Sempre più trasparenza, Gri pubblica nuovi standard per il 2024
Interessati da vicino i settori dell’estrazione, dell’agricoltura, dell’acquacoltura e della pesca
Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale per l’ambito Esg, a partire dall’entrata in vigore della Direttiva sul reporting di sostenibilità Csrd per le aziende con almeno 500 dipendenti già soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (Nfrd), che dovranno presentare le loro relazioni nel 2025. Non solo: nel nuovo anno vengono anche introdotti nuovi standard Gri (Global Reporting Initiative), tra i più utilizzati strumenti di rendicontazione a livello globale.
Questa revisione mira a rafforzare ulteriormente la trasparenza degli impatti organizzativi sull’economia, l’ambiente e le persone. Le modifiche agli standard Gri riflettono l’evoluzione delle aspettative delle parti interessate, compresi gli investitori, e l’importanza crescente della sostenibilità e della responsabilità ambientale nel mondo degli affari.
Questi cambiamenti riguardano: lo standard per il cambiamento climatico e quello per l’industria estrattiva, per il settore del carbone nonché per quelli dell’agricoltura, dell’acquacoltura e della pesca.
Lo standard Gri per il cambiamento climatico
Lo standard Gri per il cambiamento climatico è stato sviluppato per rispondere alle crescenti esigenze di trasparenza sulle azioni delle organizzazioni su questo fenomeno che sta stravolgendo il nostro pianeta e provocando diverse catastrofi naturali.
Questo standard richiede alle organizzazioni di divulgare pienamente i loro piani di transizione e adattamento al cambiamento climatico, nonché le azioni effettivamente svolte in questo ambito. Il nuovo standard introduce nuove divulgazioni, come il piano di transizione per la mitigazione del cambiamento climatico (Disclosure CC-1) e l’adattamento al cambiamento climatico (Disclosure CC-2).
Il piano di transizione per la mitigazione del cambiamento climatico (Disclosure CC-1) richiede alle organizzazioni di delineare e divulgare le loro strategie per ridurre le emissioni di gas serra e limitare l’impatto dei loro processi e prodotti sul cambiamento climatico. Questo può includere l’adozione di tecnologie più pulite, l’efficienza energetica, l’uso di fonti di energia rinnovabili e la riduzione dei rifiuti.
L’adattamento al cambiamento climatico (Disclosure cc-2), d’altra parte, riguarda le misure che un’organizzazione sta adottando per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Questo può includere modifiche infrastrutturali per proteggere dalle inondazioni o dall’innalzamento del livello del mare, cambiamenti nei processi di produzione per far fronte a condizioni climatiche più estreme, o l’adozione di nuovi modelli di business che siano più resilienti ai cambiamenti climatici. Esigenza, quest’ultima, che si ritiene cruciale dopo l’annus horribilis del 2023, caratterizzato da una più ampia diffusione della calamità naturali (qui per approfondire quali sono stati i 20 peggiori disastri climatici del 2023).
Lo standard per l’industria estrattiva
Modifiche sono state introdotte anche per lo specifico standard Gri per l’industria estrattiva, che può essere utilizzato da qualsiasi organizzazione nel settore estrattivo, indipendentemente dalle dimensioni, dal tipo, dalla posizione geografica, o esperienza di reporting.
Lo standard di riferimento è il Gri 12: Coal Sector 2022 che fornisce un quadro per la rendicontazione della sostenibilità specifico per il settore del carbone, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e la responsabilità delle organizzazioni in questo settore.
Nel contesto specifico dell’industria estrattiva, le aziende dovranno adattare la propria rendicontazione per rispecchiare in modo più accurato gli impatti delle proprie attività sull’ambiente e sulle comunità locali.
Lo standard richiede alle organizzazioni di divulgare una serie di informazioni, tra cui: le loro strategie per la gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance (Esg), le loro politiche e pratiche in materia di diritti umani, e le loro performance in termini di emissioni di gas serra e di gestione dei rifiuti.
Più nello specifico, le aziende estrattive di carbone dovranno rendicontare in modo più dettagliato l’adozione di tecnologie più pulite, l’efficienza energetica e la gestione dei rifiuti. Inoltre, saranno tenute a divulgare informazioni sulle misure adottate per l’adattamento ai cambiamenti climatici, come modifiche infrastrutturali per proteggere dalle inondazioni o cambiamenti nei processi di produzione per far fronte a condizioni climatiche più estreme.
Queste nuove divulgazioni sono finalizzate a fornire agli investitori alle altre parti interessate una visione più chiara e dettagliata sulle azioni intraprese dalle aziende estrattive di carbone per affrontare i rischi e le opportunità legati ai cambiamenti climatici.
