Sarah Ferguson e il melanoma, perchè chi ha i capelli rossi rischia di più
L'oncologo Ascierto: "I nuovi farmaci hanno cambiato storia della malattia e destino delle persone"
La decisione della duchessa di York, SaraH Ferguson, di parlare del melanoma che l'ha colpita pochi mesi dopo essere stata curata per un tumore al seno, è stata "una scelta importante. Credo vada fatto un plauso alla duchessa, perché questo outing ha una grande importanza: rappresenta uno spot positivo per la prevenzione. Soprattutto in questo momento, considerando che il Covid ci ha lasciato in eredità un gap sulle diagnosi, per la minore propensione ai controlli". Così all'Adnkronos Salute Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative all'Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale di Napoli.
Ascierto spiega l'importanza ancora maggiore della prevenzione in relazione alle particolarità di Sara Ferguson che, sottolinea, "ha i capelli rossi, quindi una pelle molto sensibile alla radiazioni ultraviolette e un po' più a rischio per i tumori della pelle. E anche se oggi abbiamo molti farmaci per curare queste malattie oncologiche, il melanoma in particolare, vale sempre il motto 'prevenire è meglio che curare'".
Sul caso specifico, "non abbiamo dati per poter commentare ma, in generale, possiamo dire che i nuovi farmaci hanno cambiato la storia naturale della malattia e il destino delle persone colpite. La storia di Sarah, tuttavia, ci rammenta che se riusciamo a diagnosticare il tumore in tempo la chirurgia può essere lo strumento che guarisce definitivamente senza dover ricorrere nemmeno ai nuovi farmaci", conclude Ascierto che sulla vicenda della duchessa sottolinea come "non ci sia legame tra melanoma e tumore al seno. La predisposizione è più legata al fototipo e alle caratteristiche cutanee".
Cronaca
Per bimbi si avvicina notte dei regali di Natale, dal...
Farnetani: 'Farli portare da Babbo Natale è piacevole a tutte l'età anche se i bambini più grandi hanno smesso di crederci"
Si avvicina la notte dei regali portati da Babbo Natale tanto attesa dai più piccoli. Ma come si crea o mantiene la magia di Santa Claus? Quando i bambini cominciano a dubitare? E'sempre giusto far consegnare i doni dal barbuto e simpatico signore vestito di rosso? "L'età della 'svolta', quando la maggioranza dei bambini non crede più in Babbo Natale, avviene verso gli otto anni. Ma alcuni bambini iniziano ad avere, anche in percentuale piuttosto bassa, già dall'età di 6 anni qualche dubbio. Il consiglio che possiamo dare è che quando compaiono le prime perplessità su Babbo Natale, se il bambino ha meno di 7 anni i genitori dovranno confermare l'esistenza di Babbo Natale; dai 7 agli 8 anni confermarla ma senza insistere troppo sull'esistenza e dopo gli otto anni - quando vengono i primi dubbi - possono rivelare la verità". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario all'università Ludes-United Campus of Malta.
"È importante che i genitori sappiano gestire questa importante, e talvolta anche un po' traumatica, fase in cui si viene a scoprire che Babbo Natale non esiste - aggiunge Farnetani - il rischio è che mamma e parà potrebbero perdere di autorevolezza perché si sono fatti portatori di una bugia o di una falsità. Allora, riassumendo, i genitori che hanno bambini nella fascia 6-7 anni possono insistere e cercare di confermare l'esistenza di Babbo Natale ma senza mai metterci troppa enfasi. Discorso diverso - chiosa - però per le apparizioni di Babbo Natale travestito: questo piace sempre e anche se gli adolescenti non ci credono più provano lo stesso piacere nel vedere questa figura e la magia che emana durante la serata. Non si crede più nell'esistenza di Babbo Natale ma fa piacere incontrarlo e allora chi può lo faccia anche se ha figli grandi: questo è un sicuro risultato di ricostruire di confermare la magia del Natale".
Cronaca
Freddo e raffreddore, domani Angelus del Papa al coperto a...
