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Un nuovo volto per le città del futuro: dall'abbandono alla sostenibilità attraverso la rigenerazione urbana e i criteri ESG

Rigenerazione urbana: demolizione di un edificio per nuova costruzione

Le città del futuro si stanno evolvendo sotto i nostri occhi, trasformando i loro volti grigi e decadenti in paesaggi urbani vibranti e sostenibili. Milioni di metri quadri di spazi degradati, ex-opifici industriali e complessi abitativi dismessi sono destinati a rinascere grazie alla rigenerazione urbana, un'onda di cambiamento che sta spazzando via l'abbandono e l'inattività.

Con i finanziamenti stanziati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, dalla Banca Europea per gli Investimenti e dal Fondo Complementare, l'Italia sta investendo risorse significative per affrontare questa sfida. Il PNRR ha destinato ben 2,8 miliardi di euro per recuperare migliaia di alloggi attraverso i Programmi Integrati di Qualità Urbana (Pinqua) e i Piani Urbani Integrati. Questo impegno finanziario riflette l'urgente necessità di affrontare le sfide legate alla sostenibilità ambientale e all'integrazione delle nuove tecnologie nelle nostre città.

Secondo il World Cities Report delle Nazioni Unite, entro il 2030 il 60% della popolazione vivrà in città. Questo rende le città non solo centri di rischio, ma anche di opportunità per mitigare le sfide ambientali e sociali. L'efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di CO2 e la resilienza alle catastrofi naturali diventano quindi imperativi per garantire la sostenibilità delle nostre metropoli.

La collaborazione tra settore pubblico e privato è essenziale per il successo di questo ambizioso progetto. Un approccio integrato che consideri l'immobiliare, le infrastrutture e i trasporti come pilastri fondamentali dell'economia è la chiave per trasformare le nostre città in luoghi più vivibili, sicuri e attraenti.

Cos’è la rigenerazione urbana

La rigenerazione urbana rappresenta un processo di trasformazione e riqualificazione delle aree urbane esistenti, mirato a migliorare la qualità della vita, promuovere la sostenibilità ambientale ed economica, e rafforzare la resilienza delle città. Questo processo coinvolge interventi mirati per riutilizzare e riqualificare spazi urbani già esistenti anziché consumare nuovo suolo, riducendo così l'impatto ambientale e ottimizzando l'uso delle risorse disponibili.

Cos'è che rende la rigenerazione urbana così significativa? Innanzitutto, si distingue dalla mera riqualificazione edilizia perché mira a generare valore non solo sul piano economico e infrastrutturale, ma anche sociale e ambientale. Questo approccio olistico considera le esigenze delle comunità locali e promuove la creazione di spazi più vivibili e inclusivi.

Inoltre, la rigenerazione urbana si allinea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, promuovendo pratiche di costruzione e stili di vita più ecologici. Ciò include la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici, la creazione di spazi verdi e la promozione di modalità di trasporto sostenibili.

La rigenerazione urbana non si limita solo all'aspetto fisico, ma coinvolge anche la dimensione sociale ed economica delle città. Attraverso la creazione di nuove opportunità lavorative, la promozione della coesione sociale e la valorizzazione del patrimonio culturale, la rigenerazione urbana contribuisce a rendere le città più inclusive e resilienti.

La normativa

La normativa relativa alla rigenerazione urbana varia significativamente da paese a paese e può includere una vasta gamma di leggi, regolamenti e politiche a livello nazionale, regionale e locale. Tuttavia, esistono alcune linee guida e principi comuni che spesso informano la legislazione sulla rigenerazione urbana.

  • Pianificazione urbana e territoriale: La pianificazione urbana svolge un ruolo chiave nella definizione delle direzioni di sviluppo urbano e nella regolamentazione degli interventi di rigenerazione. Le normative urbanistiche spesso stabiliscono criteri per la riqualificazione delle aree urbane, definendo zone specifiche destinate alla rigenerazione e stabilendo requisiti per la densità, l'uso del suolo e gli standard di qualità.
  • Zonizzazione e cambio di destinazione d'uso: Le leggi sulla zonizzazione determinano quali tipi di attività possono essere condotte in determinate aree urbane. Nel contesto della rigenerazione urbana, possono essere adottate politiche di cambio di destinazione d'uso per consentire la trasformazione di aree industriali dismesse in spazi residenziali, commerciali o pubblici.
  • Incentivi fiscali e finanziamenti: Per favorire gli interventi di rigenerazione urbana, molti governi offrono incentivi fiscali, agevolazioni finanziarie o finanziamenti pubblici per progetti di riqualificazione. Questi possono includere sgravi fiscali per investimenti in aree svantaggiate, contributi finanziari per la riqualificazione di edifici storici o programmi di finanziamento per la trasformazione di brownfield.
  • Partecipazione pubblica e consultazione: Molte normative sulla rigenerazione urbana richiedono un coinvolgimento attivo della comunità locale nel processo decisionale. Questo può implicare la consultazione pubblica sui progetti di riqualificazione, la creazione di comitati consultivi locali o la promozione di meccanismi di partecipazione civica per garantire che le esigenze e le preoccupazioni della comunità siano prese in considerazione.
  • Normative ambientali e sostenibilità: Le normative ambientali giocano un ruolo fondamentale nella promozione della sostenibilità nei progetti di rigenerazione urbana. Queste possono includere requisiti per la valutazione dell'impatto ambientale dei progetti, normative sulla gestione dei rifiuti e dell'acqua, e criteri per la certificazione di edifici sostenibili.

