Consumi e abitudini, come è cambiato lo stile di vita in Sardegna
I fattori che favoriscono la longevità della popolazione
La popolazione della Sardegna è caratterizzata per la longevità, al punto che alcuni studi annoverano l'Isola tra le cinque aree del mondo dove si vive più a lungo e in buona salute. I segreti di lunga vita sono una combinazione tra fattori ambientali, come lo scarso inquinamento dell'aria, comportamenti sociali, quali il forte senso di appartenenza e uno stile di vita attivo, ma non frenetico. Senza dimenticare le scelte alimentari e le buone abitudini quotidiane.
A partire dai dati Istat è possibile entrare nel dettaglio di stili di vita e abitudini alimentari degli abitanti della Sardegna. Dati che sottolineano alcuni aspetti tipici della popolazione, tra i quali prediligere il pranzo a casa piuttosto che a mensa o sul luogo di lavoro, il che permette di scegliere piatti e ingredienti su misura. Proprio il pranzo rappresenta il pasto principale rispetto alla cena.
Sulla tavola dei sardi spicca il consumo quotidiano di pesce, uova, frutta e l'assunzione moderata di alcolici. Dunque, i fondamenti per una dieta equilibrata che dovrebbe aiutare il benessere e la salute. Per contro, due sardi su tre dichiarano di non sentirsi in buona salute e tra la popolazione si registrano dati in aumento su alcune malattie croniche tra cui ipertensione e osteoporosi.
A tavola meno salumi, più carne bianca, uova e pesce
Tra gli alimenti maggiormente consumati dalla popolazione sarda, l'Istat segnala dal 2022 al 2023 un aumento piuttosto considerevole (oltre 3 punti percentuali) nel consumo di carne bianca: nell'ultima rilevazione viene consumata più d'una volta a settimana da 78,4 sardi su 100, un dato comunque inferiore alla media nazionale dell'80,1.
Al contrario, nell'ultimo anno è diminuito il consumo di salumi che si attesta a 54 ogni 100 abitanti, ben al di sotto della media del Paese (59,6) e 12 punti in meno rispetto alla Campania che con 66 per 100 abitanti registra uno dei consumi più elevati a livello regionale.
Nel 2023, sulla tavola dei sardi più d'una volta a settimana anche le uova, consumate da 67 persone su 100, rispetto alle 64,4 del 2022 e il pesce, consumato da 56,2 abitanti ogni 100, mentre l'anno precedente tale dato si fermava 52,6.
I sardi pranzano più a casa e meno sul posto di lavoro
Dall'osservazione dei dati Istat i cittadini sardi prediligono decisamente pranzare a casa propria, con un valore relativo al 2023 di 81 su 100, in leggero calo rispetto al valore di 83,3 registrato nel 2022, ma comunque di quasi dieci punti superiore alla media nazionale (72,9).
Parallelamente, solo 8 persone su 100 consumano il pranzo quotidiano sul luogo di lavoro, un valore per altro in deciso aumento rispetto al 5,7 registrato nell'anno precedente. La media italiana in questo indicatore è di 9,8 per 100 persone, con picchi elevati nel Lazio (13,7) e Lombardia (12,3).
Un altro dato interessante riguarda il pasto principale della giornata. Per 66,9 su 100 cittadini della Sardegna è il pranzo, oltre sei punti superiore alla media nazionale, mentre solo 16,4 su 100 indicano la cena come pasto principale. Un'abitudine decisamente diversa rispetto alla media nazionale pari al 23,6 e che raggiunge punte del 30,9 nel Lazio.
Sardegna terza in Italia per consumo di frutta
Nella dieta quotidiana degli abitanti della Sardegna la frutta è una costante. Nel 2023, infatti, è la terza regione per consumo almeno una volta al giorno di frutta con 75,2 ogni 100 persone, dietro solo a Liguria (77,2) e Piemonte (75,3), anche se il dato regionale è in diminuzione di 3,5 punti rispetto al 2022.
La maggioranza dei sardi, pari a 78,3 su 100 persone, consuma quotidianamente da 2 a 4 porzioni di frutta, il 16,7 consuma una porzione al giorno, mentre 5 su 100 arrivano a mangiare 5 e più porzioni di frutta.
Un altro aspetto importante nel seguire un regime alimentare sano e bilanciato è rappresentato dall'uso parsimonioso del sale. In questo senso, i cittadini della Sardegna sono al primo posto in Italia per attenzione al consumo di sale a tavola, con un valore pari a 78,3 ogni 100 persone, quasi cinque punti in più della media italiana.
Fumatori in aumento, ma sotto la media nazionale
Il vizio del fumo risulta in aumento tra i residenti dell'Isola: se nel 2022 tra le persone dai 14 anni in su risultavano 16,9 fumatori ogni 100, il dato nel 2023 è cresciuto di 1,5 punti raggiungendo quota 18,4, comunque al di sotto della media nazionale che si attesta a 19,3.
