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Caffè, per 7 italiani su 10 berlo è esperienza che va oltre il gusto
Secondo la ricerca realizzata da AstraRicerche per Consorzio Promozione Caffè
Sono poche le cose che mettono d’accordo gli italiani e una di queste è senza dubbio il caffè, considerato da sempre un simbolo del Made in Italy nel mondo. Non un semplice stereotipo, ma una convinzione radicata nella quasi totalità degli abitanti del Belpaese, a conferma del legame indissolubile che hanno con questa bevanda. La conferma arriva dalla nuova indagine 'Se è italiano… si sente! – Gli Italiani e il Caffè', realizzata da AstraRicerche per Consorzio Promozione Caffè, che ha esplorato i valori che chi lo beve abitualmente (oltre il 98% degli intervistati) attribuisce all’amata tazzina, restituendo una fotografia decisamente… tricolore.
“Siamo tutti d’accordo: il caffè è da sempre considerato un simbolo del Made in Italy nel mondo. Ma quanto valore è racchiuso per gli italiani stessi dentro questa affermazione? Con questa ricerca siamo voluti andare più in profondità, anche per capire quanto questo binomio potesse essere ancora vero nel 2024. La fotografia che ci restituisce AstraRicerche da un lato ci conferma il legame indissolubile tra gli italiani e il caffè e dall’altro ci sorprende per il patrimonio di eccellenza, innovazione, creatività e tradizione che la tazzina, in quei pochi sorsi, è capace di raccontare al popolo che l’ha resa celebre nel mondo”, ha dichiarato Michele Monzini, presidente di Consorzio Promozione Caffè.
Uno degli aspetti che gli italiani ritrovano maggiormente nel caffè è quello della ritualità: per il 92% un’abitudine che scandisce non solo i diversi momenti della giornata, ma anche le varie occasioni di convivialità. Un aspetto, quest’ultimo, molto importante soprattutto per gli italiani tra i 25 e i 34 anni (95%). Oltre a essere considerato come una “sveglia” per il Paese (91%), è anche un momento d’incontro (92%) e un gesto d’amore rivolto alle persone a cui lo offriamo (91%). Non meno importante è il concetto di tradizione, che anche in questo caso mette praticamente tutti d’accordo: è un rito che ci unisce da Nord a Sud (92%) e che richiede una precisa gestualità sia nel prepararlo (91%), sia nel berlo (90%). Molto apprezzata dai più giovani è anche la varietà che il panorama italiano offre in termini di miscele e tipologie (91% dei 25-34enni rispetto all’89% della media degli intervistati).
Tra i prodotti agroalimentari italiani più esportati nel 2023, con un giro d’affari di 2,259 miliardi di euro (+6,8% sul 2022)2, il caffè è uno dei settori industriali storicamente più legati al nostro know-how. Ne sono primi sostenitori gli italiani stessi, secondo cui la qualità del caffè è ben rappresentata sia da marchi celebri (92%), sia da piccole torrefazioni (87%). Inoltre, è considerato un mix straordinario tra tradizione e creatività (91%) e un simbolo del Made in Italy (90%), oltre a rappresentare nella torrefazione il “saper fare italiano” (89%).
Da sempre il caffè fa sentire a casa gli italiani, soprattutto quando sono fuori dai propri confini, in quanto certi che il “nostro” sia il migliore del mondo (88%) e che sia apprezzato ovunque (86%), soprattutto dagli stranieri quando sono in Italia (80%): gli italiani, infatti, amano trovarlo all’estero mentre viaggiano (89%) e sono convinti di poterlo riconoscere anche a occhi chiusi (81%), ma soprattutto sono convinti che contribuisca a creare un’immagine positiva dell’Italia nel mondo (89%) e a esportare il nostro modo di intendere il caffè (83%). Ma qual è – secondo gli italiani – il simbolo del caffè italiano per gli stranieri nel mondo? Gli italiani non hanno dubbi: è l’espresso (61%), seguito da quello della moka (22%).
Per gli italiani, bere un caffè non è una semplice abitudine, ma un’esperienza capace di coinvolgere tutti e cinque i sensi (70%). Anzi, un vero e proprio viaggio sensoriale del coffee lover, che segue delle tappe molto precise e che inizia con l’olfatto: l’aspetto più apprezzato, infatti, è il profumo, sia del caffè appena fatto (91%), sia della miscela o dei chicchi appena tostati (88%). Arriva quindi il gusto, inteso come sapore (89%) e calore (84%), sensazione quest’ultima apprezzata anche a livello tattile (81%), seguito dall’udito, con il borbottio della moka (84%) che supera il suono della macchina del bar (68%). Ultima tappa, ma non meno importante, la vista, in particolare quando si tratta di giudicare l’aspetto finale del caffè e dei suoi “fratelli”, come cappuccino o caffè macchiato (83%).
