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Salute, ‘Not a Good Moarning?’ al via oggi campagna sull’osteoartrosi
Promossa da Ibsa Italy con Anmar per sensibilizzare su malattia cronica e degenerativa che colpisce 4 milioni di italiani
![Salute, 'Not a Good Moarning?' al via oggi campagna sull'osteoartrosi](https://www.adnkronos.com/resources/028d-1ad8d8512bb7-03bec8e098ae-1000/format/big/osteoartrosi_free.jpeg)
Nonostante riguardi almeno 240 milioni di persone nel mondo (4 milioni solo in Italia) e sia in costante crescita, i sintomi dell’osteoartrosi vengono ancora spesso trascurati, ritardandone la diagnosi. Per questo motivo Ibsa Italy lancia oggi la campagna nazionale di sensibilizzazione "Not a Good Moarning?", con il patrocinio di Anmar OdV - Associazione nazionale malati reumatici, volta a mettere in luce i sintomi spesso sottovalutati dell'osteoartrosi e a promuovere una maggiore consapevolezza su questa patologia.
L'osteoartrosi è una condizione cronica e degenerativa che colpisce le articolazioni, causandone il progressivo cedimento e che in Italia interessa oltre 4 milioni di persone, prevalentemente over 50, ma può riguardare anche soggetti più giovani a causa di traumi o deformità. Nei prossimi anni - riporta una nota - si prevede inoltre un incremento significativo dei casi, con una stima di 6 milioni di italiani tra i 45 e i 74 anni colpiti da osteoartrosi entro il 2028 ; questa tendenza in aumento è attribuibile a diversi fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione e la modifica degli stili di vita, con l’abitudine alla sedentarietà o, al contrario, a un’attività fisica eccessivamente intensa che può avere effetti negativi sulla salute articolare.
"È fondamentale riconoscere presto i campanelli d'allarme dell'osteoartrosi per arrivare ad una diagnosi tempestiva ed avviare un trattamento efficace – afferma Mario Vetrano, professore associato di Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Università Sapienza di Roma - Imparare ad ascoltare il proprio corpo è essenziale per prevenire la progressione del danno articolare e rivolgersi prontamente al medico, intervenendo nelle fasi precoci della malattia, può migliorare significativamente il benessere e la qualità di vita del paziente”.
La campagna "Not a Good Moarning" - riferisce la nota - si focalizza proprio sui sintomi non immediatamente riconoscibili dell’osteoartrosi. Uno di questi, spesso ignorato, è la rigidità mattutina che i pazienti sperimentano dopo periodi di inattività prolungata e che la campagna ha simbolicamente rappresentato attraverso una statua raffigurante una donna “pietrificata” mentre si alza dal divano nelle prime ore del mattino. Attraverso questa installazione, che verrà posizionata in piazza XXV Aprile a Milano dal 9 al 12 maggio, la campagna si propone di portare l’attenzione su questa tematica sensibilizzando i cittadini sulle sfide e le limitazioni quotidiane causate dall’osteoartrosi: spesso le prime manifestazioni di dolore, rigidità o difficoltà nel camminare avvengono proprio durante lo svolgimento di attività comuni come vestirsi, lavarsi, infilarsi le scarpe o andare al supermercato.
Accanto alla statua, saranno presenti totem informativi che forniranno informazioni sulla patologia e, attraverso un QR Code, si verrà indirizzati ad una landing page dedicata alla campagna dove saranno a disposizione ulteriori approfondimenti e materiali sull’artrosi, i suoi fattori di rischio, la diagnosi, le raccomandazioni sullo stile di vita e gli esercizi che possono aiutare a gestire questa condizione, oltre che aggiornamenti sulla campagna e sui successivi appuntamenti.
“Oltre al riconoscimento dei sintomi, è importante sensibilizzare anche sulla necessità di promuovere percorsi diagnostico-terapeutici appropriati, che coinvolgano più specialisti nella presa in carico multidisciplinare del paziente, tra cui il reumatologo, il fisiatra e l’ortopedico per una patologia invalidante come l’osteoartrosi – sottolinea Silvia Tonolo, presidente di Anmar OdV - Basti pensare che oltre il 15% delle visite dal medico di medicina generale sono dovute all’osteoartrosi per capire la dimensione del problema. Non va dimenticato neanche l'impatto psicologico della malattia, che influisce non solo sulla qualità di vita del paziente, ma anche sui suoi rapporti sociali e familiari. La limitazione delle attività quotidiane può generare nervosismo e depressione e richiedere una ridefinizione degli obiettivi di vita. Per questo è cruciale diffondere consapevolezza sull’osteoartrosi con campagne di sensibilizzazione come Not a Good Moarning?”.
