Premierato, La Russa: “Salutare stop ampliamento poteri Colle”. È polemica
La seconda carica dello Stato finisce nel mirino dopo essere tornato a parlare della legge costituzionale. Opposizione all'attacco. E non basta la 'precisazione' di Palazzo Madama a placare la bufera
Le parole di Ignazio La Russa sul premierato riaprono le polemiche sulla riforma prevista dal ddl Casellati. Con le opposizioni, dal Pd a Avs che puntano il dito, parlando di attacco alla presidenza della Repubblica, con tanto di richiesta di dimissioni che arrivano dal verde Bonelli. La seconda carica dello Stato, finisce nel mirino dopo essere tornato a intervenire sulla legge costituzionale, rispondendo alle domande della stampa parlamentare in sala Zuccari, al Senato nel corso della cerimonia dello Scaldino, con lo scambio di auguri con il giornalisti: rispetto all'ampliamento nei fatti dei poteri del Capo dello Stato, ha detto il presidente La Russa, "l'elezione diretta del capo del governo potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ulteriori poteri" con un effetto che sarebbe "un atto di salute della nostra Costituzione".
Non basta la 'precisazione' di Palazzo Madama a spegnere le polemiche, con La Russa che assicura che "il progetto di riforma costituzionale futura non modifica i poteri del Presidente della Repubblica", esprimendo poi "il totale rispetto verso il Presidente Mattarella tanto ovvio quanto conclamato".
Cosa ha detto La Russa
Ad Atreju, venerdì, La Russa aveva già sottolineato la sua preferenza per il presidenzialismo, parlando di un testo "peggiorato per trovare l'accordo con le opposizioni". Oggi, sollecitato nuovamente sul tema, entra nel merito delle norme previste nei 5 articoli di legge ("che il Parlamento potrà modificare"). In particolare dice la sua sui poteri del presidente della Repubblica che i detrattori della riforma vedono a rischio. La Russa afferma: "Credo che i poteri costituzionali non siano minimamente intaccati. Cioè nessuno degli articoli sui poteri del Presidente viene modificato. Si può dire: c’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al Presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva. E un’elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ulteriori poteri. Non eliminarli, ridimensionarli", è il suo ragionamento.
La seconda carica dello Stato ritiene questo ridimensionamento dei poteri ampliati dalla Costituzione materiale "un atto di salute della nostra Costituzione" perché "lascerebbe al Presidente della Repubblica quei compiti che i padri costituenti vollero in larga parte e che ha dovuto meritoriamente allargare nel tempo, per supplire a carenze della politica, tra i quali quelle della necessità della politica di difendersi dalla durata troppo breve dei governi".
La precisazione di Palazzo Madama: "Totale rispetto verso Mattarella"
"Colpa mia che dimentico sempre che quando si parla di riforme bisogna stare attenti a chi non capisce per analfabetismo costituzionale o a chi fa finta di non capire per inveterata malafede. Oggi tutti i giornalisti presenti alla cerimonia dello Scaldino hanno capito bene, credo, le mie parole sul progetto di riforma costituzionale futura che non modifica i poteri del Presidente della Repubblica. Il totale rispetto verso il Presidente Mattarella è tanto ovvio quanto conclamato", si legge poi in una nota del presidente del Senato, arrivata dopo l'intervento di questa mattina alla cerimonia dello Scaldino e le successive polemiche.
"In ogni caso ecco le mie parole pronunciate oggi: 'Credo che i poteri costituzionali non siano minimamente intaccati. Cioè nessuno degli articoli sui poteri del Presidente viene modificato. Si può dire: c’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al Presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva. E un’elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ULTERIORI poteri. Non eliminarli, ridimensionarli. Può darsi. Ma sarebbe un atto di salute della nostra Costituzione, non un atto di debolezza. Perché lascerebbe al Presidente della Repubblica quei compiti che i padri costituenti vollero in larga parte e CHE HA DOVUTO MERITORIAMENTE allargare – dico il Presidente…ma vuol dire i Presidenti – nel tempo, per supplire a carenze della politica, tra i quali quelle della necessità della politica di difendersi dalla durata troppo breve dei governi", termina la nota, con i passaggi in maiuscolo.
Da Pd a M5S, opposizione all'attacco
Ma la nota non basta e le opposizioni, dai dem ad Avs passando per il M5S, attaccano. "La Russa e la maggioranza sappiano che non permetteremo che venga alterato il ruolo del Capo dello Stato, giù le mani dal presidente della Repubblica", dice Francesco Boccia, capogruppo del Pd in Senato, spiegando che "La Russa conferma che il vero obiettivo della riforma costituzionale voluta dal governo Meloni e dalla destra è depotenziare il ruolo del Capo dello Stato e modificare l’equilibrio tra i poteri". Per il dirigente dem siamo di fronte a "un disegno pericoloso e La Russa sa bene che la nostra Costituzione verrebbe alterata dalla riforma del premierato".
