Biennale Arte, Arabia Saudita, il canto di battaglia delle donne per sfidare i pregiudizi
Le voci di oltre mille donne saudite riunite dal'artista Manal AlDowayan per una serie di seminari organizzati a Khobar, Gedda e Riad e registrate per l'installazione multimediale "Shifting Sands: A Battle Song" è stata presentata al Padiglione dell'Arabia Saudita della 60/a Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia che aprirà al pubblico da domani fino al 24 novembre.
"Un'espressione collettiva che sfida anche i pregiudizi sulle loro vite". Per Andare oltre "l'ossessione per la presenza o assenza del velo, per ciò che le donne possono o non possono fare, oltre a molteplici supposizioni sulle loro richieste e desideri mentre molto poco viene detto su come esse si identificano". Come ha sottolineato l'artista, il lavoro è ispirato "al ruolo in evoluzione delle donne nella sfera pubblica in Arbia Saudita e al viaggio che hanno intrapreso per definire lo spazio fisico in cui abitano e le narrazioni che storicamente le hanno definite".
Le loro voci sono cadenzate dal rumore della sabbia nel deserto, suono in arrivo in cuffia nel momento della registrazione che risuona nel Padiglione nazionale all'Arsenale, fra sagome imponenti di seta stampata a rappresentare rose del deserto, con incisi disegni e scritti delle partecipanti ai seminari o con testi di donne saudite estratti dai quotidiani locali e internazionali.
Attraverso i seminari, AlDowayan, "ha offerto alle donne e alle ragazze una piattaforma per far sentire la propria voce, sia individualmente che collettivamente", anche con il caratteristico "canto delle sabbie" del Rub al-Khali, il deserto in cui le dune mormorano e rombano allo spostarsi della sabbia", usato anche come metafora, con "il suono dei minuscoli granelli di sabbia che interagiscono fra loro che cresce fino a diventare un boato collettivo".
Scultura e suono quindi "raccontano una storia che trascende le culture e le geografie e rivendica una autonomia e una solidarietà fra le donne dell'Arabia Saudita che trova risonanza in tutto il mondo", sottolineano gli organizzatori della Mostra "Sussurra il deserto e si leva la voce" - questa è il titolo scelto n italiano - curata da Jessica Cerasi e Maya El Khalil, e l'assistente Shadin AlBulaihed.
L'Arabia Saudita partecipa alla Biennale Arte per la Quarta volta e per la terza volta il Padiglione nazionale espone opere di artiste donne.
Esteri
Strage New Orleans, almeno 15 morti. Biden: “Killer...
Tra le decine di feriti molti sono gravi. Il presidente Usa: "Indaghiamo su possibile connessione con attacco Las Vegas"
Poche ore prima di lanciarsi con un pick-up sulla folla che festeggiava il Capodanno a New Orleans, il killer Shamsud-Din Jabbari ha postato sui social video ispirati all'Isis "esprimendo il desiderio di uccidere. A dichiararlo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Intanto il bilancio della strage è salito ad almeno 15 morti e decine di feriti, dei quali alcuni sono in gravi condizioni.
Il capo della polizia di New Orleans, Anne Kirkpatrick, ha dichiarato che l'aggressore “stava cercando di investire quante più persone possibile”. E ha poi aggiunto: “Era determinato a provocare una carneficina”. Dopo essere sceso dal veicolo, il 42enne - cittadino americano nato in Texas, che aveva prestato servizio nell'esercito Usa per molti anni - dopo aver sparato contro la gente, avrebbe ingaggiato un conflitto a fuoco con gli agenti, ferendone due, prima di essere ucciso nello scontro. Biden ha anche ribadito che gli investigatori hanno trovato potenziali ordigni esplosivi nel pick-up, nel quale c'era anche bandiera dello Stato Islamico.
Secondo quanto riferito dagli investigatori, l'attentatore avrebbe registrato diversi video anche nei giorni precedenti all'attacco. Le registrazioni sono passate al setaccio dalle forze dell'ordine e secondo quanto riporta la Cnn il sospettato farebbe riferimento al suo divorzio e a come inizialmente aveva pianificato di riunire la sua famiglia per una "festa" con l'intenzione di ucciderli. Jabbar avrebbe anche parlato di come ha cambiato i suoi piani, dicendo di essersi unito all'Isis. Nei video anche riferimenti a diversi sogni che aveva fatto sul perché avrebbe dovuto unirsi all'Isis.
