Primo vaccino personalizzato contro melanoma a pazienti Uk, al via test
L'iniezione scudo a mRna utilizza la stessa tecnologia degli attuali vaccini Covid ed è in fase di test negli studi di Fase III della fase finale
E' un vaccino a mRna personalizzato, a misura di singolo paziente, contro il più cattivo dei tumori della pelle, il melanoma. E nel Regno Unito verrà offerto nell'ambito di un'importante sperimentazione avviata con il National Health Service (Nhs), ritenuta dagli esperti un passo avanti importante. Fra i primi pazienti a essere trattato c'è Steve Young, 52 anni, di Stevenage, riporta la 'Bbc' online. L'uomo è stato operato ad agosto per l'eliminazione di un melanoma dal cuoio capelluto. Nel suo percorso clinico c'è adesso anche il vaccino personalizzato, che i medici dell'Uclh (University College London Hospitals) stanno somministrando in abbinamento a un altro farmaco, un immunoterapico, pembrolizumab.
Obiettivo istruire il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare eventuali cellule tumorali, per evitare che il cancro ritorni. La promessa? E' quella di dimezzare i rischi. I dati di uno studio di fase II, pubblicati a dicembre, hanno infatti rilevato che le persone con melanomi gravi ad alto rischio che hanno ricevuto il vaccino insieme all'immunoterapia avevano quasi la metà (49%) di probabilità di morire o di sviluppare una recidiva dopo 3 anni rispetto a chi non ha ricevuto il vaccino.
L'iniezione scudo, mRNA-4157 (V940), utilizza la stessa tecnologia degli attuali vaccini Covid ed è in fase di test negli studi di Fase III della fase finale. Il trattamento combinato, realizzato da Moderna e Msd, non è ancora disponibile di routine nel servizio sanitario nazionale, al di fuori degli studi clinici. Anche esperti di altri paesi, tra cui l'Australia, lo stanno provando sui pazienti, per raccogliere più evidenze e verificare se possa essere diffuso su più ampia scala. La composizione del vaccino viene modificata per adattarsi al singolo paziente: in altre parole viene concepito per corrispondere alla firma genetica unica di quel tumore e funziona istruendo l'organismo a produrre proteine o anticorpi che attaccano marcatori o antigeni presenti solo su quelle cellule tumorali.
Secondo la ricercatrice dell'Uclh Heather Shaw, il vaccino ha il potenziale per curare le persone colpite da melanoma, ed è in fase di sperimentazione su altri tumori: polmone, vescica, reni. "E' una delle cose più emozionanti che abbiamo visto da molto tempo", ha evidenziato l'esperta. "È assolutamente realizzato su misura per il paziente: non potresti darlo al paziente successivo perché non funzionerebbe". La scienziata ritiene che ci sia una reale speranza che la terapia possa essere un "punto di svolta", soprattutto perché sembra avere "effetti collaterali relativamente tollerabili".
La parte britannica del trial internazionale mira a reclutare almeno 60-70 pazienti in 8 centri, tra cui Londra, Manchester, Edimburgo e Leeds. I pazienti devono aver subito la rimozione chirurgica del melanoma ad alto rischio nelle ultime 12 settimane per garantire il miglior risultato.
Young è in cura a Londra e ha raccontato a 'BBC Radio 4' di sentire che sta "davvero facendo qualcosa per combattere un potenziale nemico invisibile. Le scansioni hanno mostrato che ero radiologicamente pulito, ma ovviamente c'era ancora la possibilità che avessi cellule tumorali che fluttuavano in giro senza essere rilevate. Quindi, piuttosto che sedermi semplicemente lì e aspettare e sperare che non tornasse mai più, ho avuto la possibilità di 'indossare dei guantoni da boxe' e farcela".
Esteri
Mandato arresto Netanyahu, Khamenei: “Ci vorrebbe una...
La posizione della guida suprema dell'Iran dopo la sentenza della Corte penale internazionale della scorsa settimana. Nuovi raid nel sud di Beirut
La guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha affermato oggi che per i leader israeliani dovrebbero essere emesse condanne a morte, non mandati di arresto, dopo che la Corte penale internazionale la scorsa settimana ha emesso mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e per l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant in relazione alla guerra a Gaza.
