Aereo russo abbattuto, Mosca: “Colpito da missile occidentale”
Secondo una fonte vicina all'inchiesta, si tratta di un sistema missilistico Patriot
L 'aereo da trasporto militare russo Il-76 è stato abbattuto nella regione di Belgorod, al confine con l'Ucraina, da un missile Patriot in dotazione ai militari ucraini. Lo ha sostenuto il presidente russo Vladimir Putin citando i risultati dell'indagine condotta sull'accaduto. "L'Il-76 nella regione di Belgorod è stato colpito da un missile Patriot, è stato stabilito dall'indagine. La Russia insiste" sulla necessità di "un'inchiesta internazionale sullo schianto". Secondo il presidente russo, Kiev potrebbe aver abbattuto l'aereo per errore, "ma si tratta pur sempre di un crimine". Citato dalla Ria Novosti, Putin ha poi accusato i media occidentali di cercare di mettere a tacere lo schianto dell'Il-76.
La versione fornita da Putin fa riferimento ai risultati che i media russi attribuiscono all'analisi dei resti del velivolo. L'esito dell'inchiesta è stato confermato da un rappresentante dei servizi di emergenza russi. Prima delle parole di Putin, l'agenzia Tass aveva fatto riferimento all'uso di un sistema missilistico Patriot.
Mosca ha accusato le forze armate ucraine di aver abbattuto il 24 gennaio l'aereo da trasporto militare russo con a bordo 65 prigionieri di guerra ucraini pronti per uno scambio di detenuto e 10 membri dell'equipaggio russi. Vladimir Putin ha definito l'incidente un crimine di Kiev contro i suoi stessi cittadini e ha accusato l'Ucraina di terrorismo, sottolineando che era al corrente dello scambio di prigionieri pianificato per quel giorno al checkpoint di Kolotilovka. Kiev ha negato che lo scambio di prigionieri, effettivamente in programma fosse iniziato.
Cremlino: "Seguiamo caso Zaluzhny"
Il Cremlino intanto ha fatto sapere che sta seguendo le notizie sul possibile licenziamento del comandante in campo delle forze armate ucraine, Valerii Zaluzhny, su decisione del presidente Volodymyr Zelensky. Lo ha sottolineato il portavoce, Dmitry Peskov, affermando che "il regime di Kiev ha molti problemi, lì è tutto sbagliato". In un punto stampa, il portavoce del Cremlino ha anche evidenziato che la "fallita" controffensiva ed i problemi al fronte stanno portando ad un aumento delle tensioni interne in Ucraina, tensioni che aumenteranno "man mano che l'operazione militare speciale continuerà con successo".
007Gb: detenuti russi ora reclutati con contratti a lungo termine
I detenuti russi non vengono più reclutati con contratti a breve termine, come accadeva ai tempi della Wagner, ai carcerati "vengono ora offerti contratti di reclutamento militare standard (a lungo termine) che comprendono il rimanere in servizio almeno fino a quando sarà cessata la mobilitazione parziale decretata nel settembre 2022". Lo scrive il bollettino giornaliero dell'intelligence Gb, citando una inchiesta del servizio in russo della Bbc.
I contratti a breve termine di condannati, ricordano i servizi britannici, hanno creato polemiche sia per i reati commessi da alcuni ex detenuti al loro ritorno a casa che per la disparità di condizioni con i riservisti mobilitati.
"E' altamente probabile che il reclutamento a breve termine dei prigionieri fosse una risposta alle pressioni immediate sul reclutamento nella prima fase del conflitto. Nel 2023, lo stato russo si è probabilmente rivolto ad un reclutamento tramite contratti regolari come fonte di nuovo personale militare", conclude il bollettino.
In arrivo oggi a Kiev bombe di precisione Usa Glsdb
E' atteso oggi l'arrivo in Ucraina nel primo gruppo di Ground-Launched Small Diameter Bombs (Glsdb), le bombe di precisione a lungo raggio, sviluppate da Boeing e Saab, e che gli Stati Uniti, che le hanno testate con successo, ancora non hanno nei loro arsenali. Lo riferiscono fonti militari a Politico, precisando che questo nuovo tipo di ordigno, che ha una gittata di circa 144 km, è destinata ad essere "una capacità importante per l'Ucraina".
Il nuovo sistema d'arma a lungo raggio di precisione lanciato da terra darà agli ucraini "una capacità di attacchi più profondi che non avevano, completando il loro arsenale a lunga gittata", aggiunge un'altra fonte parlando "di un'altra freccia al loro arco che permetterà loro di fare di più". Un portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, non ha rilasciato dichiarazioni sui tempi della consegna per proteggere "la sicurezza operativa", ma ha confermato che "continuiamo a lavorare a stretto contatto con l'Ucraina e i nostri partner industriali per assicurare che l'Ucraina riceva e sia pronta ad usare le capacità che consegnamo, al più presto possibile".
