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Un’Europa “sociale” attenta alle sfide dell’agricoltura, il manifesto Cia – Agricoltori italiani

Presentato a Bruxelles il manifesto della Confederazione, in nove punti: un invito alle Istituzioni per migliorare il futuro sociale dell’agricoltura dei Paesi membri in vista delle elezioni europee

Coltivazione dei campi - - Canva

Il valore dell’agricoltura nell’Unione europea necessità di essere tutelato. Lo sostiene con forza la Cia – Agricoltori italiani che ha proposto un piano strategico in un “Manifesto per le elezioni europee 2024”. In nove punti, la sfida proposta dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) è quella capace di affrontare le future sfide globali intervenendo in maniera strategica sui temi fondamentali per i cittadini Ue come salute, alimentazione, lavoro, energia, sicurezza ecc. L’agricoltura, in tale asset, assume un posto al centro del futuro dei cittadini in termini di sicurezza alimentare.

“Sociale” è il termine usato dalla Cia per indicare l’Europa del futuro. Quella nella quale, secondo la confederazione, ci debba essere un rappresentante del settore agricolo con un peso politico e che le Istituzioni Ue siano in grado di riuscire a valorizzare e tutelare il settore, con una futura ripartizione delle competenze dei vari dossier della Commissione, del Consiglio e del Parlamento Ue per consentire che i temi agricoli siano “gestiti con le dovute competenze”. Vediamo in dettaglio il manifesto Cia.

Il valore lungo la filiera

“Ad ogni prodotto agricolo deve essere riconosciuto il giusto valore – scrive nel manifesto la Confederazione -. Non è più procrastinabile una legge nazionale sul tema ma si deve agire anche a livello europeo”. Oltre alla revisione della Direttiva per le pratiche sleali, la Cia chiede un osservatorio Ue su costi, prezzi e marginalità. La necessità è quella di intervenire su una revisione delle politiche finalizzate ad incentivare l’aggregazione e le relazioni di filiera.

L’importanza, in questo caso, è data alle materie prime che rappresentano il vero valore delle filiere.

Aree rurali come presidio strategico

Una battaglia della Confederazione è quella relativa alle aree rurali. Nella visione strategica, quest’ultime dovrebbero subire uno sviluppo e una valorizzazione in quanto principali produttrici di cibo e “custodi del territorio, protettori dell’ambiente e operatori sociali creano il beneficio per la collettività. Rendere competitive le aree rurali vuol dire sviluppare interesse per investimenti strategici nel settore agricolo e garantire un futuro a oltre 130 milioni di persone, cioè il 30% della poplazione e oltre l’80% del territorio dell’Ue).

L’importanza del suolo

Sui danni dell’uomo sul suolo si discute da anni. La sua resistenza agli impatti umani non è destinata a durare ancora per molto. La proposta della Direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo dovrà essere approvata velocemente così da accelerare la definizione di una legge nazionale che azzeri il consumo di suolo agricolo.

L’acqua come bene prezioso

“Fondamentale intervenire sulla gestione, anche a livello Ue, definendo una Strategia di governo comune della risorsa idrica che tenga conto delle buone pratiche messe in atto dai diversi Stati membri – continua il manifesto -. Bisogna definire un Piano che miri a ripensare lo stoccaggio, la riduzione, le perdite e il riuso delle acque”. Insieme al suolo, anche il futuro di un bene di prima necessità come l’acqua è messo in dubbio.

Il commercio

L’Unione europea continua a definire standard sempre più stringenti nell’ambito del commercio del settore agricolo. Valorizzare la produzione agroalimentare europea è sempre più complesso e la Cia richiede un medesimo approccio a livello internazionale: “Bisogna definire accordi bilaterali che tengano in dovuta considerazione il settore agricolo e vanno ampliati gli studi sugli impatti cumulativi dei diversi accordi di libero scambio. Il prodotto europeo va tutelato. La parola chiave deve essere reciprocità, dunque anche in riferimento alla sostenibilità sociale”.

Il bilancio europeo

Il bilancio dedicato alla Politica agricola comune (Pac) è influenzato dall’inflazione degli ultimi anni. I settori economici risentono delle sfide del cambiamento climatico e della neutralità climatica secondo le quali, l’Europa “potrebbe considerare un plafond specifico aggiuntivo, finanziato anche attraverso nuovi strumenti per affrontare le questioni ambientali che per il settore agricolo intervenga in risposta all’adattamento al cambiamento climatico e alla transizione ecologica”.

