Bracco: “Più donne nelle Stem spingono il Pil. Sia fra le priorità del Governo”
L'imprenditrice: "Oggi a Milano due rettrici e presenze rosa ai vertici in aumento. Stiamo sfondando il soffitto cristallo ma c'è ancora da fare". I dati e le testimonianze delle scienziate. Fra i laureati in Ingegneria solo il 26% sono ragazze. Sciuto (PoliMi): "Le nostre idee sono preziose"
"Il soffitto di cristallo", quell'insieme di ostacoli che impedisce alle donne di raggiungere posizioni di vertice, "è sfondato. Anche se c'è ancora da fare, abbiamo dei grandi segnali: il Politecnico di Milano per esempio ha la sua prima donna rettrice" in 160 anni di storia dell'ateneo, Donatella Sciuto, "così come all'università Milano Bicocca abbiamo un'altra rettrice, Giovanna Iannantuoni, dopo Maria Cristina Messa" che ha diretto la stessa università dal 2013 al 2019. Iannantuoni "è anche alla guida della Conferenza dei rettori italiani Crui. Quindi oggi ci sono due rettrici su Milano", 11 in Italia. "Non è tanto e non è poco", ragiona Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, oggi a margine di 'Mind the Stem gap - Together', una giornata di confronto al Politecnico di Milano tra ricercatrici e ricercatori e nuove generazioni, studenti delle scuole superiori. Iniziativa accompagnata da una mostra-manifesto ideata da Fondazione Bracco con 150 studenti delle scuole superiori (liceo artistico Nanni Valentini di Monza, istituto tecnico F. Viganò di Merate, Itsos Albe Steiner di Milano e istituto Einstein di Vimercate).
Tema di oggi: l'accesso paritario ai settori Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica). Ampliarlo a più persone possibile per Bracco deve essere fra le priorità anche del Governo. Occasione per parlarne è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza (che si è celebrata ieri, 11 febbraio). L'imprenditrice, che nel suo percorso ha sfondato tetti di cristallo, torna all'esempio delle donne ai vertici delle università: "Sono personaggi di grande spessore e molto avanzati dal punto di vista scientifico, che hanno anche la capacità dell'organizzazione e le qualità per spingere le strutture verso gli obiettivi. Uno di questi è parificare uomo e donna. Siamo convinti che l'inserimento delle donne possa far crescere la scienza e quindi il Pil del Paese", evidenzia all'Adnkronos Salute. Il messaggio di Bracco per le ragazze che vogliono farsi strada nella scienza? "Dico loro di non aver paura. Di entrare senza paura in questi campi, anche se la preparazione del liceo non è sempre la migliore per affrontare certi temi. Le donne poi hanno tantissime abilità. Una donna intelligente riesce senza dubbio a farsi strada".
Un invito ad avere coraggio e determinazione, quello dell'imprenditrice, che sottolinea l'importanza di un'azione comune per ampliare l'accesso alle Stem, a tutti e in particolare alle donne. Missione che deve impegnare "famiglie, scuola, società, imprese". Ed è "uno dei grandi temi che è posto al Governo - conclude Bracco - Perché il Governo dice che dobbiamo essere più produttivi, ed è giusto. Ma per innalzare la produttività dobbiamo avere più gente che lavora. Dove? In discipline che siano connesse a un maggior ritorno di Pil, quindi nelle Stem. Come si può vedere, è un circolo virtuoso che va promosso".
I DATI E LE TESTIMONIANZE - Ma qual è la situazione oggi? Nonostante alcuni segnali positivi, la disparità tra donne e uomini nella scienza è ancora un tema critico in termini di accessibilità, riconoscimento e presenza in posizioni apicali, evidenziano gli esperti. Sono i dati a suggerirlo: statisticamente, a livello nazionale, le donne costituiscono per esempio solo il 26,6% dei laureati in Ingegneria (fonte Rapporto 2023 del Consiglio nazionale degli ingegneri) e il 40,9% dei laureati in Informatica e tecnologie Ict (fonte Almalaurea).
