scaduto venerdì, 105 civili in ostaggio di Hamas sono stati rilasciati da Gaza: 81 israeliani, 23 cittadini thailandesi e un filippino. In precedenza, quattro ostaggi erano stati rilasciati e uno era stato salvato, mentre tre corpi erano stati recuperati. Le autorità israeliane ritengono che a Gaza rimangano 138 ostaggi, tra cui circa 20 donne e due bambini piccoli.
Ancora 138 ostaggi a Gaza
I militari israeliani confermano che sono ancora 138 gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele. "La nostra intelligence ha monitorato la situazione dei nostri ostaggi e posso dire con certezza assoluta che ogni istante sotto la prigionia di Hamas mette in pericolo le loro vite", ha detto il portavoce dell'Esercito israeliano, Daniel Hagari, secondo quanto riporta la Bbc. "Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto è cruciale", ha incalzato, esortando la comunità internazionale ad "agire" e ribadendo che la Croce Rossa deve avere accesso agli ostaggi. Le forze israeliane, ha ribadito, "faranno tutto il possibile per riportarli a casa". "Chiediamo agli altri di fare lo stesso", ha aggiunto.
Israele contro l'Onu
Israele ha intanto revocato il visto al coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi, Lynn Hastings, accusata di non essere imparziale. "Non resteremo più in silenzio di fronte ai pregiudizi dell'Onu! Ho deciso di revocare il visto al coordinatore 'umanitario' delle Nazioni Unite, Lynn Hastings", ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen.
Hastings, che è anche vice coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, è accusata di non aver condannato Hamas per il "massacro brutale di 1.200 israeliani" del 7 ottobre in Israele, "per il rapimento di bambini e anziani", per gli "abusi" e le "violenze" e "per usare i gli abitanti di Gaza come scudi umani". Cohen ha contestato Hastings anche per aver "invece condannato Israele, un Paese democratico che protegge i suoi cittadini". "Non può prestare servizio nell'Onu e non può entrare in Israele", ha incalzato.
Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell'Onu, ha precisato che la revoca del visto risale alla scorsa settimana, riporta la Cnn. "Posso solo ribadire la piena fiducia del segretario generale in Hastings - ha detto - nel modo in cui si è comportata e ha svolto il suo lavoro".
Msf: stiamo finendo forniture mediche essenziali all'ospedale di Al-Aqsa a Gaza
"La disponibilità di carburante e forniture mediche ha raggiunto livelli critici all'ospedale di Al-Aqsa, nell’area di mezzo della Striscia di Gaza, a causa della chiusura delle strade, mentre centinaia di pazienti hanno bisogno di cure d'emergenza a causa degli incessanti bombardamenti israeliani", denuncia in un comunicato Medici Senza Frontiere (Msf), precisando che l'ospedale di Al-Aqsa, dove lavora e vive lo staff palestinese e internazionale di Medici Senza Frontiere, dal primo dicembre riceve in media 150-200 pazienti feriti di guerra al giorno.
"I pazienti ricoverati sono 700 e ne arrivano sempre di nuovi. Stiamo esaurendo le forniture essenziali per curarli - afferma Marie-Aure Perreaut Revial, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza - La carenza di medicinali e di carburante potrebbe impedire all'ospedale di fornire interventi chirurgici salvavita o cure intensive. Senza elettricità i ventilatori non funzionerebbero più, le donazioni di sangue sarebbero interrotte e la sterilizzazione degli strumenti chirurgici sarebbe impossibile. E' fondamentale facilitare la fornitura di materiale umanitario. L'ospedale ha urgente bisogno di set chirurgici, fissatori esterni per fratture e farmaci essenziali, compresi quelli per le malattie croniche".
Sconti in Cisgiordania
Due palestinesi sono morti e altri 11 sono rimasti feriti in scontri con le forze israeliane che si sarebbero registrati nelle ultime ore nel campo profughi di Al-Faraa e a Tamun, nel nord della Cisgiordania. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa, che cita fonti mediche secondo cui le vittime avevano 18 e 16 anni.
Esteri
Cecilia Sala arrestata in Iran, la giornalista italiana è...
E' stata fermata il 19 dicembre dalle autorità di polizia di Teheran
La giornalista italiana Cecilia Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran. Lo rende noto la Farnesina, precisando che su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l'ambasciata e il consolato d'Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio. In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione.
Oggi l'ambasciatrice d'Italia in Iran, Paola Amadei, ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione di Cecilia Sala, la giornalista fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran. Lo rende noto la Farnesina, precisando che la famiglia è stata informata dai risultati della visita consolare. In precedenza Sala aveva avuto la possibilità di effettuare due telefonate con i parenti. In accordo con i genitori della giornalista, la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda.
Esteri
Israele, Houthi rivendicano missile contro aeroporto di Tel...
