Ucraina-Russia, Kiev: “Massiccio attacco di droni su Odessa”
La difesa aerea ucraina ha abbattuto 10 uav, hanno aggiunto i militari
"Il sostegno della Nato all'Ucraina salva vite e deve continuare. Il presidente Vladimir Putin ha iniziato questa guerra e potrebbe mettervi fine oggi, ma l'Ucraina non ha questa opzione. Arrendersi non è pace. Dobbiamo continuare a rafforzare Kiev, per dimostrare a Putin che non otterrà quello che vuole". Così il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in un punto stampa nella sede della Nato a Bruxelles.
Le parole di Stoltenberg, dopo quelle pronunciate ieri dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sembrano fare riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Papa Francesco alla Radiotelevisione svizzera e inizialmente interpretate, da Kiev, come un 'invito' alla resa.
Il presidente russo, continua Stoltenberg, "non otterrà quello che vuole sul campo di battaglia. Deve sedersi e negoziare una soluzione per cui l'Ucraina venga riconosciuta e prevalga come nazione sovrana e indipendente".
Attacco Russia su droni
Intanto le forze russe hanno lanciato nella notte un massiccio attacco di droni contro la città di Odessa, causando danni alle infrastrutture e alle case. Lo ha riferito il Comando operativo meridionale dell'Ucraina. Le unità di difesa aerea sono state al lavoro per un'ora e mezza, respingendo ondate di droni Shahed che si avvicinavano alla città dal Mar Nero. La difesa aerea ucraina ha abbattuto 10 uav, hanno aggiunto i militari. Secondo le prime informazioni non ci sarebbero vittime.
L'attacco ha provocato un incendio, spento dai soccorritori, e ha danneggiato anche gli edifici amministrativi della città e ha fracassato le finestre di diverse case. I detriti dei droni caduti hanno danneggiato gli edifici vicini.
Il rappresentante permanente dell'Ucraina presso le Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, ha dichiarato l'8 marzo che la Russia sta cercando di interrompere il corridoio marittimo dell'Ucraina effettuando continui attacchi a Odessa. Un attacco missilistico russo sulla città il 6 marzo ha ucciso cinque persone. L'attacco è coinciso con la visita congiunta del presidente Zelensky e del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis.
Kiev: 920 vittime delle forze russe nell'ultimo giorno
La Russia ha perso 424.980 soldati in Ucraina dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine l’11 marzo. Questo numero comprende 920 vittime delle forze russe subite nell'ultimo giorno.
Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 6.739 carri armati, 12.874 veicoli corazzati da combattimento, 13.826 veicoli e serbatoi di carburante, 10.499 sistemi di artiglieria, 1.016 sistemi di razzi a lancio multiplo, 711 sistemi di difesa aerea, 347 aerei, 325 elicotteri, 8.141 droni, 26 imbarcazioni e un sottomarino.
Esteri
“Lo scontro Trump-Bergoglio è già iniziato”,...
Per Robert Gorelick, i cattolici americani sono più vicini a Trump che al Papa
È stato presentato al Centro Studi Americani il libro di Maria Antonietta Calabrò, giornalista vaticanista, “Il trono e l’altare” (Cantagalli). All’incontro hanno partecipato Francesco Clementi, ordinario di diritto pubblico comparato alla Sapienza e autore di “Città del Vaticano” (il Mulino); Robert Gorelick, fondatore di Globintech, già capocentro della Cia a Roma; Gregory Alegi, professore di storia americana alla Luiss; Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di intelligence e ordinario all’Università della Calabria; la moderazione è stata a cura di Giorgio Rutelli, vicedirettore Adnkronos.
L'ex agente Cia: "Cattolici Usa più vicini a Trump che a Bergoglio"
“I cattolici americani sono più vicini a Trump che a Papa Francesco”. È netto Robert Gorelick, ex capocentro della Cia a Roma, nel suo intervento. “Quando ero ragazzino a New York, i cattolici erano blue collar, operai, e la religione di appartenenza influiva: irlandesi, italiani e polacchi in certi casi formavano un blocco. Oggi no, la situazione è talmente variegata. Anche i cosiddetti latinos non sono una realtà uniforme, vengono messi insieme dalla stampa ma tra cubani e messicani o tra venezuelani e honduregni c’è grande differenza”.
Quando gli si chiede se Bergoglio avrà un impatto sulla seconda presidenza Trump, è scettico: “Ci sarà una differenza di tono nel dialogo tra Washington e il Vaticano rispetto alla fase Biden, ma le parole del Papa non condizionano la politica estera americana. I temi su cui il pontefice può avere un impatto sono l’aborto, la migrazione e il clima. Ma bisogna ricordare che l’opinione pubblica italiana è sempre al corrente delle mosse della Santa Sede, negli Usa questa attenzione non c’è”.