"Va compreso che solo con idee diverse si può dare un valore aggiunto alle scoperte scientifiche. Vale anche per le ragazze, che devono sentirsi libere di poter scegliere. Spesso è quasi più un conflitto con le generazioni più anziane. Magari a volte è la famiglia che può non essere così favorevole a questo tipo di percorso. Io ho avuto la fortuna di non avere problemi nella mia. Ho scelto l'ingegneria elettronica, ho studiato e fatto ricerca nell'ambito dell'elettronica, un'area dove le donne sono totalmente sottorappresentate", ha spiegato la rettrice del Politecnico di Milano ai ragazzi presenti oggi nell'ateneo in occasione di 'Mind the Stem gap - Together'.
"Sono quasi sempre stata l'unica donna nel mio settore di ricerca. Quasi nel mondo - ha sottolineato Sciuto - E quindi so benissimo che non è facile, ma so anche che si può dare un contributo e far capire anche agli altri che abbiamo lo stesso valore e la stessa capacità di fare. Dobbiamo valutare con la conoscenza e lo spirito critico quali possono essere le attitudini e i nostri interessi", è il messaggio lanciato dalla rettrice. "Quanto è importante avere persone che abbiano caratteristiche diverse, che non siano omologate al singolo uomo bianco eterosessuale che è lo standard rappresentativo dell'ingegnere? Proprio perché non è più così e non deve essere così, va compreso" il valore della diversità dei contributi che possono far crescere la scienza. "Questa giornata è stata improntata al dialogo. Dialogo in opposizione alla repressione e al chiudere - ha voluto ribadire la rettrice - Che impatto può avere studiare discipline scientifiche? Io credo molto nella forza delle parole e nei simboli, nei modelli che la società può dare alle giovani generazioni".
Oggi, ha continuato, "siamo qua per ribadire che la scuola è uno spazio di crescita e di cultura, così come lo è l'università. Le nostre porte sono aperte". E fra i "modelli positivi" la rettrice del Politecnico cita "ricercatrici e ricercatori". Come Margherita Maiuri, professoressa associata di Fisica sperimentale; Paola Occhetta, ricercatrice di Bioingegneria industriale e Gianvito Vilè, professore associato in Impianti chimici che hanno condiviso le loro storie con gli studenti ospiti oggi della giornata in Politecnico. Tutti e tre hanno avuto esperienze all'estero e sono rientrati a Milano, tutti e tre hanno sognato in grande e sono riusciti a realizzare i propri obiettivi, con percorsi fatti di difficoltà e gratificazioni.
Economia
Prezzo del gas, l’Ue rassicura ma i mercati non ci...
Francesco Sassi (Rie) spiega all'Adnkronos che l'interruzione voluta dall'Ucraina apre una nuova fase per l'Europa: il rischio di prezzi alti e i nazionalismi energetici minacciano gli obiettivi comuni
Il primo dell’anno si sono interrotti i flussi di gas russo attraverso l’Ucraina, come anticipato dal presidente Volodymyr Zelensky in sintonia con Bruxelles. Una scelta pensata per colpire gli introiti del Cremlino e rafforzare la posizione negoziare di Kiev, implementata a quasi tre anni dall’inizio dell’invasione russa, durante i quali l’Ue ha spinto per ridurre la dipendenza dal gas russo. Ma lo sviluppo sta alimentando una serie di tensioni in Europa, e come spiega all'Adnkronos Francesco Sassi – Research Fellow in geopolitica dei mercati energetici presso il think tank Rie –, i rischi di stanno moltiplicando.
Anzitutto c’è una “discrasia notevole” tra le rassicurazioni delle istituzioni europee e la reazione dei mercati, dove i futures del gas europeo hanno raggiunto i prezzi più alti da ottobre 2023. L’Ue insiste che non è più dipendente dal gas russo, ma gli operatori “non credono che da qui al 2027 – anno in cui l’Ue dovrebbe abbandonare completamente l’approvvigionamento di gas russo – la situazione sarà sotto il pieno controllo delle autorità europee”.
