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Attacco Iran su Israele, Di Segni: “Vigilanza massima”

La presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane: "Ma attività Comunità ebraica vanno avanti"

Noemi Di Segni - (Fotogramma)

"E' stata una notte insonne, abbiamo seguito minuto per minuto tutto l'evolversi della situazione, insieme agli israeliani. Determinante è il tema dell'alleanza con Israele anche di alcuni Paesi arabi, che hanno messo a disposizione il loro spazio aereo e si sono detti disponibili a rispondere a eventuali attacchi. Questo perché il problema non è Israele, ad esser minacciato è l'Occidente tutto. E' importante che sia chiaro, una volta per tutte, che l'Iran è una minaccia assoluta e intanto c'è silenzio su questa follia da parte dell'Onu che non è, evidentemente, il parlamento della democrazia. Da parte nostra la vigilanza è massima ma non saranno chiuse le attività, il segnale è quello di continuare a svolgere i nostri impegni e i nostri programmi". A parlare all'Adnkronos è Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane.

"Commovente l'immediatezza e la rapidità del supporto, anche italiano, a Israele - continua - ma va capito il raggio di azione della minaccia iraniana. Israele ha responsabilità immense, le decisioni che prende impattano e per questo sono in corso consultazioni a tantissimi livelli. Anche questo sarà fonte di una ulteriore mobilitazione e incitamenti, ma è bene che tutti i presìdi di un paese istituzionale sappiano cosa vuol dire terrore, cosa Hamas, e anziché sposare la linea dei boicottaggi, capire cosa è la democrazia e cosa i valori dell'Occidente e chi li sta davvero minacciando".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

G7, Gemmato: “Antibiotico-resistenza è criticità, 40...

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All’evento conclusivo del G7 Salute in corso a Bari

Marcello Gemmato - (Fotogramma)

"L’antimicrobico-resistenza è una minaccia: in Europa si stima che sia responsabile di circa 35.000 decessi all’anno, di cui un terzo solo in Italia (circa 12.000). Le cause di questa emergenza sono numerose e complesse e necessitano un impegno di tutti. Ecco perché il Governo, attraverso il Piano triennale di contrasto all'antimicrobico-resistenza, ha investito 40 milioni di euro l'anno: quindi un investimento strutturale di 120 milioni di euro". Così il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato nel suo intervento di apertura della seduta plenaria 'Antimicrobico-resistenza: la strada da seguire' nell’ambito dell’evento conclusivo del G7 Salute oggi e domani a Bari. Tema della due giorni, l’urgenza di contrastare l'antibiotico-resistenza.

"Secondo una stima Ocse, fra il 2015 e il 2050 se le attuali tendenze non cambieranno, il trattamento delle infezioni resistenti nei Paesi del G7 comporterà in media una spesa straordinaria, ogni anno, di circa 7 milioni di giorni di degenza ospedaliera in più – ricorda Gemmato - e l’Italia contribuirà a questo calcolo con circa 1,3 milioni di giorni di degenza ospedaliera in più ogni anno. Vi è la necessità di investire in ricerca su nuovi antibiotici così come la ricerca va avanti per altre patologie ritenute invincibili".

Per il sottosegretario alla Salute il tema centrale resta quello degli incentivi. "Segnalo l’ingresso per la prima volta dell’Italia a livello internazionale nel sistema strutturale di incentivi per favorire lo sviluppo di nuovi antibiotici attraverso i 21 milioni per il finanziamento della partnership globale no profit CarbX. In questo modo promuoviamo gli incentivi push per incoraggiare gli investitori privati ad allocare risorse nella fase di ricerca di nuovi antibatterici".

"Le cause dell’antibiotico-resistenza sono numerose e complesse e necessitano un impegno di tutti. Ecco perché a livello nazionale con le misure in Legge di Bilancio 2025 il Governo intende destinare fino a 100 milioni di euro del Fondo farmaci innovativi per lo sviluppo di agenti antinfettivi per infezioni da germi multi-resistenti".

