Strage Erba, le tre prove della discordia al centro dell’udienza di revisione
I tre punti chiave che saranno dibattuti oggi in aula dalla procura e dalla difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano
Testimone oculare, prova scientifica e confessioni. Sono queste le prove della discordia sulla strage di Erba su cui la procura generale di Brescia e le difese di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo, dibatteranno oggi in aula davanti ai giudici della seconda sezione penale della corte d'Appello di Brescia. A rappresentare l'accusa sarà il procuratore generale Guido Rispoli e l'avvocato dello Stato Domenico Chiaro, sulla stessa linea gli avvocati di parte civile Massimo Campa e Daniela Spandri per i fratelli Giuseppe e Pietro Castagna, il legale Adamo De Rinaldis per Elena e Andrea Frigerio, contrari a qualsiasi riapertura.
Opposta la posizione del pool difensivo Romano (Fabio Schembri e Nico D'Ascola per Olindo, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello per Rosa) 'sostenuti' a sorpresa dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser (il primo a depositare la richiesta di revisione) e da Azouz Marzouk (legale Solange Marchignoli).
Primo tentativo di revisione a 18 anni dalla strage
A quasi 18 anni dai fatti è il primo, difficile, tentativo di revisione su quanto accaduto nella corte di via Diaz quando in circa 20 minuti, a partire dalle ore 20, con armi mai trovate - si scriverà di spranga e coltello poi gettati in un cassonetto - vengono uccisi con ferocia Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di soli 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, accorsa dopo le fiamme divampate in via Diaz. Si salverà solo per caso il marito Mario Frigerio, gravemente ferito alla carotide e unico testimone oculare della strage legata a contrasti di vicinato.
Da subito l'attenzione dei carabinieri si focalizza sui coniugi Romano. Contro di loro c'è la macchia di sangue trovata il 26 dicembre sull'auto di Olindo, Frigerio che dal letto d’ospedale riconosce in Olindo il suo aggressore, non convince l'alibi dello scontrino di un McDonald's del centro. L'8 gennaio del 2008 vengono fermati, due giorni dopo diranno "Siamo stati noi", assumendosi la responsabilità della mattanza. Caso chiuso a leggere le sentenze che a quelle tre prove dedicano decine di pagine - ben 70 per le confessioni, 23 per il riconoscimento e 21 per la macchia di sangue - e che la difesa prova a smontare nella richiesta di revisione.
Il riconoscimento, testimone oculare attendibile o no?
Mario Frigerio era l'unico sopravvissuto e il solo testimone oculare della strage. E' morto il 16 settembre del 2014 per una malattia, dopo aver visto la condanna di Olindo e Rosa Bazzi e senza mai dimenticare l’orrore e la brutalità di quella sera. Ricoverato in rianimazione all’ospedale Sant'Anna di Como, solo a circa 86 ore dai fatti - può essere ascoltato. Dal 15 al 26 dicembre del 2006 viene sentito otto volte: prima riferisce di un killer sconosciuto con la pelle olivastra, dal 2 gennaio parla di Olindo come del suo aggressore. In aula, a Como, punta il dito contro i due imputati, ma le lesioni riportate e in particolar modo "l'intossicazione da monossido di carbonio" per la difesa - che riporta la tesi di 12 professori universitari di livello internazionale - "hanno determinato il decadimento di funzioni cognitive importanti, come alterazioni della memoria, della capacità di ricordare e della capacità di orientamento".
La difesa lamenta "la mancanza di circa il 60% delle audio registrazioni" e insiste su un punto: le dichiarazioni dopo il 15 dicembre "sono da considerarsi non idonee in quanto esito di centinaia di domande suggestive che oggi sappiamo essere in grado di provocare alterazioni del ricordo, e che hanno attecchito facilmente nel testimone in una condizione di vulnerabilità psichica" che ha determinato la creazione di una "falsa memoria in merito a Olindo Romano quale aggressore".
