Europee, passo Schlein verso candidatura. Annunziata e Decaro capilista al Sud
In segreteria nessuno ha detto no all'ipotesi ma il dibattito nel Pd resta aperto. Perplessità sui civici, richiesta di valorizzare classe dirigente dem
La riunione ieri al Nazareno è stata lunga e per la prima volta il tema delle candidature alle europee è stato messo sul tavolo. A partire da quella di Elly Schlein. A fine segreteria fonti dem fanno sapere che "tutti hanno chiesto alla segretaria di candidarsi". O meglio, si specifica poi, nessuno ha detto no a una sua eventuale candidatura. Come invece era accaduto a più riprese nelle scorse settimane, da parte di diversi dirigenti dem: "E' una novità". Una ricostruzione confermata dai partecipanti alla riunione: nessun veto ma "nemmeno una richiesta coram populi, sarebbe una forzatura dirlo". Piuttosto, "con diverse sfumature", si è ragionato sulle modalità di una eventuale corsa delle segretaria alle europee.
Annunziata e Decaro candidati al Sud
Ad intervenire tra gli altri Alessandro Alfieri, Debora Serracchiani, Marco Sarracino, Peppe Provenzano. Da più parti, si racconta , si è caldeggiata la necessità di valorizzare a pieno la "classe dirigente del Pd" che uno schema che preveda civici capolista potrebbe invece comprimere. Una casella però è già stata opzionata. Lo ha annunciato la stessa Schlein in serata in Tv. Lucia Annunziata sarà capolista al Sud e in lista ci sarà anche Antonio Decaro. "Stiamo costruendo le liste, una squadra che metta insieme un'apertura verso la società civile. Accanto a questo - ha detto Schlein a 'Di martedì' su La7 - le più solide figure del Pd. Abbiamo chiesto a Lucia Annunziata di guidare la lista del Pd al sud, non solo perché è una figura di grande valore per il lavoro che ha fatto da giornalista per tanti anni, ma soprattutto perché ha una grandissima conoscenza della politica estera internazionale. Il numero due sarà uno dei più bravi sindaci d'Italia, sto parlando di Antonio Decaro".
"Io candidata? Ci sto riflettendo"
Per le altre circoscrizioni, c'è chi ritiene che la capolista dovrebbe essere la segretaria: "Se si candida la segretaria fa la capolista, come dovrebbe esserlo il presidente del partito, Stefano Bonaccini - riferisce uno dei presenti alla segreteria-. C'è stato un confronto franco e costruttivo, che porteremo anche sui territori. Ci siamo lasciati così". Insomma, il dibattito resta aperto. E del resto la stessa Schlein, sebbene l'impressione tra i dem è che sia pronta a scendere in campo, non scioglie ancora il nodo: "Ci sto riflettendo, ma prima vorrei chiudere la squadra", e comunque, rimarca in tv, "mi spenderò in ogni caso".
Nella segreteria di ieri al Nazareno diversi i temi affrontati con una direttrice di fondo: avanti sulla linea unitaria verso i prossimi appuntamenti elettorali. Così fonti del Pd sintetizzano il mood della riunione. "Il combinato disposto tra gli ultimi dati sulla povertà e l'attacco alla libertà di informazione" tra il caso Agi e "una Rai che è militarmente occupata dalla destra, ci impone di stringere un'alleanza tra le sensibilità di questo partito: l'unico avversario del Pd è la destra".
Il Pd, si rimarca, "vuole confermare la crescita dell'ultimo anno e tutto quello che va in questa direzione verrà messo in campo dal partito, anche nella chiusura ormai prossima liste per le europee". Lo spazio, secondo Schlein, deve essere occupato "dai temi e non dal dibattito sui nomi". Di qui il confronto nella riunione sulla "sanità in ginocchio", sulla legge di iniziativa popolare sul salario minimo, una battaglia sulla quale il Pd non intende "mollare di un centimetro. Il no della destra ci sembra un'enormità anche rispetto ai dati Istat sulla povertà". Una battaglia da portare avanti "insieme alle altre opposizioni. Il Pd -è il ragionamento- come primo partito del centrosinistra ha la responsabilità di costruire l'alternativa, a partire dai temi".
