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Gaza, media: “Raid Israele su moschea: 16 morti, 10 sono bambini”

Raid Israele su moschea: 16 morti, 10 sono bambini. Il gabinetto di guerra israeliano chiede ai negoziatori di rilanciare i colloqui per il rilascio degli ostaggi in cambio di una tregua. Pentagono: "Urgente aumentare aiuti da valichi"

Raid israeliano a Gaza City - Afp

Hamas, 'colonnello Idf nostro ostaggio'

Hamas ha annunciato di avere tra i suoi ostaggi a Gaza il colonnello dell'Idf Asaf Hamami, catturato il 7 ottobre, che secondo quanto precedentemente annunciato dalle Forze di Difesa israeliane sarebbe stato ucciso durante l'attacco in Israele. L'ala armata di Hamas, le Brigate Al-Qassam, ha annunciato che Hamami era stato ferito durante la cattura. Non vengono fornite prove, né viene specificato se sia in vita, sottolinea il Times of Israel.

Si credeva che Hamami, comandante della Brigata sud della Divisione Gaza fosse rimasto ucciso durante la difesa del Kibbutz Nirim. La sua morte era stata annunciata dal rabbino capo a dicembre, sulla base di elementi ottenuti dai militari a Gaza.

Israele va avanti con l'operazione a Rafah, nel Sud della striscia di Gaza, "aggiungendo ulteriori forze aeree e di terra". Lo ha annunciato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, ripreso dai media israeliani. "Oltre all'eliminazione delle capacità militari di Hamas, stiamo facendo di tutto per creare le condizioni per il ritorno degli ostaggi", ha aggiunto Gallant.

Raid Israele su moschea: 16 morti, 10 sono bambini

Intanto sale ad almeno 35.800 il numero delle persone uccise negli attacchi israeliani contro Gaza dall'inizio della guerra, con 91 vittime registrate nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia. Altre 80.011 persone sono rimaste ferite negli attacchi israeliani dal 7 ottobre, ha aggiunto il ministero, mentre altre migliaia risultano disperse sotto le macerie degli edifici distrutti e presumibilmente uccise. Questa mattina un raid israeliano condotto sulla moschea Fatima al-Zahra a Gaza City, ha ucciso almeno 16 persone, tra cui 10 bambini.

Israele chiede a negoziatori rilancio colloqui su tregua e ostaggi

Il gabinetto di guerra israeliano ha intanto approvato delle nuove linee guida per i negoziatori, chiedendo loro di rilanciare i colloqui per ottenere il rilascio degli ostaggi in cambio di una tregua nella Striscia. Lo riporta il portale di notizie Walla, riferendo delle decisioni prese durante una riunione notturna che si è tenuta dopo la diffusione di un video che ha mostrato le immagini drammatiche del rapimento dalla base di Nahal Oz di cinque soldatesse israeliane per mano di Hamas il 7 ottobre.

Al momento non si conoscono dettagli su queste linee guida, mentre in una dichiarazione diffusa dall'ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, si afferma solamente che il gabinetto di guerra ha ordinato alla squadra negoziale "di continuare i negoziati per la restituzione degli ostaggi".

I mediatori egiziani sono intanto contatto con Israele e Hamas per cercare di riavviare i negoziati indiretti per raggiungere un accordo sulla liberazione degli ostaggi, scrive il quotidiano arabo al-Araby al-Jadeed vicino al Qatar citando una fonte egiziana vicina ai negoziati e parlando di contatti ''con tutte le parti coinvolte''.

Secondo la fonte egiziana citata da al-Araby al-Jadeed, una delegazione israeliana si è recata in settimana al Cairo per discutere il coordinamento della sicurezza e tentare di superare l'impasse sul controllo israeliano del valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto. I colloqui si sono ultimamente concentrati anche sulla mediazione egiziana, spiega la fonte.

Capo Pentagono a Gallant: "Urgente aumentare aiuti da valichi"

Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha avuto un colloquio telefonico con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, durante il quale ha sottolineato ''la necessità urgente di aumentare l'assistenza umanitaria a Gaza attraverso tutti i valichi disponibili". Lo rende noto il Maggiore Generale Pat Ryder, portavoce del Pentagono, in una nota.

Austin ha anche chiesto a Israele di concludere i colloqui con l'Egitto per riaprire il valico di Rafah e riprendere il flusso di aiuti dall'Egitto attraverso Kerem Shalom. Austin, ha aggiunto Ryder, ''ha anche sostenuto la necessità di creare un meccanismo efficace per risolvere le difficoltà esistenti tra le operazioni umanitarie e quelle militari all'interno di Gaza''. La ''sconfitta definitiva di Hamas e il rilascio urgente di tutti gli ostaggi'' ancora a Gaza è ''interesse comune'' di Israele e Stati Uniti, ha spiegato ancora Austin. Durante il colloquio, i due ministri hanno parlato del ''modo migliore per sconfiggere quel che resta di Hamas a Rafah di Hamas riducendo al minimo le conseguenze per i civili'', si legge in una nota diffusa dal Pentagono.