La politica agricola comunitaria

Sulla Politica agricola comune si gioca il futuro del settore. Nello specifico, una revisione in vista di possibili evoluzioni degli scenari geopolitici è necessaria. Dinamiche complesse e soggette e continui imprevisti, dovuti all’andamento e alla crisi climatica, richiede un ridisegno di una politica agraria Ue in grado di intervenire in modo adeguato e con flessibilità. “Serve una Politica economica che tuteli l’andamento produttivo europeo e il reddito agricolo – segnala il manifesto Cia -, redistribuisca le risorse valorizzando il lavoro degli agricoltori e il ruolo che occupano nello scenario”. Gestire la crisi, favorire gli investimenti, implementare le innovazioni: così ci si immagina una Pac in grado di contribuire ad una sinergia tra i diversi fondi europei.

Il ruolo della ricerca

Ricerca e formazione rappresentano due fonti primarie di innovazione e sviluppo. La formazione in agricoltura deve continuare ad essere una priorità nell’Ue. “Garantire forme di tutoraggio per migliorare la divulgazione scientifica, guardando ad esperienze positive già attuate negli anni passati come il “Piano-quadro di divulgazione agricola”, specifica il manifesto.

Il ricambio generazionale

Impossibile non concludere conil ruolo cardine che nella ricerca e nel futuro dell’agricoltura occupano i giovani. Il ricambio generazionale deve essere strutturalmente affrontato per la continuità della produttività aziendale. “Accesso al credito e accesso alla terra come chiave di svolta per i futuri investimenti dei giovani in agricoltura oltre alla valorizzazione e allo sviluppo di servizi nelle aree rurali. Per la prima è necessaria la costituzione di un fondo europeo che ristrutturi il debito contratto con i diversi sistemi bancari”, conclude la Cia.

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Sostenibilità

Venezia modello internazionale di resilienza climatica, Vsf...

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Organizzato al Padiglione Italia una conferenza dal titolo "Il paradigma di Venezia: strategie per l’adattamento all’innalzamento del livello del mare e la  riduzione del rischio di catastrofi", in cui è stato illustrato il "modello Venezia" come esempio concreto e replicabile di resilienza e sostenibilità

Venezia modello internazionale di resilienza climatica, Vsf protagonista alla COP29 di Baku

"La Fondazione continua a consolidare il proprio ruolo internazionale sui temi della sostenibilità ambientale e, in particolare, sulla protezione dei centri urbani dall’innalzamento del livello del mare". Ad affermarlo è Alessandro Costa, Direttore Generale della Venice Sustainability Foundation (Vsf), di ritorno da Baku, dove ha partecipato ai lavori della 29ª Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Cop29 Azerbaigian). In questa occasione, Vsf ha organizzato al Padiglione Italia una conferenza dal titolo "Il paradigma di Venezia: strategie per l’adattamento all’innalzamento del livello del mare e la riduzione del rischio di catastrofi", in cui è stato illustrato il "modello Venezia" come esempio concreto e replicabile di resilienza e sostenibilità.

Vsf ha inoltre preso parte alla tavola rotonda organizzata al Padiglione Cinese dal titolo “Actively Guard against Climate Risks and Build Low-carbon and Resilient Cities”, contribuendo al dialogo internazionale sul tema delle città resilienti e a basse emissioni di carbonio. Sempre in occasione della Cop29, Alessandro Costa ha incontrato Johan Moberg, Ceo di Green Hydrogen Organisation, avviando i preparativi per la seconda edizione del Venice Hydrogen Forum, prevista per la fine del 2025.

"Abbiamo illustrato – ha spiegato Costa – il cambio di paradigma che ha interessato Venezia: grazie al sistema di opere complesse Mose, la città è passata da luogo di evidente sofferenza a modello internazionale di protezione e adattamento agli effetti dell’innalzamento del mare".