Nel corso della riunione, sempre secondo quanto viene riferito, c'è stato un ringraziamento alla 'coppia' Igor Taruffi e Davide Baruffi, responsabili Organizzazione ed Enti locali, per l'impegno messo nella costruzione delle alleanze per regionali e amministrative. Una partita "gestita con una linea unitaria nel partito senza badare a chi ha votato chi al congresso. Con lo stesso spirito intendiamo andare avanti per le liste delle europee".
Politica
Manovra, oggi riprende l’iter al Senato. Opposizioni:...
Approdo in Aula alle 14. Calandrini (Fdi): "Iter blindato? Da anni è così, serve modifica della legge su regolamento contabilità e pareggio di bilancio"
Dopo la pausa natalizia riprendono oggi, 27 dicembre, i lavori della legge di bilancio che passa all'esame del Senato per la seconda lettura. La manovra da circa 30 miliardi di euro, la terza del governo Meloni, sarà licenziata dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama che tornerà a riunirsi alle 11, mentre l'approdo in Aula è previsto per le ore 14.
Il numero complessivo delle proposte emendative delle forze di opposizione è orientativamente di 800. Visti i tempi contingentati, è possibile che l'ok al testo arrivi senza mandato al relatore e che il governo ponga la questione di fiducia, con il voto finale che dovrebbe arrivare intorno alle 14 di domani, 28 dicembre.
Opposizioni all'attacco
Le opposizioni unite hanno criticato aspramente l'iter blindato della legge di bilancio, parlando di "Parlamento umiliato" e "mortificato" da un "monocameralismo di fatto" che, secondo le minoranze, sarebbe ormai diventata una "patologia" delle Camere. La capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga attacca: "Da domani un inutile tour de force al Senato per approvare la legge di bilancio. Inutile - spiega - perché non si potrà cambiare una virgola a una legge ingiusta che scontenta tutti: chi vive tra mille difficoltà e chi vuole fare impresa". Secondo l'esponente dem "si umilia il Parlamento" perché "di fatto solo una Camera ha esaminato ed è potuta intervenire sulla principale legge dello Stato. Il Natale è passato - chiosa Braga - ma la festa per un governo arrogante e indifferente si problemi del paese continua".
Luigi Marattin di Orizzonti liberali osserva: "Ampio spazio sui media natalizi al fatto che il Senato si lamenta perché non potrà realmente esaminare la legge di bilancio. Tra due giorni non se ne parlerà più". Il deputato ex Iv invoca dunque "una riforma costituzionale che abolisca la Camera (400 membri) e il Senato (200 membri) e crei un'unica Assemblea Nazionale di 600 membri".
Il malcontento anche nella maggioranza
Ma il fatto che una delle due Camere abbia margini più che risicati per intervenire sulla manovra e discutere nel merito i provvedimenti è un tema sentito anche all'interno della maggioranza. Interpellato dall'Adnkronos sulle proteste delle opposizioni, il presidente della Commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini (Fratelli d'Italia) dice che "questa non è una novità, ma qualcosa che accade da molti anni, ed è auspicabile che questo approccio possa cambiare. In Commissione nei giorni scorsi abbiamo valutato che si può tranquillamente tornare alle due letture piene da parte dei due rami del Parlamento. Per ottenere questo, serve approvare due ddl per la modifica di alcune leggi: una legata al regolamento di contabilità e l'altra relativa al pareggio di bilancio". Al momento, però, "occorre farsene una ragione", conclude il senatore di Fdi.
Politica
Natale, a tavola si litiga per politica? La guida di Pd e...
Come rispondere ai parenti che votano per gli avversari...
Non ricette con le prelibatezze delle feste, ma bacchettate a chi anche a tavola, per il pranzo del Natale, non ti risparmia di spiattellare -è il caso di dire- i risultati della sua parte politica, sia di destra che di sinistra.
La guida Pd
Il Pd lancia per questo la sua campagna social con gli spunti per 'sopravvivere al Natale con i tuoi parenti un po' di destra', mettendo a disposizione dei fan su Instagram le slide con le risposte da dare sui temi caldi del confronto politico.
