La natura torna alla ribalta, l’ONU premia sette iniziative virtuose
“World Restoration Flagships” esempi eccellenti di ripristino degli ecosistemi
Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) hanno riconosciuto sette progetti in Africa, America Latina, Mediterraneo e Asia sudorientale come esempi eccellenti di ripristino degli ecosistemi.
Questi progetti, ora designati come "World Restoration Flagships", sono considerati modelli virtuosi nel contrastare il degrado ambientale, ricevendo il supporto tecnico e finanziario delle Nazioni Unite. I premi sono parte delle azioni del decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi, il cui obiettivo è quello di ripristinare un miliardo di ettari di territori degradati, una superficie più grande della Cina, e i progetti premiati contribuiranno significativamente a questo sforzo.
Sette iniziative di successo
Le sette iniziative selezionate contribuiranno al recupero di quasi 40 milioni di ettari di territorio e alla creazione di circa 500.000 posti di lavoro. Questi progetti includono:
- l’iniziativa di ripristino delle foreste mediterranee, che ha già recuperato due milioni di ettari di foreste nella regione;
- "Living Indus", un progetto pakistano che mira a ripristinare 25 milioni di ettari di territorio fluviale entro il 2030;
- il movimento sociale "Acción Andina" che si concentra sulla riforestazione comunitaria in Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela;
- l'iniziativa per la rigenerazione delle mangrovie dello Sri Lanka, che mira a ripristinare 10.000 ettari di vegetazione entro il 2030;
- l'iniziativa "Terai Arc Landscape" in Nepal, che ha già ripristinato 66.800 ettari di foreste e ha portato a un aumento della popolazione di tigri;
- "Regreening Africa", un'iniziativa che ha ripristinato oltre 350.000 ettari di territorio in vari paesi africani;
- il "Forest Garden Program", che ha implementato progetti di foreste giardino in diversi paesi africani.
Ripristino delle foreste mediterranee
L’Iniziativa di ripristino delle foreste mediterranee, che coinvolge Libano, Marocco, Tunisia e Turchia, consiste in un nuovo approccio alla protezione e al recupero di questi habitat naturali ed ecosistemi vulnerabili e, dal 2017, ha consentito di ripristinare, nella regione, circa due milioni di ettari di foreste, con l’obiettivo di recuperare otto milioni di ettari e più entro il 2030.
Living Indus
L’iniziativa “Living Indus” è stata approvata dal Parlamento pakistano sulla scia delle devastanti inondazioni del 2022, ascrivibili ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è ripristinare 25 milioni di ettari di bacino fluviale entro il 2030, un'area pari al 30 percento della superficie del Pakistan, tramite 25 interventi ad alto impatto per responsabili politici, operatori e società civile.
Acción Andina
Si tratta di un modello di riforestazione comunitario in espansione che, negli ultimi vent'anni, ha dimostrato di essere una soluzione economicamente sostenibile, articolata in una serie di progetti di resilienza climatica volti a ripristinare e far crescere un totale di 30 milioni di alberi entro il 2030, lungo una fascia vegetativa di quasi 800 000 ettari in Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela. Scopo ultimo dell’iniziativa è proteggere e ripristinare una superficie forestale di un milione di ettari.
Rigenerazione delle mangrovie dello Sri Lanka
Nello Sri Lanka, le foreste di mangrovie sono ecosistemi costieri di immenso pregio, che prosperano al confine tra terra e mare, fungendo da importante ponte tra la biodiversità marina e terrestre. La sussistenza delle comunità costiere dello Sri Lanka dipende, in larga misura, dagli ecosistemi marini e costieri. Tuttavia, i cambiamenti climatici e le attività antropiche stanno minacciando questo ecosistema unico nel suo genere.
Entro il 2030, è in programma il recupero di circa 10 000 ettari, il che si tradurrà in benefici per 5 000 famiglie e nella creazione di oltre 4 000 nuovi posti di lavoro.
