Ilaria Salis ai domiciliari, da cauzione e braccialetto elettronico: ecco tutti i vincoli
L'insegnante 39enne in carcere a Budapest dall'11 febbraio 2023: accolta la richiesta per i domiciliari
E' scarno ma preciso il documento con cui il tribunale ungherese di seconda istanza, con la decisione di oggi, accoglie la richiesta di domiciliari e della cauzione nei confronti di Ilaria Salis, la 39enne insegnante in carcere dall'11 febbraio del 2023 con l'accusa di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest.
Imputata nel procedimento iniziato lo scorso 28 marzo davanti ai giudici di Budapest - l'atto stabilisce che la sua detenzione in carcere "terminerà con il pagamento della cauzione al tribunale distrettuale di Elsofoku", cauzione il cui importo va saldato "da oggi entro un mese" e "ordina la sorveglianza speciale fino alla pronuncia finale". In regime di domiciliari Ilaria Salis potrà lasciare l'abitazione "solo con il permesso del tribunale", inoltre "sarà controllata con un dispositivo" ossia il braccialetto elettronico.
A Salis, candidata alle prossime elezioni europee 2024 con Avs, il tribunale ungherese ha concesso di lasciare il carcere di Budapest dove è detenuta da circa un anno "solo dopo il pagamento della cauzione", pari a 40 mila euro, precisa l'avvocato Mauro Straini. Il legale assiste Salis insieme al collega Eugenio Losco.
Roberto Salis: "Spero sia questione di ore"
"La cauzione corrisponde a 16 milioni di fiorini ungheresi, poco più di 40mila euro. Ilaria ha cercato di stimolare raccolta fondi che ha dato buoni frutti, useremo quelli per il pagamento delle spese legali, e se non dovessero bastare interverrà la famiglia. Al momento siamo in attesa di capire i dettagli, non ho ancora l'iban sul quale effettuare il bonifico. Ci è stato detto che dal momento che arriva il pagamento i domiciliari diventano effettivi, spero quindi che sia una questione di poche ore". Così Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, a 'Otto e mezzo' su La7.
"Per i domiciliari in Italia abbiamo trovato un domicilio altrimenti non sarebbe stato possibile fare la richiesta. Abbiamo già chiesto parecchie volte l'applicazione della decisione quadro 2009/829 dell'Unione europea ma credo che sarà più veloce la procedura relativa all'immunità conseguente all'eventuale elezione", ha aggiunto Roberto Salis.
Esteri
Moldova al voto, parla l’ambasciatore: “Dal...
Il nuovo ambasciatore Oleg Nica ha spiegato all'Adnkronos cosa c'è in ballo: "Lottiamo contro l'interferenza russa"
Il 20 ottobre 2024 si terranno il referendum costituzionale sul processo di adesione all’Unione europea e le elezioni presidenziali in Moldova. L’Adnkronos ha intervistato Oleg Nica, il nuovo ambasciatore in Italia, che da poche ore ha presentato le credenziali al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Come prima cosa, gli abbiamo chiesto quali sono le sfide e le provocazioni che il paese sta affrontando nel contesto del voto. “Si tratta di un esercizio cruciale non solo per la democrazia, ma anche per il futuro del nostro Paese - esordisce il diplomatico - perché i cittadini moldavi saranno chiamati a confermare la loro volontà di integrazione nell'Unione Europea e a eleggere il Presidente della Repubblica per i prossimi quattro anni. Mosca non accetta la decisone del popolo moldavo di scegliere il proprio futuro, e ha avviato una guerra ibrida su larga scala, caratterizzata da disinformazione, manipolazione, diffusione di fake news, con l'obiettivo di ostacolare il percorso europeo del Paese”.
La Moldova, anche con l’aiuto degli altri paesi europei, ha sviluppato nuove capacità per contrastare questa guerra ibrida e combattere quella che l’ambasciatore definisce “corruzione elettorale”: nell'ultimo anno, la Federazione Russa ha messo in campo milioni di euro con l'obiettivo di influenzare le decisioni politiche dei cittadini moldavi.
Come la Russia prova a interferire sul processo democratico
Quali sono i messaggi che la Russia diffonde per influenzare il voto? “Circolano diverse false narrative - rivela Nica - le principali sono che l’Unione europea vuole distruggere l’identità nazionale; che l’adesione è irraggiungibile e il referendum una farsa; infine che l’Ue è responsabile degli alti costi energetici, mentre la Russia viene dipinta come un partner energetico più economico e stabile”. Nelle ultime settimane, Meta, che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp, ha bloccato una serie di pagine e account che diffondevano disinformazione. “Nel 2023, il governo moldavo ha istituito il Centro Nazionale per le Comunicazioni Strategiche e la Lotta alla Disinformazione, con lo scopo di rafforzare le capacità del Paese nel contrastare queste minacce”, aggiunge Nica.