Video soldatesse rapite, Hamas accusa Israele: "Manipolato"

Hamas ha intanto accusato Israele di aver "manipolato" un video che mostra i suoi miliziani sequestrare cinque coscritte dello Stato ebraico durante la strage del 7 ottobre. Nel filmato, trasmesso dalla televisione israeliana, si sente un uomo gridare: "Siete cani! Vi calpesteremo, cani!", mentre un altro dice a una prigioniera: "Sei bellissima".

Secondo quanto riporta al-Jazeera, Hamas ha affermato che il video è stato "manipolato e l'autenticità non può essere confermata". Per l'organizzazione palestinese, le immagini diffuse per prime dalle famiglie degli ostaggi fanno parte di una strategia dello Stato ebraico per diffondere "narrazioni inventate". "Le soldatesse sono state trattate secondo l'etica della nostra resistenza e non è stato dimostrato alcun maltrattamento nei confronti delle soldatesse di questa unità", ha aggiunto Hamas.

Soldato Idf brucia Corano a Gaza, esercito apre inchiesta

Un soldato delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha lanciato una copia del Corano nel fuoco che era scoppiato all'interno di una moschea nella Striscia di Gaza mentre era impegnato nell'operazione militare. Lo rende noto la Radio dell'Esercito israeliano sottolineando che la polizia militare dell'Idf ha aperto un'indagine mentre sui social circola il video dell'accaduto. "Il comportamento del soldato non è in linea con i valori delle Idf. Le Idf rispettano tutte le religioni e condanna tale comportamento", ha detto un portavoce delle Idf alla radio dell'Esercito.

Riunione tra vertici Pasdaran e rappresentanti Hamas, Hezbollah e Houthi

Una riunione sulla situazione a Gaza tra i vertici dei Pasdaran ed i rappresentati delle organizzazioni arabe filo-iraniane si è tenuta a margine dei funerali del presidente Ebrahim Raisi, morto domenica in un incidente in elicottero. Secondo i media della Repubblica islamica, alla riunione hanno partecipato - tra gli altri - il capo dei Pasdaran, Hossein Salami, il comandante della Forza Quds, Esmail Qaani, il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, il vice segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ed il portavoce degli Houthi, Yahya Sarea.

Operazioni su molo Gaza, feriti due soldati Usa

Due soldati americani sono rimasti feriti in modo lieve mentre lavoravano al molo temporaneo allestito davanti alla costa di Gaza per agevolare l'arrivo degli aiuti umanitari nell'enclave palestinese. Lo ha riferito il sito di Arutz Sheva, precisando che i due militari sono stati evacuati attraverso il porto di Ashdod e poi ricoverati in un ospedale israeliano.

Pioggia di missili Hezbollah verso Israele

L'esercito israeliano ha annunciato che circa 30 razzi sono stati lanciati dal Libano contro le località nel nord dello Stato ebraico senza provocare vittime. Secondo le Idf, i razzi sono stati intercettati o sono atterrati in aree disabitate. L'organizzazione sciita libanese Hezbollah ha rivendicato l'attacco, sostenendo di aver preso di mira una base militare vicino Safed e attrezzature per lo spionaggio a Metula. Le forze armate israeliane hanno riferito di aver attaccato i lanciatori da cui sono partiti i razzi.

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Esteri

“Lo scontro Trump-Bergoglio è già iniziato”,...

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Per Robert Gorelick, i cattolici americani sono più vicini a Trump che al Papa

Donald Trump e Papa Francesco

È stato presentato al Centro Studi Americani il libro di Maria Antonietta Calabrò, giornalista vaticanista, “Il trono e l’altare” (Cantagalli). All’incontro hanno partecipato Francesco Clementi, ordinario di diritto pubblico comparato alla Sapienza e autore di “Città del Vaticano” (il Mulino); Robert Gorelick, fondatore di Globintech, già capocentro della Cia a Roma; Gregory Alegi, professore di storia americana alla Luiss; Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di intelligence e ordinario all’Università della Calabria; la moderazione è stata a cura di Giorgio Rutelli, vicedirettore Adnkronos.

L'ex agente Cia: "Cattolici Usa più vicini a Trump che a Bergoglio"

“I cattolici americani sono più vicini a Trump che a Papa Francesco”. È netto Robert Gorelick, ex capocentro della Cia a Roma, nel suo intervento. “Quando ero ragazzino a New York, i cattolici erano blue collar, operai, e la religione di appartenenza influiva: irlandesi, italiani e polacchi in certi casi formavano un blocco. Oggi no, la situazione è talmente variegata. Anche i cosiddetti latinos non sono una realtà uniforme, vengono messi insieme dalla stampa ma tra cubani e messicani o tra venezuelani e honduregni c’è grande differenza”.

Quando gli si chiede se Bergoglio avrà un impatto sulla seconda presidenza Trump, è scettico: “Ci sarà una differenza di tono nel dialogo tra Washington e il Vaticano rispetto alla fase Biden, ma le parole del Papa non condizionano la politica estera americana. I temi su cui il pontefice può avere un impatto sono l’aborto, la migrazione e il clima. Ma bisogna ricordare che l’opinione pubblica italiana è sempre al corrente delle mosse della Santa Sede, negli Usa questa attenzione non c’è”.