Nonostante non esistano cure definitive per l’osteoartrosi, ad oggi ci sono diverse opzioni terapeutiche per gestire al meglio la patologia e per vivere una vita attiva. "Il trattamento dell'osteoartrosi - spiega Andrea Reggiani, Socio fondatore Associazione nazionale fisiatria interventistica (Anfi) - si basa su un approccio graduale e flessibile, che mira a controllare il dolore e rallentare il processo degenerativo articolare. Le linee guida internazionali prevedono diversi step terapeutici, a seconda della severità della malattia, che vanno dal trattamento farmacologico con antinfiammatori alle infiltrazioni di acido ialuronico, fino alla sostituzione protesica nei casi più gravi. In parallelo, seguire un corretto stile di vita attraverso una dieta bilanciata e un’attività fisica costante ed equilibrata è fondamentale per migliorare la qualità della vita e il benessere delle articolazioni".
Ibsa - conclude la nota - è storicamente impegnata in ambito osteoarticolare per sviluppare approcci terapeutici innovativi, con una particolare attenzione all'osteoartrosi, una delle principali cause di disabilità a livello globale. Attraverso la campagna “Not a Good Moarning?” l’impegno di Ibsa va oltre la ricerca, promuovendo una corretta informazione e sensibilizzazione, in collaborazione con Anmar, con l’obiettivo di contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone che convivono con questa condizione.
Dopo la partenza di Milano, la campagna proseguirà facendo tappa a Roma dall’8 all’11 giugno e a Napoli dal 14 al 17 giugno. Per ulteriori informazioni sulla campagna e approfondimenti relativi all'osteoartrosi: www.infoartrosi.it
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Cronaca
‘World Nutella Day’: al Maxxi di Roma un evento...
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Una storia che, partendo da un laboratorio artigianale ad Alba, ha trasformato una semplice crema spalmabile in un fenomeno globale, capace di unire culture, emozioni e tradizioni in oltre 170 Paesi
!['World Nutella Day': al Maxxi di Roma un evento speciale per celebrare la legacy di un'icona globale](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cfa0be66d0b-c7076fbdc792-1000/format/big/logo_nutella_wnd_comm.png)
Da 60 anni, milioni di persone iniziano la giornata con il gusto inconfondibile e l’energia positiva di Nutella, che dal 1964, partendo da Alba, in Piemonte, ha saputo trasformarsi in icona globale amata in oltre 170 Paesi. Questa straordinaria evoluzione è da sempre accompagnata dall’entusiasmo dei Nutella Lovers di tutto il mondo, i veri protagonisti del World Nutella Day: una ricorrenza che si celebra ogni anno il 5 febbraio, nata nel 2007 dall’idea spontanea della blogger americana Sara Rosso, che ha voluto creare una giornata speciale per riunire la community mondiale e celebrare, attraverso i social media, la passione per la crema alla nocciola e cacao più famosa al mondo.
Quest’anno, per celebrare il World Nutella Day in Italia, Nutella sarà protagonista di un evento che si terrà domani al Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Durante l’evento dedicato ai Nutella Lovers, la crema alla nocciola e cacao che ha saputo conquistare il mondo sarà celebrata come marchio globale con una legacy senza tempo, capace di ispirare generazioni di appassionati e consolidare il suo ruolo non solo come brand iconico, ma come vero e proprio “powerbrand”, simbolo di condivisione, gioia e creatività.
Durante la serata, condotta da Pierluigi Pardo, giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo, sarà possibile assistere alla presentazione della nuova edizione del libro “Il nuovo mondo Nutella® – 60 anni di innovazione” di Gigi Padovani, giornalista e scrittore. Il volume offre uno sguardo approfondito sul viaggio di Nutella® verso la trasformazione in un’icona globale, entrata a far parte della memoria collettiva. La celebrazione della sua legacy sarà accompagnata dalle note del violinista Pierpaolo Foti, famoso per le sue interpretazioni innovative e coinvolgenti e dal tributo di Greg Goya, street artist noto per la sua “fast art”, che mira a suscitare emozioni immediate nel pubblico attraverso installazioni interattive negli spazi urbani.
L’evento si inserisce nel contesto della mostra joyn! Un viaggio nel mondo Nutella® per i suoi 60 anni, allestita al Maxxi a cura di Chiara Bertini e in collaborazione con Ferrero, in occasione delle celebrazioni per i 60 anni di Nutella®. L’esposizione ripercorre sei decenni di storia, innovazione e passione, e sarà visitabile fino al 20 aprile 2025. Un mix di gioco e approfondimento in uno spazio per adulti e bambini che offre l’opportunità di riscoprire i ricordi legati a Nutella®, immergersi nelle sue campagne pubblicitarie più iconiche e visualizzare l’impatto sociale e culturale di un brand che ha attraversato intere generazioni. Ma la mostra non è solo un tributo a un prodotto che ha saputo conquistare il mondo: è un viaggio dentro la legacy imprenditoriale di Nutella®, fatta di ingegno, resilienza e innovazione continua. Una storia che, partendo da un laboratorio artigianale ad Alba, ha trasformato una semplice crema spalmabile in un fenomeno globale, capace di unire culture, emozioni e tradizioni in oltre 170 Paesi.
