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Solo il 15% dei milanesi utilizza esclusivamente il trasporto pubblico per recarsi al lavoro

Cittadini di tutto il mondo favorevoli a ridurre l’uso dell’auto, ma mancano le condizioni: i risultati dell’indagine di Hitachi Rail

Metro Milano Duomo - Canva

La mobilità è sempre più un aspetto centrale della transizione green, a partire dalla riduzione dei voli e delle auto private che circolano nelle strade di tutto il mondo.

Il 64% delle persone, a livello globale, si è dichiarato favorevole all'eliminazione dei voli a corto raggio, in presenza di valide alternative come i treni ad alta velocità. Una percentuale che sale al 69% tra gli intervistati di Milano. Allo stesso tempo, però, nella città lombarda l'utilizzo dell'automobile per recarsi al lavoro rimane al di sopra della media mondiale, registrando un 63% di utilizzo, mentre soltanto il 15% usa esclusivamente i mezzi pubblici.

Questi sono i risultati dell'edizione 2024 della ricerca "Better Connected" condotta da Hitachi Rail, un'azienda attiva nel settore ferroviario e della smart mobility.

La ricerca ha esaminato le abitudini e le preferenze di trasporto urbano nelle grandi città in tutto il mondo, includendo Milano come città italiana. Lo scopo del rapporto è analizzare le principali tendenze nelle modalità di spostamento cittadino, sia per quanto riguarda il trasporto urbano, sia per i viaggi di medio-lunga distanza.

Le preferenze di spostamento a Milano

Nonostante i dati sull’utilizzo dell’automobile, in linea con la media italiana, l'85% dei cittadini milanesi si mostrerebbe aperto a incrementare l'uso dei mezzi pubblici, a patto che essi siano più interconnessi, e il 50% sarebbe disposto a pagare di più per un servizio più esteso. Globalmente, i giovani emergono come maggiormente propensi all'utilizzo del trasporto pubblico, nonché inclini agli spostamenti a piedi, in bicicletta e in scooter.

Questa situazione è un paradosso solo in apparenza. Infatti, la causa principale per cui molti italiani utilizzano ancora la macchina è la grave inefficienza degli spostamenti sui binari in Italia. Una grave lacuna negli spostamenti del Belpaese, precisamente fotografata dal rapporto di Legambiente “Pendolaria 2024 – speciale aree urbane”. Tanti gli indici allarmanti sul trasporto pubblico italiano, basti pensare che la città di Madrid ha, da sola, più chilometri di metropolitana di tutta l’Italia (qui per approfondire qual è lo stato del trasporto su binari in Italia).

Alla base del paradosso anche la scarsa diffusione di piste ciclabili in Italia, che rende pericoloso usare mezzi leggeri e meno protetti come biciclette e monopattini elettrici, su cui ricadrebbe la preferenza dei più giovani. La ricerca “Better Connected" di Hitachi Rail conferma quindi le tendenze emerse dal rapporto di Legambiente. Ancora di più nella parte in cui evidenzia come l’85% dei milanesi sarebbe favorevole ad utilizzare di più i mezzi pubblici se fossero più interconnessi, sottolineando il ruolo chiave della intermodalità già suggerito dal rapporto di Legambiente. Metà dei milanesi intervistati, inoltre, sarebbe persino favorevole a pagare di più in cambio di un trasporto pubblico più esteso e capillare. L’86% degli intervistati del capoluogo meneghino si esprime a favore di maggiori investimenti nel trasporto urbano.

Tra i milanesi, il 42% degli intervistati ha già scelto il treno ad alta velocità come preferenza di trasporto, superando l'aereo (15%) e l'auto (38%). Questa scelta sembra essere plasmata da alcuni casi successo dell'alta velocità in Italia, con la tratta Roma-Milano che ha rivoluzionato le consuetudini di spostamento di quella parte di italiani che la percorrono, sia per motivi professionali che di svago.
La preferenza per il treno si prospetta anche nel futuro, con un terzo dei milanesi (34%) che prevede di incrementare i viaggi in treno nei prossimi cinque anni. Tale percentuale supera di gran lunga coloro che ipotizzano un aumento dell'uso dell'auto (13%) o dei voli (6%).

