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Nomina Valditara, La Russa telefona a Concia: “Solidarietà e vicinanza”

Dopo le polemiche anche nella maggioranza sulla collaborazione dell'attivista con il ministero dell'Istruzione per il progetto 'Educazione alle relazioni' nelle scuole, il presidente del Senato ha contattato l'ex parlamentare invitandola al concerto di Natale a Palazzo Madama

Ignazio La Russa e Paola Concia - Fotogramma

Una telefonata per esprimere "solidarietà e vicinanza" con l'invito al concerto di Natale, previsto domani a Palazzo Madama. A quanto apprende AdnKronos, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha contattato l'ex parlamentare e attivista Anna Paola Concia, la cui collaborazione con il ministero dell'Istruzione ha provocato polemiche anche nella stessa maggioranza.

La telefonata, secondo le stesse fonti consultate, non ha riguardato i temi al centro del dibattito politico e la natura dell'incarico. Concia avrebbe espresso apprezzamento per il colloquio, ringraziando per l'invito per l'evento di domani che non potrà seguire in quanto attualmente fuori dall'Italia.

Valditara frena dopo le polemiche: "Progetto scuola avanti senza garanti"

Dopo le critiche arrivate da Lega e Fratelli d'Italia per la nomina di Anna Paola Concia tra le garanti del progetto 'Educazione alle relazioni' nelle scuole, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha poi deciso per il passo indietro.

"Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche - spiega il ministro -, ho deciso di non attivare l'incarico di garanti del progetto 'Educazione alle relazioni' a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate. Il progetto 'Educare alle relazioni' andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti", spiega il ministro.

Concia: "No condizioni per lavoro equilibrato"

“Capisco la decisione del ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami: dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto 'Educazione alle relazioni'. Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne", commenta Paola Concia, Coordinatrice del Comitato Organizzatore di Didacta Italia, dopo la decisione del ministro.

"Credevo davvero che l'orribile femminicidio di Giulia Cecchettin avesse segnato uno spartiacque anche su questo - continua - E' stato cosí per le donne, che sono scese in piazza a migliaia, a prescindere dalle loro convinzioni politiche. È stato cosí per i giovani, che hanno fatto altrettanto e hanno animato dibattiti importanti nelle scuole. Non è stato così per quei settori estremisti dell'associazionismo e della politica che si sono mobilitati per sabotare la possibilità stessa di un confronto super partes. Peccato. Il mio impegno resta, cosí come quello delle istituzioni scolastiche, confermato oggi dal ministro. Lo rilanceremo nella prossima edizione di Didacta Italia e in ogni altra occasione utile".

Suor Monia Alfieri: "Prendo atto decisione Valditara, ora maggioranza sia coerente"

"Prendo atto della decisione del ministro Valditara e gli auguro buon lavoro per il bene di tutti gli studenti italiani". Così all'Adnkronos suor Monia Alfieri, tra i tre garanti che erano stati scelti dal ministro dell'Istruzione per il progetto di prevenzione contro la violenza sulle donne 'Educare alle relazioni'. Tuttavia, si precipita ad aggiungere, "mi auguro, che da questo momento in poi, tutte le forze politiche, soprattutto quelle della maggioranza che legittimamente in queste ore hanno fatto sentire la loro voce a favore delle famiglie italiane, siano coerenti con quanto promesso in campagna elettorale, ovvero garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie e scongiurarne il monopolio".

Suor Monia Alfieri, dunque, invoca "coerenza" in relazione "alla legge di bilancio, perché solo in Italia le famiglie, quando esercitano la libertà di scelta educativa optando per le scuole paritarie, devono pagare due volte: tasse e retta. In tutta Europa, invece, la famiglia esercita la libertà di scelta educativa senza condizionamento economico. Questa stortura ha portato in Italia a un danno enorme. Il rischio reale nel nostro paese è quello del monopolio educativo, perché le scuole paritarie dei poveri non ce la fanno più e stanno chiudendo".