Questo posizionamento è stato rafforzato dalla recente nomina di Venezia a resilience hub da parte dell’Undrr (United Nations Office for Disaster Risk Reduction), avvenuta a fine 2023, nel corso della Biennale della Sostenibilità dedicata al sistema Mose. “Significativo – aggiunge Costa – l’intervento al nostro evento di Alessandro Guerri, DG affari europei, internazionali e finanza del Mase, che ha sottolineato come Venezia rappresenti un’eccellenza italiana nell’adattamento ai cambiamenti climatici, con soluzioni replicabili per altre aree del mondo afflitte da problematiche simili”.

La conferenza organizzata da Vsf si è articolata in tre sessioni tematiche. La prima, dedicata al ruolo dell’azione climatica locale, ha esplorato come le politiche locali possano essere strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi globali di resilienza e sostenibilità, con gli interventi di Alessandro Costa (Direttore generale di Vsf), Animesh Kumar (United Nations Office for Disaster Risk Reduction - Undrr) e Alessandra Antonini (Comitato europeo delle regioni - CoR). Un secondo approfondimento è stato dedicato al modello veneziano di adattamento climatico, dimostrando che la città non solo si è protetta dall'innalzamento del mare ma ha anche avviato un'intensa attività di restauro del patrimonio culturale secondo un modello replicabile a livello globale. Sono intervenuti Pierpaolo Campostrini (Vsf e Corila), Francesco Musco (Iuav) e Andrew Potts (Europa Nostra).

Infine, un tavolo moderato da Vittore Negretto (Iuav) e dedicato al tema “Dal locale al globale”, che ha analizzato le modalità con cui Venezia può fattivamente condividere il proprio approccio con la comunità internazionale, attraverso la partecipazione attiva alle reti globali e al dialogo tra città. Queste iniziative confermano come Venezia possa essere non solo simbolo della lotta contro l’innalzamento del livello del mare, ma anche laboratorio internazionale di resilienza, sostenibilità e innovazione nel contrasto ai cambiamenti climatici.

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Sostenibilità

Cresco Award, premiati i Comuni italiani impegnati per un...

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Cerimonia presso il Centro Congressi Lingotto di Torino, in concomitanza con la 41esima Assemblea Annuale dell’Anci.

Cresco Award, premiati i Comuni italiani impegnati per un futuro sostenibile

Premiati i vincitori della nona edizione di Cresco Award - Città Sostenibili, il contest promosso da Fondazione Sodalitas con il patrocinio e la collaborazione di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che riconosce l’impegno dei Comuni italiani per lo sviluppo sostenibile dei territori in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu. Gli award sono stati consegnati oggi ai sindaci e assessori dei Comuni vincitori nel corso di una cerimonia tenutasi presso il Centro Congressi Lingotto di Torino, in concomitanza con la 41esima Assemblea Annuale dell’Anci.

Cinque i riconoscimenti di Fondazione Sodalitas, selezionati da una giuria multistakeholder indipendente presieduta dalla rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Sciuto, assegnati ai Comuni di San Possidonio (MO), Fermignano (PS), Gualdo Tadino (PG), La Spezia e Milano.

Sono 25, poi, i progetti di Enti locali premiati da parte di un gruppo di imprese associate a Fondazione Sodalitas, particolarmente impegnate sul fronte della sostenibilità, partner dell’iniziativa: Ad Store, Bureau Veritas, Cellnex, Certiquality, Confida, Consulnet, FedEx, Feralpi Group, Industree Communication Hub, Infocert, Intesa Sanpaolo, Kpmg, Lexmark, Mapei, Nexumstp, Ntt Data, Pirelli, Poste Italiane, Sias, STMicroelectronics, Ubs, Wise Engineering.

All’edizione di quest’anno sono stati candidati 126 progetti da 105 Enti (Comuni, Città Metropolitane, Comunità Montane o Unioni di Comuni di tutta Italia). Sono oltre mille i progetti raccolti in questi anni da Cresco Award. Tutte queste iniziative sono consultabili nella Biblioteca Cresco, una banca dati online che testimonia l’impegno fondamentale dei Comuni italiani per guidare lo sviluppo dei territori verso un futuro sostenibile.