Come annunciato in apertura, emerge che a Milano il 63% degli intervistati continui a utilizzare l'auto per il tragitto casa-lavoro, cifra leggermente sopra la media globale (60%) mentre solo il 15% dei milanesi utilizza esclusivamente per i mezzi pubblici.

Nonostante ciò, i cittadini milanesi riconoscono che i mezzi pubblici siano l'opzione di spostamento più conveniente (71%). Il rapporto “Better Connected” conferma che le barriere all'utilizzo del trasporto pubblico riguardano soprattutto la frequenza del servizio (94% degli intervistati) e la sicurezza (91%) dello stesso. Un significativo 84% sarebbe più propenso a utilizzare i mezzi se fossero meno affollati, mentre l'85% li preferirebbe se fossero più interconnessi.

Inoltre, il 30% ritiene che una delle principali utilità delle app di trasporto risieda nella capacità di calcolare in tempo reale il percorso più efficiente per raggiungere la destinazione desiderata.

Le tendenze globali

L'indagine ha coinvolto circa 12.000 individui distribuiti in 12 città di tutto il mondo: Berlino, Copenaghen, Dubai, Londra, Milano, Parigi, San Francisco, Sidney, Singapore, Toronto, Varsavia e Washington.

Nel contesto del trasporto urbano, un dato rilevante è che il 60% delle persone impiega l'auto per raggiungere il luogo di lavoro anche se meno di un terzo degli intervistati considera l'auto il mezzo più conveniente. La propensione all'uso dell'auto varia notevolmente a livello globale: è particolarmente alta in città come Dubai, Washington, Varsavia e Sydney, dove almeno il 70% degli abitanti opta per l'auto.

La guida "occasionale", invece, è più diffusa a Copenaghen, Parigi, Milano e Singapore. Quest'ultima spicca per il più elevato tasso di persone che non utilizzano l'auto, con oltre un terzo della popolazione che preferisce altri mezzi di trasporto. Tendenza in cui seguono Londra e Berlino.

Quali sono gli ostacoli al trasporto pubblico

Il rapporto di Hitachi Rail evidenzia diversi ostacoli alle scelte di mobilità, di cui i principali sono:

- il sovraffollamento nelle ore di punta (49% degli intervistati);

- il tempo di percorrenza (32%);

- il costo del trasporto pubblico (32%);

- l'incertezza sugli orari di arrivo e partenza (30%).

Curiosamente, la maggioranza della popolazione globale sarebbe incline ad aumentare l'utilizzo dei mezzi pubblici se potesse monitorare in tempo reale il livello di affollamento, consentendo una pianificazione più attenta dei viaggi. A tal proposito va sottolineato come anche l’Intelligenza Artificiale possa aiutare a combattere il cambiamento climatico rendendo più efficace la raccolta dei dati e più sostenibili le scelte dei cittadini.

Chiaramente c’è anche un discorso anagrafico: i giovani mostrano una maggiore propensione all'utilizzo dei mezzi pubblici, a differenza degli anziani che preferiscono ridurre gli spostamenti o usare la propria auto.

In tutti i Paesi presi in esame, almeno un lavoratore su quattro si sposta a piedi per recarsi al lavoro; in città come Singapore e Londra, questa percentuale raggiunge addirittura il 50%, nonostante persista una forte preferenza per i mezzi pubblici.

Copenaghen si distingue per la più elevata percentuale di ciclisti, seguita da Berlino. Qui il trasporto pubblico è poco utilizzato, ma per ragioni virtuose e green, non per inefficienza strategica.

Gli spostamenti a lunga distanza

Per quanto concerne gli spostamenti a lunga distanza, l'auto mantiene la sua supremazia a livello globale, rappresentando il mezzo preferito dal 46% delle persone, seguita dal treno al 34%, e in ultima istanza, dall'aereo con il 16%. Quest'ultima percentuale trova conferma nei Paesi in cui la rete ferroviaria ad alta velocità è meno sviluppata, rimanendo ancora una scelta imprescindibile.