Lo fa sapere il portavoce del Vaticano Matteo Bruni. Oggi Bergoglio è apparso con un apparecchio acustico nell'incontro con Curia e dipendenti
Il Papa, “a causa dell’intenso freddo, unito ai sintomi del raffreddore manifestatisi nei giorni scorsi domani guiderà la preghiera dell’Angelus nella cappella di Casa Santa Marta, anche in vista degli impegni della prossima settimana”. Lo fa sapere il portavoce del Vaticano Matteo Bruni.
I precedenti
Non è la prima volta che si ricorre all’accortezza dell’Angelus al chiuso. Era già accaduto nel 2000 in piena pandemia per evitare assembramenti e rischi di diffusione del Covid. Angelus al chiuso anche nel dicembre 2023, dopo l’improvviso ricovero, per evitare sbalzi di temperatura quando ebbe l’infiammazione polmonare.
Proprio ieri il Pontefice, 88 anni da pochi giorni, nell’udienza alla Federazione italiana bocce, si è scusato spiegando di essere “molto raffreddato” anche se poi ha letto il discorso integralmente pure se con voce roca. Lo scorso anno - in via prudenziale - rinunciò per un periodo a leggere interamente i discorsi affidati di volta in volta a collaboratori della segreteria di Stato. Oggi il Papa, apparso con un apparecchio acustico, ha tenuto un lungo discorso a braccio ai cardinali di Curia per gli auguri natalizi e subito dopo ha parlato ai suoi dipendenti. Domani l’Angelus avverrà al chiuso per non compromettere i tanti impegni delle prossime settimane tra celebrazioni di Natale e Giubileo.
Cronaca
Natale, la chef degli animali avverte: “Sì alla pasta...
Sonia Orlandi alias Cheffadog e i suoi suggerimenti natalizi: "Attenzione anche ai fritti e ai cibi salati"
Come ogni anno, il Natale è sinonimo di festa e di abbuffate, ma attenzione a non essere troppo indulgenti con i cani e gatti di famiglia, che puntano a rimediare qualche pezzetto di cibo dalla tavola imbandita. Alcuni alimenti rischiano infatti di essere molto dannosi per la loro salute. A mettere in guardia dal pericolo è Sonia Orlandi, più conosciuta sui social come Cheffadog, esperta di alimentazione e vera e propria chef per i nostri animali. "Si può dar loro tutto - dice all'Adnkronos - purché non si tratti di uvetta e cioccolata, niente pandori e panettoni, vietati i torroni. E farei attenzione anche al fritto. Se si mangia sano, senza troppi intingoli e con poco sale, si può dare quasi tutto: ho delle amiche che addirittura mettono nella ciotola qualche tortellino o delle tagliatelle, purché scondite. Se, per esempio, avanza dal cenone del 24 un po' di pesce fatto al forno e senza lische, si può tranquillamente condividere con il cane. Così sarà festa anche per loro".
"Quello dell'attenzione verso l'alimentazione dei nostri animali è un fenomeno in crescita. Fondamentalmente perché per noi gli animali, i cani ma anche i gatti, sono una parte del nostro 'branco', della nostra famiglia. C'è un ritornare indietro, a quelle che erano le buone abitudini di una volta insomma, una forma di amore e una di cura per la salute di cani e gatti, preferendo cibi più naturali rispetto a quelli industriali, che comunque hanno fatto grandi passi avanti in termini di qualità. Molti padroni poi -osserva- hanno scoperto che tanti amici a 4 zampe sono intolleranti o allergici".
Sonia Orlandi, con i suoi Kiki e Kosimo, sui social non lesina ricette e consigli. Anzi, molto spesso è lei stessa ad anticipare le richieste più bizzarre dei suoi follower: "In termini di ricette ho fatto di tutto, dai ravioli cinesi al sushi per cani, fino alle caramelle anche in gelatina. Tutto - conclude - rigorosamente con l'attenzione necessaria per i nostri amici".