“I Comuni italiani sono a pieno titolo tra gli attori protagonisti della sfida per assicurare uno sviluppo del territorio pienamente sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale - ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente Fondazione Sodalitas - Lo dimostrano i numeri di Cresco Award che in questi anni ha raccolto oltre mille progetti presentati da 802 Comuni ed Enti Locali, un patrimonio che ci ha permesso di far conoscere le esperienze eccellenti realizzate in tutta Italia per ispirare un’emulazione virtuosa. Guardando al futuro, le ragioni che hanno ispirato questo premio sono quanto mai attuali e ci motivano a proseguirlo sia perché è necessario che questo impegno diventi pervasivo e coinvolga tutti gli Enti locali italiani, sia perché abbiamo davanti a noi sfide grandi e dall’esito incerto legate alla transizione ambientale, all’impatto dei trend demografici su lavoro e welfare, ai cambiamenti generati dalla rivoluzione digitale, nonché all’ampliarsi delle disuguaglianze. Sfide che sollecitano l’impegno diffuso dei Comuni e l’incremento di partnership con le imprese private per le quali lo sviluppo del territorio è un fattore fondamentale di crescita competitiva”.

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Sostenibilità

Al via il progetto ‘Costruiamo la salute! Biologi...

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Promosso da Enpab con il ministero della Salute e dell'Istruzione

(Fotogramma)

I biologi entrano nelle scuole elementari per insegnare ai bambini l’educazione alla salute e all’ambiente. Lo faranno grazie al progetto 'Costruiamo la salute! Biologi nelle scuole', promosso dall’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Biologi (Enpab) in accordo con il ministero della Salute e il ministero dell'Istruzione e del Merito, giunto alla sua VI edizione. Un programma didattico per l’anno scolastico 2024/2025 che coinvolge 200 biologi e 100 scuole su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti delle III elementari e le loro famiglie, sul tema della sostenibilità alimentare e ambientale.

I biologi, dopo essere stati formati dagli esperti di Enpab, terranno 9 lezioni di 2 ore che si svolgeranno sotto forma di incontri e laboratori sperimentali, anche attraverso l’utilizzo pedagogico del disegno e del gioco. "Il ruolo del biologo in tutte le sue declinazioni - spiega la presidente Enpab Tiziana Stallone - è di estrema importanza per la diffusione del valore della sostenibilità e dell’integrazione tra uomo, ambiente e animali secondo la visione olistica One Health. Per questo il progetto ha una duplice valenza: la prima è di sostegno al lavoro in maniera attiva, perché una parte delle borse sono destinate agli iscritti con fragilità".

Il bando ha riservato, infatti, prioritariamente il 20% dei posti alle biologhe che dichiarano di aver avuto una maternità nel periodo compreso dal 1° gennaio 2022 in poi e ai genitori con figli con disabilità invalidante. Sempre in conformità alle politiche di welfare attivo di sostegno alla professione e al reddito sono state considerate in sede di assegnazione graduale dei punteggi le fasce reddituali classificabili tra quelle più deboli.

"D’altra parte - aggiunge la presidente Enpab - è necessario creare un ponte con le giovani generazioni, per instradarle verso una nuova etica One Health. Enpab sposa in pieno questa visione olistica, credendo fermamente nelle sinergie professionali con l’obiettivo della tutela della salute e della sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione. Il concetto di One Health porta con sé nuove occasioni professionali per il biologo, figura di riferimento nella transizione ecologica e nutrizionale della nostra economia e della nostra società".

Il progetto 'Biologi nelle scuole', nato nel 2015 e interamente finanziato da Enpab con borse lavoro erogate a ciascun biologo vincitore del bando per uno stanziamento complessivo negli anni di 2 milioni di euro, ha coinvolto negli anni un totale di 1.000 biologi professionisti, con specializzazioni in materia alimentare e ambientale, che hanno insegnato all’interno di circa 500 istituti scolastici. Le lezioni sono strutturate con una comunicazione e una formazione molto semplice, così da rendere percettibili agli alunni i concetti tecnici, enfatizzando l’aspetto educativo, comportamentale e motivazionale e la piena consapevolezza dell’importanza della corretta alimentazione e della tutela dell’ambiente.

"La scuola italiana anche attraverso le competenze del biologo - conclude la presidente Stallone - è il luogo d’elezione in cui svolgere un programma di educazione alimentare e alla sostenibilità, in grado di guidare il processo di osservazione, prevenzione e miglioramento degli stati di sovrappeso e obesità tutt’ora presenti significativamente sul nostro territorio e di creare consapevolezza riguardo lo stato di salute dell’intero Pianeta".

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