Infatti, lo spirito di innovazione e imprenditorialità che ha caratterizzato l’evoluzione del marchio rimane vivo anche a sessant’anni dalla sua nascita, offrendo alle persone modi sempre nuovi di gustare Nutella®: dal lancio del primo snack on-the-go con Nutella &GO! nel 2008, passando per Nutella B-ready, lanciato nel 2015, fino a Nutella Biscuits, il primo e unico biscotto con un cuore cremoso di Nutella®, nel 2019. Più recentemente, il marchio ha ampliato la sua gamma di prodotti con Nutella Muffin nel 2020, Nutella Croissant nel 2023, Nutella Gelato e Nutella Plant-Based nel 2024, e Nutella Donut nel 2025, continuando a investire, ad affermarsi come brand globale e a scrivere nuovi capitoli di un successo destinato a non fermarsi.
Thomas Chatenier, Presidente Globale di Nutella® presso Ferrero, dichiara: “Il World Nutella® Day è la prova tangibile della forza duratura del nostro brand e della passione ineguagliabile dei nostri fan, che hanno elevato Nutella® a icona culturale, celebrata persino nei libri e nelle mostre. In Ferrero, il nostro impegno verso l’innovazione continua è costante, affinché Nutella® resti una presenza irrinunciabile nella vita quotidiana di milioni di persone. Nutella® è sempre stata sinonimo di gioia e positività, e oggi la sua famiglia di prodotti è più ricca che mai: dai biscotti agli snack, dal gelato ai prodotti da forno surgelati fino alle nuove proposte plant-based. Un enorme grazie a tutti i fan di Nutella® che ci ispirano a evolverci ogni giorno! Guardiamo con entusiasmo al futuro, pronti a diffondere ancora più sorrisi e creare momenti indimenticabili all’insegna di Nutella®”. Anche quest'anno, infine, i fan di Nutella® potranno celebrare il World Nutella® Day scoprendo tanti spunti e ricette su www.nutella.it e condividere i propri momenti speciali con Nutella® sui social, utilizzando gli hashtag #WorldNutellaDay #CondividiUnSorrisoConNutella.
Cronaca
Roma, scorta ministro Lollobrigida sventa borseggio in...
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Arrestato 21enne
![Francesco Lollobrigida - (Fotogramma)](https://www.adnkronos.com/resources/0291-1be86b2e2080-cc8b3865450f-1000/format/big/lollobrigida_ministro_fg.jpeg)
Ha tentato di rubare il portafogli dalla borsa di una passante in pieno centro a Roma ma la scena è stata notata da due carabinieri della scorta del ministro Francesco Lollobrigida che lo hanno bloccato allertando i colleghi. E’ successo ieri poco prima delle 14 a largo Santa Susanna. Protagonista un 21enne di origine romene, in compagnia di un complice riuscito poi a far perdere le sue tracce, arrestato dai carabinieri intervenuti sul posto grazie alla segnalazione della scorta del ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, non presente in quel momento.
I militari del Nucleo radiomobile di Roma, arrivati sul posto, hanno raccolto la querela della donna, di origini brasiliane, che poco prima aveva sorpreso uno dei due stranieri mentre infilava la mano nella sua borsa. Il ventunenne, risultato incensurato, è comparso questa mattina in aula a piazzale Clodio dove il giudice per la direttissima ha convalidato l’arresto e lo ha rimesso in libertà. Per lui è stato fissato il processo a giugno.
Cronaca
Omicidio Torvaianica, giudici: ”Calderon e Molisso...