Non è chiaro se l'uomo abbia agito da solo
Ma a distanza di ore dal devastante attacco, non è ancora chiaro se l'attentatore avesse dei complici. Secondo diversi media, gli investigatori stanno esaminando i filmati di sorveglianza che mostrano un gruppo sospetto di quattro persone. Inizialmente si sospettava che potessero aver piazzato degli ordigni esplosivi nel quartiere colpito. Tuttavia, poco tempo dopo, si è detto che i sospetti erano stati scartati. In precedenza, l'investigatore dell'Fbi Alethea Duncan aveva dichiarato di non ritenere il conducente “l'unico responsabile”.
Biden: "Indaghiamo su possibile connessione attacchi New Orleans e Las Vegas"
Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre informato da Camp David che le autorità stanno indagando su “ogni possibile connessione” tra l'attacco mortale avvenuto a New Orleans e l'esplosione di un Cybertruck fuori da un hotel Trump a Las Vegas. Le forze dell'ordine stanno indagando sull'esplosione del veicolo Tesla “anche per capire se c'è un possibile collegamento con l'attacco a New Orleans”, ha detto Biden ai giornalisti, aggiungendo: “Per ora non c'è nulla da riferire in merito”.
Esteri
Strage New Orleans, killer identificato: “Aveva...
Il 42enne Shamsud Din Jabbar, cittadino americano, ha provocato la morte di 10 persone ed è stato ucciso dalla polizia
Un cittadino americano con una bandiera dell'Isis: ecco chi è l'autore della strage di Capodanno di New Orleans. E' stato identificato l'uomo che oggi, 1 gennaio 2025, a bordo di un pick up si è lanciato a tutta velocità contro la folla che festeggiava il Capodanno nella centralissima Bourbon Street uccidendo almeno 10 persone. Si tratta di Shamsud Din Jabbar, cittadino americano di 42 anni originario del Texas. Secondo la Cnn, l'uomo aveva con sé una bandiera dell'Isis. Sul pick up, che sarebbe stato noleggiato, sarebbero stati rinvenuti dispositivi in grado di esplodere.
Jabbar in passato avrebbe prestato servizio nell'esercito degli Stati Uniti. Sui social rimbalza un vecchio video dell'uomo, che nella clip parlerebbe del proprio incarico in una società immobiliare.
La polizia ha confermato che gli agenti hanno sparato e ucciso Shamsud Din Jabbar. "Dopo che il veicolo si è fermato, il sospettato ha aperto il fuoco contro gli agenti intervenuti, che hanno risposto al fuoco", ha affermato la polizia di New Orleans, come riporta la Cnn. Nello scontro a fuoco sono rimasti feriti due agenti di polizia, le cui condizioni sono stabili.
In attesa che gli inquirenti forniscano ulteriori informazioni, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha collegato l'attacco all'immigrazione illegale. "Ho detto che i criminali che arrivano sono molto peggiori di quelli che abbiamo nel Paese e si è rivelato vero", ha scritto Trump su Truth Social.
Trump ha anche affermato che il tasso di criminalità della nazione "è a un livello che nessuno ha mai visto" e che la sua Amministrazione "sosterrà pienamente" la città di New Orleans nelle indagini e nella ripresa dall'attacco subito. "I nostri cuori sono con tutte le vittime innocenti e i loro cari, compresi i coraggiosi agenti del dipartimento di polizia di New Orleans", ha scritto Trump.
Esteri
Cecilia Sala, Italia chiede rilascio immediato e garanzie...
E' quanto si apprende dalla Farnesina
L'Italia ha chiesto al governo dell'Iran la ''liberazione immediata'' della giornalista italiana Cecilia Sala e "garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione". E' quanto si apprende dalla Farnesina. Tali richieste sono contenute in una nota verbale che il ministero degli Esteri italiano ha consegnato al governo iraniano attraverso l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei.
La nota si inserisce nell'ambito del lavoro che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta portando avanti con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per arrivare a una rapida e positiva soluzione della vicenda.
Sala è accusata di aver violato "le leggi della Repubblica islamica dell'Iran". Entrata in Iran con visto giornalistico il 14 dicembre, la giornalista si trova in isolamento nel carcere di Evin da oltre 10 giorni.
Il pensiero di Mattarella per Cecilia Sala
"Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. "Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità", ha sottolineato il capo dello Stato (VIDEO).