La comunità moldava in Italia rappresenta una parte importante della diaspora, essendo la più grande tra i paesi Ue. Come potranno votare i cittadini moldavi residenti in Italia? L’ambasciatore spiega che “i 300mila cittadini (132mila con permesso di soggiorno più altri con doppie cittadinanze europee) potranno accedere a 60 seggi elettorali in Italia questa domenica, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ogni cittadino moldavo, anche con passaporto scaduto, potrà partecipare al voto. Vorrei cogliere questa occasione per ringraziare tutte le autorità italiane per il loro straordinario sostegno e disponibilità di ottenere gli spazi per gli seggi elettorale. È importante che i cittadini moldavi sfruttino questa possibilità e vadano a votare, esercitando questo diritto costituzionale di scegliere il futuro del proprio Paese”.
I rapporti stretti tra Moldova e Italia
Qual è lo stato attuale dei rapporti bilaterali tra Italia e Moldova? Per Oleg Nica, che è stato negli scorsi anni console generale a Milano, “L'Italia è sempre stata un partner strategico per la Repubblica di Moldova, sia politicamente che economicamente, essendo tra i primi quattro Paesi dell'UE in termini di volume di scambi e investimenti. La recente visita del Presidente Sergio Mattarella nella Repubblica di Moldova, di fatto la prima visita di un presidente italiano, ha confermato le buone relazioni tra i nostri Paesi e ha dato un forte segnale di sostegno”.
“La cooperazione - prosegue il diplomatico - è di ampio respiro, sia in campo sociale, economico, politico, di pubblica sicurezza, agricolo o energetico. Ma ovviamente il potenziale di espansione della cooperazione commerciale è enorme. La Moldova è interessata alle tecnologie italiane nel campo dell'agricoltura, industria, al settore della trasformazione, poiché l'Italia dispone di tecnologie avanzate in questo campo. Allo stesso modo, il settore delle energie rinnovabili e l'aumento dell'efficienza energetica sono di particolare interesse per le autorità moldave. Vorrei evidenziare anche il contributo importante dell’Italia nel Moldova Partnership Program (MPP), con 20 milioni di euro destinati al settore energetico tra il 2022-2023, e ulteriori 40 milioni per i prossimi 3 anni come supporto nei settori dell’energia, sanità e agricoltura”.
L’integrazione europea come obiettivo strategico
Infine, gli abbiamo chiesto quali sono i principali cambiamenti che si attende per la Moldova una volta completato il processo di integrazione nell’Ue. “L'integrazione europea rappresenta un obiettivo strategico per lo sviluppo della Repubblica di Moldova. Come ha sottolineato il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni nel dicembre 2023, non si tratta semplicemente di un allargamento, ma della 'riunificazione di tutti quei Popoli, di quelle Nazioni che si riconoscono nei valori e nell'identità del nostro continente'. Con l’apertura dei negoziati di adesione, la Moldova ha iniziato un processo di armonizzazione della legislazione nazionale con quella comunitaria. Il nostro obiettivo - spiega l’ambasciatore - è diventare membri a pieno titolo dell’Ue entro il 2030, un traguardo ambizioso ma realizzabile. Recentemente, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in visita in Moldova, ha annunciato che l’Ue investirà 1,8 miliardi di euro nell’economia moldava nei prossimi tre anni, sostenendo così le riforme economiche e istituzionali della Moldova, necessarie per modernizzare il paese e prepararlo alle sfide future".
"Per noi, l’Unione Europea significa: pace, libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e un’economia stabile. Questo e il nostro sogno e la nostra volontà: vivere in una società che condividi i valori della grande famiglia europea”, conclude. (di Giorgio Rutelli)
Esteri
Ucraina-Russia, Kim manda 12mila soldati nordcoreani in...
Il sostegno di Pyongyang va ben oltre la fornitura di armi
La Corea del Nord ha deciso di inviare 12.000 soldati a sostegno della Russia nella guerra in corso da quasi 1000 giorni con l'Ucraina. A rivelare la mossa di Kim Jong-un è l'intelligence sudcoreana, secondo cui Pyongyang avrebbe già iniziato a "spostare le sue truppe".
