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Alimentazione, studi confermano il ruolo dell’energia vegetale in sportivi e non

Una manciata di mandorle sostiene obiettivi di fitness e recupero fisico in atleti e principianti

Alimentazione, studi confermano il ruolo dell'energia vegetale in sportivi e non

In un anno ricco di eventi sportivi per i tifosi di tutto il mondo, nuovi studi allargano l’orizzonte sul ruolo che alimenti vegetali, come una manciata di mandorle, possono avere nel sostenere gli atleti, gli sportivi ma anche i principianti, che non svolgono regolarmente attività fisica, nel raggiungere i propri obiettivi di fitness. Anche se persiste lo stereotipo del ‘palestrato’ dal fisico scolpito che mangia solo pollo alla griglia e riso bollito, c'è un movimento crescente nella nutrizione sportiva che guarda agli alimenti naturali e integrali per migliorare le prestazioni, la fase di recupero e la qualità generale della dieta. Del resto, campioni di altissimo livello come Lionel Messi, Novak Djokovic, le sorelle Williams e Lewis Hamilton hanno persino adottato una dieta a base vegetale. (VIDEO)

Un nuovo studio pubblicato su ‘Frontiers in Nutrition’ e finanziato dall'Almond Board of California, mostra che il consumo di mandorle riduce alcune sensazioni di indolenzimento muscolare durante il recupero dall'esercizio fisico, e che ciò si è tradotto in un miglioramento delle prestazioni muscolari durante test di salto verticale. I ricercatori hanno mostrato che i partecipanti, mangiando 57g di mandorle crude intere al giorno per otto settimane prima dei test, hanno registrato una riduzione di quasi il 25% dell'indolenzimento muscolare durante l'esecuzione di un esercizio di potenza esplosiva nel periodo di recupero cumulativo di 72 ore. Questi risultati si aggiungono a ricerche precedenti - come lo studio Nieman – i cui risultati hanno registrato, in chi faceva uno spuntino a base di mandorle, la riduzione della sensazione di fatica e tensione, un aumento della forza in gambe e schiena, durante il recupero, e una diminuzione dei danni muscolari durante il primo giorno di recupero.

Nello specifico - si legge in una nota - i ricercatori guidati da David C. Nieman, Professore e Principal Investigator, Human Performance Laboratory, Appalachian State University, volevano verificare se uno spuntino a base di mandorle, rispetto a uno a base di barrette di cereali ad alto contenuto di carboidrati (controllo), avrebbe ridotto l'infiammazione e migliorato il recupero in adulti impegnati in sessioni di 90 minuti di esercizio. Lo studio ha utilizzato un disegno randomizzato a gruppi paralleli, in cui i partecipanti al trattamento hanno mangiato 57g di mandorle al giorno, suddivisi tra mattina e pomeriggio, per 4 settimane. I partecipanti al ramo di controllo hanno consumato una barretta di cereali con lo stesso apporto calorico, anch'essa in dosi frazionate.

Al termine delle 4 settimane, i ricercatori hanno valutato le variazioni delle ossilipine plasmatiche - lipidi ossidati bioattivi coinvolti nella risposta infiammatoria post-esercizio - e dei fenoli (antiossidanti vegetali) urinari derivati dall'intestino crasso, delle citochine plasmatiche, dei biomarcatori di danno muscolare, degli stati dell’umore e delle prestazioni di esercizio. I consumatori di mandorle hanno fatto riscontrare livelli più bassi di creatina chinasi nel siero, un marcatore del danno muscolare, livelli più elevati di ossilipine 12,13-DiHome - che aiuta il muscolo a bruciare più grasso come combustibile durante l'esercizio - e livelli più bassi di ossilipine 9,10-DiHome - che riduce la funzione muscolare.

"Sebbene lo studio condotto da Nieman abbia coinvolto adulti che non praticano regolarmente esercizio fisico e che dovevano sottoporsi a esercizi di contro resistenza, che causano una maggiore infiammazione a livello muscolare - commenta Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello Sport e in Scienza dell’Alimentazione e professore a contratto della Scuola di Specializzazione in Medicina dello sport e dell'esercizio fisico dell'Università Sapienza di Roma - il consumo di 57g di mandorle ha portato a un miglioramento del recupero post-allenamento, evidenziato non solo in laboratorio - l'effetto antinfiammatorio del consumo di mandorle è stato attribuito alla produzione di ossilipine - ma anche dalla compilazione di un questionario da parte dei partecipanti. Lo studio Witard - sottolinea Giampiero - prende in esame una popolazione ancora meno sportiva e in sovrappeso. Anche in questo caso, il consumo di 57g di mandorle ha determinato una migliore risposta metabolica antinfiammatoria rispetto al gruppo di controllo. Nell'ambito di una dieta bilanciata, è quindi consigliabile a chi pratica attività fisica di acquisire la sana abitudine di consumare mandorle, anche alla luce dei nutrienti, le vitamine, le fibre e i grassi buoni che esse forniscono".