In dichiarazioni rilasciate alla forza paramilitare Basij, una divisione all'interno del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e riportati dall'agenzia di stampa iraniana Tasnim, Khamenei giura che "il nemico Israele non vincerà a Gaza e in Libano". "Bombardare le case della gente a Gaza e in Libano non è una vittoria", afferma. "Gli sciocchi non dovrebbero pensare che solo perché bombardano le case, gli ospedali e le comunità della gente, abbiano vinto. No, nessuno considera questa una vittoria".
"Quello che hanno fatto i sionisti è un crimine di guerra", continua. "Hanno emesso un mandato di arresto, questo non è abbastanza: una condanna a morte deve essere emessa per Netanyahu. Una condanna a morte dovrebbe essere emessa per questi leader criminali".
Raid alla periferia di Beirut
Nuovi raid israeliani contro la periferia meridionale di Beirut, considerata una roccaforte degli Hezbollah libanesi, sono scattati questa mattina dopo un ordine di evacuazione da parte dell'esercito israeliano. Colonne di fumo si sono levate da due aree colpite mentre l'agenzia di stampa nazionale ufficiale riferiva di "due attacchi successivi". Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, aveva avvertito sulla piattaforma X che sarebbero stati presi di mira basi filo-iraniane di Hezbollah.
Quattro palestinesi morti nella Striscia di Gaza
Quattro persone sono state uccise e diverse sono rimaste ferite in un attacco israeliano a una casa nella zona di Musbah, vicino a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche.
Razzi dal Libano a Israele
Circa 20 razzi sono stati lanciati dal Libano verso le zone dell'Alta Galilea e della Galilea occidentale, nel nord di Israele. Lo rende noto l'esercito israeliano, aggiungendo che alcuni razzi sono stati intercettati, mentre altri sono caduti in aree aperte.
Esteri
Ucraina studia il super missile di Putin. Zelensky:...
Kiev mostra i rottami del missile che ha colpito Dnipro. Medvedev: "Europa non può fare niente"
L'Ucraina mostra l'ultimo super missile di Vladimir Putin. L'Oreshnik, la nuova arma lanciata dalla Russia contro un impianto industriale di Dnipro nel corso della settimana, è sotto i riflettori degli esperti di Kiev. Le autorità ucraine hanno mostrato alla stampa i resti del missile che Mosca definisce non intercettabile.
Com'è fatto l'Oreshnik?
L'Oreshnik, per caratteristiche, è ancora un mistero. I servizi di Kiev affermano che il missile è stato lanciato dall'area di Kapustin Yar, nella regione russa di Astrakhan, nota per i test effettuati anche in passato. I rottami recuperati lasciano supporre che il missile fosse dotato di 6 testate. Secondo le informazioni diffuse dalla Russia, e ribadite da Putin nei suoi messaggi dei giorni scorsi, l'Oreshnik ha raggiunto una velocità massima di 11 Mach. Dal lancio all'impatto, sono trascorsi 15 minuti.
Tutto chiaro? Non proprio. Immagini satellitari relative alla zona in cui è caduto il missile, lanciato contro un impianto industriale ritenuto strategico, mostrerebbero danni estremamente limitati all'edificio colpito. L'Oreshnik non avrebbe prodotto effetti devastanti e il suo debutto sul teatro di guerra sarebbe stato sostanzialmente 'dimostrativo'. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, è arrivato ad affermare che "non ci sono missili Oreshnik nella Federazione Russa. Questa è un'arma classica, un missile balistico intercontinentale previsto dai trattati", ha detto. Insomma, Putin avrebbe bluffato.
Zelensky: "Vediamo cosa ci minaccia"
Zelensky non si sbilancia come il suo consigliere e in attesa di pronunciarsi attende risposte dai suoi uomini: Kiev vuole capire quale nuova minaccia si può concretizzare.
"Il Servizio di sicurezza e il ministero degli Interni hanno mostrato alla stampa rottami del missile russo che ha colpito il nostro Dnipro. Sono in corso gli esami, stiamo collaborando con i partner per stabilire tutti i dettagli e tutte le caratteristiche di questo missile. Per trovare una risposta a questa escalation russa, bisogna agire insieme", dice il presidente nel suo consueto messaggio quotidiano.