"È noto che la Corea del Nord ha recentemente deciso di inviare in guerra in Ucraina un totale di 12.000 militari, tra cui quattro brigate di forze speciali", afferma il National Intelligence Service di Seul. Si tratta del primo dispiegamento su larga scala di forze di terra nordcoreane, come riporta l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
L'asse tra Corea del Nord e Russia appare sempre più solido, dopo l'accordo siglato a giugno da Kim e dal presidente russo Vladimir Putin. Pyongyang, dopo aver fornito a Mosca armi e munizioni, ora si appresta a diventare un alleato 'totale' nella guerra contro l'Ucraina.
Ue preannuncia risposta
La decisione di Kim cambia radicalmente il quarto e spinge l'Unione Europea a preannunciare una risposta, come dice il portavoce per gli affari esteri dell'Ue Peter Stano. "Abbiamo preso nota delle notizie sul possibile coinvolgimento delle truppe nordcoreane in Ucraina. Se confermato, ciò rappresenterebbe una significativa escalation delle relazioni militari con la Russia, in ulteriore spregio del diritto internazionale, e dimostra ancora una volta che è la Russia a intensificare la guerra e la sua aggressione, con la partecipazione attiva dei suoi alleati", dice Stano.
Il portavoce sottolinea la preoccupazione dell'Europa per l'intensificarsi della cooperazione militare e dei trasferimenti di armi tra Pyongyang e Mosca e ha ribadito che il continuo sostegno alla Corea del Nord nel contesto dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia "riceverà una risposta adeguata" da parte del blocco. Per la diplomazia europea, un passo del genere dimostrerebbe che la Russia non ha alcun interesse reale per la pace. "Al contrario, la Russia cerca disperatamente qualsiasi aiuto per la sua aggressione illegale, anche da attori che stanno seriamente disturbando la pace e la sicurezza mondiale", aggiunge Stano.
Per l'Ue, il ricorso della Russia al regime di Kim Jong Un riflette "la reale debolezza" di Mosca, "il suo crescente isolamento" e "l'efficacia delle misure restrittive dell'Ue contro la Russia".
Seul: "Pyongyang e Mosca disperate"
Le mosse di Kim vengono osservate con attenzione, ovviamente, anche da Seul. La tensione tra le due Coree, nelle ultime settimane, ha raggiunto livelli estremamente elevati. I crescenti legami militari della Corea del Nord con Mosca rappresentano una "significativa minaccia alla sicurezza" non solo della Corea del Sud, ma anche della comunità internazionale, evidenzia l'ufficio del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, spiegando che il crescente sostegno di Pyongyang alla guerra di Mosca in Ucraina è andato "oltre il trasferimento di forniture militari e l'effettivo dispiegamento di truppe".
Parlando durante il vertice ministeriale in corso a Bruxelles, il vice ministro della Difesa sudcoreano Kim Seon-oh afferma che se il dispiegamento fosse vero, dimostrerebbe i "disperati" ultimi sforzi del regime recluso per ottenere garanzie di sicurezza dalla Russia. "Se davvero hanno inviato le loro truppe, è perché il Nord sente il bisogno di farlo per mantenere il proprio regime, cercando garanzie dalla Russia a questo scopo", dice, premettendo che si tratta di una sua opinione personale. "Anche il commercio di armi con la Russia è un atto che nasce dalla disperazione di chi è sull'orlo del baratro", aggiunge.
Esteri
Israele: “Uccisi due terroristi infiltrati da...
Idf: "Hanno aperto il fuoco dopo essere entrati nel Paese"
Le Forze di Difesa israeliane hanno ucciso due terroristi che hanno aperto il fuoco dopo essere entrati in Israele provenienti dalla Giordania. I militari stanno ora dando la caccia ad un terzo uomo che si ritiene fosse con loro e che sarebbe scappato.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si trova oggi in Giordania. In questo momento si trova alla Residenza reale di Aqaba del Re di Giordania Abdullah II, dove incontrerà il Re come prima tappa della visita in Medio Oriente. La premier avrà un incontro tête-à-tête con il Re, al quale seguirà una colazione di lavoro. Al termine della visita, Meloni partirà alla volta del Libano per l’appuntamento successivo della missione mediorientale.
Con la visita in Giordania, in particolare, l'Italia intende ribadire il suo sostegno a una nazione che costituisce un elemento fondamentale per la stabilità della regione. La leadership giordana, hanno spiegato fonti italiane a poche ore dalla missione della premier in Medio Oriente, è un interlocutore prezioso e sta svolgendo un ruolo cruciale sia per ridurre la tensione sia per scongiurare un ulteriore peggioramento del quadro.