Parallelamente all'aumento del numero di fumatori, nell'ultimo anno è diminuito il numero di coloro che smettono di fumare, 26,9 ogni 100 contro 29,1 del 2022. Un dato comunque positivo quello degli ex fumatori sardi se paragonato alla media italiana che segna 24,5 ogni 100 persone.
Il numero di non fumatori è il leggero aumento su base annua, si passa da 53 ogni 100 del 2022 a 53,8 del 2023. I sardi che hanno il vizio del fumo tendono comunque a non esagerare: secondo l'Istat nel 2023, infatti, 27,8 su 100 persone con la stessa abitudine fumano fino a 5 sigarette al giorno e 38,8 persone su 100 ne fumano da 6 a 10, solo 4,6 su 100 consumano un pacchetto al giorno.
Vino e birra: consumo moderato, ma in crescita
Per quanto riguarda il consumo quotidiano di vino e birra i sardi risultano bevitori moderati. Dai dati Istat risulta che nel 2023 in Sardegna 48,5 persone su 100 dagli 11 anni in su bevono vino, il che rappresenta il quinto dato regionale più basso, di quasi 7 punti inferiore alla media nazionale.
Da segnalare che però il consumo di vino è aumentato di 3 punti percentuali rispetto al 2022. In generale, si tratta comunque di un'assunzione moderata, se si pensa che solo 1,5 su 100 persone consuma più di mezzo litro al giorno, 11,2 consumano 1 o 2 bicchieri al giorno, 30,1 cittadini bevono raramente e solo in occasioni particolari.
I sardi amano il vino, ma ancora di più la birra, il cui consumo è cresciuto nell'ultimo anno fino a riguardare 49,7 persone su 100 con 11 anni ed oltre, rispetto alle 47,1 del 2022. Dati in aumento, ma comunque sempre inferiori alla media nazionale che raggiunge 51,1 persone ogni 100.
Il 66% dei sardi non si sente in buona salute
A livello di percezione sul proprio stato di salute, la popolazione sarda è tra quelle che meno afferma di sentirsi in buona salute con 66,4 su 100 persone, peggio fanno solamente Basilicata 62,2 e Liguria 66,1 (dati Istat relativi al 2022).
Inoltre, su 100 cittadini dell'Isola 44,6 dichiarano di avere almeno una malattia cronica, primo posto assoluto in Italia, un dato di oltre 4 punti superiore alla media delle altre regioni e in aumento rispetto al 42,9 registrato nel 2021. In crescita anche coloro che dichiarano di avere almeno due malattie croniche, da 24,5 a 25,2 ogni 100.
Tra i principali disturbi fisici, crescono dal 2021 al 2022 coloro che soffrono di ipertensione (da 18,7 a 19,1 ogni 100 persone, media italiana 18,6). In diminuzione, invece, i diabetici (da 7,2 a 6,5 ogni 100). In Sardegna, infine, si registra il tasso più elevato a livello nazionale di persone che soffrono di osteoporosi (12,5 su 100, media italiana 7,9).
Progetti regionali per promuovere stili di vita corretti
Con il Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 la Regione Sardegna intende informare e sensibilizzare i cittadini sugli stili di vita ecosostenibili che riguardano comportamenti e stili di vita quotidiani funzionali a prevenire e ridurre i rischi per la salute.
In particolare per gli anni 2022-2025 sono previsti o già in fase attuativa diversi gruppi di attività che, tra l'altro, forniscono un supporto concreto al cittadino offrendo strumenti conoscitivi necessari per sostenere o cambiare un modello comportamentale in ottica di miglioramento della qualità della vita e del benessere collettivo.
Con specifico riferimento alle abitudini alimentari, la Regione ha reso pubblico una sorta di decalogo per un'alimentazione ecosostenibile pro benessere del cittadino che suggerisce diverse azioni, tra cui: prediligere la dieta mediterranea che scientificamente è in grado di apportare benefici alla salute, aumentare il consumo di cereali, legumi, frutta, limitare le proteine animali e il consumo di alimenti e bevande ricchi di grassi saturi e zuccheri, prediligere alimenti locali, di stagione e biologici.
Cronaca
Alpinisti dispersi sul Gran Sasso, oggi riprendono ricerche...
Verrà impiegato anche un dispositivo Sonar Recco capace di individuare anche il segnale di un cellulare spento
Riprendono nella mattinata di oggi, 27 dicembre, le ricerche di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due alpinisti romagnoli di 42 e 48 anni dispersi da domenica pomeriggio sul Gran Sasso, a 2.700 metri.
