L'enorme buca di circa 10 metri di larghezza e altrettanti di profondità in via Sestio Menas. Lesioni strutturali in un palazzo vicino
Voragine di circa 10 metri di larghezza e altrettanti di profondità si è aperta in via Sestio Menas nel quartiere del Quadraro a Roma. Due auto in sosta ci sono finite dentro, una Dacia e una Renault. I controlli in un palazzo vicino hanno permesso di individuare alcune lesioni strutturali. Evacuati in via precauzionale gli inquilini della struttura di via Attio Labeone 16, scala B in attesa degli accertamenti tecnici che saranno effettuati domani mattina. I caschi bianchi hanno proceduto a un controllo preliminare delle persone presenti: al momento delle verifiche sono stati trovati 58 inquilini, su 64 residenti, in 23 appartamenti, sui 36 totali. Gli agenti, oltre alla messa in sicurezza della zona, per consentire l’evacuazione dello stabile, sono impegnati nel fornire l’ausilio necessario alle famiglie, per le quali sono state attivate le procedure di assistenza alloggiativa. Predisposto per le prossime ore un servizio di vigilanza davanti al palazzo al fine di evitare atti di sciacallaggio.
Sul posto la polizia di Roma Capitale, la Protezione Civile e i tecnici dell'ufficio tecnico del Comune di Roma. "Le squadre dei tecnici di Acea Ato 2, sono sul posto per effettuare una videoispezione" rende noto in una nota la stessa società operativa del gruppo Acea. "La fognatura risulta danneggiata e sono in corso le verifiche per comprendere le cause. Al momento - si legge - i tecnici sono impegnati per il ripristino della funzionalità della conduttura, garantendo al contempo la continuità del servizio. Non risultano invece in nessun modo coinvolte le infrastrutture idriche".
"Non ci sono evidenze di rischio significativo, ma per ragioni precauzionali i nostri tecnici e i vigili del fuoco hanno consigliato un'evacuazione temporanea per poter fare tutte le verifiche che tutto sia in condizioni di sicurezza" ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "Informeremo i residenti dell'esito delle verifiche - ha continuato il primo cittadino che ha incontrato i cittadini - nell'auspicio che il prima possibile possano rientrare negli appartamenti". "Per chi non ha a disposizione una soluzione di parenti o amici, è disponibile una scuola qui vicino dove poter stare e municipio e protezione civile provvederanno a tutti i generi di conforto".
"Da tempo l'assessora (ai Lavori pubblici, ndr.) Segnalini ha disposto e richiesto il rafforzamento delle attività di video-ispezioni del sistema fognario e Acea si sta anche avvalendo di dati satellitari per monitorare eventuali cedimenti del terreno. Abbiamo disposto un rafforzamento delle attività preventive, naturalmente non è mai possibile prevedere tutto, ma abbiamo chiesto anche in queste ore ad Acea di potenziare l'attività di video-ispezione e sorveglianza per prevenire il più possibile eventuali situazioni di questo tipo" conclude il sindaco della Capitale.
Cronaca
Hiv, D’Attis (Fi): “Proposta di legge in commissione...
"Il Paese si doti di nuovi strumenti per combattere Hiv, Hpv e malattie sessualmente trasmissibili"
“La proposta di legge, tra l’altro condivisa, con l’abbinamento di altri testi, è ferma in commissione affari sociali. Si tratta di un lavoro di alcuni anni. Mi auguro che il 1 dicembre del 2024 sia l’ultima giornata mondiale contro l’Aids senza una nuova legge. Quello che ci viene chiesto è appunto” uno strumento “che innovi la 135 del ‘90 e che doti il Paese di nuovi strumenti per combattere l’Hiv, l’Aids, l’Hpv e le malattie sessualmente trasmissibili”. Queste le parole dell’onorevole Mauro D’Attis, componente V commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei Deputati, esponente di Forza Italia e relatore nell’ottobre 2022 di una proposta di legge su interventi per la prevenzione di Hiv, Aids e Papilloma Virus, in occasione della presentazione del libro bianco ‘Hiv. Le parole per tornare a parlarne’.
Questo documento parte da quattro parole chiave - prevenzione, stigma, checkpoint e qualità di vita - per riportare il discorso pubblico sul tema dell’Hiv e passare all’azione, nell’ambito dell’evento ‘Hiv. Dalle parole alle azioni. Insieme per porre fine all’epidemia’, organizzato a Roma e promosso da Gilead Sciences con la partecipazione dei rappresentanti della comunità scientifica, delle associazioni, del terzo settore, delle istituzioni nazionali e regionali.
Cronaca
Aids, San Raffaele Milano: parte studio su terapia...
Il progetto si posiziona all’interno della cosiddetta scienza dell’implementazione
L’infezione da l'Hiv continua a rappresentare ancora oggi, anche in Italia, una sfida importante. É necessario promuovere l’accesso al test, favorire la prevenzione dell’infezione da Hiv e delle malattie sessualmente trasmesse, assicurare a tutte le persone che vivono con l’infezione terapie efficaci ben tollerate nel tempo ed esplorare possibili percorsi di cura definitiva. Proprio per questo il team di Evoluzione e Trasmissione Virale dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, diretto dalla dottoressa Gabriella Scarlatti, ha recentemente avviato uno studio clinico di Fase 1 per testare la sicurezza e l’efficacia immunitaria di nuovo vaccino terapeutico HIVconsvX.
"Nella battaglia contro l’infezione da Hiv è fondamentale garantire un percorso terapeutico che favorisca l’aderenza alla terapia perchè questo, non solo migliora la qualità di vita delle persone con l'Hiv, ma è uno strumento molto efficace, insieme alla prevenzione, nel contenere l’epidemia da Hiv e nel ridurre a 0 il numero di nuove infezioni", spiega professoressa Antonella Castagna, ordinario di Malattie Infettive all’Università Vita-Salute San Raffaele - UniSR e primario di Malattie Infettive all’Irccs Ospedale San Raffaele.
In occasione della Giornata mondiale contro l’Hiv, che si celebra il primo dicembre, l’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, annuncia l’avvio dello studio 'Aladdin', rivolto alle persone con questa patologia che vivono nella area milanese e che potranno fruire a domicilio della terapia Long-acting con Cabotegravir associato a Rilpivirina. Il progetto si posiziona all’interno della cosiddetta scienza dell’implementazione, filone di ricerca relativamente recente che studia l’adozione di interventi innovativi in ambito sanitario. Questa disciplina analizza i fattori e i processi che influenzano i risultati dell'implementazione sia dal punto di vista dei pazienti sia dei sanitari.
'A partire dal 2 dicembre coinvolgeremo 100 persone in terapia antiretrovirale stabile ed efficace'
Lo studio Aladdin (Antiviral Long Acting Drugs Landing in People Living With HIV), "coordinato dalla dottoressa Silvia Nozza, infettivologa dell’Irccs Ospedale San Raffaele, è volto a confrontare la somministrazione ospedaliera e domiciliare del trattamento Cabotegravir Long Acting associato a Rilpivirina Long Acting per pazienti Hiv positivi e sarà supportato da ViiV Healthcare nell’ambito del supporto a studi di ricerca indipendenti. Verranno esaminati - precisa la nota del San Raffaele - due diversi contesti di somministrazione del trattamento, quello standard ospedaliero e quello innovativo domiciliare". "A partire dal 2 dicembre coinvolgeremo 100 persone in terapia antiretrovirale stabile ed efficace per valutare la fattibilità, l'adeguatezza e l'accettabilità di ciascuna delle due modalità di somministrazione della terapia Long Acting; – spiega Nozza – il nostro obiettivo è riuscire a fornire risposte concrete ai bisogni delle persone con Hiv seguite al San Raffaele di Milano per migliorare l’adesione alle terapie".
Le iniziative previste per il 2 dicembre. In occasione della Giornata mondiale contro l’Hiv si rinnova anche l’impegno del San Raffaele a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema cruciale: la prevenzione. L'Irccs promuove tre importanti iniziative. Dalle 9 alle 16 un camper Easy-Test sosterà nel piazzale dell’Ospedale San Raffaele, gentilmente offerto da Medici in Strada, in cui un team di medici dell’Unità di Malattie Infettive sarà a disposizione delle persone interessate per eseguire il test rapido, gratuito e anonimo per l’individuazione degli anticorpi dell’HIV e della sifilide e per fornire tutte le informazioni utili riguardanti la patologia.
