Israele-Hamas, si intensificano i combattimenti. A Gaza situazione allo stremo
Consiglio sicurezza Onu si riunisce per votare risoluzione Eau per cessate il fuoco immediato
Continuano senza sosta gli attacchi di Israele contro Hamas nella striscia di Gaza. Secondo le ultime notizie di oggi 8 dicembre 2023, la più grande e antica moschea dell'enclave palestinese, la Grande Moschea Omari, è stata colpita in un raid aereo. La rete al-Quds ha postato fotografie dei danni al luogo di culto, ricordando che la moschea era stata costruita 650 anni fa.
Da martedì l'esercito opera nella città meridionale di Khan Younis, impegnato in "intense battaglie" con i combattenti di Hamas. Il portavoce dell'Idf ha annunciato che ieri sono stati colpiti 450 obiettivi nella Striscia di Gaza, mentre le forze israeliane hanno arrestato e interrogato entinaia di sospetti presumibilmente coinvolti in attività terroristiche, secondo un portavoce militare. Le immagini circolate sui social media mostravano una detenzione di massa di uomini costretti in mutande, inginocchiati per strada e con bende sugli occhi.
Armi e tunnel sono stati trovati nei sotterranei dell'università al Azhar della Striscia di Gaza, hanno reso noto fonti militari israeliane, secondo cui uno dei tunnel conduce dal campus dell'università ad una scuola ad un chilometro di distanza. Le stesse fonti hanno denunciato che Hamas usa gli edifici dell'università per attaccare i soldati israeliani.
"A Gaza verso punto di non ritorno"
La situazione umanitaria continua intanto a peggiorare a Gaza e secondo quanto denuncia l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, si sta raggiungendo il punto di non ritorno. Il direttore, Philippe Lazzarini, chiede più finanziamenti. "I Paesi devono trovare la volontà politica per porre fine a questa tragedia. Non agire ora per fermare la carneficina macchierà per sempre la nostra credibilità come rappresentanti della comunità internazionale e alimenterà cicli senza fine di violenza in cui rimarremo alla fine tutti bloccati", ha affermato.
Il conflitto ha causato “perdite, distruzione e miseria inimmaginabili” e “tutti a Gaza soffrono la fame”, ha affermato il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP). Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un aumento “minimo” della quantità di carburante che può entrare a Gaza, ma i leader globali e i gruppi umanitari affermano che è necessaria molta più assistenza per entrare nell’enclave. Israele ha accettato di aprire il valico di Kerem Shalom nei prossimi giorni, per rendere possibile il flusso di aiuti umanitari. Il valico, a sud est di Rafah, è chiuso dallo scorso 7 ottobre
Nel nord di Gaza, il 97% delle famiglie ha un consumo alimentare inadeguato e circa l'83% nel sud di Gaza sta "adottando strategie di consumo estreme" per sopravvivere, ha affermato il WFP. L’agenzia ha affermato che un quarto delle famiglie ha dichiarato che la combustione dei rifiuti è la principale fonte di combustibile per cucinare, mentre il resto delle famiglie utilizza legna da ardere o scarti di legno. In media, le famiglie hanno dichiarato di avere meno di mezzo litro di acqua potabile per persona al giorno nel nord di Gaza.
Ucciso poeta e scrittore palestinese Refaat Alareer
Il poeta, scrittore e attivista palestinese Refaat Alareer è stato ucciso con la sua famiglia nella Striscia di Gaza in un raid israeliano, ha annunciato l'amico, anche lui poeta, Mosab Abu Toha, su Facebook. Dopo l'inizio della guerra, Alereer, professore di letteratura inglese all'Università islamica di Gaza, e co fondatore del progetto "Non siamo numeri", che associava autori locali a mentori all'estero, in grado di aiutarli a scrivere storie in inglese ispirate alla loro vita a Gaza, aveva dichiarato la sua intenzione di non lasciare il nord della Striscia. Alareer, che aveva scelto di scrivere in inglese, aveva 44 anni.
Raffica di razzi verso Tel Aviv
A Tel Aviv sono suonate le sirene di allarme, così come nel centro e nel nord di Israele. Lo riferisce la stampa israeliana, parlando di ''una pesante raffica di razzi lanciati verso Tel Aviv e il centro di Israele'' dalla Striscia di Gaza. Il sito di Ynet rende noto che ''sono state trovate schegge in Bavli Street, nel centro di Tel Aviv, dopo che razzi lanciati dalla Striscia di Gaza sono stati intercettati sulla città, attivando le sirene d'allarme dei raid aerei''. Vicino al confine con Gaza suono suonate le sirene di allarme vicino a Holit, Sufa e Kerem Shalom.