Come osserva Daniele Garozzo, schermidore olimpionico e medico specializzando in medicina dello sport: "Raggiungere i propri obiettivi richiede costanza, dedizione, perseveranza e molta energia per affrontare le sfide quotidiane. Il recupero dall'esercizio fisico è importante e uno spuntino sano come le mandorle può aiutare a raggiungere tutti questi obiettivi, come evidenziato da recenti studi. Grazie alle proteine vegetali, ai grassi sani, alle vitamine del gruppo B, alla vitamina E antiossidante e alle proantocianidine, le mandorle sono il carburante ideale per le nostre sfide sportive e di vita". Una porzione da 30g di mandorle - conclude la nota - fornisce 4g di fibre e 15 nutrienti essenziali, tra cui 81mg di magnesio, 220mg di potassio e 7,7mg di vitamina E, oltre a riboflavina (B2), niacina (B3) e tiamina (B1), che contribuiscono al metabolismo energetico, rendendole uno spuntino energetico ricco di benefici, ideale per promuovere la forma fisica.

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Salute e Benessere

Aviaria, muore gatto in Oregon: ritirato cibo crudo...

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L'azienda ha avviato il richiamo volontario dei prodotto distribuito in diversi Stati

Un gatto, immagine di repertorio ()

Un gatto domestico è morto in Oregon dopo aver mangiato un prodotto - a base di cibo crudo congelato - di un'azienda con sede a Portland. Il prodotto in questione era risultato positivo al virus dell'influenza aviaria H5N1 e la ditta ha emesso un richiamo volontario a livello nazionale del lotto di alimenti.

La Northwest Naturals, di proprietà della Morasch Meats, ha annunciato il ritiro di un lotto nei giorni scorsi, raccomandando ai clienti che avessero acquistato il prodotto 'Feline Turkey Recipe' di buttare via il prodotto la cui data di scadenza è compresa tra il 21 maggio 2026 e il 23 giugno 2026. Il lotto in questione è stato venduto negli Stati Uniti tramite distributori in Arizona, Washington, Rhode Island, Georgia, Maryland e diversi altri Stati, secondo il comunicato diffuso. E i prodotti sono stati distribuiti anche nella British Columbia in Canada. La notizia è rimbalzata sui media internazionali. E l'azienda sta collaborando con il Dipartimento dell'agricoltura dell'Oregon per il ritiro volontario del prodotto (non emesso dalla Fda statunitense).

Proprio una nota dell'Oregon Department of Agriculture (Oda) fa il punto sull'esito dei test condotti sul felino morto, spiegando che hanno confermato il decesso dopo il consumo di cibo crudo congelato per animali domestici risultato positivo al virus H5N1. "Siamo certi che questo gatto abbia contratto l'H5N1 mangiando" quel cibo, ha affermato il veterinario statale dell'Oda, Ryan Scholz. "Questo gatto era rigorosamente un gatto da interno", da appartamento. "Non era esposto al virus nel suo ambiente e i risultati del sequenziamento del genoma hanno confermato che il virus recuperato dal cibo crudo per animali domestici e dal gatto infetto erano esattamente corrispondenti", ha spiegato l'esperto.

L'autorità sanitaria dell'Oregon e i funzionari della sanità pubblica locale stanno ora monitorando le persone che hanno vissuto con il gatto infetto per verificare la presenza di sintomi eventuali di influenza aviaria, si legge nella nota dell'Oda. "Ad oggi, nessun caso umano" di aviaria "è stato collegato a questo incidente e il rischio di trasmissione agli esseri umani rimane basso in Oregon", concludono gli esperti.

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Salute e Benessere

Capodanno, Rebuzzi: “Cardiopatici a rischio...

