Navalny, oggi a Mosca i funerali: cimitero sotto stretta sorveglianza
L'ultimo addio a due settimane dalla morte nella colonia penale di Kharp in cui era detenuto. Slogan all'uscita del feretro contro i "carnefici"
Si sono svolti oggi a Mosca i funerali di Alexei Navalny, il dissidente morto il 16 febbraio scorso nella colonia penale di Kharp in cui era detenuto. In una zona della capitale presidiata da un altissimo numero di agenti, il feretro è arrivato nella chiesa dell'Icona della madre di Dio nel quartiere di Maryno, intorno alle 2 (ora locale), accolto da una folla di migliaia di persone. Dopo la cerimonia, il feretro è stato trasportato al cimitero Borisovskoe per la sepoltura, avvenuta sulle note di 'My way' di Frank Sinatra scrive su Telegram Ivan Zhdanov, il presidente della Fondazione anticorruzione.
Yulia Navalnaya: "Grazie per 26 anni di assoluta felicità"
La moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, non ha potuto prendere parte ai funerali del marito perché si trova fuori dalla Russia, ma ha ringraziato il marito per "26 anni di assoluta felicità... anche negli ultimi tre anni". "Per l'amore, per avermi sempre sostenuto, per avermi fatto ridere anche dal carcere, per il fatto che mi hai sempre pensato. Non so come vivere senza di te, ma cercherò di renderti felice per me lassù e orgoglioso di me. Non so se riuscirò a gestirlo o no, ma ci proverò", ha scritto in un messaggio che accompagna un omaggio video su X. "Ci incontreremo sicuramente un giorno. Ho così tante storie non raccontate per te, e ho così tante canzoni salvate per te sul mio telefono, stupide e divertenti, a dire il vero, canzoni terribili, ma parlano di noi, e volevo davvero fartele ascoltare. E volevo davvero vederti ascoltarle, ridere e poi abbracciarmi. Ti amerò per sempre. Riposa in pace."
Ong: 56 arresti
Cinquantasei arresti in 13 città: è questo il bilancio della repressione delle autorità russe nel giorno dei funerali a Mosca di Alexey Navalny, riferisce la ong Ovd Info.
Folla ai funerali, applausi per il dissidente e cori contro "i carnefici"
Nonostante la massiccia presenza della polizia russa, una folla si è riunita di fronte alla chiesa, riporta il Moscow Times, che pubblica sui social il video di centinaia di persone che da dietro le transenne piazzate intorno a tutto il perimetro della chiesa hanno lanciato i fiori verso il carro funebre. Tra gli slogan scanditi da qualcuno, scrive la Bbc, "carnefici!", "la Russia sarà libera" e "no alla guerra". Molti gridano il nome di Navalny, e 'grazie Alexei', 'Non ti dimenticheremo'. La folla esplode in un applauso quando si chiudono gli sportelli del carro funebre, prima che riparta in direzione del cimitero.
I collaboratori più vicini a Navalny lo hanno salutato su X: "Sarai orgoglioso di noi", il messaggio della portavoce, Kyra Yarmish, con un'immagine del dissidente, in bianco e nero. "Addio amico. 4.6.1976 - 16.2.2024 Ucciso da Putin. Sepolto nel cimitero Borisovsky di Mosca. 1 marzo 2024", scrive il presidente della Fondazione anticorruzione, Ivan Zhdanov, che pubblica a sua volta un'immagine di Navalny.
La portavoce di Navalny ha ringraziato tutte le persone che si sono recate ai funerali del dissidente. "Sono molto grata a coloro che sono venuti in chiesa oggi e a coloro che verranno al cimitero", ha detto Kira Yarmysh al canale YouTube organizzato dai sostenitori di Navalny per l'occasione. "Tutti coloro che sostengono Alexey e ne scrivono, è molto importante ora e lo sarà ancora di più in seguito. Quindi, per favore, non fermatevi". "Ci attendono tempi più duri e lotte più grandi", ha aggiunto. "Quindi non possiamo assolutamente arrenderci. Dovremmo continuare a parlarne e dovremmo ricordarcelo".