4 morti in raid israeliano in Siria
Quattro persone sono rimaste uccise in un raid attribuito a Israele a Madinat al-Baath, nella regione di Quneitra, nell'ovest della Siria, a pochi chilometri dal confine con lo Stato ebraico. Lo hanno riferito media di Damasco.
Consiglio sicurezza Onu si riunisce per votare risoluzione Eau per cessate il fuoco immediato
Intanto nelle prossime ore il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà in seguito a una richiesta straordinaria del Segretario generale Antonio Guterres per votare una risoluzione messa a punto dagli Emirati arabi uniti con la richiesta di un cessate il fuoco immediato nella Striscia.
Mercoledì Guterres aveva invocato l'articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite secondo cui il Segretario generale ha la facoltà di portare all'attenzione del Consiglio "un qualsiasi tema che nella sua opinione minaccia il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale", un passo che nessuno nella sua posizione aveva mai fatto negli ultimi decenni. "Nel pieno di bombardamenti costanti delle forze di difesa israeliane e senza rifugio o l'essenziale per sopravvivere, presto l'ordine pubblico precipiterà completamente a causa delle condizioni disperate, rendendo l'assistenza umanitaria anche limitata impossibile".
L'ultima versione della bozza di risoluzione, un testo breve, definisce la situazione umanitaria a Gaza "catastrofica" e "chiede un cessate il fuoco umanitario immediato", la protezione dei civili, il rilascio immediato e senza condizione di tutti gli ostaggi sequestrati da Hamas, e l'accesso umanitario alla Striscia di Gaza. Quattro bozze di risoluzione sulla guerra a Gaza sono state presentate al Consiglio dall'inizio del conflitto lo scorso sette ottobre e sono tutte state respinte. Gli Stati Uniti, che hanno esercitato il loro diritto di veto contro una precedente risoluzione, respingono l'idea di un cessate il fuoco. Per Washington una nuova risoluzione del Consiglio è, in questa fase, "non utile".
Esteri
Ucraina, la previsione di Blinken: “Tregua? Putin...
Per il segretario di Stato Usa, un cessate il fuoco sarebbe l'occasione per le truppe di Mosca di riorganizzarsi e attaccare di nuovo: "Improbabile che il presidente russo rinunci alle sue ambizioni"
Vladimir Putin "attaccherà ancora" l'Ucraina, anche in caso di un'ipotetica tregua nella guerra tra la Russia e Kiev. Un cessate il fuoco non è una garanzia per uno stop al conflitto: Mosca sarebbe destinata a riprendere l'offensiva. Ne è convinto Antony Blinken, segretario di Stato Usa, che in un'intervista al New York Times anticipa con una previsione - per nulla ottimista - le probabili future mosse dello 'zar' in caso di uno stop temporaneo alla guerra.
"È improbabile che Putin rinunci alle sue ambizioni. Se ci sarà un cessate il fuoco - ha spiegato Blinken -, probabilmente darà alle sue truppe il tempo di riposarsi, riorganizzarsi e attaccare di nuovo in futuro".
Per il segretario di Stato, il cessate il fuoco dovrebbe essere a lungo termine e l’Ucraina - a quel punto - dovrebbe avere il potenziale per scoraggiare l’aggressione. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, intendono aiutare l’Ucraina nel suo percorso verso la Nato o garantire la sicurezza di altri Paesi.
Blinken ha espresso quindi la speranza che gli Stati Uniti continuino a sostenere l'Ucraina perché, ha chiarito, "non si tratta solo dell'Ucraina. Non è mai stata solo una questione dell'Ucraina", ha sottolineato.
In un'altra intervista concessa al Finacial Times, Blinken ha quindi parlato dei rischi per l'Europa legati al conflitto in corso in Ucraina. "La più grande minaccia alla sicurezza degli europei - ha detto - è purtroppo causata in parte dai contributi dei Paesi che si trovano dall'altra parte del mondo, nell'Indo-Pacifico".
Oltre alla presenza di soldati nordcoreani che combattono a fianco dei russi contro gli ucraini, Blinken ha criticato in particolare la Cina, che si propone come mediatore di pace, ma allo stesso tempo invia in Russia materiale fondamentale per aiutarla a ricostruire la sua industria della difesa.
"Cercano di avere entrambe le cose", ha sottolineato Blinken, affermando che "la Cina sta sollevando la preoccupazione di molti Paesi" che come gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alle entità cinesi che aiutano lo sforzo bellico russo.
Rispondendo sull'efficacia delle sanzioni statunitensi, Blinken ha poi spiegato che "non è un interruttore della luce, ma penso che stia mettendo la Cina in una posizione sempre più difficile. Di sicuro non gli piacciono le azioni che abbiamo intrapreso contro le entità cinesi. E immagino che ce ne saranno altre in arrivo, se necessario, anche nelle prossime settimane".
