Israele pronto a nuova tregua a Gaza per liberare altri ostaggi: la proposta ad Hamas
La rivelazione di Channel 13. Israele pronto a nuova tregua a Gaza per liberare altri ostaggi: Hamas fermo sul no. Il ministro Esteri Iran incontra Haniyeh in Qatar
Il leader di Hamas, Yahya al Sinwar, ritenuto la mente degli attacchi del 7 ottobre scorso, sarebbe sfuggito per poco e più di una volta alla caccia che l'esercito israeliano gli sta dando da settimane. Lo ha rivelato la tv Channel 13, secondo cui i militari sono arrivati in diversi posti a Gaza nei quali Sinwar si trova fino a poco prima del loro ingresso. Secondo l'emittente, il 61enne leader di Hamas non si ferma mai a lungo in nessun rifugio. Sinwar avrebbe lasciato il nord della Striscia all'inizio della guerra e si troverebbe adesso a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas dove adesso è concentrata l'operazione israeliana.
"Hamas fermo sul no a tregua"
"Hamas resta fermo nella sua posizione di rifiuto di uno scambio di prigionieri prima di uno stop completo agli attacchi israeliani a Gaza". Lo afferma una fonte della sicurezza egiziana citata dall'agenzia Dpa dopo l'arrivo del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in Egitto per colloqui sulla situazione nella Striscia di Gaza.
Israele avrebbe presentato ad Hamas una nuova proposta di tregua a Gaza che prevede una pausa di una settimana nei combattimenti in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Ad affermarlo Barak Ravid, analista politico e di politica estera della Cnn. L'accordo è stato presentato ad Hamas attraverso i mediatori del Qatar, ha detto Ravid.
Hamas dal canto suo ha fatto sapere che Haniyeh è al Cairo per colloqui con funzionari egiziani "sugli sviluppi dell'aggressione a Gaza e diverse altre questioni". Secondo la fonte egiziana della Dpa, obiettivo della visita è rimuovere ogni ostacolo a una possibile tregua nel conflitto tra Israele e Hamas e a un nuovo accordo per la liberazione di ostaggi trattenuti nella Striscia e prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Secondo la fonte della Dpa, al momento si sarebbe comunque "realmente vicini" a un possibile accordo per un cessate il fuoco che consentire l'arrivo di ulteriori aiuti umanitari a Gaza.
Funzionario Israele: non vicino accordo su cessate il fuoco
Ma secondo un funzionario israeliano Israele e Hamas ''per il momento non sono vicini a un accordo'' sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. Alla Cnn ha spiegato che ''per ora siamo ancora alla fase delle trattative. Non c'è nulla di definitivo". Citando gli ostacoli al raggiungimento dell'accordo, la fonte ha spiegato che Hamas chiede ''prigionieri di importanza maggiore rispetto a prima''.
Nel primo accordo erano stati rilasciati dalle carceri israeliane donne e adolescenti palestinesi in cambio di ostaggi. Israele, dal canto suo, chiede ora la liberazione di tutti gli ostaggi ancora sequestrati nell'enclave palestinese. L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ritiene che a Gaza siano trattenuti 129 ostaggi dell'attacco terroristico contro Israele del 7 ottobre, di cui 108 vivi e 21 morti.
Israele pronto a nuova tregua a Gaza per liberare altri ostaggi: Hamas fermo sul no. Ad affermarlo Barak Ravid, analista politico e di politica estera della Cnn. L'accordo è stato presentato ad Hamas attraverso i mediatori del Qatar, ha detto Ravid.
Ministro esteri Iran incontra Haniyeh in Qatar
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha incontrato a Doha, in Qatar, Haniyeh per discutere della situazione a Gaza e in Cisgiordania. Haniyeh ha detto che Hamas è pronto per un cessate il fuoco duraturo ma i negoziati non sono possibili a causa degli attacchi israeliani in corso a Gaza, secondo quanto riferito da Nasser Kanaani, portavoce del ministero degli Esteri iraniano.
Il portavoce ha aggiunto che “l’Iran è d’accordo con il governo del Qatar riguardo la necessità di fermare immediatamente la guerra di Israele contro il popolo di Gaza, e sono stati compiuti buoni sforzi congiunti a questo riguardo”. Si prevede inoltre che Amirabdollahian incontrerà i funzionari del Qatar, incluso il suo omologo, per discutere degli ultimi sviluppi a Gaza.
Video Idf mostra comandante Hamas ancora in vita dopo 7 tentativi di omicidio
Mohammed Deif, il leader delle Brigate al-Qassam di Hamas, a cui Israele dà la caccia da anni, è ancora vivo, secondo i filmati ottenuti dall'Idf. In uno dei video, sequestrato durante le operazioni di raccolta di informazioni all'interno della Striscia di Gaza, si vede Deif camminare con le proprie gambe, anche se zoppicando leggermente. Da questi filmati sembra che le condizioni di Deif siano significativamente migliori di quanto Israele avesse creduto dopo una lunga serie di attacchi, alcuni dei quali lo hanno ferito. Deif è in grado di camminare da solo e non usa una sedia a rotelle.
Nel corso di molti anni, Deif è sopravvissuto a un totale di sette tentativi di omicidio. In quattro di questi, anche durante l’operazione Protective Edge nel 2014, è rimasto ferito, in alcuni casi gravemente, e si è ripreso. Negli ultimi anni, Deif ha minacciato Israele, dichiarando che lo Stato pagherà un prezzo pesante per gli eventi sul Monte del Tempio e nel quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est.