Una situazione che provoca un enorme impatto ambientale, dato che gli aerei sono di gran lunga i mezzi più inquinanti.

Sul punto si stanno facendo passi in avanti tramite i carburanti sostenibili per il trasporto aereo che è addirittura triplicata nel 2022. Progressi che comunque, ad ora, non permettono neanche di accomunare l’inquinamento aereo con quello dei treni e degli altri mezzi di trasporto.

“Un passeggero che viaggia in treno tutte le settimane fra Milano e Roma, invece che in aereo, -spiega Luca D'Aquila, COO del Gruppo Hitachi Rail e CEO di Hitachi Rail STS - riduce di 9 tonnellate il peso delle sue emissioni di CO2 all’anno e se scegliesse il treno al posto dell’auto ne risparmierebbe 4”.

È interessante notare che, nonostante le preferenze varino notevolmente tra le diverse città, c’è un trend comune: la maggioranza delle persone opterebbe per il treno anziché l'auto, se fosse più economico e più rapido rispetto ad ora.

I fattori più importanti nella scelta dei viaggi a media-lunga percorrenza sono il costo, la praticità e il comfort, spesso prevalenti rispetto alle preoccupazioni ambientali.

Il commento

Luca D’Aquila ha commentato così i risultati della ricerca: “Siamo consapevoli che il trasporto urbano ha un impatto diretto sulla vita del cittadino e sulla percezione dell’efficienza dell’organizzazione della città in cui vive. Parallelamente, costituisce un’importante leva per contrastare le emissioni di CO2, consentendo alle persone di adottare uno stile di vita più sostenibile”.

Non mancano le best practice, quella su cui bisogna insistere: “In Italia l’alta velocità, le metropolitane, tra cui proprio la nuovissima M4 di Milano, ma anche i nuovi tram, confortevoli e green, i treni a batteria per il trasporto regionale e le nostre APP di smart mobility, sono alcuni esempi dell’impegno di Hitachi Rail per promuovere la propensione all’utilizzo dei mezzi pubblici dei passeggeri. Le nostre soluzioni – aggiunge il CEO di Hitachi Rail STS – fanno leva principalmente sulla sicurezza, sul confort e sulle tecnologie innovative nel pieno rispetto dell’ambiente”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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‘Una casa per i giovani’, progetto Edison di...

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Il direttore Hr e Ict Colombo, 'un concreto e immediato aiuto ai giovani neolaureati'

'Una casa per i giovani', progetto Edison di company social housing

“Il progetto di company social housing di Edison 'Una casa per i giovani' nasce per dare un concreto e immediato aiuto ai giovani neolaureati, che assumiamo in tutte le sedi italiane, qualsiasi sia la tipologia di laurea in loro possesso, affinché possano avere un'abitazione di prossimità alla sede in cui operano. E’ un progetto funzionale a metterli in condizione di poter avviare, oltre a un progetto professionale con il nostro Gruppo, anche un progetto di vita personale dovendo pagare un affitto che, comprese le utenze, non supera un terzo del reddito di primo impiego che garantiamo”. Così, il direttore Hr e Ict di Edison, Giorgio Colombo, ha illustrato all'Adnkronos il piano di company social housing 'Una casa per i giovani', lanciato dall’azienda, società energetica che da 140 anni contribuisce all’innovazione e allo sviluppo nel Paese. (VIDEO)

L’iniziativa è parte di un più ampio impegno di Edison quale operatore responsabile che prevede per i più giovani un programma triennale di sviluppo e formazione, modalità di lavoro che garantiscono l’equilibrio tra vita personale e professionale, una dinamica retributiva che premia il merito e un sistema di welfare integrativo, da settembre arricchito dell’iniziativa 'Una casa per i giovani'. “Vogliamo creare le condizioni affinché i giovani possano rimanere nelle città dove hanno studiato per lavorare con Edison e possano avviare un proprio progetto di vita personale, oltre che professionale - spiega Colombo - Questo è molto importante per noi, poiché investiamo molto nei ragazzi fin dalla loro formazione all'università, pertanto, abbiamo interesse che rimangano per un periodo significativamente prolungato in azienda, non solo perché è funzionale alla loro crescita, ma anche perché è funzionale all'investimento importante che Edison fa per formarli e farli crescere”.