Dal M5S interviene Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo in Senato e in Commissione Affari Costituzionali osserva come "La Russa ammette quello che esperti e costituzionalisti avevano già denunciato, e che invece il governo, e Meloni in particolare, si ostinano a negare, ossia che sebbene formalmente questa riforma non tocchi i poteri del presidente della Repubblica, di fatto li prosciuga a vantaggio del presidente del Consiglio".
"E' inaudito insinuare che il capo dello Stato abbia poteri troppi ampi e che con il premierato si ritornerebbe nei limiti della Costituzione. La Russa di fatto ha detto che il presidente della Repubblica agisce al di fuori della Costituzione. Un attacco cosi' diretto al capo dello stato non può che richiedere dimissioni immediate", dice il co-portavoce nazionale di Europa verde e deputato di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli. In linea la presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella che parla di "inaudito attacco al Capo dello Stato. Ogni giorno questa destra mette a nudo i suoi veri scopi", sono le sue parole.
Politica
Manovra, oggi riprende l’iter al Senato. Opposizioni:...
Approdo in Aula alle 14. Calandrini (Fdi): "Iter blindato? Da anni è così, serve modifica della legge su regolamento contabilità e pareggio di bilancio"
Dopo la pausa natalizia riprendono oggi, 27 dicembre, i lavori della legge di bilancio che passa all'esame del Senato per la seconda lettura. La manovra da circa 30 miliardi di euro, la terza del governo Meloni, sarà licenziata dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama che tornerà a riunirsi alle 11, mentre l'approdo in Aula è previsto per le ore 14.
Il numero complessivo delle proposte emendative delle forze di opposizione è orientativamente di 800. Visti i tempi contingentati, è possibile che l'ok al testo arrivi senza mandato al relatore e che il governo ponga la questione di fiducia, con il voto finale che dovrebbe arrivare intorno alle 14 di domani, 28 dicembre.
Opposizioni all'attacco
Le opposizioni unite hanno criticato aspramente l'iter blindato della legge di bilancio, parlando di "Parlamento umiliato" e "mortificato" da un "monocameralismo di fatto" che, secondo le minoranze, sarebbe ormai diventata una "patologia" delle Camere. La capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga attacca: "Da domani un inutile tour de force al Senato per approvare la legge di bilancio. Inutile - spiega - perché non si potrà cambiare una virgola a una legge ingiusta che scontenta tutti: chi vive tra mille difficoltà e chi vuole fare impresa". Secondo l'esponente dem "si umilia il Parlamento" perché "di fatto solo una Camera ha esaminato ed è potuta intervenire sulla principale legge dello Stato. Il Natale è passato - chiosa Braga - ma la festa per un governo arrogante e indifferente si problemi del paese continua".
Luigi Marattin di Orizzonti liberali osserva: "Ampio spazio sui media natalizi al fatto che il Senato si lamenta perché non potrà realmente esaminare la legge di bilancio. Tra due giorni non se ne parlerà più". Il deputato ex Iv invoca dunque "una riforma costituzionale che abolisca la Camera (400 membri) e il Senato (200 membri) e crei un'unica Assemblea Nazionale di 600 membri".
Il malcontento anche nella maggioranza
Ma il fatto che una delle due Camere abbia margini più che risicati per intervenire sulla manovra e discutere nel merito i provvedimenti è un tema sentito anche all'interno della maggioranza. Interpellato dall'Adnkronos sulle proteste delle opposizioni, il presidente della Commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini (Fratelli d'Italia) dice che "questa non è una novità, ma qualcosa che accade da molti anni, ed è auspicabile che questo approccio possa cambiare. In Commissione nei giorni scorsi abbiamo valutato che si può tranquillamente tornare alle due letture piene da parte dei due rami del Parlamento. Per ottenere questo, serve approvare due ddl per la modifica di alcune leggi: una legata al regolamento di contabilità e l'altra relativa al pareggio di bilancio". Al momento, però, "occorre farsene una ragione", conclude il senatore di Fdi.
Politica
Natale, a tavola si litiga per politica? La guida di Pd e...
Come rispondere ai parenti che votano per gli avversari...