La settimana scorsa, l’Idf ha lanciato volantini a Gaza offrendo ricompense superiori a 100.000 dollari a chiunque avesse fornito informazioni attendibili su dove si trovassero alti funzionari di Hamas, incluso Mohammed Deif. I volantini affermavano che l'Idf avrebbe pagato 400.000 dollari per informazioni che portassero alla posizione di Yahya Sinwar e 300.000 dollari per aiutare a localizzare suo fratello Mahmoud.
Esteri
Finlandia, cavo sottomarino danneggiato da petroliera:...
La polizia indaga per sabotaggio aggravato. Nato: "Pronti al supporto"
La polizia finlandese sta indagando sulla petroliera "Eagle S" proveniente dalla Russia in relazione all'interruzione di servizio, a partire dal mezzogiorno di ieri, del cavo sottomarino "Estlink-2" che porta energia elettrica dalla Finlandia all'Estonia e ha aperto una inchiesta per sabotaggio aggravato.
La petroliera con bandiera delle Isole Cook trasportava benzina senza piombo caricata in un porto russo e farebbe parte della cosiddetta 'Flotta fantasma' delle navi che operano per escludere il regime sanzionatorio, ha spiegato Sami Rakshit, direttore generale delle dogane finlandesi.
Il Presidente della Finlandia Alexander Stubb sollecita l'eliminazione dei "rischi provocati" dalle navi della cosiddetta 'Flotta fantasma russa", che portano il petrolio da vendere fuori dal regime sanzionatorio. "Da ieri seguiamo la situazione", ha spiegato il Premier finlandese, Petteri Orpo. Nel frattempo, in Estonia è stata convocata una riunione straordinaria di governo. Lo scorso novembre erano stati messi fuori uso altri due cavi sottomarini nel Mar Baltico: uno dalla Finlandia alla Germania e l'altro fra la Lituania e la Svezia. Nel settembre 2022 erano stati datti esplodere i gasdotti NordStream. "Siamo in stretto contatto con i nostri colleghi nel Baltico settentrionale", ha affermato il Pemier estone, Kristen Michal.
Rutte: "Nato pronta al supporto"
"Ho parlato con il premier estone Kristen Michal del presunto possibile sabotaggio dei cavi del Mar Baltico. La Nato - scrive su X il segretario generale Mark Rutte - è solidale con gli alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche. Stiamo seguendo le indagini di Estonia e Finlandia e siamo pronti a fornire ulteriore supporto".
Ue chiede una stretta
Mentre l'Unione europea anticipa la proposta di ulteriori misure per contrastare la Flotta fantasma di petroliere che portano petrolio russo in modo illecito dopo che la Finlandia ha indicato una di queste navi come probabilmente responsabile del danno al cavo sottomarino elettrico diretto in Estonia, solo "l'ultimo di una serie di attacchi sospetti contro infrastrutture critiche", come si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione e dell'Alta rappresentante.
"In risposta a questi incidenti - si fa riferimento anche a quelli dello scorso novembre - stiamo potenziando gli sforzi per proteggere i cavi sottomarini, incluso con uno scambio di informazioni rafforzato, nuove tecnologie per individuare i responsabili e capacità di riparazione sottomarina e cooperazione internazionale", si precisa, evidenziando che "al momento non ci sono rischi per la sicurezza dei rifornimenti di energia elettrica nella regione".
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
La Francia ha contattato la Russia molteplici volte attraverso canali riservati per offrire assistenza per aprire un dialogo sull'Ucraina, ha poi reso noto Lavrov, sottolineando come tali contatti sono avvenuti "senza coinvolgere Kiev". Lavrov ha denunciato il comportamento "ambiguo" della Francia.
Lavrov ha poi parlato di contatti in corso con le nuove autorità al potere in Siria dedicati alla sicurezza dei russi e dell'ambasciata a Damasco senza dire nulla della questione delle basi di Tartus e Kmeimim concesse in uso alle forze russe dal regime di Assad. La Russia è "interessata e disponibile" al dialogo anche su altro, si limita a proporre Lavrov, sottolineando che Mosca condivide quanto detto di recente dal nuovo leader siriano Ahmed Sharaa, secondo cui le relazioni fra Mosca e Damasco sono strategiche. "Non abbiamo ritirato i nostri diplomatici da Damasco, la nostra ambasciata continua a operare come molte altre. Stiamo mantenendo contatti con le nuove autorità siriane attraverso la nostra missione diplomatica. Stiamo discutendo di questioni pratiche relative alla sicurezza dei russi e al funzionamento sicuro dell'ambasciata", ha spiegato, lasciando intendere che ci vorrà tempo perché altre questioni saranno sollevate e anche la pazienza della Russia.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Vventati attentati contro ufficiali difesa, arrestati russi reclutati da Kiev
L'Fsb in Russia rivendica di aver sventato attentati contro diversi alti ufficiali del ministero della Difesa coinvolti con l'operazione militare speciale contro l'Ucraina. Due russi "reclutati da Kiev" sono stati arrestati. Uno dei due in flagrante mentre cercava di sistemare un ordigno esplosivo sotto l'auto di un alto ufficiale del ministero della Difesa a Mosca. L'ordigno avrebbe dovuto essere fatto esplodere in remoto. La persona arrestata in flagrante ha confessato di essersi trasferito in Ucraina nel novembre del 2020 e di essere stato reclutato da Kiev. Sarebbe poi arrivato in Russia dalla Moldova e dalla Georgia. Anche il secondo ha confessato all'Fsb di essersi trasferito in Ucraina e di essere stato reclutato dalle forze speciali di Kiev. Che gli hanno ordinato di tornare in Russia per tenere sotto controllo alti ufficiali del ministero della Difesa e le loro famiglie. A metà mese è stato ucciso a Mosca il comandante delle forze di protezione radiologica, chimica e biologica, Igor Kirillov.