Donna accoltellata a morte a Herzlyia, la polizia: "È terrorismo"
Gli Houthi dello Yemen, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, rivendicano un attacco missilistico contro Israele, affermando di aver colpito l'aeroporto di Tel Aviv. Via X parlano di "un'operazione militare" con "l'aeroporto di Ben Gurion nel mirino", affermano di aver lanciato un "missile balistico ipersonico" e sostengono anche di aver preso di mira in attacchi con droni "un obiettivo cruciale" nella stessa città e una nave, "la Santa Ursula, nel Mar Arabico". "Il missile è riuscito a centrare il suo obiettivo", sostengono.
Secondo le forze israeliane (Idf), un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato e abbattuto prima che entrasse nello spazio aereo israeliano. I media israeliani hanno comunque riferito di uno stop per una trentina di minuti alle operazioni nello scalo aereo: quattro voli El Al diretti all'aeroporto Ben Gurion da Parigi, Atene, Berlino e Monaco sono stati temporaneamente dirottati sul Mar Mediterraneo prima di ricevere l'autorizzazione all'atterraggio..
Secondo l'esercito, le sirene sono state suonate per la possibilità che cadessero detriti dopo l'intercettazione. Il servizio di emergenza Magen David Adom ha aggiunto che non sono stati segnalati feriti. Le sirene antiaeree hanno risuonato in tutto il centro di Israele, compresa l'area di Gush Dan, la regione di Shephelah e parti della Cisgiordania, in seguito al lancio di un missile dallo Yemen, ha riferito l'Idf questa mattina. Secondo una dichiarazione iniziale dell'Idf, le sirene sono state attivate a causa di un missile che ha attraversato lo spazio aereo israeliano. In seguito, l'esercito ha chiarito che il missile è stato intercettato prima di entrare in territorio israeliano e gli allarmi sono stati attivati come precauzione contro i detriti dell'intercettazione.
Ieri Israele ha confermato attacchi contro obiettivi degli Houthi in Yemen, sia sulla costa che a Sana'a e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito la "determinazione a sradicare questo braccio terroristico dell'asse del male iraniano".
Donna accoltellata a morte a Herzlyia
Una donna israeliana di 70 anni è morta in quello che la polizia definisce un attacco terroristico nella città centrale di Herzlyia. Lo riporta Haaretz, aggiungendo che l'aggressore è stato colpito e arrestato dalle guardie di sicurezza presenti sulla scena.
Raid Idf su 3 obiettivi al confine fra Siria e Libano
I media libanesi riferiscono di attacchi israeliani su tre obiettivi nella regione della valle della Bekaa, vicino al confine con la Siria. Le forze israeliane (Idf) confermano di aver effettuato stamani raid contro quella che viene descritta come "un'infrastruttura" utilizzata da Hezbollah per il trasferimento di armi lungo il confine tra Siria e Libano. I militari riferiscono di operazioni dei jet nella zona di Yanta, nella Valle della Biqaa. "L'organizzazione terroristica di Hezbollah - affermano via X - utilizza infrastrutture civili per portare avanti attività terroristiche e per trasferire armi da usare per attacchi terroristici contro i civili israeliani".
Ufficiale dei servizi di sicurezza palestinesi ucciso a Jenin
Un agente dei servizi di sicurezza palestinesi è stato ucciso nella città di Jenin, in Cisgiordania, durante gli scontri tra le forze dell'Autorità Nazionale Palestinese e i terroristi. Lo hanno riferito i media arabi, citando il portavoce delle forze di sicurezza dell'Anp, Anwar Rajab.
Esteri
India, addio all’ex premier Manmohan Singh
L''architetto' delle riforme' aveva 92 anni
E' morto all'età di 92 anni l'ex ministro delle Finanze ed ex premier indiano Manmohan Singh, al potere dal 2004 al 2014, ricordato per le riforme economiche di oltre 30 anni fa. Era stato ricoverato ieri sera dopo un malore a casa ed è morto poco dopo. "L'India piange la scomparsa di uno dei suoi leader più illustri - ha scritto su X il primo ministro Narendra Modi - Origini umili, è diventato un economista rispettato". "Nel corso degli anni ha lasciato un'impronta forte sulla nostra politica economica - ha aggiunto - Da premier ha lavorato per migliorare le vite delle persone". Rahul Gandhi piange "un mentore e una guida".
La vita
Nato in un piccolo villaggio del Punjab, studi a Cambridge e Oxford, primo premier sikh, sosteneva l'idea di far "emergere l'India come una grande potenza economica a livello mondiale". Nel suo discorso più famoso da ministro delle Finanze citò Victor Hugo: "Nulla è più potente di un'idea di cui è giunto il momento".
Nel 1991 mise l'India sulla strada dell'economia di mercato. Nel 2008 portò il gigante asiatico alla firma di uno storico accordo sul nucleare civile con gli Stati Uniti. Ha sostenuto il processo di pace con il vicino Pakistan, tentato di porre fine a un'annosa disputa territoriale con la Cina (raggiungendo un'intesa per la riapertura del passo di Nathu La, tra Sikkim e Tibet, chiuso da 40 anni) ed è stato il primo leader indiano in 30 a recarsi in Afghanistan.
Arrivato al secondo mandato il suo governo di coalizione aveva dovuto fare i conti con una crisi di credibilità, con accuse di corruzione e incapacità di tenere sotto controllo l'inflazione.