Le Glsdb consegnate a Kiev sono ordigni di precisione di circa 113 kg, collegati ad un sistema di propulsione a razzo, sparati da sistemi di artiglieria terrestre. Le forze Usa hanno nei loro arsenali versioni simili che vengono lanciate dagli aerei, ma non ancora quelle lanciate da terra.
Kiev: assicurata autosufficenza energetica per riscaldamento
L'Ucraina è completamente autosufficente per il fabbisogno di gas naturale necessario per il riscaldamento domestico. "Stiamo attraversando la stagione del riscaldamento usando il nostro gas per la prima volta nella storia", ha affermato il primo ministro Denys Shmyhal, citato da Ukrainska Pravda. Naftogaz Ukraine e e la compagnia di stato UkrGasVydobuvannya hanno aumentato la produzione dell'11%, in gran parte grazie all'estrazione di nuovi pozzi. "Abbiamo al momento 10 milioni di metri cubi di gas nei nostri depositi di stoccaggio. E stiamo affrontando la stagione del riscaldamento solo con gas prodotto in Ucraina", ha assicurato Shmyal, aggiungendo che l'inverno viene affrontato con una rete elettrica stabile.
Il risultato annunciato dal premier ucraino è particolarmente importante se pensiamo allo scorso inverno di guerra, quando i bombardamenti russi, mirati contro il sistema energetico ucraino, misero in difficoltà i civili costretti ad affrontare black out elettrici e interruzioni del riscaldamento in un paese dove l'inverno è lungo e particolarmente rigido.
Esteri
Ucraina, la previsione di Blinken: “Tregua? Putin...
Per il segretario di Stato Usa, un cessate il fuoco sarebbe l'occasione per le truppe di Mosca di riorganizzarsi e attaccare di nuovo: "Improbabile che il presidente russo rinunci alle sue ambizioni"
Vladimir Putin "attaccherà ancora" l'Ucraina, anche in caso di un'ipotetica tregua nella guerra tra la Russia e Kiev. Un cessate il fuoco non è una garanzia per uno stop al conflitto: Mosca sarebbe destinata a riprendere l'offensiva. Ne è convinto Antony Blinken, segretario di Stato Usa, che in un'intervista al New York Times anticipa con una previsione - per nulla ottimista - le probabili future mosse dello 'zar' in caso di uno stop temporaneo alla guerra.
"È improbabile che Putin rinunci alle sue ambizioni. Se ci sarà un cessate il fuoco - ha spiegato Blinken -, probabilmente darà alle sue truppe il tempo di riposarsi, riorganizzarsi e attaccare di nuovo in futuro".
Per il segretario di Stato, il cessate il fuoco dovrebbe essere a lungo termine e l’Ucraina - a quel punto - dovrebbe avere il potenziale per scoraggiare l’aggressione. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, intendono aiutare l’Ucraina nel suo percorso verso la Nato o garantire la sicurezza di altri Paesi.
Blinken ha espresso quindi la speranza che gli Stati Uniti continuino a sostenere l'Ucraina perché, ha chiarito, "non si tratta solo dell'Ucraina. Non è mai stata solo una questione dell'Ucraina", ha sottolineato.
In un'altra intervista concessa al Finacial Times, Blinken ha quindi parlato dei rischi per l'Europa legati al conflitto in corso in Ucraina. "La più grande minaccia alla sicurezza degli europei - ha detto - è purtroppo causata in parte dai contributi dei Paesi che si trovano dall'altra parte del mondo, nell'Indo-Pacifico".
Oltre alla presenza di soldati nordcoreani che combattono a fianco dei russi contro gli ucraini, Blinken ha criticato in particolare la Cina, che si propone come mediatore di pace, ma allo stesso tempo invia in Russia materiale fondamentale per aiutarla a ricostruire la sua industria della difesa.
"Cercano di avere entrambe le cose", ha sottolineato Blinken, affermando che "la Cina sta sollevando la preoccupazione di molti Paesi" che come gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alle entità cinesi che aiutano lo sforzo bellico russo.
Rispondendo sull'efficacia delle sanzioni statunitensi, Blinken ha poi spiegato che "non è un interruttore della luce, ma penso che stia mettendo la Cina in una posizione sempre più difficile. Di sicuro non gli piacciono le azioni che abbiamo intrapreso contro le entità cinesi. E immagino che ce ne saranno altre in arrivo, se necessario, anche nelle prossime settimane".