Secondo suor Monia Alfieri 'l'operazione che va fatta è dare il 70% del costo medio studente alle famiglie che scelgono la paritaria". Si tratterrebbe "di 2,5 miliardi di euro da distribuire in 5 manovre, partendo dall'attuale legge finanziaria con 500 milioni di euro a fronte di uno stanziamento che prevede solo 50 milioni di euro per le scuole dell'infanzia e conferma i 110 milioni per la disabilità. Sono indubbiamente contenta che in queste ore le forze di maggioranza si siano schierate a favore della famiglia - conclude - ma chiedo coerenza...".

Le reazioni

"La decisione di Valditara è stata giusta, questo esperimento nella scuola andrà avanti con i docenti e con i gruppi di studenti. Questa è la cosa più logica". Interpellata dall'Adnkronos, la sottosegretaria di Fratelli d'Italia all'Istruzione, Paola Frassinetti, dice la sua sulla scelta del ministro di non attivare più l'incarico di garanti del progetto 'Educazione alle relazioni'. Per Frassinetti "l'importante è che si parli di rispetto e che si condanni la violenza di genere. Nelle nostre materie, soprattutto quelle umanistiche, si possono trovare tanti esempi positivi per la formazione dei nostri ragazzi. Da Dante e Beatrice a 'I Promessi sposi': abbiamo tante opportunità per evidenziare le posizioni più consone a portare avanti una cultura del rispetto".

La destra ha temuto che la partecipazione di Concia al progetto educativo potesse spalancare le porte alla 'teoria gender': "La teoria gender non c'entra niente con la cultura del rispetto e nelle scuole non deve entrare, Fdi questo lo ha sempre sostenuto. Ma non mi sembra fosse questo l'intento. E' un progetto - sottolinea Frassinetti - che nasce sull'onda dell'emergenza femminicidi. Un tema che richiede un'alleanza tra scuola e famiglia".

Su Concia c'è stato un errore di valutazione da parte di Valditara? "Teniamo buona l'ultima dichiarazione del ministro, che avrà preso atto dell'incomprensione. Andiamo nel merito delle cose, cerchiamo senza litigi di proporre ai nostri ragazzi una cultura del rispetto che faccia bene a tutti", risponde la sottosegretaria di Fdi.

Forza Italia esprime invece rammarico per il dietrofront del titolare del dicastero di Viale Trastevere, pur comprendendone le ragioni. "Capisco la posizione del ministro Valditara che ha voluto evitare polemiche e strumentalizzazioni su un tema delicatissimo ed attuale come l'educazione al rispetto della libertà e della dignità di genere; tema che deve unire e mai dividere. Detto questo è un vero peccato aver dovuto rinunciare al contributo di una persona competente e dalla forte sensibilità su questi temi, come Anna Paola Concia", dice all'Adnkronos il sottosegretario alle Infrastrutture di Fi, Tullio Ferrante.

Secondo l'esponente azzurro "la composizione delle garanti, di diversa estrazione, tutelava il principio del pluralismo culturale che a mio avviso dovrebbe essere il faro nell'educazione dei nostri figli" ma "il progetto 'Educazione alle relazioni' resta in piedi e questa", conclude Ferrante, "resta la cosa più importante".

La segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine della fiera Più libri più liberi sottolinea: “Sono passati pochi giorni dai funerali di Giulia Cecchettin e risuonano nelle nostre orecchie le parole di suo padre che chiamano alla responsabilità tutte le istituzioni e le forze politiche perché lavorino sulla prevenzione, invece abbiamo visto altra violenza di genere, altri femminicidi, altri stupri”.

“È urgente rendere obbligatoria l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze in tutti i cicli scolastici coinvolgendo le competenze e i centri antiviolenza, questa è la strada. Per cui, ci preoccupa vedere che il ministro Valditara nomina dei garanti per i suoi progetti, solo facoltativi, e poi non è in grado nemmeno di andare avanti su quei progetti".

“Noi continuiamo a confermare la nostra disponibilità a lavorare insieme su una legge che renda obbligatoria in tutti i cicli scolastici l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze: dobbiamo intervenire prima che si radichi quell’idea violenta e criminale di un possesso di un controllo sul corpo e sulla vita delle donne”.

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Politica

Nel 2024 tiene consenso Governo, Meloni guida hit parade...

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Le rilevazioni del rapporto Human index di Vis Factor per Adnkronos. Cresce gradimento Tajani, primo tra i ministri. Italiani preoccupati per ambiente, lavoro, sanità e immigrazione.