"Il nostro lavoro è quello di andare a cercare le persone e portarle a casa vive". Oggi "riprendiamo le ricerche. Le condizioni meteo dovrebbero essere buone e dovremmo risolvere... Avremo le ricerche con gli elicotteri e in quota ci saranno almeno venti soccorritori", ha detto all'Adnkronos il presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo, Daniele Perilli.
"Non me la sento di dire altro - afferma Perilli - In questi momenti non si può azzardare nulla" e poi aggiunge che in questi giorni, nella zona dove sono concentrate le attenzioni, "ci sono state raffiche di vento a 140 chilometri orari e pesanti e abbondanti accumuli di neve, mentre le cime sono pulite".
L'impiego del sonar Recco
Oggi si tenterà un primo sorvolo dell'area, anche con l’ausilio di un dispositivo Sonar Recco già utilizzato nel febbraio 2021 sul Monte Velino per la ricerca di un gruppo di escursionisti dispersi. Il sonar è in grado di individuare anche il segnale di un cellulare spento.
Deboli sono dopo 5 giorni e con queste temperature le speranze di trovare ancora vivi i due alpinisti. Ma si spera che i due abbiano potuto trovare un anfratto dove ripararsi.
Ieri l'avvicinamento via terra
Ieri una squadra di soccorritori della Guardia di Finanza ha tentato un avvicinamento via terra alla Valle dell'Inferno, la zona ormai individuata in cui dovrebbero trovarsi i due scalatori di Sant'Arcangelo di Romagna. I quattro soccorritori sono riusciti ad avvicinarsi moltissimo alla zona da cui è partito l'ultimo segnale dai due dispersi. Tuttavia, in una situazione estremamente difficile per il tempo, non hanno trovato tracce. Neve altissima e raffiche di vento hanno costretto il gruppo a tornare indietro.
Esteri
G7, presidenza 2025 al Canada: Trudeau in crisi...
Il più longevo tra i leader delle sette potenze mondiali rischia ora di cadere, ecco perché
Il Canada si appresta a raccogliere dall'Italia il testimone della presidenza di turno del G7 nel mezzo di una crisi politica che non ha precedenti nella storia recente del Paese nordamericano, da tempo un esempio di stabilità, e che vede pesantemente vacillare il governo di Justin Trudeau, il più longevo tra i leader delle sette potenze economiche a livello mondiale. Il momento per il premier canadese è talmente critico che i sette capi di governo attesi al summit in programma a Kananaskis, nello Stato di Alberta, dal 15 al 17 giugno, potrebbero trovare un nuovo collega ad accoglierli.
Secondo la Cnn, infatti, il 53enne Trudeau - al governo da nove anni - potrebbe dimettersi all'inizio del 2025, aprendo le porte alla nomina di un nuovo premier liberale o a elezioni anticipate che, con molte probabilità, metterebbero fine alla leadership del suo Partito Liberale, che i sondaggi indicano indietro di 20 punti rispetto ai conservatori. Non solo, Trudeau - oltre a quella della maggioranza dei canadesi - ha perso la fiducia anche di molti membri del suo stesso partito.
Le bordate di Trump contro il premier
Sulla popolarità del governo pesano le preoccupazioni per l'inflazione e l'immigrazione, ma la crisi politica canadese è stata accelerata senza dubbio dalle minacce di dazi del 25% sulle merci importate negli Usa fatte dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che negli ultimi tempi non ha risparmiato vere e proprie 'bordate' al suo vicino, lamentando il deficit commerciale di Washington e con il quale ebbe forti frizioni già ai tempi del suo primo mandato presidenziale.
In un recente post ha definito Trudeau - con cui ha avuto una cena a fine novembre nella sua tenuta a Mar-a-Lago, in Florida - un "governatore", alludendo all'ipotesi - che Trump ha giudicato "un'ottima idea" - di far diventare il Canada il "51esimo Stato" americano. Il presidente eletto, tuttavia, non si è fermato qui. In un altro post è entrato a gamba tesa nella politica interna canadese attaccando Chrystia Freeland, la ministra delle Finanze nonché braccio destro di Trudeau, che lo scorso 16 dicembre ha rassegnato le dimissioni denunciando un disaccordo con il primo ministro sul modo con cui affrontare queste minacce.
L'addio della ministra dell'Economia
"Dopo aver riflettuto, ho concluso che l'unica via onesta e fattibile per me è quella delle dimissioni", ha dichiarato Freeland - che era al governo, con diversi incarichi, dal 2015 - in una lettera in cui non ha nascosto l'esistenza di disaccordi con Trudeau sul modo di affrontare "la grave sfida" costituita dalla "politica di nazionalismo economico aggressivo, con la minaccia di dazi al 25%" che Trump intende adottare.
"Nelle scorse settimane, non ci siamo trovati d'accordo sul modo migliore di procedere per il Canada", ha scritto ancora Freeland, il cui posto è stato preso da Dominic LeBlanc, che - in qualità di ministro della Pubblica sicurezza, quindi titolare del dossier confini - aveva accompagnato Trudeau a Mar-a-Lago.