“L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”, diceva il filosofo tedesco Lessing. E mai aforisma potrebbe essere più azzeccato per descrivere come, per gli italiani, anche la gestualità che anticipa la degustazione del caffè sia parte di questa esperienza multisensoriale. Fondamentale è la cura nella presentazione (82%), come la scelta della tazzina e del cucchiaino perfetti e l’accostamento con un bicchiere d’acqua o un cioccolatino.
Non meno importanti la precisione nel dosarlo e l’attesa nel vederlo salire nella moka o scendere dalla macchina del bar (78%). A circa 7 italiani su 10, inoltre, piace macinarlo personalmente e apprezzano anche la particolare attenzione di alcuni baristi nello scaldare la tazzina, mentre poco più della metà degli intervistati ama la velocità della macchina a capsule o a cialde (per i 25-34enni si sale oltre il 65%) e le modalità più di nicchia, come la cuccuma napoletana, il caffè turco non filtrato o l’alambicco di vetro. Perché possono essere innumerevoli i modi di berlo e di viverlo, così come le sensazioni che può scatenare, ma è sempre lo stesso il sentimento che ci lega al caffè: un amore ricco di sfaccettature, proprio come noi italiani.
Economia
Il Mega di Musk e il Maga di Trump possono stare insieme?...
La 'grande Europa' che viene invocata dalla 'grande America' difficilmente può essere pensata insieme a una Unione europea forte che punta su libero mercato e concorrenza
Una grande America e una grande Europa. Il Mega (Make Europe Great Again) lanciato da Elon Musk su X e il Maga (Make America Great Again), marchio di fabbrica del nuovo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, possono stare insieme? La domanda si presta a un'interpretazione politica e a una economica e i due piani sono evidentemente legati tra loro.
Da una parte c'è il tentativo esplicito del miliardario americano di aggregare forze sovraniste anche in Europa e il referente 'naturale' è il gruppo dei Patrioti, che a Strasburgo unisce le forze di destra che hanno risposto all'iniziativa politica del premier ungherese Viktor Orban: insieme al suo partito, Fidesz, il Rassemblement national francese di Marine Le Pen e Jordan Bardella, la Lega di Matteo Salvini, i cechi di Ano, l’Fpö austriaco, gli spagnoli di Vox e gli olandesi di Pvv. Non ci sono i tedeschi di Afd, per il veto imposto da Le Pen, ma nella geografia politica che ha in testa Musk sono inclusi anche loro. Fdi di Giorgia Meloni e i polacchi di Pis, i Conservatori e Riformisti europei, sono impegnati in una posizione più moderata, in contatto diretto con il Ppe (Forza Italia per l'Italia) e con la maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen.
Dall'altra parte, ci sono le implicazioni economiche. Perché se 'una grande America' e 'una grande Europa' non sono entità necessariamente in contrapposizione tra loro, la traduzione sul piano industriale e commerciale dello schema deve necessariamente confrontarsi con la nozione del protezionismo e con l'applicazione degli strumenti che lo fanno funzionare, i dazi e le politiche commerciali aggressive. La stessa definizione di protezionismo, "Politica economica che prevede aiuti pubblici ad alcuni segmenti produttivi, attraverso dazi che ostacolino o impediscano la concorrenza di prodotti stranieri sul mercato nazionale" recita la Treccani, ricalca in maniera puntuale le intenzioni e le promesse, minacce, di Trump. Il contrario delle frontiere aperte e della globalizzazione, pilastri del libero commercio internazionale.
E' su questo piano che la teoria economica si deve confrontare con la tendenza politica, genericamente definibile sovranismo, che unisce la presidenza di Trump negli Stati Uniti e la campagna di Musk, convinto che si possa esportare in Europa un modello che è più affine al nuovo corso americano. La chiave per leggere il tentativo, e anche la pretesa, di tenere insieme Maga e Mega sta nella contestazione di tre principi chiave della globalizzazione: l’effetto pro-competitivo dell’apertura delle frontiere; il vantaggio per i consumatori di un mercato aperto; l'efficienza degli scambi internazionali.
Siamo di fronte a un movimento che, tecnicamente ancora prima che politicamente, mette in discussioni le fondamenta economiche dell'Unione europea: coordinamento multilaterale delle politiche economiche, libera circolazione delle merci e delle persone, mercato unico, dottrina antitrust e tutela della concorrenza.
Guardata con le lenti dell'economia la 'grande Europa' che viene invocata dalla 'grande America', e quindi Mega che coesiste con Maga, difficilmente può essere pensata insieme a una Unione europea forte. (Di Fabio Insenga)
Economia
Sostenibilità, Dal Fabbro (Iren): “Premiamo impegno...
La terza edizione del Premio Esg Challenge
"Abbiamo raccolto più di 400 tesi: se pensate che l'altro anno erano meno di 130 è evidente il grande interesse da parte degli studenti alle tematiche Esg". Così Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren, in occasione della terza edizione del Premio Esg Challenge Iren, ospitato a Palazzo Madama a Torino.