Terai Arc Landscape
L’Iniziativa si occupa di ripristinare le foreste nei corridoi ecologici critici del Terai Arc Landscape (un complesso ecosistemico distribuito su 5,10 milioni di ettari di territorio transfrontaliero, a cavallo tra India e Nepal) attraverso la collaborazione con le comunità locali, che prestano servizi di cittadini scienziati, unità antibracconaggio comunitarie, guardie forestali e gruppi di mobilitazione sociale. Il ripristino di 66 800 ettari di foreste nepalesi, unitamente ad altre misure collaterali, ha concorso a migliorare la sussistenza di circa 500 000 famiglie in Nepal. Al tempo stesso, ha sostenuto la popolazione di tigri in una fascia di territorio condivisa tra India e Nepal, portandola a 1 174 esemplari, pari a più del doppio del numero di esemplari minimo raggiunto nel 2001, anno in cui è stato avviato il programma.
Regreening Africa
L’Iniziativa “Regreening Africa” si avvale di tecniche agroforestali collaudate, adattate, negli ultimi vent'anni, alle esigenze degli agricoltori che operano in vari contesti socioecologici, per ripristinare oltre 350 000 ettari di territorio in Etiopia, Ghana, Kenya, Mali, Niger, Ruanda, Senegal e Somalia. Si prevede che, entro il 2030, saranno ripristinati altri cinque milioni di ettari.
Forest Garden Program
Il “Forest Garden Program” comprende al proprio interno svariati progetti di “foreste giardino” in Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad, Gambia, Kenya, Mali, Senegal, Uganda e Tanzania. L’iniziativa si prefigge lo scopo di passare dagli attuali 41 000 ettari di terreni ripristinati ai 229 000 ettari, entro il 2030, sostenendo molte altre persone, grazie alla creazione di 230 000 posti di lavoro.
Un impegno globale per il ripristino degli ecosistemi
In un momento in cui la crisi climatica, la perdita di biodiversità e l'inquinamento minacciano il nostro pianeta, queste iniziative dimostrano che è possibile conciliare lo sviluppo economico con la tutela dell'ambiente. Il supporto dell'ONU e il riconoscimento di queste iniziative possono ispirare ulteriori sforzi per il ripristino degli ecosistemi in tutto il mondo.
“La FAO è lieta di premiare queste sette meritevoli iniziative, a dimostrazione del fatto che è possibile offrire modelli virtuosi di ripristino degli ecosistemi su larga scala, affrontando, al tempo stesso, gli effetti della crisi climatica e della perdita di biodiversità- ha dichiarato il direttore generale della FAO, QU Dongyu-. Il ripristino degli ecosistemi terrestri e acquatici è una tappa fondamentale della trasformazione dei sistemi agroalimentari mondiali in sistemi più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili. Si tratta di una soluzione lungimirante, che rientra nelle misure di lotta alla povertà, alla fame e alla malnutrizione, in un momento storico contrassegnato dalla crescita demografica e dal crescente bisogno di cibo e beni e servizi ecosistemici”.
“Per troppo tempo l’obiettivo della crescita economica è stato privilegiato a scapito dell'ambiente. Quello a cui assistiamo oggi, invece, è un impegno globale diffuso per riportare la natura alla ribalta,” ha affermato Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’UNEP. “Queste iniziative sono la testimonianza che è possibile riconciliarsi con la natura, portare le comunità locali al centro delle attività di recupero e creare comunque nuovi posti di lavoro. In un mondo afflitto dalla triplice crisi planetaria dei cambiamenti climatici, della perdita di natura e biodiversità, e dell’inquinamento e dei rifiuti, ora è giunto il momento di mostrare tutta la nostra determinazione e accelerare le iniziative di ripristino”.
Economia
Giorgetti ministro delle Finanze dell’anno per The...
"Dopo essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici"
Giancarlo Giorgetti è il ministro delle Finanze dell'anno secondo The Banker, ''dopo essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine per ridurre l'enorme rapporto debito/pil del Paese''. Essere il ministro delle Finanze italiano, si legge nell'articolo, ''è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono molteplici: crescita lenta, bassa produttività, elevata evasione fiscale e uno dei più grandi debiti pubblici al mondo. Tali sfide spiegano perché negli ultimi due decenni molti governi italiani abbiano fatto ricorso alla nomina di ministri delle Finanze per lo più tecnici''.