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Le motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Frosinone nel processo nato dall’inchiesta Dda di Roma e dei carabinieri
![Omicidio Torvaianica, giudici: ''Calderon e Molisso responsabili, agguato eclatante ma no metodo mafioso''](https://www.adnkronos.com/resources/0294-1c959ef9201e-bd5916097b9e-1000/format/big/toga_tribunale_fg_1-0-3199754079.jpeg)
“Le risultanze istruttorie consentono di ritenere provata con certezza la responsabilità di Raul Esteban Calderon e Giuseppe Molisso per l'omicidio di Selavdi Shehaj. Le comunicazioni intervenute attraverso il sistema criptato Sky-Ecc hanno consentito di ricostruire con dovizia di particolari tutte le articolate fasi preparatorie dell'omicidio, consentendo di individuare con certezza il ruolo ricoperto dai due imputati nella programmazione ed esecuzione del delitto”. È quanto scrivono i giudici della Corte di Assise di Frosinone nelle motivazioni della sentenza del processo per l’omicidio di Selavdi Shehaj, detto 'Passerotto', l’albanese ucciso sulla spiaggia di Torvaianica il 20 settembre del 2020, con cui lo scorso quattro novembre hanno condannato all’ergastolo Raul Esteban Calderon, l'argentino sotto processo anche per l'omicidio di Fabrizio Piscitelli ‘Diabolik’, e Giuseppe Molisso. Condannati a tre anni anche Guido Cianfrocca e Luca De Rosa. Assolto per non aver commesso il fatto, invece, Enrico Bennato. Nel procedimento, con le indagini dei pm della Dda e dei carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, c’è un sesto indagato, Altin Sinomati, un albanese irreperibile connazionale della vittima.
“Il contenuto delle chat criptate tra i due imputati dà contezza, inoltre, della particolare intensità della volontà dolosa che ha connotato l'omicidio dello Shehaj. La coscienza e volontà della morte della vittima risulta palesemente provata non solo dalla meticolosa programmazione e dalle concrete modalità della condotta, tenuto conto del tipo e della micidialità dell'arma, della reiterazione in rapida sequenza dei due colpi e della loro direzione, della minima distanza di sparo e della parte vitale del corpo presa di mira ed attinta, ma anche dal contenuto dei messaggi scambiati tra Calderon e Molisso subito dopo l'agguato - sottolineano i giudici - in cui è evidente che persista la volontà di uccidere il povero Shehaj, nonostante si trovasse in quel momento in condizioni molto critiche in ospedale (Calderon: "Ma se esce di la finisco il lavoro"). L'obiettivo del Calderon e del Molisso era solo ed unicamente quello di cagionare la morte dello Shehaj”.
Con la sentenza i giudici avevano riconosciuto l’aggravante della premeditazione ma non quella del metodo mafioso. “La programmazione dell'omicidio dello Shehaj è stata meticolosa, articolata ed accurata, per un consistente ed apprezzabile lasso di tempo, e non è mai stata abbandonata dagli imputati, nonostante alcune difficoltà organizzative ed esecutive, che hanno comportato più di un differimento dell'agguato. Non vi sono dubbi, pertanto, che la circostanza aggravante della premeditazione sussista”, evidenziano i giudici. “La Corte ritiene, invece, di non poter accogliere la prospettazione accusatoria relativa alla aggravante di cui all'art. 416 bis.l c.p., contestata ‘con riferimento al metodo utilizzato e trattandosi di omicidio maturato per contrasto tra associazioni criminali organizzate’. La indubbia modalità eclatante dell'agguato, avvenuto una domenica mattina di settembre in spiaggia alla presenza di diversi bagnanti, non è di per sé sufficiente al riconoscimento dell'aver agito con metodo mafioso. Non vi sono, infatti, evidenze che lo Shehaj, rimasto cosciente dopo l'agguato, o i suoi familiari abbiano espresso timori nei confronti di un determinato gruppo criminale. Rispetto al riconoscimento dell'aggravante in esame l'omessa ricostruzione del movente del delitto dello Shehaj costituisce un vulnus difficilmente superabile”.
“Lo Shehaj aveva due precedenti per droga ed era noto per essere a capo di una piccola organizzazione che si occupava di spacciare al dettaglio sostanza stupefacente di tipo hashish e marijuana sul litorale laziale. Dalle informazioni della polizia giudiziaria - scrivono ancora i giudici della Corte di Assise di Frosinone - non sembrava però incardinato in una consorteria criminale albanese di grosso spessore in quanto frequentava, per lo più, connazionali con piccoli precedenti. È chiaro, tuttavia, che si tratta di elementi insufficienti per dimostrare che l'omicidio sia maturato nell'ambito di un contrasto tra associazioni criminali organizzate, come ipotizzato nell'impianto accusatorio''.
''Non si ravvisa, inoltre, quello stato di soggezione ed omertà tipico dell'agire mafioso, sebbene non possa nascondersi la sensazione di una non completa collaborazione da parte di alcune persone vicine alla vittima. Non appare invero superfluo evidenziare come, nonostante la tragicità dell'evento e le condizioni disperate del povero Shehaj, sia sparito il telefono cellulare della vittima, accortezza che appare logicamente giustificabile solo nella persistenza dei traffici illeciti della vittima e nella volontà di sottrarre agli inquirenti spunti investigativi”, concludono.