Da una parte le oscillazioni del prezzo del gas si ripercuotono su quelli dell’elettricità, come ricorda Sassi. E sebbene “non ci saranno carenze di gas per i servizi essenziali”, serve considerare l’impatto dei prezzi alti nella stagione estiva (in cui si stocca il gas per l’inverno) e il rischio di guasti o sabotaggi alle infrastrutture con cui i fornitori principali riforniscono l’Ue di gas naturale. “Non ci sono i fondamentali per un calo dei prezzi prima della fine del 2025”, avverte Sassi, per cui la crisi energetica è strutturale, non temporanea, e rischia di generare ripercussioni politiche ed economiche su scala europea.
Lo stop ucraino segna “la fine di un’epoca” e il riorientamento dei flussi di gas verso nord, ovest e sud dell’Ue dopo la perdita del fornitore orientale, la Russia. Al contempo, i prezzi sono fino a quattro volte più alti rispetto alla media 2010-2019, ricorda l’esperto. E la combinazione di riassetto degli equilibri e crisi energetica aumenta la tentazione dei Paesi europei di ricadere nel nazionalismo energetico creando “un mix davvero micidiale per quello che sono le ambizioni europee e di sicurezza energetica e di decarbonizzazione”.
La crisi energetica si trasforma così in un conflitto interno, spostando il baricentro delle tensioni dal confine tra Ue e Russia al cuore dell’Europa. E la chiusura dei canali ucraini rafforza il ruolo strategico della Turchia, la quale si candida a diventare un hub energetico chiave per l’Europa grazie al gasdotto TurkStream – che ha origine in Russia, e che al contrario di altre vie “gode di un forte supporto politico grazie all’asse Erdogan-Putin”, sottolinea Sassi. Diventa fondamentale per l’Italia “affrontare la questione in maniera strutturale”, per capire le conseguenze sul rapporto con i fornitori tradizionali nei Balcani, nel Medio Oriente e in Africa settentrionale, aggiunge.
A livello europeo il banco di prova sarà la Moldova, dove il governo filoeuropeo parla del rischio di un collasso energetico regionale e si preannunciano tensioni con l’enclave filorusso della Transnistria, ugualmente dipendente dal gas del Cremlino. “Difficilmente l’Ue può intervenire direttamente”, visto che solo la Romania è dotata delle interconnessioni per esportare energia verso il vicino. Ma Bucarest è già impegnata a fornire energia all’Ucraina, che è alle prese con una grave crisi energetica a causa degli attacchi russi contro l’infrastruttura critica. (di Otto Lanzavecchia)
Economia
Pensioni, ritardo nel pagamento di gennaio 2025? La...
Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi e le modalità con cui avverrà l'accredito
Niente pagamento pensione di gennaio 2025 questa mattina sul conto? Niente panico. In molti si sono allarmati dopo non aver ricevuto l'accredito della propria pensione sul conto, tanto meno il cedolino, ovvero il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi di questo ritardo e le modalità con cui avverrà l'accredito.
La data di pagamento
Il pagamento della pensione di gennaio 2025 è previsto per domani, venerdì 3 gennaio. L'accredito delle pensioni è infatti previsto di norma il primo giorno del mese bancabile con un unico mandato di pagamento comprensivo di tutte le prestazioni pensionistiche e assistenziali del titolare, ad eccezione però proprio del mese di gennaio.
L'INPS ha voluto ricordare anche come il pagamento in contanti sia ammesso soltanto per importi complessivi fino a un massimo di mille euro netti. Perciò, se l'importo supera questo limite, bisogna comunicare all'INPS il rapporto finanziario su cui ottenere il pagamento utilizzando il servizio 'Cambiare le coordinate di accredito della pensione'.