"Il 50% del consumo di antibiotici in Italia è nella filiera zootecnica e dobbiamo essere fieri che tale utilizzo, contrariamente al settore umano, è in sensibile riduzione (oltre il 46% rispetto al 2016) e questo grazie ad un rigoroso sistema di tracciatura dei medicinali reso possibile dalla ricetta elettronica veterinaria e all’applicazione di precise stewardship previste dal Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar), sul quale non a caso abbiamo destinato un finanziamento di 40 milioni di euro annui, 120 milioni totali".

"La strategia veterinaria di contrasto all’antibiotico-resistenza è ad oggi tra le più all’avanguardia. Basti pensare che grazie al sistema informativo Classyfarm siamo in grado di classificare gli allevamenti sulla base del rischio di sviluppo e diffusione di resistenza agli antibiotici – sottolinea Gemmato - premiando gli allevatori virtuosi con un fondo annuale di 376 milioni nell’ambito della Politica agricola comune (Pac 2023-2027)".

È "importante anche parlare delle buone pratiche" e "soprattutto ringraziare chi ne è fautore, ovvero i medici veterinari che svolgono un lavoro eccezionale di sorveglianza e prevenzione, nel nostro Sistema sanitario nazionale pubblico come in quello produttivo. Nessun Governo prima del Governo Meloni aveva investito in antibiotico resistenza con incentivi push and pull. Tuttavia, accanto alle risorse è necessario agire per un loro corretto impiego ed è quanto immagino sarà maturato dai tavoli tematici di oggi".

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Cronaca

L’Udu contro la riforma del test di medicina:...

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L'Unione degli Univesitari critica il ddl, 'il rischio è che si aggravi la situazione degli atenei italiani'

L'Udu contro la riforma del test di medicina:

"Questa riforma, pur sembrando un cambiamento positivo, rischia di illudere gli studenti e aggravare ulteriormente le difficoltà delle università italiane." Così Noemi Cottone, membro dell'esecutivo dell'Udu, l'Unione degli universitari, sul disegno di legge, approvato ieri in Senato, che modifica l'accesso ai corsi universitari di Medicina.

Nella nota dell'Udu, si sottolinea come ogni anno circa 60.000 studenti affrontano il test di ingresso in Medicina. Un numero in aumento. Le università, prosegue Cottone, "non sono in grado di gestire un aumento delle immatricolazioni. Il rinvio del numero chiuso non affronta i problemi strutturali alla base del sistema. I tagli al Servizio Sanitario Nazionale e la carenza di medici aggravano una situazione già critica, e il cosiddetto 'turismo universitario' non dipende solo dal numero chiuso, ma da una visione più ampia, legata alla mancanza di opportunità e di un futuro stabile per i professionisti della sanità".

L'idea che il numero chiuso premi il merito è 'fallace' e non considera le disuguaglianze sociali, economiche e culturali degli studenti. Il sistema attuale aumenta le barriere per chi proviene da contesti svantaggiati e favorisce chi ha maggiori risorse. Per garantire un accesso equo a Medicina, è necessario - conclude - investire nelle infrastrutture accademiche e nel sistema sanitario. Solo dopo, quando le risorse saranno adeguate, si potrà davvero parlare di un accesso meritocratico."

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Cronaca

Milano, Piantedosi assicura: “Città non è fuori...

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Vertice in Prefettura per affrontare nel dettaglio la situazione legata agli scontri nel quartiere Corvetto. "Non si può assimilare quanto successo ai contesti delle banlieue", ha detto il ministro dell'Interno

Il quartiere Corvetto di Milano - (Fotogramma)

“Non si può dire che Milano sia una città fuori controllo. Poi, nessun segnale va sottovalutato”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al termine del vertice alla prefettura di Milano, organizzato per individuare una strategia volta a gestire la situazione legata agli scontri dei giorni scorsi nel quartiere Corvetto.