Di avviso opposto la procura generale che segue le motivazioni delle condanne in cui non vengono taciute le difficoltà iniziale di Frigerio ma le si ricollegano "non tanto nel fare affiorare il ricordo momentaneamente offuscato a causa del trauma, quanto la sua difficoltà a credere che ad inveire su di lui fosse stato Romano, suo vicino di casa che riteneva persona per bene e che dichiarava di aver riconosciuto distintamente nel momento in cui aprì la porta di casa Castagna, tanto da essersi chiesto cosa ci facesse in quel luogo" scrivono i giudici della Cassazione. E la "dolorosa fermezza" con cui ripete quel nome non fanno dubitare della "credibilità" del ricordo.
Le confessioni di Rosa e Olindo, prova regina?
Le confessioni non sono una 'prova regina' perché sono "false", infarcite di "errori" e "discrepanze" è il responso del pool di 12 esperti alla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. "La confessione dell'innocente è - contrariamente a quello che si può ritenere - un evento relativamente frequente", e "analizzando il contenuto delle confessioni della coppia emergono come "risultano piene di errori, molti elementi della scena del crimine vengono 'sbagliati' (tra il 50 e il 70%)". L'analisi mostra come le versioni "non siano dettagliate, non siano sovrapponibili, non siano combacianti, non siano coerenti e non siano costanti e dunque abbiano tutte le caratteristiche delle false confessioni".
Olindo colleziona "centinaia fra 'non lo so', 'non mi ricordo’, 'mi sembra', 'questo adesso mi sfugge'", lo stesso si può dire per Rosa. "Quelle che vengono definite confessioni sono, in realtà, una serie di 'sì' a suggerimenti sotto forma di domande chiuse" che nulla aggiungono rispetto a dettagli noti. E si definisce "incontrovertibilmente falsa" anche la narrazione sulla dinamica dell'omicidio della vicina di casa Valeria Cherubini.
Opposta la tesi della procura generale di Brescia. "Incontrovertibilmente falsa" è la narrazione sulla dinamica dell'omicidio della vicina di casa Valeria Cherubini. Opposta la posizione della procura generale. Le confessioni sono "dettagliate" fino alla descrizione "di ogni minimo e più atroce particolare" sono "spontanee, coerenti, e non indotte da suggerimenti od altro, ritrattate senza alcuna ragione o prova convincente, se non una scelta difensiva diversa", e "non certo frutto di pressioni" si legge nelle motivazioni della Cassazione. In ben 11 documenti manoscritti e in una lettera, Olindo rende ulteriori ammissioni e il suo acredine contro la famiglia Castagna-Marzouk emerge sulla Bibbia. Viene ritenuta veritiera dalla procura generale la scena registrata in cui Rosa mima il modo in cui ha accoltellato alla gola il piccolo Youssef, così come le parole "più colpivo e più mi sentivo forte".
La macchia di sangue
La traccia della vittima Valeria Cherubini trovata sul battitacco dell'auto di Olindo avrebbe una genesi sospetta, a dire della difesa dei coniugi Romano. L'auto viene visionata due volte. La prima a poche ore dalla strage, poi la sera del 26 dicembre sempre dai carabinieri. Le operazioni di ispezione, repertazione e verbalizzazione avvengono con tempi e modalità ritenute non trasparenti e con sospetta superficialità, malgrado la possibile rilevanza nell'indagine sul quadruplice omicidio.
Una prova che per il sostituto pg di Milano Tarfusser "trasuda criticità" e che mostra l'abilità della coppia "di essere riusciti a non lasciare alcuna loro traccia sul luogo dove hanno scatenato una sfrenata rabbia lasciando un bagno di sangue e di essere riusciti non 'portare' alcuna traccia del crimine appena commesso" nella loro casa.