La denuncia: "Segnale internet bloccato"
Il team Navalny ha denunciato problemi con la rete Internet nella zona della chiesa, che hanno reso difficile la diretta streaming annunciata online. Anche la Cnn sul suo sito riporta che il segnale video della sua troupe che sta coprendo l'evento sembrava bloccato. "Circa 20 minuti prima del previsto inizio del funerale, non sono disponibili immagini dal vivo della chiesa", ha scritto sul sito l'emittente americana.
Peskov: da Cremlino nulla da dire alla famiglia
"Il Cremlino non ha nulla da dire alla famiglia di Navalny nel giorno del suo funerale", ha dichiarato ai giornalisti Dmitry Peskov. Il portavoce del Cremlino non ha voluto dare una valutazione di Navalny come figura politica e ha ribadito che qualsiasi raduno non autorizzato viola la legge. "Di conseguenza, coloro che vi partecipano saranno ritenuti responsabili".
L'entourage di Navalny avrebbe voluto che il funerale si svolgesse ieri, ma non c'è stata alcuna risposta positiva alle richieste di un luogo, forse perché in coincidenza del discorso di Vladimir Putin all'Assemblea federale.
Ieri, in oltre due ore di discorso in Parlamento, Putin non ha fatto il minimo accenno al dissidente russo. La scelta di ignorare completamente Navalny, dopo che la vedova è intervenuta mercoledì al Parlamento europeo, non può certo sorprendere. Putin è noto per non aver mai menzionato in pubblico Navalny, indicandolo di volta in volta come "quel signore", "quella persona", "una certa forza politica".
Il team Navalny ha intanto chiesto ai sostenitori dell'oppositore russo che non hanno potuto partecipare oggi ai funerali a Mosca di organizzare delle cerimonie in sua memoria in altre città russe questa sera.
Ai funerali presente l'incaricato d'affari italiano
"Oggi si sono svolti i funerali di Navalny. Ho inviato il nostro incaricato d'affari a depositare i fiori sulla tomba di questo dissidente per inviare un messaggio molto chiaro da parte italiana a favore della libertà di espressione, della democrazia e dei diritti umani nella Federazione russa", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina.
Esteri
Finlandia, cavo sottomarino danneggiato da petroliera:...
La polizia indaga per sabotaggio aggravato. Nato: "Pronti al supporto"
La polizia finlandese sta indagando sulla petroliera "Eagle S" proveniente dalla Russia in relazione all'interruzione di servizio, a partire dal mezzogiorno di ieri, del cavo sottomarino "Estlink-2" che porta energia elettrica dalla Finlandia all'Estonia e ha aperto una inchiesta per sabotaggio aggravato.
La petroliera con bandiera delle Isole Cook trasportava benzina senza piombo caricata in un porto russo e farebbe parte della cosiddetta 'Flotta fantasma' delle navi che operano per escludere il regime sanzionatorio, ha spiegato Sami Rakshit, direttore generale delle dogane finlandesi.
Il Presidente della Finlandia Alexander Stubb sollecita l'eliminazione dei "rischi provocati" dalle navi della cosiddetta 'Flotta fantasma russa", che portano il petrolio da vendere fuori dal regime sanzionatorio. "Da ieri seguiamo la situazione", ha spiegato il Premier finlandese, Petteri Orpo. Nel frattempo, in Estonia è stata convocata una riunione straordinaria di governo. Lo scorso novembre erano stati messi fuori uso altri due cavi sottomarini nel Mar Baltico: uno dalla Finlandia alla Germania e l'altro fra la Lituania e la Svezia. Nel settembre 2022 erano stati datti esplodere i gasdotti NordStream. "Siamo in stretto contatto con i nostri colleghi nel Baltico settentrionale", ha affermato il Pemier estone, Kristen Michal.