“La riunione di oggi è stata molto proficua perché abbiamo avuto modo di rappresentare anche quello che era un impegno che stavamo mettendo a livello centrale nei confronti della città e dell’area metropolitana di Milano, a prescindere dagli ultimi accadimenti”. Nel corso dell’incontro, aggiunge Piantedosi, “abbiamo parlato dei rinforzi ormai imminenti, attesi tra dicembre e gennaio: oltre al normale turn-over tra le tre forze di polizia, immetteremo più di 600 unità di personale aggiuntivo”. Cosa che permetterà di avere “un significativo beneficio anche nei servizi di controllo del territorio”.

Per Piantedosi "non si può assimilare quanto successo al Corvetto ai contesti delle banlieue, per una questione di numeri e di evidenze. Tuttavia sono segnali che non vanno sottovalutati”, ha precisato, ricordando che “al quartiere, nel corso di quest’anno, sono stati svolti più di 40 servizi ad alto impatto e 162 arresti”. “Cito il Corvetto -puntualizza il ministro- perché il quartiere è salito ai fasti della cronaca, ma si potrebbe moltiplicare anche per gli altri quadranti, in una città dove le forze di polizia fanno il loro dovere in sinergia con le altre istituzioni. E questo, ci tengo sempre a dirlo, non significa negare l’importanza di certi fenomeni : l’area metropolitana di Milano registra alcune particolarità come quasi il doppio della media nazionale della presenza di cittadini immigrati, il 65% circa di reati commessi dagli immigrati e questo n/on perché ci sia un vocazione naturale da parte degli immigrati, ma perché si tratta di fasce di società che vanno ad alimentare maggiore possibilità di emarginazione”.

“Io l’ho detto anche in altri contesti -aggiunge Piantedosi-: chi immagina che l’integrazione passi semplicemente attraverso il rilascio di un foglio di carta o di un permesso di soggiorno, cioè solo di una decretazione formale, sbaglia. Sarebbe molto comodo per tutti noi, responsabili delle istituzioni, lavarci la coscienza rilasciando permessi di soggiorno”. Si tratta, conclude Piantedosi, di “fenomeni che vanno seguiti e ai quali noi intendiamo riservare tutta l’attenzione che merita la seconda città più importante insieme a Roma del territorio nazionale”.

Fiaccolata per Ramy e Fares sabato al Corvetto

Intanto è stata organizzata per il prossimo 30 novembre la fiaccolata commemorativa di Ramy e Fares, i due ragazzi che scappavano in scooter dai carabinieri e si sono schiantati contro un muro. Incidente a seguito del quale uno dei due, il 19enne di origine egiziana di nome Ramy, ha perso la vita e che è stato alla base dei disordini avvenuti nel quartiere nei giorni successivi. Ad organizzarla la famiglia, gli amici e le amiche dei due ragazzi, che chiedono di accertare la verità dei fatti.

L'annuncio è stato diffuso dal Cai-Coordinamento Antirazzista Italiano che sul proprio sito web spiega di affiancarsi e "sostenere la famiglia, gli amici e le amiche di Ramy e Fares che in questi giorni stanno chiedendo verità e giustizia". La fiaccolata dovrebbe seguire un percorso che si snoda da piazzale Gabrio Rosa a via Ripamonti. Ulteriori informazioni sull’orario verranno poi divulgate nei prossimi giorni.

Incontrerò i familiari di Ramy, dopodiché credo che sia assolutamente giusto farlo per rispetto del dolore”, ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine del vertice in prefettura. “È chiaro -aggiunge Sala- che abbiamo apprezzato le parole dei familiari, che avrebbero potuto incendiare gli animi e invece hanno cercato di buttare acqua sul fuoco e lo hanno fatto in maniera assolutamente adeguata”.

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