Esteri
New Orleans, figliastro dell’ex tata di William e...
Edward Pettifer, 31 anni, è tra le 14 persone rimaste uccise a Capodanno
Tra le 14 vittime dell'attacco terroristico di New Orleans, avvenuto nella notte di Capodanno, c'è anche il 31enne Edward Pettifer, figliastro dell'ex tata dei principi William e Harry. Re Carlo, che ha appreso della morte di Pettifer attraverso i canali ufficiali, ne è rimasto profondamente rattristato e si è messo subito in contatto con la famiglia per esprimere le proprie condoglianze.
Secondo la ricostruzione del Telegraph, Pettifer era il figliastro di Alexandra Pettifer, precedentemente nota come Tiggy Legge-Bourke, tata del Principe William e del Principe Harry negli anni '90. Secondo il giornale, Pettifer era il figlio maggiore di Charles Pettifer, ex ufficiale delle Coldstream Guards, e di Camilla Wyatt, figlia di un allevatore di cavalli da corsa. Charles e Tiggy hanno avuto due figli che sono figliocci di William e Harry.
"Io e Catherine siamo tristi e sotto shock per la tragica morte di Ed Pettifer", scrive William sul profilo Instagram dei principi del Galles. "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la famiglia Pettifer e con tutte quelle persone innocenti tragicamente colpite da questo orribile attacco".
La famiglia di Pettifer ha rilasciato un comunicato in cui dice che “l'intera famiglia è devastata dalla tragica notizia della morte di Ed a New Orleans. Era un figlio, un fratello, un nipote e un amico meraviglioso per tanti. Mancherà terribilmente a tutti noi. I nostri pensieri sono rivolti alle altre famiglie che hanno perso i loro familiari a causa di questo terribile attacco - continua - Chiediamo di poter piangere la perdita di Ed come famiglia in privato. Grazie”. Il medico legale di New Orleans ha indicato la causa preliminare della morte di Pettifer come “ferite da corpo contundente”.
Esteri
Vescovo Aleppo vede al-Jawlani: “Incontro positivo,...
Monsignor Jallouf ha spiegato che il nuovo leader de facto è aperto verso i cristiani e si è detto certo che le cose andranno sempre meglio
E' stato ''un incontro molto positivo'' quello che, lo scorso 31 dicembre, il vescovo latino e vicario apostolico di Aleppo, monsignor Hanna Jallouf, ha avuto con il leader de facto della nuova Siria, Abu Mohammed al-Jawlani. ''Si è dimostrato molto, molto aperto nei confronti dei cristiani e questo ci rallegra'', ha dichiarato Jallouf all'Adnkronos riferendosi all'incontro che al-Jawlani ha voluto con ''tutti i capi religiosi della comunità cristiana in Siria l'ultimo giorno dell'anno''. In quell'occasione ''ci ha assicurato che come cristiani saremo parte integrante della nuova Siria'' e ha detto di voler ''lavorare per il bene di tutti i siriani''.
I primi passi, concreti, si stanno già vedendo spiega il vescovo. ''Abbiamo diversi segnali che le cose andranno bene, piano piano sempre meglio, direi benissimo'', afferma Jallouf spiegando di aver ''potuto festeggiare tranquillamente Natale e Capodanno''. Inoltre, aggiunge, ''al-Jawlani ha creato una commissione per l'università di Aleppo composta da cinque uomini musulmani e due cristiani''. Per il futuro, verso il quale ''c'è ottimismo'', Jallouf spiega che ''durante l'incontro al Palazzo presidenziale di Damasco abbiamo dato ad al-Jawlani due documenti, uno preparato dai patriarchi di Damasco e uno dei vescovi di Aleppo''.
Nei documenti erano presenti ''i contenuti che come comunità cristiana chiediamo che vengano integrati nella nuova Costituzione'' siriana. Non solo ''i diritti legati alla libertà di culto'', ma anche il rispetto dei ''diritti delle donne, il diritto al lavoro, il diritto alla parità'', spiega.
Rispetto ai timori legati al gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Jallouf afferma che ''non è certo vero, come si è detto, che sono venuti ad ammazzare i cristiani, a sgozzarli''. Certo, ammette, ''sul terreno c'è gente che è arrivata con al-Jawlani e che non è alla sua altezza''. Tra l'altro ''non sono tutti siriani, né hanno la sua mentalità''. Ma l'ottimismo resta dominate presso il collegio francesano di Aleppo: ''ci vuole un tempo'' e allo stato attuale ''ogni problema che nasce, viene risolto''.