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1 Maggio, Noemi ed Ermal Meta conducono il Concertone: “Emozionati, lavoro sarà al centro”

La cantante: "Contentissima", Meta: "Ci saranno tanti artisti ma non possiamo spoilerare". Ad affiancare i due ci sarà Big Mama che presenterà la prima parte del Concertone

Noemi ed Ermal Meta

Saranno Noemi ed Ermal Meta a condurre l'edizione 2024 del Concertone del Primo Maggio. L'annuncio è stato dato al Tg3 delle 19.00 dove i due artisti sono stati ospiti. Il Concertone quest'anno lascerà piazza San Giovanni per spostarsi al Circo Massimo.

Presentare il Concertone del Primo Maggio "sarà molto emozionante, è una piazza che ho vissuto da spettatrice. Sono contentissima di farlo con Ermal" dice Noemi. "L'atmosfera sarà di una grande storia, io da romana amo il Circo Massimo, è il luogo dei concerti per antonomasia", afferma sottolineando come "il segreto" del successo del Concertone siano "le persone che vogliono stare insieme e la musica che fa da collante".

Il lavoro sarà come sempre al centro della giornata musicale: "Sarà ricco di temi importanti, la centralità sarà quella del lavoro, soprattutto l'importanza della sicurezza che è sempre più centrale e prioritaria", sottolinea Ermal Meta. Che non anticipa nulla però sui protagonisti che calcheranno il palcoscenico: "Ci saranno tanti artisti ma non possiamo spoilerare. Da martedì si saprà tutto".

A Big Mama affidata la prima parte della kermesse

C'è una terza artista che affiancherà Noemi e Ermal Meta alla conduzione del Concertone del Primo Maggio: è BigMama, che presenterà la prima parte del Concertone. Un’artista grintosa che, proprio a partire dalla sua esibizione sul palco del Primo Maggio (2022), ha spiccato il volo verso il meritato successo. Il Concertone, come da tradizione, sarà trasmesso (a partire dalle ore 15.15 e fino alle 00.15 con una pausa dalle 19.00 alle 20.00 per le edizioni dei telegiornali) in diretta su Rai 3 e Rai Radio 2 e andrà in onda su RaiPlay e Rai Italia. Il Primo Maggio 2024 avrà un’anteprima live condotta da BigMama e in esclusiva per Rai Play, con inizio fissato per le 13.15 circa.

"Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale" è lo slogan che Cgil, Cisl e Uil hanno scelto per la Festa dei Lavoratori2024. La linea artistica del Concertone 2024 si svilupperà attorno al concept 'Ascoltiamo il Futuro #1M2024', con l’intenzione di segnare una nuova importante tappa nella narrazione musicale che il Primo Maggio porta avanti da tempo, nel tentativo di raccontare il presente della fervente scena musicale nazionale, immaginandone il futuro.

Come ogni anno saranno 3 gli artisti vincitori del Contest 1Mnext attraverso il quale il Concerto del Primo Maggio ricerca nuovi talenti che, scelti attraverso le varie fasi di selezione, verranno poi invitati ad esibirsi durante il Concertone 2024. Uno di essi sarà scelto e premiato durante la diretta Tv del Primo Maggio quale vincitore di 1Mnext 2024. Questi i 12 i finalisti di 1Mnext 2024, selezionati attraverso il voto della Giuria di Qualità e Giuria popolare web: Atarde (Ancona), Belly Button e il Coro Onda (Roma), Didi (Lendinara – Ro), Fra’ Sorrentino (Marino – Rm), Giglio (Torino), La Musica Di Forte (Copertino - Le), Macadamia (Roma), Margherita Principi (Fano - Pu), Moonari (Roma), Soloperisoci (Roma), Tigri Da Soggiorno (Roma) e Velia (Roma).

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

Alessandro Basciano, il legale: “Ucciso dalla stampa,...

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L'avvocato dell'influencer: "L'ho trovato molto turbato e sorpreso di essere in una situazione del genere, per qualcosa che non ha commesso"

Alessandro Basciano (Fotogramma)

Alessandro Basciano "l'ho trovato molto turbato e sorpreso di essere in una situazione del genere, per qualcosa che non ha commesso". Lo ha detto Leonardo D'Erasmo, il legale dell'influencer e dj 35enne arrestato ieri per stalking nei confronti dell'ex compagna, Sophie Codegoni, uscendo dal carcere di San Vittore, dove si è svolto l'interrogatorio davanti alla gip di Milano, Anna Magelli.