Gli standard per il settore dell’agricoltura, dell’acquacoltura e della pesca
Per i settori dell’agricoltura, dell’acquacoltura e della pesca è stato introdotto lo Standard di Settore Gri 13: Agriculture, Aquaculture and Fishing Sectors 2022. Analogamente al Gri 12, questo standard si applica alle aziende impegnate nella produzione agricola e animale, nella pesca e nell’acquacoltura, indipendentemente dalle dimensioni e dall’ubicazione. Sono previste nuove informazioni per questi settori, tra cui: la sicurezza alimentare, i diritti alla terra e alle risorse, il salario e il reddito di sussistenza, la conversione degli ecosistemi naturali e il benessere degli animali.
Nello specifico, per questo standard, Global report initative richiede che vengano rendicontati:
- gli argomenti materiali chiave e informative per le organizzazioni in base al loro impatto nelle dimensioni economica, ambientale e sociale, compresi quelli su biodiversità, sicurezza alimentare, impegno della comunità, benessere degli animali, salute del suolo e uso di pesticidi;
- i collegamenti esistenti tra i settori e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs);
- le implicazioni politiche per un’impresa responsabile basata su quadri internazionali, come quelli stabiliti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).
Seguendo lo standard di settore per il petrolio e il gas (Gri 11), pubblicato nell’ottobre 2021, al Gri 12 e al Gri 13 è stata data la priorità nell’ambito del programma di settore sulla base dei loro impatti sulla sostenibilità ampiamente documentati, approccio tipico dei Gri Sector Standards. Tra i 40 settori iniziali coperti dal programma, si prevede a stretto giro una revisione gli standard per il tessile e l’abbigliamento, nonché per i servizi finanziari.
Giova ricordare, infine, che gli Standard di settore completano il sistema modulare di rendicontazione del Gri. Le organizzazioni partono dagli Standard Universali per poi passare a quelli specifici del proprio settore.
Sostenibilità
A2a completa acquisizione asset distribuzione elettrica...
Cresce la rete gestita dal Gruppo e aumentano gli investimenti in infrastrutture per la decarbonizzazione dei centri urbani
In esecuzione del contratto di compravendita sottoscritto il 9 marzo scorso, A2a ha completato le attività relative al closing dell’acquisizione da e-distribuzione del 90% del capitale sociale di Duereti, veicolo societario beneficiario del conferimento da parte di e-distribuzione delle attività di distribuzione di energia elettrica in alcuni comuni situati nelle province di Milano e Brescia. La cessione della partecipazione ad A2a avrà efficacia a far data dal 31 dicembre 2024.
"Con il completamento di questa acquisizione, la più grande del settore in Italia, il Gruppo incrementa del 70% i contatori elettrici gestiti - con una rete che cresce di 17mila km nelle province di Milano e Brescia – e prevede investimenti aggiuntivi nella distribuzione, che nel complesso superano i 4 miliardi di euro al 2035 - commenta l’amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini -. Per supportare il percorso di elettrificazione dei consumi in atto e trend come lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, è fondamentale aumentare le risorse destinate alle infrastrutture. A livello europeo per il periodo 2020-2030 sono attesi oltre 580 miliardi di investimenti sulle reti elettriche; solo in Italia fino a 60 miliardi. Abbiamo quindi deciso di acquisire asset rilevanti che consentiranno ad A2a di realizzare economie di scala contribuendo ulteriormente alla crescita di aree già fortemente abitate e industrializzate. L’operazione conferma la nostra strategia per la transizione energetica del Paese e l’impegno del Gruppo per favorire la decarbonizzazione dei centri urbani”.
Il corrispettivo dell’operazione, definito sulla base di un Enterprise Value (riferito al 100% di Duereti) di circa 1,35 miliardi di euro, è pari a circa 1,2 miliardi di euro ed è soggetto a un meccanismo di successivo aggiustamento prezzo, tipico per questo tipo di operazioni. Grazie all’investimento e all’espansione del perimetro di gestione, la Rab elettrica del Gruppo salirà a 3,4 miliardi nel 2035. Il closing è avvenuto a seguito del verificarsi delle condizioni sospensive previste nell’accordo sottoscritto il 9 marzo scorso, tra cui il rilascio dell’autorizzazione Antitrust, il positivo completamento della procedura in materia di Golden Power presso la presidenza del Consiglio dei ministri e il rilascio in favore di Duereti di un’autonoma concessione per l’attività di distribuzione di energia elettrica da parte del Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica. E-distribuzione mantiene una partecipazione pari al 10% del capitale sociale di Duereti, funzionale alla fase di start-up della società, che è oggetto di un meccanismo di opzioni put e call, esercitabili dopo un anno dalla data di closing.
Sostenibilità
Carta regalo, scatole e bottiglie: vademecum per la...
Secondo le prime previsioni di Conai si attende un aumento dei flussi di rifiuti di imballaggi fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025: localmente, si stima che gli incrementi possano essere compresi fra il 7% e il 10% per imballaggi in plastica e vetro, con picchi che potrebbero sfiorare il 15% per la carta
Previsto anche quest’anno, in Italia, un aumento di imballaggi nelle raccolte differenziate dei rifiuti urbani per il periodo delle feste di fine anno. Secondo le prime previsioni di Conai si attende un aumento dei flussi di imballaggi giunti a fine vita a cavallo fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025: localmente, si stima che gli incrementi possano essere compresi fra il 7% e il 10% per imballaggi in plastica e vetro, con picchi che potrebbero sfiorare il 15% per la carta.