Gorelick ha raccontato che durante il suo mandato romano (2003-2008) a Washington non erano interessati alle faccende vaticane. “I miei capi mi avevano detto di non mandare relazioni sul Papa. C’è stato uno scambio di informazioni, da entrambe le parti, sui rischi per l’incolumità del pontefice, su possibili attentati. E poi su questioni umanitarie. Ma l’intelligence americana non aveva interesse a seguire gli affari interni della Chiesa”.

"Scontro Trump-Bergoglio già iniziato, basta vedere le nomine"

Gorelick, che ha detto di aver letto il libro di Calabrò con “gli occhi della spia”, ha poi parlato dell’ostilità tra Trump e Bergoglio, già emersa durante il primo mandato, ci sono due segnali importanti: la nomina come ambasciatore presso la Santa Sede di Brian Burch, presidente di Catholic Vote e noto critico del pontefice. Una figura vicina all’arcivescovo Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti accusato di scisma, scomunicato e nemico del Papa. Dall’altra parte, la recentissima nomina del cardinale Robert Walter McElroy ad arcivescovo di Washington, che aveva definito il muro al confine tra Stati Uniti e Messico voluto da Trump “inefficace e grottesco”. Lo scontro insomma è già in atto, e si acuirà sulla Cina (con cui il Vaticano ha confermato l’accordo sui vescovi nell’ottobre 2024) e su Gaza. “Un punto di incontro, invece, ci potrà essere sull’approccio alla guerra in Ucraina e sulla questione dell’ideologia di genere”, conclude l’ex agente segreto.

"Il trono e l'altare"

Il libro di Maria Antonietta Calabrò racconta una storia inedita di guerra in Vaticano, focalizzandosi su scandali finanziari, intrighi di potere e segreti che hanno scosso la Santa Sede negli ultimi 25 anni, e seguiti in prima persona dall’autrice. Attraverso documenti, fonti aperte e testimonianze dirette, Calabrò ricostruisce un quadro di lotte interne, ricatti e manipolazioni che hanno coinvolto alti prelati, politici e persino servizi segreti. L'opera analizza in dettaglio casi controversi come l'acquisto del Palazzo di Londra, Vatileaks e la scomparsa di Emanuela Orlandi, spesso usata come arma di distrazione di massa, mettendo in luce l'opacità del sistema finanziario vaticano e i conseguenti tentativi di riforma di Papa Francesco. Che alla fine, con fatica e con varie trappole messe a tutela del sistema precedente, è riuscito a portare trasparenza nelle finanze della Chiesa.

Alla presentazione si è dato particolare spazio al rapporto tra Stati Uniti e Vaticano, caratterizzato da influenza, tensioni e divergenze. Si racconta nel dettaglio l’appoggio americano all'elezione di Papa Francesco, in particolare grazie a figure come il cardinale Dolan, ma allo stesso tempo si analizzano le frizioni sorte per lo scandalo McCarrick e le accuse dell’arcivescovo scomunicato Carlo Maria Viganò. L'accordo Vaticano-Cina e le posizioni di Papa Francesco su temi come immigrazione e multilateralismo hanno creato ulteriori attriti con l'amministrazione Trump.

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Esteri

Italiano arrestato in Venezuela, Tajani convoca incaricato...

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Il ministro degli Esteri su X: "Protestiamo con forza per mancanza informazioni su detenzione"

Antonio Tajani - (Fotogramma)

"Ho fatto convocare stamani l’incaricato d’affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l’espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas. L’Italia continuerà a chiedere al Venezuela di rispettare leggi internazionali e volontà democratica del suo popolo". Così in un post su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Alberto Trentini, chi è e cosa è successo

E' di ieri l'appello al governo italiano da parte dei familiari di Alberto Trentini, cooperante italiano di cui non si hanno più notizie da quando è stato fermato il 15 novembre scorso dalle autorità del Venezuela. La famiglia, in una nota diffusa con l’avvocato Alessandra Ballerini, chiede di "porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni Venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l'incolumità".

Alberto Trentini è un cooperante italiano della Ong Humanity & Inclusion. Fondata nel 1982, la Ong lavora in una sessantina di Paesi "al fianco delle popolazioni vulnerabili, specialmente quelle con disabilità". Laurea in storia moderna e contemporanea all'Università Ca' Foscari, prima di collaborare con Humanity & Inclusion Trentini, di origini veneziane, ha lavorato nel campo della cooperazione internazionale in tutto il mondo.

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Esteri

Accordo tra Israele e Hamas raggiunto solo in parte –...

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(Fotogramma/Ipa)

L'accordo tra Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza è solo in parte raggiunto. Anche se come scrive Haaretz che cita una fonte israeliana i negoziati sono ancora in corso. Secondo fonti palestinesi è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma il suo annuncio è stato ritardato a causa di disaccordi sui meccanismi di attuazione. Per il Wall Street Journal, che cita fonti arabe, il leader de facto di Hamas a Gaza, Muhammad Sinwar, è d'accordo in linea di principio con i termini dell'accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco.

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