Giorgetti, nominato nel 2022, ''è una notevole eccezione'', secondo The Banker. ''È un veterano operatore politico, considerato un membro moderato e relativamente filoeuropeo del partito della Lega, che fa parte della coalizione di governo di destra in Italia. Sebbene non fosse la prima scelta del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Giorgetti è rapidamente emerso come una voce pragmatica in un governo che i critici lamentano essere spesso fin troppo amante della retorica e della politica populista. Le sue rinomate capacità di networking sono venute alla ribalta nel suo ruolo di Ministro delle Finanze, attingendo alla sua vasta carriera politica''.
Prima di diventare ministro delle Finanze, ha trascorso quasi tre decenni come membro del parlamento, ''per lo più negoziando dietro le quinte per conto di altri, tra cui il leader della Lega Matteo Salvini'', scrive The Banker. In particolare, ha ricoperto la carica di presidente della commissione Bilancio della Camera tra il 2001 e il 2013. Ciò ''lo ha aiutato molto a negoziare con i gruppi politici dei parlamenti e con la legge di bilancio annuale dell'Italia''.
L'anno scorso Giorgetti ''ha fissato obiettivi ambiziosi per colmare il crescente deficit dell'Italia e sostenere gli investimenti pubblici, per poi iniziare a ridurre l'enorme debito del Paese a partire dal 2027'', scrive The Banker. ''Ha in programma di aumentare la tassazione sulle aziende che operano in settori che beneficiano di condizioni commerciali favorevoli: una proposta del 2023 per una tassa extra sulle banche ha dovuto essere diluita dopo aver causato una svendita in borsa. Gran parte del miglioramento del saldo fiscale probabilmente deriverà da entrate fiscali aggiuntive. Tuttavia, Giorgetti ha anche introdotto misure restrittive, chiedendo ai diversi ministeri di realizzare risparmi totali per 4 miliardi di euro''.
Il ministro sta inoltre ''supervisionando la privatizzazione del creditore salvato Monte dei Paschi di Siena e della compagnia aerea nazionale Ita Airways. La major petrolifera statale Eni ha già completato la vendita di una quota di minoranza della sua attività di biocarburanti all'investitore di private equity Kkr per poco meno di 3 miliardi di euro'', ricorda The Banker. La Commissione europea ''ha elogiato il suo lavoro, ritenendo la legge di bilancio 2025 dell'Italia in linea con le sue raccomandazioni e norme, e descrivendo il piano di rimborso del debito del Paese come "credibile" e "sostenibile"'', si legge nell'articolo.
Il via libera dell'Ue all'Italia ''è stata una vittoria significativa per Giorgetti e il governo italiano, considerando che pochi paesi hanno rispettato gli impegni e le regole del blocco'', secondo The Banker. In effetti, la commissione ''ha rimproverato un certo numero di paesi, tra cui Germania e Paesi Bassi, per aver speso troppo. A ottobre, l'agenzia di rating Fitch ha alzato l'outlook per l'Italia da stabile a positivo''.
The Banker ricorda che la riscossione delle entrate quest'anno è stata migliore del previsto e ha permesso al governo di puntare al deficit del 2024 al 3,8% del pil, al di sotto della stima di aprile del 4,3%. L'Italia è stata sottoposta a una procedura per deficit eccessivo dall'Ue, dopo che il suo deficit del 2023 ha raggiunto il 7,2% del pil. Si prevede ora che il deficit del Paese scenderà al di sotto del limite del 3% stabilito dall'Ue nel 2026. Si prevede che il debito nazionale salirà al 137,8% del pil nel 2026, dal 135,8% del 2024, prima di diminuire marginalmente nel 2027.