"Ha confermato che lui non c'entra in questa faccenda - ha evidenziato l'avvocato - Il mio assistito è turbato come una persona che finisce in carcere per qualcosa che non ha commesso. Turbato, dispiaciuto, afflitto e addolorato. Sono sicuro e fiducioso che la giustizia farà il suo corso".

"Questo ragazzo è stato ucciso dalla stampa, è stato già fatto un processo mediatico, come accade in questi casi", ha detto l'avvocato D'Erasmo.

"È stato utilizzato come capro espiatorio per qualcosa che non ha commesso - ha sottolineato il legale -. Ha risposto per tre ore al magistrato e ha dato la sua versione e le prove dei fatti che sono a sostegno di quanto realmente accaduto. Sono fiducioso del lavoro della magistratura e che presto avremo delle novità importanti". Quanto a un'eventuale richiesta dei domiciliari per Basciano, l'avvocato ha spiegato di aver "chiesto altro" senza specificare ulteriormente.

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Cultura

Morta Adele Corradi, ‘la professoressa diversa’...

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Aveva 99 anni. Aiutò il sacerdote negli anni difficili e avvincenti della Scuola di Barbiana

Don Milani e i ragazzi di Barbiana - Fotogramma /Ipa

Adele Corradi, la professoressa che dal 1963 aiutò don Lorenzo Milani a fare scuola nel piccolo borgo di Barbiana, nel comune di Vicchio del Mugello (Firenze) fino 1967, anno della scomparsa del sacerdote, è morta questa mattina all'età di 99 anni a Firenze, dove era nata il 9 dicembre 1924. Corradi seguì anche l'intero lavoro di redazione collettiva del volume "Lettera a una professoressa", firmato come Scuola di Barbiana. Sulla sua esperienza e conoscenza di don Milani, negli anni più difficili e avvincenti della Scuola, Corradi, che per tutta la vita lavorativa è stata insegnante di scuola media fino all'età di 67 anni, ha pubblicato il libro "Non so se don Lorenzo" (Feltrinelli, 2012). Era "la professoressa diversa da tutte le altre", a cui don Milani dedicò una copia della più celebre delle sue lettere.

L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla Fondazione don Lorenzo Milani con un comunicato sul proprio sito internet: "Ci stringiamo intorno al dolore della grande famiglia del priore di Barbiana e di quanti hanno voluto bene ad Adele, consigliera ed anche per noi maestra". "Adele Corradi ha voluto bene al suo priore ed ha passato tutta la sua esistenza a difenderlo dalle periodiche accuse, a fare conoscere il suo insegnamento e la sua scuola", aggiunge la Fondazione.

Nel suo libro "Non so se don Lorenzo" si legge a tal proposito: "A me pare orribilmente offensivo anche soltanto tentare di difenderlo. Don Milani si difende da solo. Con tutto quello che ha fatto. E con tutto quello che ha scritto. Ma bisogna leggerlo tutt’intero, non limitarsi a estrapolare una frasetta interpretandola a vanvera. Leggendo il suo testamento, si comprende che per don Lorenzo l’amore di Dio si potesse vedere solo attraverso l’amore per le sue creature. A Barbiana si viveva nell’attenzione: don Lorenzo i suoi ragazzi non li perdeva mai di vista. E, nonostante la fortissima personalità del maestro, non si creava mai dipendenza psicologica".