Ecco la questione sanità ("Ah, ti hanno fissato la visita a marzo 2026? Forse non è colpa dei medici, zio, ma di chi taglia la sanità pubblica"); le politiche per i giovani ("No, zia, non ho ancora comprato casa, ovviamente. Però possiamo parlare del taglio di 330 milioni dal Fondo Affitti"). Non manca l'evergreen dei treni, con il ministro Salvini messo sempre sulla graticola: "Ah hai speso 350 euro sola andata per essere qui e il treno ha fatto 3 ore di ritardo? Tranquillo, ora il titolare dei trasporti non ha più scuse per non lavorare..." Terminando con la teoria gender che tanto scandalizza a destra: "Esatto, zia, la teoria gender esiste quanto Babbo Natale".
Il vademecum di Fratelli d'Italia
Non si fa attendere la 'guida' al contrario dei Fratelli d'Italia. Qui si spiega come cantargliele ai parenti orientati a sinistra, anticipando la discussione alla cena della Vigilia. "Se a tavola hai lo zio che si lamenta delle tasse, ricordagli che il taglio del cuneo fiscale è stato reso permanente", è la prima risposta da dare. La manovra mette a disposizione poche risorse? "Si sarebbe potuto fare di più, se non ci fosse stato un debito da 137 miliardi" che ha fatto il superbonus. "Se senti poi mormorare la zia femminista, ricordale che con il governo Meloni si è raggiunto il record di occupazione femminile", si può ricordare subito alla parente, aggiungendo pure che Giorgia è la prima premier donna in Italia. Schermaglie politiche, 'condite' con l'ironia, che rischiano però di rendere indigeste cene e pranzi attesi tutto l'anno.
"Chi crede nel Natale non fa politica a tavola, il problema di questo Pd è che non ci crede, tant'è che considera il cenone solo una occasione di propaganda e di divisione", si ribella Gianfranco Rotondi, presidente Dc, puntando il dito contro il partito democratico". Noi siamo cresciuti in un’Italia in cui i direttori di giornale scrivevano un editoriale per suggerire agli italiani di non discutere di politica a Natale", rivendica. Nel frattempo però la 'guerra' social tra destra e sinistra è già diventata virale, e forse qualcuno per evitare pericolose discussioni ha già preparato la scusa dell'influenza che gira, che come si sa, colpisce a destra e sinistra.
Politica
Pnrr, erogata all’Italia la sesta rata da 8,7 miliardi
Meloni: "L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro"
La Commissione europea ha versato all'Italia della sesta rata del Pnrr pari a 8,7 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni. Il pagamento segue la valutazione positiva della Commissione, adottata lo scorso 26 novembre, connessa al conseguimento di 39 obiettivi, distinti in ventitré milestone e sedici target.
"L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva del Pnrr". Un "risultato positivo che permetterà all’Italia di investire in molti settori strategici intensificando la produzione in attività in cui questo governo ha creduto fin dal suo insediamento. Il pagamento della sesta rata è frutto di un intenso lavoro, svolto in sinergia anche con la Commissione europea, che ci spinge a proseguire in questa direzione per il benessere della Nazione e dei cittadini", dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in una nota di palazzo Chigi.
Tra gli "obiettivi conseguiti con il pagamento della sesta rata", si legge nel comunicato, "figurano investimenti strategici quali il potenziamento dei collegamenti ferroviari del Mezzogiorno e del centro Italia, la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas (Linea Adriatica) e per l’autonomia energetica dell’Italia, il rinnovo della flotta per il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco, i crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e l’attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0, rispetto alla quale sono in corso modifiche normative per renderla più accessibile e vantaggiosa per le imprese, il rafforzamento della dotazione organica dei tribunali penali, civili e amministrativi, l’avvio degli interventi per nuovi impianti sportivi nei plessi scolastici e la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali per efficientare le prestazioni del sistema sanitario nazionale".
Agli investimenti, spiega palazzo Chigi, "si aggiungono importanti riforme, fra cui i provvedimenti normativi in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, le azioni per prevenire e contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori e le altre forme di lavoro irregolare, oltre alla definizione di uno standard nazionale per la professione di guida turistica".