Giorgia Meloni

Governo maggioranza tagliano il traguardo del 2024 con una sostanziale tenuta di consensi e sentiment. Lo rileva il rapporto Human Index di fine anno realizzato per Adnkronos da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, in collaborazione con l’istituto sondaggistico Emg. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tra i leader politici registra il gradimento più alto degli italiani, mentre il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è in testa tra i colleghi di Governo ed è il leader che rispetto al 2023 cresce maggiormente.

Le intenzioni di voto fotografate tramite l’esclusivo Human Index - l’indicatore di convergenza, ideato da Vis Factor in collaborazione con Emg, che unisce e sintetizza i dati delle ricerche demoscopiche e quelli del web e social listening– mostrano una coalizione di centrodestra sostanzialmente in salute e non logorata dai due anni di Governo. Nel dettaglio Fratelli d’Italia si attesta al 28,7% delle preferenze (+1,2% rispetto al 2023), Forza Italia al 10% (+1,3% sul 2023), superando e staccando la Lega, che si attesta all’8,8% (-2,7% sul 2023).

Sul versante centrosinistra il Pd sale al 23,7% (+2,5% sul 2023), mentre perde fortemente consenso il Movimento 5 Stelle, al 10,5% (-5,4% sul 2023). Balzo importante per Sinistra italiana e Verdi che arrivano al 6,5% (+3,4% sul 2023). Non decollano invece i partiti dell’ex Terzo polo: Azione si ferma al 2,6% (-0,1% sul 2023) e Italia viva al 2,5% (+0,4% sul 2023).

Giorgia Meloni risulta la leader con il gradimento più alto degli italiani, chiudendo l’anno al 41,6%, con circa un punto percentuale in più rispetto al gradimento complessivo del Governo (40,5%). Al secondo posto Antonio Tajani con il 35,1%, come detto il leader che cresce di più rispetto al 2023, con un +4,5. A seguire Elly Schlein con il 31,9% (+1,9% sul 2023), Matteo Salvini con il 26,9% (-0,4% sul 2023). Chiude la top five Giuseppe Conte con il 26,3%, perdendo tre posizioni in classifica e il 4,4% rispetto al 2023.

Tajani, con il 35,1%, si conferma anche come il ministro con l’indice di gradimento più alto. A seguire i titolari della Difesa, Guido Crosetto, con il 33,9%; dell'Interno, Matteo Piantedosi, con il 31,1%; dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, con il 29,6%, della Giustizia Carlo Nordio, con il 29,4%.

Spostandosi sul territorio, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, guida la classifica anche nel 2024 con il 68,6%, precedendo i colleghi del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, con il 63,1%; e della Campania, Vincenzo De Luca, con il 56,4%, unico presidente di Regione del Sud presente nella top five e primo della coalizione di centrosinistra. Al quarto posto il governatore della Toscana Eugenio Giani, con il 55,7%, e infine quello della Liguria, Marco Bucci, con il 52,3%, che entra tra i primi cinque a distanza di pochi mesi dalla sua elezione.

Il rapporto Human index registra poi il volume delle conversazioni sui social nel 2024 rispetto ai temi legati alla politica, che risulta così ripartito: economia (24,2%), lavoro (19,5%), sanità (16,3%), ambiente (10,6%) e immigrazione (9,7%). A raccogliere il sentiment negativo maggiore sono le preoccupazioni legate all’ambiente e ai disastri idrogeologici (71,7%), a seguire la sanità (69,2%), il lavoro (68,4%), l’immigrazione, (66,6%) e infine l’economia (54,6%).

“Giorgia Meloni, pur con una flessione non trascurabile nel gradimento generale suo e del Governo, supera indenne anche il secondo anno di governo e questo non era un dato scontato", afferma Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, commentando i dati del rapporto Human index di fine anno. "Questi risultati -spiega- sono la combinazione di tre elementi: innanzitutto il premier ha dato stabilità al Paese. In secondo luogo il Governo non ha commesso errori sostanziali. Infine non c’è un’opposizione coesa e incalzante".