Gorelick ha raccontato che durante il suo mandato romano (2003-2008) a Washington non erano interessati alle faccende vaticane. “I miei capi mi avevano detto di non mandare relazioni sul Papa. C’è stato uno scambio di informazioni, da entrambe le parti, sui rischi per l’incolumità del pontefice, su possibili attentati. E poi su questioni umanitarie. Ma l’intelligence americana non aveva interesse a seguire gli affari interni della Chiesa”.
"Scontro Trump-Bergoglio già iniziato, basta vedere le nomine"
Gorelick, che ha detto di aver letto il libro di Calabrò con “gli occhi della spia”, ha poi parlato dell’ostilità tra Trump e Bergoglio, già emersa durante il primo mandato, ci sono due segnali importanti: la nomina come ambasciatore presso la Santa Sede di Brian Burch, presidente di Catholic Vote e noto critico del pontefice. Una figura vicina all’arcivescovo Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti accusato di scisma, scomunicato e nemico del Papa. Dall’altra parte, la recentissima nomina del cardinale Robert Walter McElroy ad arcivescovo di Washington, che aveva definito il muro al confine tra Stati Uniti e Messico voluto da Trump “inefficace e grottesco”. Lo scontro insomma è già in atto, e si acuirà sulla Cina (con cui il Vaticano ha confermato l’accordo sui vescovi nell’ottobre 2024) e su Gaza. “Un punto di incontro, invece, ci potrà essere sull’approccio alla guerra in Ucraina e sulla questione dell’ideologia di genere”, conclude l’ex agente segreto.
"Il trono e l'altare"
Il libro di Maria Antonietta Calabrò racconta una storia inedita di guerra in Vaticano, focalizzandosi su scandali finanziari, intrighi di potere e segreti che hanno scosso la Santa Sede negli ultimi 25 anni, e seguiti in prima persona dall’autrice. Attraverso documenti, fonti aperte e testimonianze dirette, Calabrò ricostruisce un quadro di lotte interne, ricatti e manipolazioni che hanno coinvolto alti prelati, politici e persino servizi segreti. L'opera analizza in dettaglio casi controversi come l'acquisto del Palazzo di Londra, Vatileaks e la scomparsa di Emanuela Orlandi, spesso usata come arma di distrazione di massa, mettendo in luce l'opacità del sistema finanziario vaticano e i conseguenti tentativi di riforma di Papa Francesco. Che alla fine, con fatica e con varie trappole messe a tutela del sistema precedente, è riuscito a portare trasparenza nelle finanze della Chiesa.
Alla presentazione si è dato particolare spazio al rapporto tra Stati Uniti e Vaticano, caratterizzato da influenza, tensioni e divergenze. Si racconta nel dettaglio l’appoggio americano all'elezione di Papa Francesco, in particolare grazie a figure come il cardinale Dolan, ma allo stesso tempo si analizzano le frizioni sorte per lo scandalo McCarrick e le accuse dell’arcivescovo scomunicato Carlo Maria Viganò. L'accordo Vaticano-Cina e le posizioni di Papa Francesco su temi come immigrazione e multilateralismo hanno creato ulteriori attriti con l'amministrazione Trump.
Esteri
Italiano arrestato in Venezuela, Tajani convoca incaricato...
Il ministro degli Esteri su X: "Protestiamo con forza per mancanza informazioni su detenzione"
"Ho fatto convocare stamani l’incaricato d’affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l’espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas. L’Italia continuerà a chiedere al Venezuela di rispettare leggi internazionali e volontà democratica del suo popolo". Così in un post su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Alberto Trentini, chi è e cosa è successo
E' di ieri l'appello al governo italiano da parte dei familiari di Alberto Trentini, cooperante italiano di cui non si hanno più notizie da quando è stato fermato il 15 novembre scorso dalle autorità del Venezuela. La famiglia, in una nota diffusa con l’avvocato Alessandra Ballerini, chiede di "porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni Venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l'incolumità".
Alberto Trentini è un cooperante italiano della Ong Humanity & Inclusion. Fondata nel 1982, la Ong lavora in una sessantina di Paesi "al fianco delle popolazioni vulnerabili, specialmente quelle con disabilità". Laurea in storia moderna e contemporanea all'Università Ca' Foscari, prima di collaborare con Humanity & Inclusion Trentini, di origini veneziane, ha lavorato nel campo della cooperazione internazionale in tutto il mondo.
Esteri
Accordo tra Israele e Hamas raggiunto solo in parte –...
L'accordo tra Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza è solo in parte raggiunto. Anche se come scrive Haaretz che cita una fonte israeliana i negoziati sono ancora in corso. Secondo fonti palestinesi è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma il suo annuncio è stato ritardato a causa di disaccordi sui meccanismi di attuazione. Per il Wall Street Journal, che cita fonti arabe, il leader de facto di Hamas a Gaza, Muhammad Sinwar, è d'accordo in linea di principio con i termini dell'accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco.