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Gaza, Harris: “Se Israele non cambia approccio, Usa cambieranno il loro”

Iran: "Nessun atto rimarrà senza risposta, puniremo il regime sionista". Lo Stato Ebraico riapre il valico di Erez per la consegna degli aiuti a Gaza, aperto anche il porto di Ashdod. Nella Striscia "oltre 33mila morti"

L'auto degli operatori umanitari Wck uccisi da un raid israeliano - Fotogramma /Ipa

Due ufficiali dell'esercito israeliano sono stati licenziati ed altri tre sono stati richiamati ufficialmente in relazione al raid su Gaza in cui lunedì sono stati uccisi sette operatori dell'ong World Central Kitchen (Wck). E' quanto deciso dopo che l'inchiesta interna delle Idf ha evidenziato come il raid sia stato condotto a seguito di una "errata identificazione".

I militari che hanno autorizzato l'operazione, si precisa, ritenevano di aver preso di mira operativi di Hamas e non i sette operatori umanitari. "Coloro che hanno approvato l'attacco erano convinti che stessero prendendo di mira agenti armati di Hamas", hanno dichiarato le Idf, che hanno ammesso che si è trattato di "un grave errore derivante da un grave fallimento dovuto a un'errata identificazione".

''Rappresentano una magra consolazione'' le scuse che le Forze di difesa israeliane hanno fornito per l'attacco, ha dichiarato l'amministratore delegato di Wck Erin Gore, definendo comunque ''importanti passi in avanti'' il fatto che le Forze di difesa di Israele si siano assunte la responsabilità del raid e stiano adottando misure disciplinari contro le persone coinvolte. Ma ''serve una indagine indipendente'' e anche ''un cambiamento sistemico per evitare altri fallimenti militari''.

Perché "allo stesso tempo è anche chiaro, dalle loro indagini preliminari, che l'Idf ha messo in campo una forza letale senza tenere conto dei propri protocolli, della catena di comando e delle regole di ingaggio'', ha sottolineato Gore. ''Le Idf hanno riconosciuto che le nostre squadre hanno seguito tutte le procedure di comunicazione adeguate'', ha aggiunto Gore evidenziando il fatto che ''il video dell'Idf non mostra alcun motivo per sparare sul nostro convoglio, che non trasportava armi e non rappresentava alcuna minaccia".

In una nota la Wck ha poi affermato che, senza un cambiamento strutturale, "ci saranno altri fallimenti militari, più scuse e più famiglie in lutto". L'organizzazione non governativa ha chiesto che venga formata una commissione indipendente per indagare sugli omicidi, insistendo che l'Idf non è in grado di "indagare in modo credibile il proprio fallimento a Gaza".

Iran avverte Israele: "Nessun atto rimarrà senza risposta". Chiuse 28 ambasciate nel mondo

Il capo della Guardia rivoluzionaria iraniana Hossein Salami ha avvertito che "nessun atto" contro la Repubblica islamica rimarrà senza risposta, dopo il raid attribuito a Israele contro il consolato iraniano a Damasco, in Siria, che ha provocato almeno quindici morti.

"Nessun atto di alcun nemico contro il nostro sacro sistema rimarrà senza risposta. L'arte della nazione iraniana è spezzare il potere degli imperi e dimostrare la vittoria della verità e della fede", ha detto in un discorso pronunciato in occasione della giornata di al-Quds, in solidarietà al popolo palestinese.

"I nostri uomini coraggiosi puniranno il regime sionista", ha avvertito Salami, in un discorso dedicato in gran parte a lodare la resistenza del popolo palestinese e ad attaccare Israele e Stati Uniti. Salami ha sottolineato che il sostegno americano ai "crimini sionisti" li ha posti al "centro dell'odio", non solo del mondo islamico, ma di gran parte della popolazione mondiale, secondo l'agenzia di stampa Tasnim.

"I sionisti e i loro sostenitori americani pensano che più musulmani uccidono, assediano e sfollano, meglio potranno continuare a vivere, ma questo è in realtà l'opposto del loro sogno - ha denunciato ancora -. La geografia di Gaza è piccola sulla mappa, ma la sua geografia politica è molto ampia, e nel mondo è stato creato un ampio livello di sostegno spirituale per il popolo palestinese, che ha mostrato una resistenza leggendaria".

Salami ha espresso fiducia che i palestinesi andranno avanti e riconquisteranno i beni di cui sono stati privati: "I sionisti non possono scegliere tra la guerra e la vita; la loro strada è arrendersi, devono rendersi conto che non raggiungeranno la sicurezza nella regione espandendo la guerra".

Intanto, 28 ambasciate israeliane oggi sono chiuse tra i timori di una possibile rappresaglia iraniana. Lo ha confermato una fonte israeliana al Times of Israel, precisando che la misura arriva in una giornata particolarmente delicata in quanto è l'ultimo venerdì del mese di Ramadan e in Iran si celebra la Giornata per al-Quds (Gerusalemme). A quanto si apprende, chiusa anche la sede dell'ambasciata israeliana a Roma.

Israele riapre valico Erez per aiuti a Gaza

L'ufficio di Netanyahu afferma che consentirà la consegna “temporanea” di aiuti attraverso il confine con la Striscia di Gaza settentrionale. "Israele consentirà la consegna temporanea di aiuti umanitari attraverso Ashdod e il valico di Erez", si legge nella dichiarazione dell'ufficio del primo ministro.

"Questo aumento degli aiuti eviterà una crisi umanitaria ed è necessario per garantire la continuazione dei combattimenti e per raggiungere gli obiettivi della guerra", ha aggiunto l'ufficio del premier.

Harris: "Se Israele non cambia approccio, Usa cambieranno il loro"

"Faremo in modo che Israele non venga mai lasciato senza la capacità di difendersi. Allo stesso tempo, se non ci saranno cambiamenti nel loro approccio, è molto probabile che cambieremo il nostro". Lo ha detto a un giornalista di Spectrum News la vicepresidente americana Kamala Harris, descrivendo come "schietta" la conversazione tra il presidente Joe Biden e il primo ministro Benjamin Netanyahu.

"Gli attacchi agli operatori umanitari e in generale la situazione umanitaria sono inaccettabili. Israele deve annunciare e attuare una serie di misure specifiche, concrete e misurabili per affrontare i danni ai civili, le sofferenze umanitarie e la sicurezza degli operatori umanitari", le parole di Biden a Netanyahu secondo quanto si legge in una nota della Casa Bianca, nella quale si sottolinea che Biden "ha chiarito che la politica degli Stati Uniti nei confronti di Gaza sarà determinata dalla nostra valutazione sull'azione immediata di Israele rispetto a queste misure".

Il presidente ha anche sottolineato che "un cessate il fuoco immediato è essenziale per stabilizzare e migliorare la situazione umanitaria e proteggere i civili innocenti e ha esortato il premier a mettere i suoi negoziatori in grado di concludere senza indugio un accordo per riportare a casa gli ostaggi".

Già mercoledì Biden aveva accusato Israele di non fare abbastanza per proteggere gli operatori umanitari sollecitando una rapida indagine sull’attacco dei droni delle Forze di Difesa Israeliane a Gaza che ha ucciso sette persone che lavoravano per l’organizzazione benefica World Central Kitchen.

Direttore Cia atteso al Cairo per colloqui con capo Mossad

Il direttore della Cia, William Burns, dovrebbe recarsi al Cairo questo fine settimana per colloqui con il capo del Mossad ed alti funzionari del Qatar e dell'Egitto nell'ambito degli sforzi mirati a raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza. Lo ha indicato sul social X il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando due fonti.

Ministero Sanità Gaza: "Oltre 33mila morti da 7 ottobre"

Sarebbero intanto oltre 33mila i palestinesi che hanno perso la vita nella Striscia di Gaza dall'inizio della rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas, aggiornando il bilancio a 33.091 morti e a 75.750 feriti. Nelle ultime 24 ore 54 palestinesi sono stati uccisi e altri 82 feriti.

In video al Jazeera "palestinesi bersagliati da Idf mentre raccolgono aiuti"

Soldati israeliani che prendono di mira deliberatamente i palestinesi mentre si precipitano a raccogliere gli aiuti lanciati dagli aerei nel nord-est di Gaza. E' questo il contenuto di un filmato esclusivo ottenuto da Al Jazeera girato il 9 marzo, che mostrerebbe i militari dell'Idf aprire il fuoco nonostante nessuno di questi uomini palestinesi costituisca una minaccia. Gli spari continuano anche mentre gli uomini abbandonano la zona, allontanandosi dal confine e dalle postazioni dei soldati.

'Slogan pro-terrorismo', 8 fermi alla Moschea di Al-Aqsa

Nell'ultimo venerdì di Ramadan la polizia di Gerusalemme ha fermato otto persone alla moschea di Al-Aqsa con l'accusa di aver scandito slogan che istigano al terrorismo. Lo indica il Times of Israel, sottolineando come un numero elevato di agenti sia stato dispiegato nella Città Vecchia in occasione dell'evento religioso che richiama migliaia di fedeli. I sospetti, quattro di Gerusalemme Est e quattro del nord di Israele, saranno interrogati a breve.

Unicef: "620.000 bambini senza scuola a Gaza"

Più della metà dei bambini di Gaza, 620.000, non può frequentare la scuola a causa della distruzione portata da sei mesi di guerra al sistema educativo dell'enclave. Lo ha reso noto il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia.

Otto scuole su dieci a Gaza sono danneggiate o distrutte, con circa il 10% delle strutture completamente decimate, afferma l’Unicef. Ma ricostruire le scuole sarà un compito più semplice che affrontare il trauma dei bambini e la perdita dell’istruzione, aggiunge David Skinner di Save The Children.

"Ciò che spesso si perde nel parlare di Gaza è che si tratta di una catastrofe per i bambini", ha detto Skinner. “Si tratta di bambini che hanno subito un lutto, che hanno perso persone, che sono malati e malnutriti”.

Missile Hezbollah, ferito soldato Idf

Un soldato dell'Idf è rimasto leggermente ferito durante un attacco missilistico anticarro nella zona di Metula, al confine con il Libano, durante la notte. Lo riferisce l'esercito israeliano.

Sette razzi sono stati lanciati anche contro la comunità di Malkia nell'Alta Galilea. Hezbollah si è assunto la responsabilità degli attacchi, affermando di aver preso di mira posizioni militari. L'Idf afferma di aver bombardato le fonti di provenienza dei missili con l'artiglieria.

Palestinese ucciso in Cisgiordania, tentava di lanciare ordigno contro polizia israeliana

Agenti israeliani della polizia di frontiera sotto copertura hanno ucciso un uomo palestinese che stava per lanciare un ordigno esplosivo contro le truppe durante un raid in Cisgiordania. Secondo la polizia, gli agenti avevano fatto irruzione a Tulkarem, per arrestare tre palestinesi ricercati sospettati di coinvolgimento in attività terroristiche. Secondo i media palestinesi, la sparatoria è avvenuta nell'adiacente campo profughi di Nur Shams.

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Esteri

Energia, Meloni: “Siglato accordo con Albania ed...

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La premier al summit di Abu Dhabi: "Italia piattaforma naturale nel Mediterraneo, hub tra Ue e Africa". Poi sul nucleare: "Fusione può cambiare corso della storia, risorsa accessibile per tutti"

Giorgia Meloni al summit di Abu Dhabi

"Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell'Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo al summit sull'energia ad Abu Dhabi.

La presidente del Consiglio si è detta "molto orgogliosa di questa iniziativa", perché, ha spiegato, "dimostra concretamente come possano essere costruite nuove forme di cooperazione anche tra partner apparentemente distanti, almeno da un punto di vista geografico. Partner che, tuttavia, sanno guardare alla scacchiera nel suo insieme e non solo al quadrante che sembra riguardarli più da vicino", ha rimarcato Meloni.

"Italia piattaforma naturale Mediterraneo, hub tra Ue e Africa"

"L'Italia ha l'opportunità di diventare l'hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, il che ci consente di agire come centro di approvvigionamento e distribuzione, collegando sia l'offerta esistente che quella potenziale dall'Africa con la domanda energetica dell'Europa", ha detto la premier intervenendo al summit.

Il governo italiano, ha proseguito Meloni, "dà voce a questa ambizione anche attraverso il Piano Mattei (il nostro piano di cooperazione con i Paesi africani), che pone l'energia come uno dei suoi pilastri fondamentali e prevede anche progetti di connessione strategica. Penso, ad esempio, all'interconnessione elettrica Elmed tra Italia e Tunisia".

"Sono certa - ha sottolineato davanti alla platea del summit - che sviluppare interconnessioni possa rappresentare la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica, in grado di moltiplicare le opportunità di cooperazione tra di noi e generare benefici condivisi per tutti".

"No decarbonizzazione a prezzo desertificazione economia"

In un passaggio del suo intervento davanti alla platea del World Future Energy Summit di Abu Dhabi la premier ha poi sottolineato che "non riusciremo a triplicare la capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2030, né a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o a mettere da parte, per ragioni ideologiche, soluzioni che invece potrebbero aiutare a costruire un'alternativa sostenibile ai combustibili fossili. Dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo impone".

Nucleare

Per la premier bisogna puntare su "un mix energetico equilibrato, basato sulle tecnologie attualmente disponibili, su quelle in fase di sperimentazione e su quelle che devono ancora essere identificate. Non mi riferisco solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all'idrogeno verde e alla cattura della CO₂ - senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l'energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia".

"Il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderà dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione", ha detto la presidente del Consiglio.

"Stiamo vivendo in un'epoca particolarmente complessa, segnata da trasformazioni epocali. Ora abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni restando inerti, oppure possiamo interpretarle come opportunità. Credo che dovremmo scegliere la seconda strada e percorrerla con coraggio e visione, senza paura di osare", ha proseguito la premier, concludendo il suo discorso con una citazione dell'economista Julian Simon: "Il principale carburante per accelerare il progresso del mondo è il nostro patrimonio di conoscenze; i freni sono la nostra mancanza di immaginazione".

Secondo quanto si apprende, a margine del summit è in corso un incontro tra la premier Meloni e il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Oggi pomeriggio i due leader si vedranno nuovamente per il bilaterale.

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Esteri

Israele-Gaza, media: Hamas chiede di rivedere diverse...

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Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso

Bombardamenti nella Striscia di Gaza (Afp)

Hamas ha chiesto qualche ora in più per rivedere diverse clausole nell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, prima di presentare la sua risposta finale. Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso.

Secondo quanto ha detto all'agenzia di stampa Al-Araby Al-Jadeed un'importante fonte palestinese, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma il suo annuncio è stato ritardato a causa di disaccordi sui meccanismi di attuazione. Secondo la fonte, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tentato di sabotare l'accordo e di ritardarne l'avanzamento all'ultimo minuto, insistendo affinché i soldati israeliani tenuti in ostaggio da Hamas fossero inclusi nella lista dei 33 ostaggi da rilasciare nella prima fase dell'accordo.

Biden proroga sanzioni contro coloni estremisti per altri 12 mesi

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato formalmente che prorogherà di altri 12 mesi l'ordine esecutivo di sanzioni contro i coloni israeliani estremisti, oltre la data di scadenza che era stata fissata al primo febbraio 2025. La situazione in Cisgiordania - in particolare gli alti livelli di violenza dei coloni estremisti, gli sfollamenti forzati di persone e villaggi e la distruzione di proprietà - ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e della più ampia regione del Medio Oriente", ha scritto Biden in una nota.

"Queste azioni compromettono gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti, tra cui la fattibilità di una soluzione a due Stati e la garanzia che israeliani e palestinesi possano raggiungere uguali misure di sicurezza, prosperità e libertà. Compromettono anche la sicurezza di Israele e hanno il potenziale per portare a una più ampia destabilizzazione regionale in tutto il Medio Oriente, minacciando il personale e gli interessi degli Stati Uniti", ha continuato Biden, sottolineando che la situazione in Cisgiordania "continua a rappresentare una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti".

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Esteri

Ucraina, Corea del Sud e Russia: che fine fanno i soldati...

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Kiev vuole usare i prigionieri nordcoreani per riavere propri uomini da Mosca, Seul pronta ad accoglierli

Zelensky e Kim

Tutti, o quasi, vogliono i soldati di Kim-Jong un catturati dall'Ucraina. Da giorni, Kiev diffonde video e news relativi ai due militari nordcoreani ora prigionieri: le forze armate ucraine li hanno bloccati nella regione russa di Kursk, dove reparti asiatici affiancano le forze armate di Vladimir Putin.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, convinto che altri nordcoreani verranno fatti prigionieri, è pronto a consegnare i soldati a Pyongyang se Kim Jong-un favorirà la liberazione di militari di Kiev attualmente nelle mani della Russia.

In scena, però, entra anche la Corea del Sud. Il governo di Seul intende consultarsi con le autorità ucraine sull'eventuale trasferimento dei soldati nordcoreani se questi ne faranno richiesta. A darne notizia è stato un portavoce del ministero degli Esteri sudcoreano.

"Essendo i soldati nordcoreani, il governo intende consultarsi con l'Ucraina nel caso in cui questi chiedessero di fare defezione in Corea del sud", ha affermato, con riferimento alla Costituzione del paese, riferita all'intera penisola coreana, e che riconosce di fatto tutti i residenti nella penisola come cittadini.

Al momento, ha poi precisato il portavoce, questa richiesta non è arrivata, ma le autorità di Seul sono in contatto con l'Ucraina sulle questioni di loro pertinenza. La cattura dei due militari era stata anche confermata dall'agenzia di intelligence della Corea del sud che si è impegnata a garantire una stretta cooperazione con l'Ucraina.

Domenica Zelensky ha pubblicato un post su X con il video in cui si vedono i due militari feriti rispondere ad alcune domande. "Dopo i primi soldati catturati dalla Corea del Nord, ce ne saranno senza dubbio altri. È solo questione di tempo prima che le nostre truppe riescano a catturarne altri. Non dovrebbe esserci alcun dubbio nel mondo che l'esercito russo dipende dall'assistenza militare della Corea del Nord", ha scritto, spiegando poi che "l'Ucraina è pronta a consegnare i soldati di Kim Jong Un a quest'ultimo se riuscirà a organizzare il loro scambio con i nostri soldati tenuti prigionieri in Russia".

"Per quei soldati nordcoreani che non desiderano tornare, potrebbero esserci altre opzioni disponibili. In particolare, coloro che esprimono il desiderio di avvicinare la pace diffondendo la verità su questa guerra avranno questa opportunità".

I militari catturati spiegano nel video diffuso da Zelensky di non sapere dove si trovano. "Sapevi che stavi combattendo una guerra contro l'Ucraina?", viene chiesto a uno di loro. "No", risponde. "Cosa ti hanno detto i tuoi comandanti quando ti hanno mandato in guerra?". "Mi hanno detto che era solo un'esercitazione". Il militare ha raccontato poi di un'offensiva del 3 gennaio, di aver visto "i suoi soldati morire", di essersi nascosto e di essere stato trovato il 5 gennaio. Uno dei due militari ha risposto poi affermativamente alla domanda sulla volontà di tornare in Corea del nord, l'altro ha dichiarato che vorrebbe rimanere in Ucraina ma che farà quello che gli viene chiesto, tornare o - se gliene sarà data l'opportunità, restare.

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