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Il cardiologo: "Evitare cotechino e dolci, prediligere pesce e minestre con verdure e cereali, concessi al massimo 2 bicchieri di vino al giorno"

Capodanno, Rebuzzi:

Dopo il tour de force gastronomico di Natale, "ora è tempo di tornare alla normalità. Le abbuffate sono un rischio per i cardiopatici, basti pensare ai dolci natalizi: se assunti in grandi quantità bisogna sapere che gli zuccheri si trasformano in grassi, un danno non solo per diabetici e obesi, ma anche per chi ha problemi di cuore e ipertensione. Stiamo attenti al cenone di Capodanno, il cotechino non è un'iniezione di salute". Così all'Adnkronos Salute Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all'Università Cattolica di Roma.

Per il cenone di San Silvestro, chi ha problemi cardiovascolari, oltre a evitare cotechino, zampone e dolci, "deve prediligere pesce, minestre con verdure e cereali, questi ultimi molto proteici e poco calorici, e legumi. Ma attenzione, nella pasta con i fagioli non devono esserci le cotiche", avverte il cardiologo.

Per i pazienti con "aritmie cardiache niente superalcolici, ovviamente, concessi al massimo 2 bicchieri di vino al giorno, ma non di più - sottolinea Rebuzzi - Per chi è affetto da cardiopatia coronarica, invece, sono consigliati pasti molto leggeri, mentre gli ipertesi devono ridurre il consumo di sale e dolci". Infine, il consiglio per tutti: "Fare una buona e abbondante prima colazione, mangiare poco a pranzo e pochissimo la sera a cena, il contrario di quanto facciamo noi italiani a causa di lavoro e vita frenetica. Tutto questo accompagnato da un'attività sportiva aerobica moderata, ma costante nel tempo", conclude.

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Salute e Benessere

Natale, Capua: “Dopo grandi abbuffate fare sport per...

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"Inutili digiuni drastici o lunghi giri in bicicletta, attività fisica diventi abitudine. Ideale camminare ogni giorno 30 minuti"

Una donna fa jogging

Dopo gli eccessi a tavola tra Natale e Capodanno, lo sport è utile per tornare in forma. Inutile illudersi, però: i risultati si vedranno dopo mesi. Un'altra lasagna, l'ultimo assaggio di arrosto, l'ennesima fetta di pandoro, e poi torrone, fichi secchi, noci, un paio di bicchieri di vino e spumante ma, svanita l'atmosfera natalizia, restano i chili in più: uno, due a volte cinque, fianchi arrotondati e pancetta in evidenza. È l'odiata eredità che ci lasciano le feste. Loro passano veloci ma restano gli effetti delle trasgressioni alimentari. Dopo la maratona di abbuffate è già tempo di correre ai ripari. Obiettivo: smaltire le calorie accumulate nei pranzi natalizi.

"Ma sia chiaro, sono inutili i digiuni drastici o lunghi giri in bicicletta così come la corsetta nei parchi. Serve fare sport per almeno 4 mesi, fare attività fisica deve diventare un'abitudine salutare e duratura nel tempo", dice all'Adnkronos Salute Giuseppe Capua, Componente commissione medica federale della Federazione italiana giuoco calcio (Figc), specializzato in Medicina dello Sport, esperto in traumatologia dello sport (patologie o lesioni del ginocchio, della spalla e della colonna vertebrale) e la relativa riabilitazione.

"Dopo le feste si fanno i conti con la bilancia e i sensi di colpa ma la fretta non aiuta - avverte Capua -. Sicuramente le feste natalizie sono il momento in cui ci si rende conto che ci si può fare male mangiando troppo e allora non è vero che basta andare a correre il giorno dopo per stare a posto con la propria coscienza. Occorre, invece, sottoporsi ad analisi, a visita medica e poi iniziare un'attività sportiva sempre dietro consiglio di uno specialista. Insomma, lo sport è un farmaco che fa bene dal punto di vista cardiovascolare e osteo-articolare ma non è uguale per tutti. Sicuramente l'attività fisica deve essere fatta per almeno i 3-4 mesi successivi alle festività, senza però gettarsi all'improvviso in un regime di stressante attività fisica perché così ci si fa del male. Gli eccessi vanno combattuti nel tempo, con regolarità e costanza".

Capua consiglia "di camminare ogni giorno per almeno 30 minuti. Possono farlo tutti ad ogni età, dai 5 ai 90 anni. Quindi andare in palestra senza dimenticare di seguire un regime alimentare adeguato, introducendo in modo equilibrato carboidrati e proteine per potenziare i muscoli" conclude.

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