"Oggi premiamo le 10 tesi migliori che arrivano da tutta Italia, a ciascun tesista daremo 1.000 euro - dice - certamente è una cifra simbolica, ma attesta il fatto che vi siano stati ben 430 studenti che hanno lavorato, si sono impegnati su di un tema molto importante per Iren, ma ritengo per tutta l'economia, che è appunto il fattore Esg, quindi ambiente, sociale, buona governance".
"Oggi abbiamo chiamato esperti a parlare del tema Esg, abbiamo esperti che si occupano di scienze naturali, di finanza, di economia, di sociale, per dibattere su quale sia il futuro dei fattori Esg e in generale quale sia il futuro del capitalismo italiano, tra industria, profitto, ma anche giuste esigenze di sviluppo e giustizia sociale, di attenzione a coloro che possono rimanere indietro - prosegue il presidente Dal Fabbro - Crediamo che fare impresa significhi avere una responsabilità sociale importante e non preoccuparsi solo del business. Dobbiamo riuscire a fare proprio questo: coniugare business, società, ambiente, e impatto sul territorio in modo tale da proiettarsi nel futuro e prosperare con business, da una parte, e salvaguardia dell'ambiente e buona governance dall'altra".
"E' inutile fare catastrofismi, dobbiamo guardare al futuro, con ottimismo e con sano realismo - ribadisce a proposito di alcune questioni sollevate nell'ambito delle varie tavole rotonde - Il sano realismo è quello che ci impone di coniugare, quando si parla di energia e di ambiente, tre fattori: la sicurezza energetica, la competitività, quindi il costo per famiglie e imprese dell'energia, che non deve mai essere eccessivamente gravoso. E infine l'ambiente, ultimo ma non meno importante. Questi tre fattori insieme rappresentano e rappresenteranno i pilastri su cui ogni azienda che si occupa di energia e di ambiente deve lavorare per il futuro".
Economia
Moxa Distry Shop chiude un 2024 da record: crescita,...
L’e-commerce leader in Italia per la vendita di prodotti Moxa registra un aumento delle vendite da utenti ricorrenti, migliora la reputazione online e rafforza il servizio di supporto post-vendita.
In collaborazione con: Moxa Distry Shop
Il 2024 si chiude con numeri straordinari per Moxa Distry Shop , che conferma la propria leadership nel mercato italiano della distribuzione di prodotti a marchio Moxa. Il sito ha registrato un incremento significativo delle vendite, con un dato particolarmente rilevante: la crescita degli acquisti da parte di utenti ricorrenti. Questo elemento è un chiaro segnale dell’alta qualità dell’esperienza d’acquisto e dell’affidabilità del supporto post-vendita, ormai riconosciuto come il vero valore aggiunto dell’e-commerce.
A certificare ulteriormente l’eccellenza del servizio è Trustpilot, dove il punteggio di Moxa DistryShop è salito a 4.9 su 5, con recensioni verificate che elogiano la facilità di acquisto, la rapidità della spedizione – che in molti casi avviene in sole 24 ore – e soprattutto l’efficacia del supporto post-vendita. Quest’ultimo rappresenta il vero fiore all’occhiello della piattaforma, garantendo assistenza continua ai clienti e rendendo Moxa Distry Shop un punto di riferimento assoluto nel settore.
Oltre alla qualità del servizio, l’e-commerce si distingue per il miglior prezzo di mercato garantito, la spedizione gratuita e una politica di reso e rimborso gratuito entro 14 giorni dall’acquisto, un’eccezione nel settore B2B, dove queste condizioni sono estremamente rare. I clienti possono inoltre contare su un’assistenza altamente qualificata, grazie al supporto di uno staff tecnico certificato MOXA MTSC, sempre disponibile per consulenze e suggerimenti personalizzati.
Soddisfatto dei risultati raggiunti, Alessandro Di Banella, vice-presidente di Jampel e di MoxaDistry Shop, sottolinea l’importanza della fiducia guadagnata dai clienti e guarda al futuro con ambizione: “Il 2024 è stato un anno straordinario, frutto dell’impegno costante nel garantire ai nostri clienti un’esperienza d’acquisto di livello superiore. La nostra priorità è continuare a crescere e migliorare, offrendo sempre più valore, supporto e innovazione”.
Con un 2024 chiuso in forte crescita e una reputazione sempre più solida, Moxa Distry Shop si prepara a un 2025 all’insegna dell’innovazione e del consolidamento della propria posizione di mercato, con l’obiettivo di offrire ai clienti un servizio sempre più rapido, efficiente e professionale.
Per informazioni: JAMPEL S.R.L.Sede legale: Via Degli Stradelli Guelfi, 86 40138 Bologna Partita IVA: 03116900378 Capitale Sociale: € 500.000