Il piano 'Una casa per i giovani', è rivolto ai neolaureati che non hanno un alloggio diverso da quello del proprio nucleo di origine. A loro Edison dà la possibilità di affittare un bilocale arredato, in una zona che si trova entro mezz’ora dalla sede di lavoro e collegato con mezzi pubblici. Un partner esterno specializzato nelle locazioni immobiliari si occupa della ricerca, identificazione e gestione contrattuale e amministrativa della locazione abitativa nonché di tutte le utenze a essa connesse. Al giovane è richiesto un contributo spese mensile che, considerate anche le utenze a suo carico, è ritenuto sostenibile e ha un valore non superiore a un terzo della retribuzione netta.

La ratio dell’iniziativa di Edison, pertanto, è investire sui giovani. “Abbiamo notato negli ultimi anni, purtroppo, un problema crescente di difficoltà dei giovani, soprattutto per coloro che hanno studiato nelle città metropolitane, a rimanere professionalmente in questi luoghi, in quanto il costo della vita, e in particolare degli alloggi, diventa sempre più insostenibile anche rispetto a un buon reddito di primo impiego - sottolinea - Ciò, spesso, determina una scelta, talvolta per motivi economici, di fuga dall'Italia e di lavoro all'estero, perché il primo impiego in alcuni paesi europei garantisce uno stipendio che, rapportato al costo della vita, è molto più interessante di quanto offerto in Italia”.

“Pertanto, siamo intervenuti per affrontare il tema del bisogno abitativo così che possano reggere il costo di un affitto in una città metropolitana rapportato al loro reddito. In questo modo, rendiamo possibile e sostenibile la scelta di rimanere a lavorare nella città in cui hanno studiato, effettivamente possibile e sostenibile, mitigando la necessità di una decisione dettata esclusivamente da motivi economici di un'esperienza lavorativa all'estero - prosegue Colombo - Noi abbiamo bisogno che questi giovani, una volta terminati gli studi scelgano di rimanere in Italia, iniziando un progetto con noi e che, una volta entrati continuino a rimanere in azienda per il tempo che riteniamo adeguato e ragionevole, affinché possano crescere e l'azienda possa avere un ritorno sul grande investimento che fa su di loro”.

L’Italia ha, rispetto agli altri grandi Paesi europei, un saldo import-export di giovani laureati negativo e questo dato ha un diretto collegamento anche con il problema abitativo. A questo riguardo Colombo ha sottolineato che "il sistema Italia, fortunatamente, ha compreso che quello dell’housing è un problema enorme per tutto il Paese, che contribuisce all’importante flusso migratorio dei giovani laureati italiani verso l’estero, che negli ultimi dieci anni ha raggiunto cifre importanti. Altro problema rilevante è il calo demografico. Il Paese ha bisogno di tornare a investire sui giovani in generale ed in particolare su quelli ad elevato titolo di studio. Nell'ultima legge di Bilancio ci sono già importanti segnali in questa direzione, come auspicato dal sistema delle imprese attraverso Confindustria. È stato infatti prorogato il sostegno ai giovani under 36 per l’acquisto della prima casa, un fondo di garanzia importante che dovrebbe possibilmente diventare strutturale”.

Per il direttore Hr e Ict di Edison si tratta di provvedimenti che vanno nella direzione auspicata ma che, al contempo, hanno bisogno di due condizioni. “La prima è quella di essere strutturali nel tempo - specifica Colombo - e la seconda è la capacità di mettere insieme il bisogno di un sostegno immediato con una progettualità futura sul lungo periodo, attraverso un piano edilizio che, anche con la rigenerazione del patrimonio, oggi scarsamente utilizzato, possa mettere a disposizione progressivamente delle soluzioni abitative a costo contenuto che soddisfino questo bisogno con una prospettiva di medio lungo termine. Il nostro intervento è una risposta immediata in attesa di un processo di sistema-Paese che dia uno sviluppo strutturale”.