In generale, la normativa sulla rigenerazione urbana mira a creare un quadro normativo che faciliti e regoli gli interventi di trasformazione urbana, promuovendo al contempo gli obiettivi di sviluppo sostenibile, inclusione sociale ed economica, e resilienza urbana.

Rigenerazione urbana, sostenibilità e criteri ESG

La rigenerazione urbana, quando guidata da principi di sostenibilità e criteri ESG, rappresenta un approccio integrato e responsabile alla trasformazione delle aree urbane. Questa combinazione tiene conto non solo delle necessità di sviluppo economico, ma anche dell'impatto ambientale e sociale delle azioni umane sul tessuto urbano.

Sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale nella rigenerazione urbana riguarda la riduzione dell'impatto ecologico delle attività umane nelle città. Ciò può includere la promozione di pratiche di costruzione sostenibile, l'adozione di fonti di energia rinnovabile, la creazione di spazi verdi e la promozione di metodi di trasporto eco-friendly. L'integrazione di infrastrutture resilienti al cambiamento climatico è anche cruciale per affrontare le sfide ambientali future.

Inclusione sociale

La rigenerazione urbana sostenibile dovrebbe essere inclusiva e rispondere alle esigenze di tutti i segmenti della popolazione, inclusi i gruppi marginalizzati. Ciò implica la creazione di alloggi accessibili, lo sviluppo di servizi pubblici come scuole e strutture sanitarie, e la promozione di opportunità economiche per tutti i residenti. La partecipazione della comunità nel processo decisionale è fondamentale per garantire che i progetti rispondano alle esigenze locali e siano accettati dalla popolazione.

Buona governance

La governance efficace è essenziale per garantire che i progetti di rigenerazione urbana siano gestiti in modo trasparente, etico e responsabile. Questo implica una collaborazione efficace tra enti pubblici, privati e la società civile, nonché la prevenzione di corruzione, conflitti di interesse e discriminazione nei processi decisionali. Un'adeguata rendicontabilità e trasparenza nelle attività di sviluppo urbano sono cruciali per mantenere la fiducia delle parti interessate e per garantire la sostenibilità a lungo termine dei progetti.

Integrando i principi di sostenibilità e i criteri ESG nella rigenerazione urbana, è possibile creare comunità più resilienti, vivibili e adattabili alle sfide ambientali e sociali del futuro. Questo approccio non solo favorisce lo sviluppo urbano responsabile, ma può anche generare valore economico a lungo termine e migliorare la qualità della vita nelle città.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Sostenibilità

Sostenibilità e informazione, il rapporto stretto al centro...

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Giornalisti, manager e accademici a confronto sull'analisi e il racconto delle transizioni

Sostenibilità e informazione, il rapporto stretto al centro di un evento di Associazione Civita

Qual è il rapporto tra informazione e sostenibilità? In che modo il mondo della comunicazione può essere parte attiva nella costruzione di un futuro sostenibile? Come percepiscono i cittadini gli aspetti legati alla sostenibilità? Quali sono le implicazioni della Direttiva Csrd, emanata dall'Unione Europea nell'ambito del Green Deal a dicembre 2022 per regolamentare la comunicazione delle informazioni non finanziarie da parte di alcune organizzazioni e che rende obbligatoria dall'esercizio 2024 la rendicontazione societaria di sostenibilità per tutte le aziende dell'Ue? Di questi e di molti altri temi si è discusso ieri sera presso la sede dell’Associazione Civita nel corso del nuovo appuntamento del ciclo 'Quando la sostenibilità incontra…' dedicato all’informazione.

Ad animare i confronto, Simonetta Giordani, segretario generale Associazione Civita; Carlo De Masi, presidente Adiconsum; Mario De Pizzo, giornalista politico-parlamentare del Tg1; Luca Ferlaino, fondatore di SocialCom.; Sabrina Florio, presidente di Anima per il sociale nei valori d'impresa; Fabio Insenga, vicedirettore di AdnKronos; Marcello Presicci, presidente Advisory Board, fondazione Educazione Finanziaria ed Economica.