Esteri
New Orleans, figliastro dell’ex tata di William e...
Edward Pettifer, 31 anni, è tra le 14 persone rimaste uccise a Capodanno
Tra le 14 vittime dell'attacco terroristico di New Orleans, avvenuto nella notte di Capodanno, c'è anche il 31enne Edward Pettifer, figliastro dell'ex tata dei principi William e Harry. Re Carlo, che ha appreso della morte di Pettifer attraverso i canali ufficiali, ne è rimasto profondamente rattristato e si è messo subito in contatto con la famiglia per esprimere le proprie condoglianze.
Secondo la ricostruzione del Telegraph, Pettifer era il figliastro di Alexandra Pettifer, precedentemente nota come Tiggy Legge-Bourke, tata del Principe William e del Principe Harry negli anni '90. Secondo il giornale, Pettifer era il figlio maggiore di Charles Pettifer, ex ufficiale delle Coldstream Guards, e di Camilla Wyatt, figlia di un allevatore di cavalli da corsa. Charles e Tiggy hanno avuto due figli che sono figliocci di William e Harry.
"Io e Catherine siamo tristi e sotto shock per la tragica morte di Ed Pettifer", scrive William sul profilo Instagram dei principi del Galles. "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la famiglia Pettifer e con tutte quelle persone innocenti tragicamente colpite da questo orribile attacco".
La famiglia di Pettifer ha rilasciato un comunicato in cui dice che “l'intera famiglia è devastata dalla tragica notizia della morte di Ed a New Orleans. Era un figlio, un fratello, un nipote e un amico meraviglioso per tanti. Mancherà terribilmente a tutti noi. I nostri pensieri sono rivolti alle altre famiglie che hanno perso i loro familiari a causa di questo terribile attacco - continua - Chiediamo di poter piangere la perdita di Ed come famiglia in privato. Grazie”. Il medico legale di New Orleans ha indicato la causa preliminare della morte di Pettifer come “ferite da corpo contundente”.
Esteri
Vescovo Aleppo vede al-Jawlani: “Incontro positivo,...
Monsignor Jallouf ha spiegato che il nuovo leader de facto è aperto verso i cristiani e si è detto certo che le cose andranno sempre meglio
E' stato ''un incontro molto positivo'' quello che, lo scorso 31 dicembre, il vescovo latino e vicario apostolico di Aleppo, monsignor Hanna Jallouf, ha avuto con il leader de facto della nuova Siria, Abu Mohammed al-Jawlani. ''Si è dimostrato molto, molto aperto nei confronti dei cristiani e questo ci rallegra'', ha dichiarato Jallouf all'Adnkronos riferendosi all'incontro che al-Jawlani ha voluto con ''tutti i capi religiosi della comunità cristiana in Siria l'ultimo giorno dell'anno''. In quell'occasione ''ci ha assicurato che come cristiani saremo parte integrante della nuova Siria'' e ha detto di voler ''lavorare per il bene di tutti i siriani''.
I primi passi, concreti, si stanno già vedendo spiega il vescovo. ''Abbiamo diversi segnali che le cose andranno bene, piano piano sempre meglio, direi benissimo'', afferma Jallouf spiegando di aver ''potuto festeggiare tranquillamente Natale e Capodanno''. Inoltre, aggiunge, ''al-Jawlani ha creato una commissione per l'università di Aleppo composta da cinque uomini musulmani e due cristiani''. Per il futuro, verso il quale ''c'è ottimismo'', Jallouf spiega che ''durante l'incontro al Palazzo presidenziale di Damasco abbiamo dato ad al-Jawlani due documenti, uno preparato dai patriarchi di Damasco e uno dei vescovi di Aleppo''.
Nei documenti erano presenti ''i contenuti che come comunità cristiana chiediamo che vengano integrati nella nuova Costituzione'' siriana. Non solo ''i diritti legati alla libertà di culto'', ma anche il rispetto dei ''diritti delle donne, il diritto al lavoro, il diritto alla parità'', spiega.
Rispetto ai timori legati al gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Jallouf afferma che ''non è certo vero, come si è detto, che sono venuti ad ammazzare i cristiani, a sgozzarli''. Certo, ammette, ''sul terreno c'è gente che è arrivata con al-Jawlani e che non è alla sua altezza''. Tra l'altro ''non sono tutti siriani, né hanno la sua mentalità''. Ma l'ottimismo resta dominate presso il collegio francesano di Aleppo: ''ci vuole un tempo'' e allo stato attuale ''ogni problema che nasce, viene risolto''.