Indice di rivalutazione e rinnovo delle pensioni 2024
L’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è stato confermato nella misura del 5,4%, già attribuito dal 1° gennaio 2024 in via provvisoria; pertanto, nessun conguaglio è dovuto a titolo di rivalutazione. È stato inoltre effettuato il rinnovo delle pensioni per il 2025.
Per il nuovo anno l’indice provvisorio di rivalutazione è pari allo 0,8%, salvo conguaglio da effettuarsi l'anno successivo; le prestazioni di accompagnamento alla pensione (assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione, APE sociale) non saranno rivalutate in quanto non hanno natura di prestazione pensionistica.
Le operazioni di rinnovo possono inoltre aver generato conguagli a credito o a debito a vario titolo relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2024. Tali importi sono stati riportati nel cedolino di pensione di gennaio 2024, con la descrizione 'Conguaglio Pensione da Rinnovo'.
Trattenute fiscali
Come si legge sul sito dell'INPS, è stato effettuato anche il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2024 (IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’INPS. Se le trattenute sono state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, l’INPS, in qualità di sostituto di imposta, deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025 anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento, laddove le imposte siano pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento.
Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per il quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, decreto legge n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2010). Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, inoltre, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2024.
Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.
Economia
Bonus 850 euro per gli anziani, al via domande...
Ecco chi può usufruirne e come fare domanda
Al via da oggi, 2 gennaio 2025, il Bonus Anziani 2025 (o Assegno Universale Anziani Non Autosufficienti), un contributo mensile di 850 euro erogato dall'Inps, che potrà essere utilizzato solo per delle specifiche spese.
La misura, introdotta in via sperimentale per il biennio 2025/2026, mira ad aiutare le persone anziane in difficoltà economiche e di salute e presenta requisiti di accesso molto stringenti che ne limitano la portata. Secondo le stime, la platea del Bonus Anziani sarà di circa 25.000 persone in tutto il Paese.
Requisiti
Il trattamento è subordinata ad uno specifico bisogno assistenziale definito “gravissimo”, come specifica lo stesso Istituto in una nota.
Potrà farne richiesta chi:
la titolarità dell'indennità di accompagnamento (che se sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione).
- ha almeno 80 anni di età anagrafica;
- un Isee non superiore a 6.000 euro;
- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico - legale dell’Inps, anche in base alle indicazioni fornite dalla Commissione Tecnico – Scientifica;;
- la titolarità dell'indennità di accompagnamento che, qualora sospesa, non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.
Quanto vale e per quali spese
Il Bonus Anziani sarà erogato con cadenza mensile e corrisponde a circa 850 euro al mese, che si aggiungeranno ai 531,76 euro dell’indennità di accompagnamento, per un totale di 1381,76 euro al mese. Questa somma non è tassabile e non è pignorabile. L’importo del Bonus potrà essere utilizzato solo per alcune spese.
Come si legge nel decreto, si potrà usare per “remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale”.
Nel caso in cui il contributo venga utilizzato per altri scopi, l’Inps può revocare il bonus e “il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente ricevuto, fermo restando il diritto della persona anziana non autosufficiente a continuare a percepire l’indennità di accompagnamento”.
L’Inps inoltre provvederà al monitoraggio della spesa al fine di un’eventuale rideterminazione dell’importo mensile della quota integrativa, qualora si verifichi uno scostamento fra il numero di domande pervenute e le risorse finanziarie individuate dal legislatore.
Come fare domanda
Il periodo di sperimentazione andrà dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 e comporterà l’assorbimento dell'indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli Ats, negli ambiti di propria competenza.
La domanda potrà essere presentata telematicamente all’Inps dal portale dell’Istituto tramite il percorso "Sostegni, Sussidi e Indennità > Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità > selezionando la voce “Vedi tutti” nella sezione Strumenti e successivamente “Decreto Anziani – Prestazione Universale” ", sia personalmente, con la propria identità digitale, che tramite gli istituti di patronato.