L'iniziativa è partita dal presupposto che la sfida della sostenibilità è oggi al centro dell’agenda globale. E il ruolo dell’informazione in questo contesto è cruciale perché la sinergia tra sostenibilità e informazione può guidare un cambiamento positivo. Si avverte infatti uno scollamento tra consumatori, aziende e istituzioni sulla necessità di raggiungere gli obiettivi posti dal Green Deal e l’informazione e la comunicazione giocano un ruolo chiave nel promuovere consapevolezza e responsabilità, in quanto fattori di facilitazione nei processi di condivisione delle strategie decisionali.

Un cambiamento importante, sottolineato nel corso dell’evento, è rappresentato dalla direttiva Csrd che, oltre a introdurre un obbligo legale, rappresenta un’opportunità per le aziende di migliorare le prestazioni Esg e di creare valore a lungo termine. Inoltre, garantisce una maggiore trasparenza e confrontabilità delle informazioni sulle prestazioni ambientali, sociali e di governance, consentendo agli investitori e agli altri stakeholder di prendere decisioni più consapevoli e sostenibili.

Altro tema toccato è stato quello relativo alla direttiva 2024/825 riguardante la responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione che proibisce comunicazioni su temi ambientali c risultino generiche e ingannevoli, inibendo la pratica del greenwashing.

Gli intervenuti hanno convenuto sul fatto che, accanto al rispetto delle norme, è necessario sensibilizzare gli addetti ai lavori ad adottare una comunicazione responsabile che contribuisca alla costruzione di un futuro sostenibile. Inoltre, è indispensabile accompagnare i consumatori nell’acquisizione di informazioni accurate e nel compimento di scelte consapevoli.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Nessuno usa la parola sostenibilità, online si parla di...

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E' quanto emerge da una ricerca di SocialCom in esclusiva per Adnkronos

Alluvione in Spagna

La parola sostenibilità non è adatta alle conversazioni online. In Rete si parla di cose concrete, a partire dagli effetti del cambiamento climatico con le alluvioni di queste settimane in primo piano, e non di un concetto che appare astratto e lontano. E' quanto emerge da una ricerca di SocialCom in esclusiva per l'Adnkronos. “Nella nostra analisi delle conversazioni social sui temi della sostenibilità abbiamo rinvenuto un evidente paradosso: gli utenti dibattono anche in maniera polarizzata sulle conseguenze e sull’evidenze degli eventi legati ai cambiamenti climatici ma nessuno usa il termine sostenibilità che rimane appannaggio di stakeholder e addetti ai lavori”, commenta Luca Ferlaino, fondatore di SocialCom.

Il paradosso della sostenibilità, parole vs azioni

La ricerca "Il Paradosso della Sostenibilità," condotta da SocialCom Italia, rivela un dato sorprendente: l’interesse per la sostenibilità è in crescita, ma si esprime online principalmente attraverso temi concreti e situazioni reali, piuttosto che tramite l’uso diretto del termine “sostenibilità,” che spesso risulta astratto e lontano dalla vita quotidiana. Questa tendenza evidenzia come il concetto di sostenibilità venga interiorizzato dalla società quando si traduce in azioni tangibili e accessibili, rendendosi più facilmente parte dell’immaginario sociale collettivo. Temi come cambiamento climatico, mobilità sostenibile e raccolta differenziata, infatti, catalizzano il dibattito, risultando più immediati e vicini alle preoccupazioni quotidiane delle persone.

Dati chiave e temi principali

Volume delle Conversazioni: Nell’ultimo anno, in Italia, si sono registrate 1,2 milioni di conversazioni specifiche sulla sostenibilità e 1,7 milioni su temi correlati, come cambiamento climatico, attivismo, ecoansia, mobilità sostenibile, emergenze climatiche e raccolta differenziata.

Interazioni: In parallelo, il termine sostenibilità ha generato circa 1,5 milioni di interazioni, mentre i temi concreti ne hanno ottenute 6,5 milioni, segno che la concretezza ispira una partecipazione più attiva e un engagement più elevato.

Focus sui temi concreti: La prevalenza di conversazioni sui temi pratici suggerisce un desiderio diffuso di affrontare le sfide ambientali in modo realistico e immediato, rendendo più accessibile l'idea di un cambiamento sostenibile.

Analisi dei Sentiment e delle Reazioni

Cambiamento climatico: È uno dei temi più discussi, con 986.000 menzioni e 3,3 milioni di interazioni, ed evidenzia un sentiment misto tra positività (15%) e negatività (31%). Eventi come le recenti alluvioni in Toscana ed Emilia-Romagna hanno ulteriormente stimolato il dialogo e le emozioni degli utenti.