Adele Corradi ha raccontato: "Mi diedero una supplenza, la prima supplenza della scuola statale, per l'appunto a Borgo San Lorenzo. La preside mi parlò di questa scuola di Barbiana, dove i ragazzi facevano cose straordinarie: studiavano, facevano orario continuato". Così ebbe il desiderio di visitare quella scuola e quando arrivò per la prima volta a Barbiana, don Milani, come sempre il pomeriggio, iniziò la lezione con la lettura del giornale. "Volevo conoscere questa scuola perché ero lì a combattere con ragazzi che non avevano voglia di far nulla e mi chiedevo: come fa questo tizio a ottenere questi risultati, ha qualche ricetta? Un mese dopo ci tornai. Arrivai che stavano facendo lezione e mi misi seduta ad ascoltare. Mezz'ora dopo, i ragazzi facevano dieci minuti di pausa. Don Milani mi disse: 'Ha qualche ragione particolare, signora, per essere ritornata oggi?' 'Sì' - dissi - 'vi volevo chiedere come fate a insegnare a scrivere l'italiano' - perché in un articolo avevo letto: 'nella nostra scuola si scrive quando siamo ispirati. Non insegna nessuno'".

Così Adele chiese aiuto a don Milani e lui gli rispose che proprio quel giorno avrebbero iniziato un metodo di scrittura che sarebbe servito a qualcosa: "Stavano iniziando la lettera a Mario Lodi. Nella lettera dei ragazzi si descrive cos'è Barbiana. In quella di don Milani si spiega com’era stata scritta". Adele cominciò a seguire la scuola di Barbiana e don Milani però volle farle capire che non era importante solo il metodo. "Una delle cose che si imparavano era la scrittura collettiva, che rispettava il pensiero degli altri. E così sono rimasta a Barbiana". Infatti, poco dopo, si trasferì in una casa vicino alla parrocchia. La mattina la passava nella scuola media di Borgo San Lorenzo e la sera insegnava a Barbiana.

Di sé stessa Corradi aveva detto: "Per tutta la mia vita lavorativa sono stata insegnante di lettere nella scuola media. Sono andata in pensione a 67 anni. Devo confessare che ero un'insegnante identica alla destinataria della 'Lettera ad una professoressa'. I rimproveri che i ragazzi di Barbiana rivolgono a quell'insegnante me li meritavo tutti. Per questo non c'è una parola della 'Lettera' che non sottoscriverei. L'incontro con la Scuola di Barbiana e con don Milani ha scavato un solco nella mia vita. Mi sono vista come non mi ero mai vista. E non solo come insegnante, ma come persona". (di Paolo Martini)

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Economia

Manovra, Manageritalia: “Puniti e ignorati il 15% dei...

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L'analisi e le proposte durante l'assemblea nazionale

Marco Ballarè, Presidente di Manageritalia

Individuare un nuovo equilibrio tributario e di welfare che non penalizzi il ceto medio fatto di manager, dirigenti e tutti quei lavoratori che superando i 35 mila euro di reddito (sono solo il 15% di tutti i contribuenti italiani) e si fanno carico del 63% di tutte le imposte; disegnare azioni che valorizzino il ruolo dei dirigenti come agenti di cambiamento e innovazione capaci di favorire la crescita economica e lo sviluppo d’impresa e identifichino il futuro della managerialità del Paese. Sono stati questi alcuni dei temi discussi nella giornata di ieri e nella mattinata di oggi dagli oltre 200 manager delegati intervenuti da tutta Italia a Milano, negli spazi dell’Hotel Enterprise in Corso Sempione per la 104°Assemblea Nazionale di Manageritalia.

“La Legge di Bilancio ha tacitato i mercati ma fa poco per l’Italia produttiva. Non c’è niente per la crescita e si colpisce ancora di più il ceto medio, soprattutto quei cittadini, i soliti pochi e noti che pagano regolarmente tasse e contributi, che mantengono di fatto il welfare del Paese”, dice Marco Ballarè, Presidente di Manageritalia, che prosegue: “Il tetto alle detrazioni fiscali è un modo elusivo per aumentare le tasse a chi sopra i 70mila euro lordi l’anno già è escluso dalle varie agevolazioni che peraltro finanzia. Manager e alte professionalità sono, per ruolo e competenze, determinanti per tornare a crescere cogliendo appieno le opportunità della trasformazione digitale e del lavoro nel sentiero di una vera sostenibilità, ma questa manovra non solo ci ignora, ma anche ci punisce".