"Forza Italia e, soprattutto, la guida di Tajani, con i toni moderati e le posizioni ferme, continuano a crescere, e anche questo non era un dato scontato, e compensano il calo di consensi di una Lega di cui non emerge una visione strategica di fondo. Ad oggi possiamo dire che non emerge un’alternativa politica forte alla maggioranza di centrodestra. Nonostante i passi in avanti compiuti da Elly Schlein e l’ottima performance di Sinistra italiana e Verdi, il tracollo del Movimento 5 Stelle e la perdita di gradimento di Giuseppe Conte, condizionano le sorti di un centrosinistra che sembra ancora lontano dal trovare una coesione forte e credibile".

"La sfida per il 2025 per Meloni, Governo e maggioranza -conclude Brunetti- è quella di dare un senso a questa legislatura, con provvedimenti forti e impattanti, che finora non sono emersi, soprattutto in termini di riduzione della pressione fiscale, dell’accrescimento dei salari e di maggiore efficienza della sanità pubblica, in particolare al sud Italia".

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Politica

Salvini assolto, tutti i commenti da Meloni a Orban:...

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Il leader della Lega assolto nel processo Open Arms: la soddisfazione degli alleati

Tajani, Meloni e Salvini

Matteo Salvini assolto oggi nel processo Open Arms. La sentenza emessa a Palermo viene salutata con soddisfazione dagli alleati di governo. Al leader della Lega e ministro delle Infrastrutture arrivano i messaggi di congratulazioni e di vicinanza.

"Grande soddisfazione per l'assoluzione del vice Presidente e ministro Matteo Salvini nel processo Open Arms. Un giudizio che dimostra quanto fossero infondate e surreali le accuse rivoltegli", dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine. Una grande notizia l'assoluzione di Matteo Salvini. Proseguiamo insieme, con tenacia e determinazione, per combattere l'immigrazione illegale, il traffico di essere umani e difendere la sovranità nazionale. Evviva!", scrive su X la premier.

"C'è un giudice a Palermo! Un abbraccio a Matteo Salvini", scrive su X il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

"Sono infinitamente felice per Matteo Salvini. Ma soprattutto, da cittadino e da ministro, sottolineo l'importanza di questa sentenza che riafferma un principio importantissimo: non si può mettere sotto processo la linea politica di un governo. Di questo si stava parlando a Palermo", dice il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "E la verità è che la strategia contro l’immigrazione irregolare attuata dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini rappresentava coerentemente la linea politica del Governo Conte 1, collegialmente perseguita dall’esecutivo con il sostegno della maggioranza parlamentare. I magistrati hanno evidentemente riaffermato questo principio che è fondamentale per assicurare un corretto rapporto tra i poteri dello Stato", aggiunge.

"Onore a questi magistrati coraggiosi. Questo processo non si sarebbe nemmeno dovuto iniziare, come scrissi anni fa, come editorialista", dice in una nota il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

"Grave è stata invece la decisione politica di autorizzare questo processo, in contrasto con la legge costituzionale che tutela la carica ministeriale - continua Nordio - Processi come questo, fondati sul nulla, rallentano l’amministrazione della giustizia e sprecano risorse. Dopo l’agonia del processo Stato-mafia e questa assoluzione, credo sia necessaria una riflessione sul nostro sistema imperfetto", aggiunge.

"È un grande giorno per l'Italia. C'è un 'giudice' a Palermo", scrive su Facebook Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del Merito.

Arriva anche il tweet del premier ungherese Viktor Orban: "La giustizia ha prevalso! Bravo Matteo Salvini! Un'altra vittoria per i Patrioti". C'è anche il messaggio di Elon Musk. Il magnate, proprietario di X, commenta con un perentorio "Bravo!" la notizia dell'assoluzione.

"Avevo ragione io ed avevano torto quelli che hanno bocciato la mia relazione di presidente Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che aveva valutato il comportamento dell'allora ministro dell'Interno Salvini, definendolo totalmente legittimo e conforme alla Costituzione e a ruolo del ministro dell'Interno dell'epoca. Hanno votato contro quelli del Pd e i grillini solo per pregiudizio politico e non valutando i fatti", dice il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.