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Sostenibilità

Nasce Milano Sostenibile, verso uno stile di vita più verde...

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Attraverso il sito, gli utenti potranno scoprire come Milano stia affrontando le questioni ambientali con progetti lungimiranti di riqualificazione urbana e politiche che promuovono l'energia verde

Nasce Milano Sostenibile, verso uno stile di vita più verde e responsabile

Milano Sostenibile lancia ufficialmente il suo sito web www.milanosostenibile.com, una piattaforma innovativa dedicata all'esplorazione del ruolo cruciale che la sostenibilità gioca nelle città contemporanee. In un periodo in cui le sfide ambientali richiedono un'attenzione sempre maggiore, Milano Sostenibile si propone di mettere in luce le iniziative locali e non soltanto, che stanno trasformando la metropoli lombarda in un esempio virtuoso di sostenibilità.

La sostenibilità non è unicamente una parola d'ordine; è un principio che permea ogni aspetto della vita urbana. Attraverso il sito, gli utenti potranno scoprire come Milano stia affrontando le questioni ambientali con progetti lungimiranti di riqualificazione urbana e politiche che promuovono l'energia verde. Queste iniziative non solo migliorano la qualità della vita per i cittadini, ma contribuiscono anche alla salvaguardia dell'ambiente per le generazioni future.

Milano Sostenibile offre una panoramica dettagliata su progetti significativi che stanno prendendo forma in tutta la città. Dalla creazione di nuovi spazi verdi e giardini verticali alla promozione di mezzi di trasporto ecologici, il sito presenta una serie di articoli, interviste e risorse che evidenziano l'impatto positivo di tali iniziative. Inoltre, la piattaforma funge da punto di incontro per cittadini, aziende e istituzioni, incoraggiando un dialogo aperto e costruttivo sulla sostenibilità.

"Milano Sostenibile nasce dalla necessità di connettere le persone con azioni concrete che stanno rendendo la nostra città un luogo migliore -afferma Agostino Marotta, founder del progetto-. Vogliamo ispirare i cittadini a partecipare attivamente a questo cambiamento e a comprendere che ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nella costruzione di un futuro sostenibile".

Il sito è progettato per essere intuitivo e accessibile, con sezioni dedicate a notizie, eventi, risorse e opportunità di volontariato. Gli utenti potranno rimanere aggiornati sulle ultime novità riguardanti la sostenibilità a Milano e non soltanto, partecipare a eventi locali e scoprire come possono contribuire a iniziative ecologiche.

Milano Sostenibile non si limita a informare, ma mira anche in qualche modo a educare. Attraverso campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione, il progetto si propone di diffondere una cultura della sostenibilità, invitando i cittadini a riflettere sul proprio impatto ambientale e sulle scelte quotidiane. In un momento storico in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, Milano Sostenibile si pone come un punto di riferimento di speranza e innovazione per scoprire come, in particolare il capoluogo lombardo, affronta le sfide ambientali e come più ad ampio raggio poter essere parte di questo importante movimento.

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Sostenibilità

Clima, 2024 anno più caldo e il primo oltre il limite di...

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Il rapporto annuale Global Climate Highlights 2024 di Copernicus

(Fotolia)

Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato a livello globale ed il primo a superare il limite di 1,5°C sopra il livello preindustriale. E' quanto fa sapere il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service - C3S), nel rapporto annuale Global Climate Highlights 2024. Il C3S è implementato per conto della Commissione europea dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (Ecmwf).

Per Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, “tutti i dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l'anno più caldo dall'inizio delle registrazioni nel 1850. L'umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi sull'evidenza. Il futuro è nelle nostre mani: un'azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro”. “Ogni anno dell'ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati - ricorda Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate Ecmwf - Siamo ormai sull'orlo per superare il livello di 1.5°C definito nell'Accordo di Parigi e la media degli ultimi due anni è già al di sopra di questo livello. Queste alte temperature globali, unite ai livelli record di vapore acqueo atmosferico nel 2024, hanno comportato ondate di calore e forti precipitazioni senza precedenti, causando sofferenza a milioni di persone”.