Nella sua parte pubblica, di questa mattina, l’Assemblea di Manageritalia ha ospitato l’intervento di Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari Previdenziali sul tema 'Il difficile finanziamento del welfare e lo squilibrio fiscale'. Dai dati presentati si evince come 17 milioni di contribuenti, oltre il 40% del totale, dichiarano di guadagnare meno di 15mila euro l'anno e pagano solo 11% dell'Irpef complessiva. Coloro che invece dichiarano redditi dai 35mila euro in su sono 6,4 milioni, il 15,27% del totale, e pagano il 64% dell'imposta totale. In sostanza redditi che superano la sogna fatica dei 35mila garantiscono la tenuta del sistema di protezione sociale italiano e delineano un paese diviso in due tra chi paga e chi viene mantenuto.

Una polarizzazione e una dicotomia che si rispecchia anche a livello geografico con le regioni del Nord che contribuiscono per il 57,2%, quelle del Centro con il 21,8% e il Sud con il 20,9% del totale dell’Irpef. Percentuali analoghe anche per quanto concerne l’Iva versata con il 64,3% per il Nord, 24% per il Centro e solo 10,4 per Sud. Il confronto con altre nazioni è impietoso e fa emergere come l’aliquota marginale che in Italia parte da 50mila euro ed è pari al 43%, in altre Paesi scatti a livelli di reddito ben più alti: in Francia 82mila euro con aliquota al 41% e in Germania a 63mila euro e un’aliquota al 42% A causa di questo, nel 2024 un lavorare con un reddito imponibile di 100mila euro paga solo di Irpef erariale 35.900 euro in Italia, rispetto ai 25.949 euro in Francia e ai 23.124 in Germania.

“Con questi numeri e percentuali, che vedono il 40% dei contribuenti mantenere il restante 60% il sistema non regge nel lungo periodo, con una evidente diminuzione dei servizi a disposizione della collettività e un aumento esponenziale del debito pubblico”, commenta Brambilla.

Per il Presidente Centro Studi Itinerari Previdenziali intervenendo nel corso dell’assemblea, “bisogna intervenire con una decisa azione sinergica da parte di tutti i partiti per risolvere il grande problema fiscale del nostro Paese. Attuare un vero regime a tassazione continua sul modello tedesco superando il nostro a scaglioni che penalizza la classe media con redditi dai 50mila in su. Va anche superato il sistema dei bonus e delle agevolazioni basate sull’ISEE che certo non fotografa il reale profilo fiscale del cittadino. Oltre a rimodulare l’intero sistema detrazioni”.

In questo scenario fortemente sbilanciato, sia al livello nazionale che internazionale, interventi come la “pace fiscale” o la “Flat tax” possono rappresentare un motore di produzione di sommerso, di lavoro nero e quindi di evasione con il solo risultato di acuire le disparità tra chi contribuisce alla crescita del paese e chi no, anteponendo il proprio interesse a quello collettivo. I numeri evidenziano come nel lungo periodo, considerando anche l’inverno demografico che stiamo vivendo e l’invecchiamento della popolazione italiana, rendono l’intero sistema insostenibile con evidenti ricadute sulla competitività del Paese e delle imprese. Contrastare l’evasione fiscale non può però essere sufficiente se non si migliorano anche produttività e mercato del lavoro di un Paese che, pur incrementando mese dopo mese il proprio tasso di occupazione, resta fanalino di coda in Europa per tutti i principali indicatori occupazionali. L’Italia come emerso dall’assemblea deve crescere per guardare al futuro con fiducia e in questo i manager hanno un ruolo determinante.

La giornata di venerdì 22 è stata invece dedicata alle presentazioni dei fondi, enti e società del sistema Manageritalia per poi proseguire con relazione del Presidente Ballaré, che ha ribadito il ruolo preminente del terziario affinché questi abbia finalmente il giusto riconoscimento nelle policy e nelle azioni di Governo oltre a rivalutare il ruolo strategico della figura del manager e delle sue competenze quale risorsa essenziale per la crescita delle imprese, e dell’intero sistema Paese in un momento di forte cambiamento dovuto alle transizioni tecnologiche e ambientali. Ha inoltre anticipato il programma che guiderà l’azione di Manageritalia nei prossimi quattro anni: una maggiore valorizzazione dei territori, un nuovo patto sociale basato su lavoro, welfare ed equità, crescita sostenibile ed economia dei servizi e infine una più incisiva rappresentanza e governance.

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