"Il suo comportamento era totalmente tossico e non utile per raggiungere accordi positivi per gli altamente scontenti cittadini del Canada, non ci mancherà!", ha detto Trump, commentando sui social il passo indietro di Freeland, che aveva avuto un ruolo centrale durante la sua prima amministrazione nei colloqui per rinegoziare il Nafta. Allora il presidente eletto disse pubblicamente di non aver gradito il suo stile negoziale.
Le peggiori settimane della sua vita
Secondo la Bbc, queste che sta vivendo sono tra le peggiori settimane della carriera politica di Trudeau, che vede crescere contro di lui una forte opposizione all'interno del suo stesso partito. Anche il suo alleato chiave, il leader del Nuovo Partito Democratico, Jagmeet Singh, ha espresso pubblicamente l'intenzione di votare a favore di una mozione di sfiducia nei confronti del governo annunciata dai conservatori che, tuttavia, non potrà essere presentata fino alla riapertura della Camera dei Comuni, al momento in pausa invernale, il 27 gennaio. Se le opposizioni voteranno compatte la sfiducia, per Trudeau ci sarà ben poco da fare se non convocare le elezioni.
Il primo ministro, nonostante tutto, non ha finora mandato alcuna indicazione di volersi dimettere anche se, a quanto si dice, avrebbe comunicato al partito di voler usare le vacanze invernali per riflettere sul suo futuro. Gli osservatori ritengono che Trudeau nei momenti di massima pressione riesca sempre a tirare fuori il meglio di sé come ha dimostrato in questi nove anni di fronte a ogni battuta d'arresto. Ma sebbene abbia superato molte tempeste, ci sono segnali che il suo tempo potrebbe essere scaduto.
Politica
Manovra, oggi riprende l’iter al Senato. Opposizioni:...
Approdo in Aula alle 14. Calandrini (Fdi): "Iter blindato? Da anni è così, serve modifica della legge su regolamento contabilità e pareggio di bilancio"
Dopo la pausa natalizia riprendono oggi, 27 dicembre, i lavori della legge di bilancio che passa all'esame del Senato per la seconda lettura. La manovra da circa 30 miliardi di euro, la terza del governo Meloni, sarà licenziata dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama che tornerà a riunirsi alle 11, mentre l'approdo in Aula è previsto per le ore 14.
Il numero complessivo delle proposte emendative delle forze di opposizione è orientativamente di 800. Visti i tempi contingentati, è possibile che l'ok al testo arrivi senza mandato al relatore e che il governo ponga la questione di fiducia, con il voto finale che dovrebbe arrivare intorno alle 14 di domani, 28 dicembre.
Opposizioni all'attacco
Le opposizioni unite hanno criticato aspramente l'iter blindato della legge di bilancio, parlando di "Parlamento umiliato" e "mortificato" da un "monocameralismo di fatto" che, secondo le minoranze, sarebbe ormai diventata una "patologia" delle Camere. La capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga attacca: "Da domani un inutile tour de force al Senato per approvare la legge di bilancio. Inutile - spiega - perché non si potrà cambiare una virgola a una legge ingiusta che scontenta tutti: chi vive tra mille difficoltà e chi vuole fare impresa". Secondo l'esponente dem "si umilia il Parlamento" perché "di fatto solo una Camera ha esaminato ed è potuta intervenire sulla principale legge dello Stato. Il Natale è passato - chiosa Braga - ma la festa per un governo arrogante e indifferente si problemi del paese continua".
Luigi Marattin di Orizzonti liberali osserva: "Ampio spazio sui media natalizi al fatto che il Senato si lamenta perché non potrà realmente esaminare la legge di bilancio. Tra due giorni non se ne parlerà più". Il deputato ex Iv invoca dunque "una riforma costituzionale che abolisca la Camera (400 membri) e il Senato (200 membri) e crei un'unica Assemblea Nazionale di 600 membri".
Il malcontento anche nella maggioranza
Ma il fatto che una delle due Camere abbia margini più che risicati per intervenire sulla manovra e discutere nel merito i provvedimenti è un tema sentito anche all'interno della maggioranza. Interpellato dall'Adnkronos sulle proteste delle opposizioni, il presidente della Commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini (Fratelli d'Italia) dice che "questa non è una novità, ma qualcosa che accade da molti anni, ed è auspicabile che questo approccio possa cambiare. In Commissione nei giorni scorsi abbiamo valutato che si può tranquillamente tornare alle due letture piene da parte dei due rami del Parlamento. Per ottenere questo, serve approvare due ddl per la modifica di alcune leggi: una legata al regolamento di contabilità e l'altra relativa al pareggio di bilancio". Al momento, però, "occorre farsene una ragione", conclude il senatore di Fdi.