Russia-Ucraina, perché gli Stati Uniti sanzionano le banche che sostengono Mosca
La stretta necessaria per impedire l'approvvigionamento di materiale per l'industria bellica
Gli Stati Uniti preparano sanzioni contro le banche americane ed europee che continuano a finanziare, anche indirettamente, la guerra della Russia all'Ucraina. La notizia, riportata dal Financial Times, va inquadrata in una nuova stretta per impedire a Mosca di aggirare il sistema delle sanzioni internazionali, continuando a far affluire il materiale che alimenta la macchina militare impegnata contro Kiev.
Lo scenario, le mosse in attesa dei finanziamenti del Congresso
Le difficoltà che sta incontrando l'amministrazione Biden a farsi autorizzare dal Congresso nuovi fondi per sostenere la resistenza di Zelensky hanno suggerito di trovare fonti alternative. C'è un'ipotesi avanzata, di cui si discute a livello G7, che prevede l'utilizzo di parte degli asset sovrani russi congelati. Ora si aggiunge anche la decisione di mettere nel mirino le istituzioni finanziarie che sono di fatto conniventi con i piani di Putin, perché intermediari usati, anche grazie al lavoro incessante dei servizi segreti russi e complesse triangolazioni, per aggirare le restrizioni e proseguire nell'approvvigionamento di materiale strategico. Alle banche che finiranno in una apposita black list sarà negato l'accesso al sistema finanziario americano.
Nel mirino semiconduttori, macchinari, materiali chimici, cuscinetti a sfera e sistemi ottici
Si tratta di una mossa forte, che prevede una prima fase di confronto con le banche europee e americane che ancora operano in Russia per spiegare le nuove regole e le ragioni per cui devono smettere di facilitare l'ingresso in Russia di semiconduttori, macchinari, materiali chimici, cuscinetti a sfera e sistemi ottici. In attesa delle risorse necessarie a garantire ancora la capacità degli Ucraini di resistere e riconquistare posizioni sul terreno, la strategia americana prevede quindi di 'mettere sabbia' negli ingranaggi della macchina bellica russa. E la strada individuata per riuscirci è quella di intervenire sulle banche, strumento ancora accessibile a Mosca stando anche ai risultati che continuano a fare attraverso le loro operazioni in Russia.
Quali banche sono coinvolte, citata anche Unicredit
Ft cita in particolare il caso dell'austriaca Raiffeisen Bank International, che quest'anno ha realizzato metà dei suoi ricavi in Russia, ma include anche Unicredit tra le istituzioni finanziarie che, pur avendone ridotto il volume, continua a fare operazioni in Russia. Quello che è certo è che se molti intermediari nel corso degli ultimi due anni sono usciti dal mercato russo, altri sono entrati, contribuendo a tenere in piedi lo schema che consente a Mosca di aggirare una parte delle sanzioni internazionali.
L'economia di Mosca tiene, si punta a indebolire l'industria bellica
Questi nuovi sviluppi evidenziano quello che è ormai un dato di fatto. L'anello debole della strategia occidentale per contenere le ambizioni di Putin, prescindendo dagli sviluppi bellici sul terreno, si è rivelato l'effetto parziale del sistema delle sanzioni, pensato per far collassare l'economia russa grazie a un sostanziale isolamento. I dati che arrivano da Mosca dicono che questo obiettivo non è stato centrato e ora il tentativo è quello di focalizzare gli sforzi per limitare almeno la capacità dell'industria bellica, con le banche individuate come snodo chiave. (Di Fabio Insenga)
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
La Francia ha contattato la Russia molteplici volte attraverso canali riservati per offrire assistenza per aprire un dialogo sull'Ucraina, ha poi reso noto Lavrov, sottolineando come tali contatti sono avvenuti "senza coinvolgere Kiev". Lavrov ha denunciato il comportamento "ambiguo" della Francia.