Attesi volumi in crescita
"Il primo confronto che il Consorzio ha effettuato a campione fra i dati degli anni passati e i nuovi numeri dei gestori di alcune città italiane ci porta a fare questo tipo di previsione - afferma il vicedirettore generale Conai, Fabio Costarella - L’economia nazionale attraversa una fase ancora delicata, che in molti settori ha visto una contrazione dei consumi: è difficile prevedere se gli effetti del Natale sulle raccolte differenziate saranno simili a quelli del 2022, in incremento, o a quelli leggermente più modesti del 2023. Ma è ragionevole aspettarsi volumi in crescita, visto che tra dicembre e gennaio i consumi aumenteranno inevitabilmente".
Come ogni anno, per quanto riguarda carta e cartone si tratterà soprattutto di scatole e carta regalo, ma anche buste spedite o consegnate di persona. Per la plastica, film e involucri. Quanto al vetro, invece, soprattutto bottiglie di vino o liquori.
"In molte province le percentuali potrebbero essere anche più alte delle nostre previsioni - commenta Fabio Costarella - considerando che negli ultimi anni la pandemia, la crisi energetica e quella dei consumi hanno reso le previsioni più difficili rispetto a quelle pre 2020. I numeri dovranno essere confermati il prossimo anno a consuntivo, ma l’attenzione al corretto conferimento dei pack a fine vita in raccolta differenziata resta essenziale: stiamo parlando di flussi che il Paese può tranquillamente gestire se, fra dicembre e gennaio, i cittadini saranno attenti a separare correttamente i rifiuti".
Le dritte
L’importante, quindi, è evitare errori che compromettano la qualità delle raccolte differenziate - avverte Conai - A proposito della carta, quella da pacco non è problematica. "La carta con cui si avvolgono i regali deve essere differenziata e conferita con carta e cartone: è perfettamente riciclabile, così come i pack esterni di pandoro e panettone", spiega Costarella. Gli scontrini che non si vogliono conservare, invece, devono essere buttati nell’indifferenziato, "a meno che sul retro dello scontrino le indicazioni non siano diverse, si tratta di carta chimica, non riciclabile". Attenzione anche alla carta oleata e alla carta da forno, quando si cucina perché "se non è esplicitamente indicato che sono riciclabili, non possono essere conferite con la carta".
Gli addobbi dell’albero di Natale non vanno nella raccolta del vetro. "Non è vetro da imballaggio: inquinerebbe la raccolta differenziata - chiarisce Fabio Costarella - Non vanno conferiti con il vetro nemmeno il vetro borosilicato, ossia quello delle pirofile adatte alla cottura in forno, e le ceramiche". Se i bicchieri di cristallo si rompono, "vanno buttati nell’indifferenziato. Il cristallo contiene piombo, e pochi frammenti di cristallo compromettono grandi quantità di vetro riciclabile". Mentre "vanno invece portate all’isola ecologica tutte le scatole di legno in cui vengono regalate le bottiglie di liquore e di vino". Quanto alla plastica, "giocattoli rotti o altri oggetti vanno portati all’isola ecologica o conferiti con il non riciclabile".
Poi, "prima di conferirli in raccolta differenziata, tutti gli imballaggi vanno svuotati del loro contenuto e gli imballaggi flessibili vanno schiacciati in modo da occupare minori volumi. Le etichette coprenti vanno rimosse dai loro flaconi o dalle bottiglie e sia l’etichetta sia il flacone o la bottiglia vanno poi conferiti nella raccolta differenziata. Un aiuto ai riciclatori per gestire meglio gli imballaggi quando vengono preparati per il recupero e il riciclo". "Con oltre 75% di imballaggi riciclati, l’Italia è già leader in Europa in questo campo dell’economia circolare - conclude Fabio Costarella - ma per mantenere e migliorare questo risultato è indispensabile un impegno collettivo, anche durante il periodo natalizio. Differenziare correttamente i rifiuti significa valorizzare le risorse, promuovere la sostenibilità e rafforzare il modello virtuoso che il nostro Paese oggi rappresenta".
Sostenibilità
Clima 2024: 351 eventi estremi, aumentati di 6 volte in 10...
Il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima 2024
Pesano sull'Italia gli effetti della crisi climatica: nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: il 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A pesare in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. Questo il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024.
I numeri
Il 2024 è stato segnato, nel dettaglio, da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud, 92, e dal Centro, 61.
Emilia Romagna la più colpita
A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Legambiente segnala anche le conseguenze che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola.
In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri.
“Nel 2024 l’Italia - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del Pnacc, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col Dl Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il Dpr per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”.
“Tra gli eventi meteo estremi in crescita - aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente - preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L'emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”.
La siccità ha interessato soprattutto Sicilia, Sardegna e Basilicata
Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).