"Purtroppo -avverte Gasparri- l'uso politico della giustizia ha visto il parlamento protagonista con un atteggiamento di prevaricazione delle sinistre, che hanno bocciato il mio lavoro in giunta per poi prendere in Aula una decisione abnorme, illegale ed incostituzionale. Esprimo soddisfazione per la assoluzione di Salvini, che avevo già proposto in sede parlamentare. E abbraccio l’allora Ministro dell'Interno Salvini. Io avevo ragione e i colleghi senatori che hanno votato contro la mia proposta hanno fatto un'azione politica faziosa contro la verità e la Costituzione. Questa gente si deve vergognare, ma non accetterei le scuse di persone che hanno confuso la loro penosa condizione con la verità del diritto. Avevo ragione e lo dirò in tutte le sedi. Vergogna su quelli che mi diedero torto, violando ogni norma e ogni regola”.

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Politica

Processo Open Arms, Salvini assolto: “Il fatto non...

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Era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio nella vicenda legata allo sbarco negato a 147 migranti nel 2019

Matteo Salvini

Matteo Salvini è stato assolto nel processo Open Arms "perché il fatto non sussiste". E' la sentenza emessa oggi 20 dicembre 2024 dai giudici a Palermo al termine del processo di primo grado.

Il Tribunale di Palermo, dopo otto ore di camera di Consiglio, ha assolto il ministro dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.

Subito dopo la lettura del dispositivo è scattato in aula un lungo applauso all'indirizzo di Salvini da parte degli amici e dei deputati che sono arrivati per assistere alla sentenza. In aula anche la fidanzata di Salvini, Francesca Verdini, che ha abbracciato a lungo il compagno.

A Roma, in aula alla Camera, alla ripresa dei lavori sulla manovra 2025, è scattato un lungo e fragoroso applauso per l'assoluzione del leader della Lega.

Il processo

Il leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per i fatti accaduti nel 2019: da ministro dell'Interno aveva negato lo sbarco per diciannove giorni a 147 migranti, tra cui 27 minori, soccorsi in tre distinte operazioni dalla ong spagnola Open Arms. L'accusa aveva chiesto una condanna a 6 anni di carcere.

Cosa ha detto Salvini

"Sono felice. Dopo 3 anni ha vinto il buon senso, ha vinto la Lega, ha vinto l'Italia. Ha vinto il concetto che difendere i confini, difendere la patria, contrastare scafisti, trafficanti, ong straniere e proteggere i nostri figli non è un reato ma è un diritto. Ci abbiamo messo un po', però ci siamo arrivati, quindi vado avanti ancora più determinato di prima", ha detto Salvini dopo la sentenza. "Ringrazio l'avvocato Giulia Bongiorno e tutto il suo incredibile staff, ringrazio i giornalisti che hanno seguito, ringrazio le migliaia di italiani che stavano aspettando questa sentenza che non assolve solo Matteo Salvini ma assolve una idea di Paese".

"Si tratta di una sentenza perché il fatto non sussiste, è una sentenza di assoluzione con il primo comma del 530. Viene data l'assoluzione con il secondo comma quando la prova è contraddittoria. Invece tra le formule assolutorie è stata scelta quella più piena", ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno uscendo dal bunker di Palermo. "Non è un sentenza contro i migranti - dice - è una sentenza contro chi sfrutta i migranti. Esprimiamo piena soddisfazione, nonostante ci sia stato un percorso che ci ha portati qui. Voglio chiarire che non si tratta di una assoluzione con qualche se o ma, c'è chi parlava di una sentenza mega galattica o con qualche derubricazione. Ma è stata una grandissima assoluzione".

Il tweet di Meloni

"Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine. Una grande notizia l'assoluzione di Matteo Salvini. Proseguiamo insieme, con tenacia e determinazione, per combattere l'immigrazione illegale, il traffico di essere umani e difendere la sovranità nazionale. Evviva!", ha scritto su X la premier Giorgia Meloni, commentando l'assoluzione.

Open Arms valuta ricorso in appello

"Aspettiamo le motivazioni dei giudici per valutare se ricorrere in appello contro la sentenza, come speriamo faccia anche la Procura". A dirlo è Open Arms dopo il verdetto. "La tristezza è per le persone che sono state private della libertà", aggiunge l'ong.

"Attendiamo di leggere le motivazioni di questa sentenza. Siamo curiosi di capire perché e' decaduto anche il reato di rifiuto d'atti d'ufficio", le parole del legale di parte civile Michele Calantropo. "Vedremo se appellare la sentenza, prima dobbiamo leggere le motivazioni".

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