Lavrov ha poi parlato di contatti in corso con le nuove autorità al potere in Siria dedicati alla sicurezza dei russi e dell'ambasciata a Damasco senza dire nulla della questione delle basi di Tartus e Kmeimim concesse in uso alle forze russe dal regime di Assad. La Russia è "interessata e disponibile" al dialogo anche su altro, si limita a proporre Lavrov, sottolineando che Mosca condivide quanto detto di recente dal nuovo leader siriano Ahmed Sharaa, secondo cui le relazioni fra Mosca e Damasco sono strategiche. "Non abbiamo ritirato i nostri diplomatici da Damasco, la nostra ambasciata continua a operare come molte altre. Stiamo mantenendo contatti con le nuove autorità siriane attraverso la nostra missione diplomatica. Stiamo discutendo di questioni pratiche relative alla sicurezza dei russi e al funzionamento sicuro dell'ambasciata", ha spiegato, lasciando intendere che ci vorrà tempo perché altre questioni saranno sollevate e anche la pazienza della Russia.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Vventati attentati contro ufficiali difesa, arrestati russi reclutati da Kiev
L'Fsb in Russia rivendica di aver sventato attentati contro diversi alti ufficiali del ministero della Difesa coinvolti con l'operazione militare speciale contro l'Ucraina. Due russi "reclutati da Kiev" sono stati arrestati. Uno dei due in flagrante mentre cercava di sistemare un ordigno esplosivo sotto l'auto di un alto ufficiale del ministero della Difesa a Mosca. L'ordigno avrebbe dovuto essere fatto esplodere in remoto. La persona arrestata in flagrante ha confessato di essersi trasferito in Ucraina nel novembre del 2020 e di essere stato reclutato da Kiev. Sarebbe poi arrivato in Russia dalla Moldova e dalla Georgia. Anche il secondo ha confessato all'Fsb di essersi trasferito in Ucraina e di essere stato reclutato dalle forze speciali di Kiev. Che gli hanno ordinato di tornare in Russia per tenere sotto controllo alti ufficiali del ministero della Difesa e le loro famiglie. A metà mese è stato ucciso a Mosca il comandante delle forze di protezione radiologica, chimica e biologica, Igor Kirillov.
Esteri
Gaza, nuovi attacchi Israele. Neonata muore di freddo il...
Nelle ultime 48 ore almeno tre i bambini morti a causa delle basse temperature. Raid sul campo profughi di Nusseirat: uccisi 5 reporter di Al-Quds
Continuano gli attacchi di Israele sulla Striscia di Gaza, dove anche a causa dell'inverno la situazione degli sfollati palestinesi è sempre più drammatica. L'emittente televisiva palestinese Al-Quds Today ha dato notizia della morte di cinque suoi giornalisti, uccisi all'alba durante un attacco israeliano nel campo profughi palestinese di Nusseirat. In una dichiarazione, il canale televisivo ha affermato di piangere i suoi "cinque giornalisti martiri Faisal Abu Al-Qumsan, Ayman Al-Jadi, Ibrahim Al-Sheikh Khalil, Fadi Hassouna e Mohammed Al-Lada'a, che sono stati uccisi in un attacco sionista contro un veicolo di trasmissione esterno mentre svolgevano il loro dovere giornalistico e umanitario".
Testimoni oculari hanno riferito che un missile lanciato da un aereo israeliano ha colpito direttamente il veicolo dei giornalisti, parcheggiato di fronte all'ospedale Al-Awda nel campo di Nousseirat, uccidendo tutti e cinque i dipendenti dell'emittente.
Neonata morta di freddo
Ieri, il giorno di Natale, una neonata è morta di freddo in un accampamento ad Al-Mawasi, nel sud di Gaza. Sela Mahmoud Al-Fasih “è morta congelata per il freddo estremo” ad Al-Mawasi, ha scritto mercoledì su X il dottor Munir Al-Bursh, direttore generale del Ministero della Salute di Gaza.
Ma non è stata l'unica. Nelle ultime 48 ore, Al-Fasih e almeno altri due neonati, uno di tre giorni e uno di un mese, sono morti a causa delle basse temperature e della mancanza di accesso a un rifugio caldo, ha detto alla Cnn il dottor Ahmed Al-Farra, primario di pediatria e ostetricia presso l'ospedale Nasser di Khan Younis.
Al-Mawasi, una regione costiera a ovest di Rafah, precedentemente designata da Israele come "area umanitaria", è stata ripetutamente sottoposta ad attacchi israeliani. Migliaia di palestinesi sfollati si sono trasferiti lì in cerca di rifugio, vivendo per mesi in tende improvvisate fatte di stoffa e nylon.
Le riprese della Cnn da un cortile di Al-Mawasi hanno mostrato il piccolo corpo di Al-Fasih avvolto in lenzuoli bianchi, con il padre trentunenne, Mahmoud, che la teneva in braccio. In un'altra scena, un gruppo di giovani uomini e ragazzi palestinesi si accovacciano sulla sua tomba. "[Sela] è morta di freddo", ha detto sua madre, Nariman. "La stavo scaldando e tenendola in braccio. Ma non avevamo vestiti e coperte a sufficienza".
L'assalto di Israele, lanciato dopo l'attacco del 7 ottobre guidato da Hamas, ha sventrato i quartieri un tempo vivaci di Gaza, ha cancellato intere famiglie e ha generato una crisi umanitaria di fame, sfollamento e malattie dilaganti. Più di 45.000 palestinesi sono stati uccisi e 107.000 persone sono rimaste ferite, ha riferito lunedì il ministero della Salute locale.