Mobilità sostenibile: Questo tema raccoglie 546.000 menzioni e 2,4 milioni di interazioni, distinguendosi per il sentiment più positivo (25%) tra i temi analizzati. La mobilità sostenibile si posiziona quindi come un concetto pratico, in cui gli utenti vedono un’azione concreta per il futuro.

Ecoansia: Tema emergente che riflette l’ansia collettiva legata alle sfide ambientali, ma con una presenza più limitata (10.000 menzioni, 44.000 interazioni) e un sentiment prevalentemente negativo (44%), mostrando percezioni contrastanti.

Conclusioni e implicazioni della ricerca

L'analisi evidenzia come l'interesse per la sostenibilità sia concreto solo quando collegato a temi pratici e reali. In un contesto di crescente consapevolezza, iniziative mirate su temi specifici e facilmente accessibili come la mobilità sostenibile o la raccolta differenziata sono le più efficaci per coinvolgere il pubblico. Comunicare la sostenibilità attraverso questi temi concreti risulta dunque strategico per stimolare un cambiamento positivo e duraturo, che vada oltre il concetto astratto di sostenibilità e diventi parte della quotidianità.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Inaugurata Foresta Levissima, progetto di riforestazione in...

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L’iniziativa contribuisce non solo al recupero delle foreste, ma anche al ripristino della biodiversità e alla tutela del delicato equilibrio ambientale della zona

Inaugurata Foresta Levissima, progetto di riforestazione in Val di Fiemme

Tra il 28 e il 30 ottobre del 2018, la Tempesta Vaia ha colpito duramente il patrimonio forestale italiano, devastando aree boschive, 14 milioni di alberi totali nell’area Nord-Est italiana. Oggi, in occasione del sesto anniversario, Levissima rinnova il suo impegno nella rigenerazione ambientale dei territori colpiti.

Nel territorio d’origine della sua acqua, Levissima ha avviato insieme al Consorzio Forestale Alta Valtellina, il Comune di Valdisotto e l’Università degli Studi di Milano un importante progetto per la rigenerazione delle zone colpite, e da quest’anno ha allargato il suo impegno anche alla Val di Fiemme, in Trentino-Alto Adige. Un’iniziativa di bonifica e rimboschimento che porta avanti insieme ad un partner di rilievo come Vaia, giovane startup locale, nata proprio con la missione di restituire al territorio in cui risiede ciò che ha perduto dopo la tempesta.

Con Vaia, infatti, è stata inaugurata la 'Foresta Levissima' in Val di Fiemme: un progetto di riforestazione che copre 4 ettari di uno dei territori più colpiti dalla tempesta, con l’obiettivo di piantare 6.000 nuovi alberi. L’iniziativa contribuisce non solo al recupero delle foreste, ma anche al ripristino della biodiversità e alla tutela del delicato equilibrio ambientale della zona. Il progetto di riforestazione è reso possibile anche grazie alla partecipazione attiva dei cittadini attraverso la piattaforma di sostenibilità Rigeneriamo Insieme, creata per coinvolgere le persone nella salvaguardia dell’ambiente e permettere a chiunque di contribuire in modo concreto alla tutela degli ecosistemi montani e del pianeta.

In particolare, ogni acquisto, tramite piattaforma, del Vaia Cube, un amplificatore per smartphone realizzato artigianalmente con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta, consente la piantumazione di un nuovo albero. Un semplice gesto che rende ciascun cittadino parte attiva nel processo di rigenerazione del patrimonio naturale.

“L'anniversario della Tempesta Vaia è per noi un'occasione concreta per rinnovare il nostro impegno verso la riforestazione e la tutela ambientale - ha affermato Elena Limido, Senior Brand Manager di Levissima - Il progetto Rigeneriamo Insieme e la Foresta Levissima fanno parte del nostro impegno per ridurre l’impatto sul pianeta, attraverso azioni semplici ma concrete, tangibili, che possano fare la differenza sul lungo termine, a partire proprio dalla tutela delle foreste, polmoni verdi del nostro pianeta”.

L’iniziativa rappresenta un altro passo nel percorso di sostenibilità di Levissima, che da anni investe in progetti di sensibilizzazione e tutela dell'ambiente, a partire dall’ecosistema montano e dai territori in cui ha origine la sua acqua, in collaborazione con partner locali. Il progetto di piantumazione di quest’anno è solo l’inizio di un percorso che vedrà crescere, anno dopo anno, il numero di alberi piantati, con l’obiettivo di ripristinare integralmente le aree devastate dalla Tempesta Vaia.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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