Il 2 dicembre eventi per approfondire i progressi della ricerca scientifica, esplorare il panorama globale della malattia
Sempre la mattina del 2 dicembre, dalle 10.30 alle 11, presso il reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale San Raffaele – Turro (Via Stamira d'Ancona, n. 20, Milano), i pazienti malati di HIV e il personale del San Raffaele e del Centro San Luigi, che hanno aderito al progetto Lanaterapia, accompagnati dalla professoressa Antonella Castagna, dalla coordinatrice infermieristica, dottoressa Katia Ruggieri, e dalla Direttrice di Gomitolorosa, Ivana Appolloni, distribuiranno le coperte degli esagoni realizzate a mano ai pazienti ospedalizzati della struttura. Infine, nel pomeriggio, dalle 13:30 alle 18:15, ricercatori, medici, infermieri dell’Unità di Malattie Infettive, unitamente agli studenti UniSR e alle associazioni delle persone con infezione da Hiv, parteciperanno al simposio 'HIV: dalla prevenzione alla cura' (Ospedale San Raffaele, via Olgettina 60 Milano , aula San Raffaele, settore C) che avrà l’obiettivo di approfondire i progressi della ricerca scientifica, esplorare il panorama globale della malattia e discutere delle reali esigenze delle persone che convivono con l’infezione da HIV.
Cronaca
Aids, infettivologo Antinori: “Stigma allontana...
‘Checkpoint strutture importanti, possono offrire test e anche Prep’
“Lo stigma nei confronti delle persone con Hiv è tutt’oggi la prima barriera ad ostacolare molte delle azioni di sanità pubblica: esiste, non solo nella società e negli ambienti di lavoro, ma anche nelle strutture sanitarie, come dimostrato purtroppo da un’indagine dell’European Ecdc da poco pubblicata. In molti Paesi europei infatti persiste uno stigma da parte degli operatori sanitari e di coloro che assistono le persone con Hiv, operatori dunque che, evidentemente, hanno pregiudizi e idee non conformi a quella che dovrebbe essere l’idea di un professionista che è, in primo luogo, un portatore di salute. Credo che questa sia una grande battaglia perché lo stigma allontana le persone dal test e dai luoghi di cura, capovolgendo i paradigmi e impedendoci di lavorare”. Con queste parole Andrea Antinori, direttore del dipartimento clinico dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive, Spallanzani Irccs di Roma, è intervenuto oggi all’evento ‘Hiv. Dalle parole alle azioni. Insieme per porre fine all’epidemia’ promosso da Gilead Sciences, a Roma.
L’evento che rientra nella campagna ‘Hiv. Ne parliamo?’ ha visto la partecipazione dei rappresentanti della Comunità scientifica, delle associazioni, del terzo settore, delle Istituzioni nazionali e regionali. Durante l’evento è stato presentato il libro bianco ‘Hiv. Le parole per tornare a parlarne’. Allontanare le persone dai luoghi di cura “impedisce - sottolinea lo specialista - alle persone con Hiv di avere una vita regolare, sana e felice e, alle persone a rischio, di avvicinarsi a tutto quello che può servire per evitare che si infettino. I checkpoint sono quindi fondamentali - prosegue - collaboriamo infatti con i due checkpoint di Roma e ci rechiamo lì settimanalmente a fare il nostro lavoro insieme a loro. Sono strutture importanti, perché possono offrire il test ma anche la Prep”, la prevenzione pre esposizione “che si può portare fuori dall’ospedale. Noi lo stiamo facendo, la consegniamo anche fisicamente con questo rapporto di collaborazione con i checkpoint, che sono dei luoghi neutri, più friendly e non medicalizzati, a cui le persone si possono avvicinare. Lo dico pensando sopratutto a chi ha bisogno di prevenzione, che non è malato ma una persona sana, che guarda all’ospedale anche con un certo timore, con paura o con reticenza. I checkpoint possono avvicinare questa popolazione e rendere tutto molto più semplice, libero e naturale”.
La qualità della vita delle persone con Hiv e in terapia “è migliorata per effetto dei farmaci, però esistono ancora molti problemi irrisolti nell’età più avanzata, in cui aumentano le morbidità e le altre patologie - aggiunge Antinori - I nostri pazienti sono dei cronici e la cronicità è un problema a tutti i livelli, non solo per l’Hiv. La qualità della vita può quindi ulteriormente migliorare ma servono interventi molto capillari, servono team multispecialistici che si facciano carico di queste persone perché non serve solo l’infettivologo, ma servono anche assistenti sociali, sanitari e psicologici, per gestire una malattia complessa che non riguarda solo il virus ma riguarda una persona, un’entità molto più alta e complicata”.