Tuttavia, l'Italia ha ridotto il suo debito di quasi 20 punti percentuali del pil rispetto al picco del 2020. È tra i pochi paesi dell'eurozona ad aver riportato il suo rapporto debito/PIL ai livelli pre-pandemia. A dicembre, Giorgetti ha avvertito che il settore industriale del paese rischia una flessione, attribuendo l'impatto della scarsa performance dell'economia tedesca, in particolare, al ricco e più industrializzato nord italiano. Ciò peserà sulla crescita del pil italiano del 2024, che il governo a novembre ha rivisto al ribasso allo 0,7%, dall'1% precedente. ''Eppure, Giorgetti ha rassicurato i mercati e l'Ue'', conclude The Banker.
Economia
Nuova rateizzazione cartelle: tabella con spiegazione e...
È entrata in vigore la nuova rateizzazione: chi dimostra di trovarsi in difficoltà economica può accedere a un piano di pagamenti più ampio. Istruzioni sulle regole da seguire e sui documenti da presentare
Dall’inizio del 2025 si applicano nuove regole per la rateizzazione delle cartelle. Chi ha debiti superiori a 120.000 euro e chi intende accedere a piani di pagamento più ampi di quelli ordinari deve dimostrare di trovarsi in difficoltà economica per poter dilazionare i versamenti delle somme dovute.
Regole e istruzioni cambiano in base alla tipologia di contribuenti interessati: le persone fisiche utilizzano il parametro dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, mentre società e condomini tengono conto di altri dati.
Le regole di calcolo delle rate sono state stabilite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con il decreto del 27 dicembre 2024.
Nuova rateizzazione delle cartelle dal 2025
Il numero delle rate mensili che l’Agenzia delle Entrate Riscossione può concedere arriva a un massimo di 120.
Anche nella precedente formulazione dell’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, che concede ai contribuenti la possibilità di diluire i pagamenti delle cartelle, si arrivava a un periodo massimo di 10 anni.
Ma con le novità introdotte dal Decreto legislativo numero 110 del 2024 di attuazione della riforma fiscale, dal 1° gennaio è cominciato un percorso di progressiva estensione dei piani di rateazione.
Rateizzazione delle cartelle più lunga per chi documenta la difficoltà economica
Per questi primi due anni chi ha un debito sotto i 120.000 euro e invia una richiesta semplice all’Agenzia delle Entrate, senza fornire alcun documento sulla propria condizione economica, ottiene a una tabella di marcia per mettersi in regola fatta di 84 appuntamenti, cifra che sale a 96 dal 2027 e a 108 dal 2029.
A un piano di rate più lungo può accedere chi, invece, documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria.
Si parte da un minimo di 85, 97 e 109 tranche, in base all’anno in cui si effettua la richiesta, per arrivare a un massimo di 120.
Rateizzazione delle cartelle: quali documenti servono per dimostrare di essere in difficoltà?
Per valutare la condizione di temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria e per permettere all’Agenzia delle Entrate Riscossione di determinare il numero massimo di rate da prevedere è necessario fornire specifici elementi:
● per le persone fisiche e i titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati si considera l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ISEE;
● per i soggetti che non rientrano nella prima categoria è necessario prendere come riferimento l’Indice di Liquidità e l’Indice Alfa, parametri che si ottengono tenendo conto sia di dati sul debito che sull’andamento delle società;
● per i condomini, invece, si guarda all’Indice Beta, che si ottiene prendendo in esame sia informazioni che riguardano le somme dovute che l’ultimo rendiconto condominiale.
In caso di debiti superiori ai 120.000 euro è sempre necessario fornire una serie di informazioni sulla propria situazione per accedere alla rateizzazione delle cartelle ma è sempre possibile arrivare a un massimo di 120 rate.
Rateizzazione cartelle 2025: i documenti da presentare per dimostrare di essere in difficoltà economica
In ogni caso, la fotografia della condizione economica deve essere supportata da un’adeguata documentazione da trasmettere insieme ai moduli di domanda che l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha messo a disposizione sul suo sito.
Per le persone fisiche e le ditte in regime semplificato basta la certificazione ISEE. Mentre per le società il pacchetto di informazioni da fornire è più articolato: bisogna trasmettere il prospetto con il valore dell’Indice di Liquidità e dell’Indice Alfa e, in base alla tipologia di soggetto, può essere necessario trasmettere anche la copia dell’atto costitutivo, dello statuto o dell’ultimo bilancio approvato e depositato.