Rutte: "Nato pronta al supporto"
"Ho parlato con il premier estone Kristen Michal del presunto possibile sabotaggio dei cavi del Mar Baltico. La Nato - scrive su X il segretario generale Mark Rutte - è solidale con gli alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche. Stiamo seguendo le indagini di Estonia e Finlandia e siamo pronti a fornire ulteriore supporto".
Ue chiede una stretta
Mentre l'Unione europea anticipa la proposta di ulteriori misure per contrastare la Flotta fantasma di petroliere che portano petrolio russo in modo illecito dopo che la Finlandia ha indicato una di queste navi come probabilmente responsabile del danno al cavo sottomarino elettrico diretto in Estonia, solo "l'ultimo di una serie di attacchi sospetti contro infrastrutture critiche", come si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione e dell'Alta rappresentante.
"In risposta a questi incidenti - si fa riferimento anche a quelli dello scorso novembre - stiamo potenziando gli sforzi per proteggere i cavi sottomarini, incluso con uno scambio di informazioni rafforzato, nuove tecnologie per individuare i responsabili e capacità di riparazione sottomarina e cooperazione internazionale", si precisa, evidenziando che "al momento non ci sono rischi per la sicurezza dei rifornimenti di energia elettrica nella regione".
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
La Francia ha contattato la Russia molteplici volte attraverso canali riservati per offrire assistenza per aprire un dialogo sull'Ucraina, ha poi reso noto Lavrov, sottolineando come tali contatti sono avvenuti "senza coinvolgere Kiev". Lavrov ha denunciato il comportamento "ambiguo" della Francia.
Lavrov ha poi parlato di contatti in corso con le nuove autorità al potere in Siria dedicati alla sicurezza dei russi e dell'ambasciata a Damasco senza dire nulla della questione delle basi di Tartus e Kmeimim concesse in uso alle forze russe dal regime di Assad. La Russia è "interessata e disponibile" al dialogo anche su altro, si limita a proporre Lavrov, sottolineando che Mosca condivide quanto detto di recente dal nuovo leader siriano Ahmed Sharaa, secondo cui le relazioni fra Mosca e Damasco sono strategiche. "Non abbiamo ritirato i nostri diplomatici da Damasco, la nostra ambasciata continua a operare come molte altre. Stiamo mantenendo contatti con le nuove autorità siriane attraverso la nostra missione diplomatica. Stiamo discutendo di questioni pratiche relative alla sicurezza dei russi e al funzionamento sicuro dell'ambasciata", ha spiegato, lasciando intendere che ci vorrà tempo perché altre questioni saranno sollevate e anche la pazienza della Russia.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Vventati attentati contro ufficiali difesa, arrestati russi reclutati da Kiev
L'Fsb in Russia rivendica di aver sventato attentati contro diversi alti ufficiali del ministero della Difesa coinvolti con l'operazione militare speciale contro l'Ucraina. Due russi "reclutati da Kiev" sono stati arrestati. Uno dei due in flagrante mentre cercava di sistemare un ordigno esplosivo sotto l'auto di un alto ufficiale del ministero della Difesa a Mosca. L'ordigno avrebbe dovuto essere fatto esplodere in remoto. La persona arrestata in flagrante ha confessato di essersi trasferito in Ucraina nel novembre del 2020 e di essere stato reclutato da Kiev. Sarebbe poi arrivato in Russia dalla Moldova e dalla Georgia. Anche il secondo ha confessato all'Fsb di essersi trasferito in Ucraina e di essere stato reclutato dalle forze speciali di Kiev. Che gli hanno ordinato di tornare in Russia per tenere sotto controllo alti ufficiali del ministero della Difesa e le loro famiglie. A metà mese è stato ucciso a Mosca il comandante delle forze di protezione radiologica, chimica e biologica, Igor Kirillov.