Chi oggi rappresenterà la pubblica accusa, invece, si rifà ai giudici di merito, e di fronte a una traccia "di alta qualità" esclude che possa aver subito "tanti passaggi" tanto più che macchie di sangue nel cortile non ne furono trovate a causa dell'incendio "che ha reso vano ogni tentativo di rinvenire orme, impronte, tracce di sangue, a partire dall'ingresso della palazzina del ghiaccio verso l'esterno, giungendo a ritenere del tutto plausibilmente che la traccia tanto nitida sul battitacco dell'auto fu molto verosimilmente trasportata in stretta concomitanza temporale con l'eccidio e fu, altrettanto verosimilmente, di diretta derivazione dalla scena del delitto". Seppure la Cassazione ravvisa "la cattiva gestione della verbalizzazione dei carabinieri" non è sufficiente a mettere in dubbio il valore di prova della traccia di sangue trovata sulla Seat Arosa.
Cronaca
Dopo il gelo arriva il maltempo dall’Africa,...
Tendenza: weekend con piogge al Centro-Sud e venti forti
Dopo l'aria artica e il gelo adesso sull'Italia arriva il maltempo dall’Africa. Mentre l’anticiclone delle Azzorre continua a comandare il tempo su gran parte dell’Europa e contemporaneamente a favorire l’afflusso di aria di estrazione artica sull’Italia, il ciclone che ha provocato nevicate diffuse fino a bassa quota sul nostro Paese si allontana verso la Grecia, dicono i meteorologi. Ma un’altra minaccia si appresta a colpire il nostro Paese.
Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it avvisa che nella giornata odierna il tempo sarà in prevalenza stabile e con precipitazioni più presenti soltanto sulla Sicilia, nel frattempo dai Balcani si farà strada un altro nucleo di aria fredda (più debole del precedente) che nel suo movimento verso la Sardegna andrà a rinvigorire una circolazione depressionaria attiva sull’Algeria. Da qui prenderà vita un ciclone Mediterraneo che soprattutto da venerdì 17 inizierà a influenzare negativamente il tempo su alcune regioni per poi interessare gran parte d’Italia nel corso del weekend.
I venti freddi di Grecale continueranno a soffiare con insistenza almeno fino a giovedì, dopo di che, sulle regioni centrali e meridionali verranno sostituiti da quelli di Scirocco che ruotano attorno al ciclone. Per questo motivo le temperature tenderanno ad aumentare su almeno mezza Italia, sia nei valori massimi sia in quelli minimi. Il clima rimarrà ancora piuttosto freddo al Nord dove i venti soffieranno sempre dai quadranti nordorientali.
Nel corso del weekend il ciclone impatterà sull’Italia. Pioverà insistentemente in particolare sulla Sardegna, sulla Sicilia, in Calabria e poi anche in Campania, Abruzzo, Molise e Lazio. Oltre alle piogge che potrebbero risultare anche alluvionali sulle Isole Maggiori, i venti rinforzeranno sui bacini meridionali dove sono attese tempeste di Scirocco e Levante con raffiche fino a 100 km/h e conseguenti mareggiate sulle coste esposte. Il Nord in questa prima fase pare essere saltato dal grosso delle precipitazioni e vedrà soltanto un deciso aumento della nuvolosità nella giornata di domenica.
Nel dettaglio
Mercoledì 15. Al Nord: tutto sole e freddo. Al Centro: cielo via via più coperto. Al Sud: piogge sulla Sicilia, specie settentrionale, molte nubi altrove.
Giovedì 16. Al Nord: sempre bel tempo e freddo. Al Centro: nubi irregolari, piogge sulla Sardegna orientale. Al Sud: molte nubi, piogge sulla Sicilia ionica e sulla Calabria in serata.
Venerdì 17. Al Nord: soleggiato. Al Centro: cielo a tratti nuvoloso, maltempo diffuso in Sardegna. Al Sud: intenso maltempo in Sicilia e sulla Calabria, piogge in Basilicata e sul Cilento.
Tendenza: weekend con piogge al Centro-Sud e venti forti.
Cronaca
Omicidio-suicidio a Rivoli, ottantenne spara alla...