In caso di eventi atmosferici, calamità naturali, incendi o altri eventi eccezionali tali da determinare l’inagibilità totale dell’unico immobile, adibito ad uso abitativo in cui risiedono i componenti del nucleo familiare o dell’unico immobile adibito a studio professionale o sede dell’impresa, basterà la relativa certificazione rilasciata dalla competente autorità comunale, non oltre 6 mesi prima della presentazione della richiesta di rateizzazione, per documentare la situazione di difficoltà e accedere a piani articolati su 120 pagamenti.
Come inviare la richiesta di rateizzazione delle cartelle con le regole in vigore dal 2025
Tutti i dettagli sul calcolo delle rate, sui parametri presi in considerazione e sulla documentazione specifica, che dovrà essere presentata all’Agenzia delle Entrate Riscossione dalle diverse tipologie di soggetti, sono contenuti nel provvedimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 dicembre 2024.
Raccolta tutta la documentazione utile, sarà possibile trasmettere i moduli tramite PEC, insieme alla copia del documento di identità o di riconoscimento, alla casella della Direzione Regionale di riferimento o presentarla presso gli sportelli dell’Agenzia delle entrate Riscossione.
Solo chi non documenta la propria condizione di difficoltà può procedere anche utilizzando il servizio online sul portale ADER.
Economia
Ripartono lettere, avvisi e comunicazioni dall’Agenzia...
Dagli avvisi bonari alle lettere di compliance sono ripartite le comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate dopo lo stop della tregua fiscale di dicembre. Si riprende con gli invii rimasti in stand by
Per la prima volta nel 2024 le comunicazioni che arrivano dall’Agenzia delle Entrate hanno subito una battuta d’arresto non solo in estate, ma anche nel mese di dicembre.
Finita la tregua invernale, introdotta nell’ambito dei lavori di riforma fiscale, con il nuovo anno si riprende con gli invii che sono rimasti in stand by: dagli avvisi bonari alle lettere di compliance.
Ripartono le comunicazioni sui controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate
Il 2024 è stato l’anno in cui la revisione del sistema tributario ha assunto contorni concreti. Anche il calendario fiscale è stato rinnovato e, accanto al canonico stop estivo, anche nell’ultimo mese dell’anno il dialogo tra Fisco e contribuenti ha subito una battuta d’arresto.
Dal 1° gennaio, però, tempi e procedure scorrono regolarmente. E l’Agenzia delle Entrate è pronta a inoltrare ai contribuenti tutte le comunicazioni sui controlli fiscali che sono rimaste nel cassetto.
In particolare l’articolo 10 del Decreto Adempimenti ha messo in stand by per tutto il mese di dicembre i seguenti invii:
● avvisi bonari, atti che riguardano esiti dei controlli automatizzati e dei controlli formali delle dichiarazioni;
● comunicazioni che riguardano gli esiti della liquidazione delle imposte dovute sui redditi a tassazione separata;
● lettere di compliance che invitano a mettersi in regola.
Solo in caso di indifferibilità e urgenza si procede in ogni caso in tutti i periodi dell’anno.
Dagli avvisi bonari alle lettere di compliance, il prossimo stop dell’Agenzia delle Entrate in estate
Dal 1° gennaio, quindi, gli avvisi su eventuali anomalie e irregolarità tornano a seguire il flusso ordinario.
Per il prossimo momento di pausa sarà necessario attendere la sospensione estiva che, oltre a prevedere una nuova pausa nel dialogo tra Amministrazione finanziaria e contribuenti, congela anche il calendario.
E il tempo si ferma, dal 1° agosto al 4 settembre, anche per il conteggio dei 30 giorni previsti per il pagamento delle somme da controlli automatizzati, controlli formali e i versamenti relativi ai redditi assoggettati a tassazione separata.
Nel frattempo, però, scadenze e comunicazioni seguono i ritmi ordinari e la strada verso l’estate è ancora lunga.