Non ricette con le prelibatezze delle feste, ma bacchettate a chi anche a tavola, per il pranzo del Natale, non ti risparmia di spiattellare -è il caso di dire- i risultati della sua parte politica, sia di destra che di sinistra.
La guida Pd
Il Pd lancia per questo la sua campagna social con gli spunti per 'sopravvivere al Natale con i tuoi parenti un po' di destra', mettendo a disposizione dei fan su Instagram le slide con le risposte da dare sui temi caldi del confronto politico.
Ecco la questione sanità ("Ah, ti hanno fissato la visita a marzo 2026? Forse non è colpa dei medici, zio, ma di chi taglia la sanità pubblica"); le politiche per i giovani ("No, zia, non ho ancora comprato casa, ovviamente. Però possiamo parlare del taglio di 330 milioni dal Fondo Affitti"). Non manca l'evergreen dei treni, con il ministro Salvini messo sempre sulla graticola: "Ah hai speso 350 euro sola andata per essere qui e il treno ha fatto 3 ore di ritardo? Tranquillo, ora il titolare dei trasporti non ha più scuse per non lavorare..." Terminando con la teoria gender che tanto scandalizza a destra: "Esatto, zia, la teoria gender esiste quanto Babbo Natale".
Il vademecum di Fratelli d'Italia
Non si fa attendere la 'guida' al contrario dei Fratelli d'Italia. Qui si spiega come cantargliele ai parenti orientati a sinistra, anticipando la discussione alla cena della Vigilia. "Se a tavola hai lo zio che si lamenta delle tasse, ricordagli che il taglio del cuneo fiscale è stato reso permanente", è la prima risposta da dare. La manovra mette a disposizione poche risorse? "Si sarebbe potuto fare di più, se non ci fosse stato un debito da 137 miliardi" che ha fatto il superbonus. "Se senti poi mormorare la zia femminista, ricordale che con il governo Meloni si è raggiunto il record di occupazione femminile", si può ricordare subito alla parente, aggiungendo pure che Giorgia è la prima premier donna in Italia. Schermaglie politiche, 'condite' con l'ironia, che rischiano però di rendere indigeste cene e pranzi attesi tutto l'anno.
"Chi crede nel Natale non fa politica a tavola, il problema di questo Pd è che non ci crede, tant'è che considera il cenone solo una occasione di propaganda e di divisione", si ribella Gianfranco Rotondi, presidente Dc, puntando il dito contro il partito democratico". Noi siamo cresciuti in un’Italia in cui i direttori di giornale scrivevano un editoriale per suggerire agli italiani di non discutere di politica a Natale", rivendica. Nel frattempo però la 'guerra' social tra destra e sinistra è già diventata virale, e forse qualcuno per evitare pericolose discussioni ha già preparato la scusa dell'influenza che gira, che come si sa, colpisce a destra e sinistra.
Politica
Pnrr, erogata all’Italia la sesta rata da 8,7 miliardi
Meloni: "L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro"
La Commissione europea ha versato all'Italia della sesta rata del Pnrr pari a 8,7 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni. Il pagamento segue la valutazione positiva della Commissione, adottata lo scorso 26 novembre, connessa al conseguimento di 39 obiettivi, distinti in ventitré milestone e sedici target.
"L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva del Pnrr". Un "risultato positivo che permetterà all’Italia di investire in molti settori strategici intensificando la produzione in attività in cui questo governo ha creduto fin dal suo insediamento. Il pagamento della sesta rata è frutto di un intenso lavoro, svolto in sinergia anche con la Commissione europea, che ci spinge a proseguire in questa direzione per il benessere della Nazione e dei cittadini", dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in una nota di palazzo Chigi.
Tra gli "obiettivi conseguiti con il pagamento della sesta rata", si legge nel comunicato, "figurano investimenti strategici quali il potenziamento dei collegamenti ferroviari del Mezzogiorno e del centro Italia, la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas (Linea Adriatica) e per l’autonomia energetica dell’Italia, il rinnovo della flotta per il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco, i crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e l’attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0, rispetto alla quale sono in corso modifiche normative per renderla più accessibile e vantaggiosa per le imprese, il rafforzamento della dotazione organica dei tribunali penali, civili e amministrativi, l’avvio degli interventi per nuovi impianti sportivi nei plessi scolastici e la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali per efficientare le prestazioni del sistema sanitario nazionale".
Agli investimenti, spiega palazzo Chigi, "si aggiungono importanti riforme, fra cui i provvedimenti normativi in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, le azioni per prevenire e contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori e le altre forme di lavoro irregolare, oltre alla definizione di uno standard nazionale per la professione di guida turistica".