I dati 2024

La temperatura media globale 2024 di 15.10°C è stata di 0.72°C superiore alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e di 0.12°C superiore al 2023, il precedente anno più caldo. Ciò equivale a 1.6°C al di sopra del periodo 1850-1900: il 2024 è diventato, dunque, il primo anno solare ad aver superato di oltre 1.5°C il livello preindustriale. Anche la media del biennio 2023-2024 supera questa soglia. "Sebbene questo non significhi che abbiamo superato il limite fissato dall'Accordo di Parigi, che si riferisce alle anomalie di temperatura mediate su almeno 20 anni, sottolinea che le temperature globali stanno aumentando al di là di quanto l'uomo moderno abbia mai sperimentato", precisa C3S. Inoltre, ognuno degli ultimi 10 anni (2015-2024) è stato uno dei 10 anni più caldi mai registrati.

L'andamento delle temperature mensili

La prima metà dell'anno è stata particolarmente calda: ogni mese ha registrato temperature globali più elevate rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Ciò ha contribuito a una striscia di 13 mesi di temperature mensili da record, che si è conclusa a giugno. Da luglio in poi, le anomalie della temperatura globale sono rimaste significativamente al di sopra della media. Agosto 2024 è stato caldo come lo stesso mese del 2023, e gli altri mesi da luglio a dicembre si sono classificati come i secondi più caldi della storia, dopo il 2023. In particolare, il 22 luglio ha segnato il giorno più caldo mai registrato, con una temperatura globale di 17.16°C.

L'Europa

Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa, con una temperatura media di 10.69°C, superiore di 1.47°C alla media del periodo di riferimento tra il 1991 e il 2020 e di 0.28°C rispetto al precedente record stabilito nel 2020. La primavera e l'estate sono state le più calde mai registrate in Europa.

Gli oceani

Nel 2024, la temperatura superficiale marina media annuale (Sst) sull'oceano extrapolare ha raggiunto un massimo storico di 20.87°C, 0.51°C al di sopra della media tra il 1991 e il 2020.

Eventi estremi: tempeste, siccità e incendi

Nel 2024 sono stati osservati in tutto il mondo eventi meteorologici estremi, che vanno da forti tempeste e inondazioni a ondate di calore, siccità e incendi. Secondo il report, la quantità totale di vapore acqueo nell'atmosfera ha raggiunto un livello record nel 2024, circa il 5% in più rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020, un valore significativamente più alto rispetto al 2023 - si legge - Questa abbondante disponibilità di umidità ha amplificato il potenziale di eventi piovosi estremi. Inoltre, insieme alle elevate temperature della superficie del mare, ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, tra cui i cicloni tropicali.

Non solo. Le temperature elevate possono portare a situazioni in cui il corpo è sottoposto a stress da surriscaldamento. Oltre alla temperatura, anche altri fattori ambientali come l'umidità possono influire sullo stress da calore. Nel 2024 - rileva il rapporto - in gran parte del mondo si sono registrati più giorni della media con almeno 'forte stress da caldo'. Alcune regioni hanno anche registrato più giorni della media con 'stress da caldo estremo', livello al quale è indispensabile intervenire per evitare un colpo di calore. Secondo il report, infine, prolungati periodi di siccità in diverse regioni hanno creato condizioni favorevoli agli incendi boschivi.

“Il Global Climate Highlights è uno strumento fondamentale per sostenere gli sforzi internazionali di adattamento al clima”, rimarca Florence Rabier, direttore generale dell'Ecmwf.

Per Mauro Facchini, responsabile dell'Osservazione della Terra presso la Direzione Generale Industria Difesa e Spazio della Commissione Europea, “gli obiettivi ambientali e climatici fissati dall'Unione europea sono ambiziosi e necessitano di azioni adeguate, soprattutto considerando i risultati presentati oggi. Grazie alla scienza, all'innovazione e ai programmi faro di Osservazione della Terra come Copernicus, possiamo prendere decisioni informate per mitigare e adattarci ai cambiamenti climatici”.

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