L'uomo avrebbe sparato alla 58enne con un fucile da caccia regolarmente detenuto
Dramma a Rivoli, alla periferia Torino, dove nel tardo pomeriggio un ultra ottantenne, secondo i primi accertamenti, con un fucile da caccia regolarmente detenuto avrebbe sparato alla compagna 58enne e poi avrebbe rivolto l’arma contro di sé. Sul posto sono in corso i rilevi dei carabinieri per accertare le cause e la dinamica dell’accaduto.
Vedovo pensionato ottantacinquenne lui, 58enne romena lei, vivevano insieme da una decina 10 anni. La coppia, che non era sposata, dalle prime ricostruzioni fatte dai carabinieri che in queste ore stanno raccogliendo alcune testimonianze avrebbe avuto un litigio all’inizio dell’anno che non farebbe escludere l’ipotesi di volontà di separazione anche se ancora viveva insieme.
A dare l’allarme un passante che, arrivato a prendere l’auto posteggiata sotto lo stabile dove la coppia viveva al quinto piano, ha notato frammenti di vetro sulla sua vettura. Insospettito ha chiamato i vigili che da un attento esame hanno rilevato fori sulle finestre dell’abitazione delle vittime. Sono stati chiamati, quindi, i vigili del fuoco che una volta entrati nell’appartamento hanno trovato in due diverse stanze i due corpi senza vita, entrambi colpiti dal fucile da caccia regolarmente detenuto dall’uomo. Dai primi rilievi sarebbe stato l’uomo a sparare alla donna e poi a togliersi la vita.
Cronaca
PoliMi, con georadar e laser alla scoperta del Castello...
Una innovativa indagine tecnologica ha svelato la presenza di numerosi passaggi sotterranei sotto il Castello Sforzesco, in corrispondenza di quella che era la Ghirlanda, alcuni dei quali potrebbero essere legati a passaggi segreti di natura militare, descritti anche in disegni di Leonardo da Vinci. Fra leggende e speculazioni, secondo le fonti storiche Ludovico il Moro avrebbe fatto costruire un collegamento sotterraneo per poter raggiungere la sua amata Beatrice d'Este
Nell’ambito di una tesi di Dottorato di Ricerca, una innovativa indagine tecnologica condotta dal Politecnico di Milano, in collaborazione con il Castello Sforzesco e con il supporto tecnico di Codevintec, ha svelato la presenza di numerosi passaggi sotterranei sotto il Castello Sforzesco, in corrispondenza di quella che era la Ghirlanda, alcuni dei quali potrebbero essere legati a passaggi segreti di natura militare, descritti anche in disegni di Leonardo da Vinci. Secondo le fonti storiche, Ludovico il Moro avrebbe fatto costruire ad esempio un collegamento sotterraneo per poter raggiungere la sua amata moglie Beatrice d'Este, sepolta nella Basilica di Santa Maria delle Grazie. Questo passaggio, immortalato nei disegni di Leonardo, è da tempo oggetto di leggende e speculazioni. Ora, grazie alla tecnologia, sembra che la sua esistenza possa essere confermata. Ma di camminamenti segreti ne esistono numerosi.
L’indagine ha utilizzato tecnologie avanzate, tra cui georadar e laser scanner, per mappare e documentare con precisione il sottosuolo del Castello e le sue strutture sotterranee. Questi strumenti hanno permesso di rivelare cavità e camminamenti interrati a pochi decimetri di profondità. “L’obiettivo è creare un digital twin del Castello Sforzesco, un modello digitale che non solo rappresenta l’aspetto attuale del Castello ma che consente anche di esplorare il passato, recuperando elementi storici che non sono più visibili,” afferma Franco Guzzetti, docente di Geomatica al Politecnico di Milano.
Oltre alla documentazione storica, i dati raccolti con l’integrazione di tecnologie di realtà aumentata possono portare a sviluppare progetti di esperienza immersiva che combina storia e innovazione.. “Il georadar ha arricchito il modello 3D con dati su spazi noti ma inaccessibili, portando alla luce camminamenti sconosciuti e spunti per ulteriori studi sui passaggi segreti,” aggiunge Francesca Biolo, ricercatrice del Dipartimento ABC del Politecnico.