"Il mondo ha sistemi di difesa aerea in grado di proteggere" da armi come il missile lanciato contro Dnipro, che sarà oggetto di discussione nel meeting Nato in programma, a livello di ambasciatori, nella giornata del 26 novembre.
"È necessario che tutti si concentrino su questo aspetto. La Russia deve sentire che ogni passo che fa per allargare la guerra comporta conseguenze. A Putin non può essere data una sola settimana per adattarsi e trovare una contromisura. È necessario fare sempre di tutto affinché la Russia sia costretta a cercare la pace. Una vera pace. E questo può essere ottenuto solo con due cose: aiutare l'Ucraina e fare pressione sulla Russia", aggiunge Zelensky.
Medvedev: "Oreshnik una catastrofe per l'Europa"
Nelle stesse ore, da Mosca, arriva il messaggio 'simmetrico' di Dmitry Medvedev. E' il numero 2 del Consiglio di sicurezza, mentre Putin si concede un giorno di silenzio dopo le esternazioni in settimana, ad alzare la tensione: "L'Europa non sa più che pesci pigliare, speculando sull'entità dei danni che il missile causerebbe con le sue testate nucleari, sulla possibilità di abbatterlo e sulla rapidità con cui i missili raggiungerebbero le capitali del Vecchio Continente", dice portando l'Oreshnik sotto i riflettori e ribadendo concetti espressi da Putin: Mosca può colpire ogni parte dell'Europa con la nuova arma.
"Permettetemi di rispondere a tutte e tre le domande: i danni sarebbero catastrofici; no, non è possibile abbatterli con i sistemi attuali; e sarà una questione di minuti. No, i rifugi antiatomici non vi salveranno. L'unica speranza è che la Russia, per bontà d'animo, avvisi in anticipo del lancio. Quindi che ne dite di smettere di sostenere la guerra?”, ha scritto su Telegram.
Esteri
Israele, l’annuncio in tv: “C’è...
Secondo quanto riferito dall'emittente pubblica Kan 11 Benjamin Netanyahu sta ora studiando come spiegarlo all'opinione pubblica
Accordo "chiuso" tra Israele e Libano. Ad annunciarlo è stata la tv israeliana Kan riferendo quanto riportato da fonti del governo di Tel Aviv. Le stesse fonti avrebbero riferito all'emittente che ora il primo ministro Benjamin Netanyahu starebbe studiando come spiegarlo all'opinione pubblica.
In Israele il mediatore americano Amos Hochstein - riferisce ancora la tv pubblica sul suo sito - ha avuto il via libera per procedere all’accordo.
Stasera Netanyahu avvierà una consultazione sulla sicurezza con i ministri. Al centro del dibattito ci sarà ora la libertà d'azione dell'Idf nella zona di confine tra Siria e Libano.
Secondo fonti vicine ai mediatori americani, Gerusalemme ha ricevuto garanzie da Washington sulla libertà d'azione in caso di violazione dell'accordo.
Nuovi raid israeliani alla periferia di Beirut
Intanto nuovi attacchi israeliani hanno colpito ieri i sobborghi meridionali di Beirut dopo l'appello dell'esercito israeliano ad evacuare alcune aree della zona considerata una roccaforte di Hezbollah. "Una serie di violenti attacchi ha preso di mira Haret Hreik, Bir al-Abed e Ghobeiry, nella periferia meridionale di Beirut", ha dichiarato l'Agenzia nazionale libanese di notizie (Ani). In precedenza, l'Ani aveva riferito di due attacchi da parte di caccia israeliani sul settore di Kaafat, sempre nella periferia meridionale della capitale, che hanno "causato massicce distruzioni".
Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, aveva avvertito su X che l'esercito avrebbe colpito "installazioni e interessi di Hezbollah" nei quartieri di Hadath e Bourj al-Barajneh, condividendo le mappe delle aree da evacuare. In serata, ha ripetuto l'appello ad evacuare i due quartieri, elencando anche altri quartieri della periferia meridionale.
A Beirut sospese le lezioni in scuole e università
Il Ministro dell'Istruzione libanese Abbas Halabi ha annunciato con un comunicato questa sera che le lezioni in presenza saranno sospese da domani e fino alla fine di dicembre in tutti gli istituti scolastici e di insegnamento superiore di Beirut, Metn, Chouf e Baabda a causa dell'escalation di violenza tra l'esercito israeliano e Hezbollah.