Sanità, Siaarti: “Per emergenza-urgenza necessaria profonda riorganizzazione”
Giarratano: "Al di là delle carenze di organico serve riorganizzazione del sistema sia in ospedale sia nel territorio"
"Quello dell'emergenza-urgenza è uno dei settori principali di attività della disciplina degli anestesisti-rianimatori che ha bisogno di una riorganizzazione ampia". Lo ha detto il presidente della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), Antonino Giarratano, nel suo intervento oggi alla Camera per la presentazione delle conclusioni dell'indagine conoscitiva sul sistema dell'emergenza-urgenza della Commissione Affari sociali della Camera.
"Al di là delle criticità correlate alla carenza di medici e alle necessità di avere nuove risorse e di implementare in alcuni settori il numero di posti letto - fa notare Giarratano - è indispensabile intervenire con una riorganizzazione dell'intera area critica e dell’emergenza-urgenza, che riguarda sia l'ospedale sia il territorio". In questo senso, il progetto di revisione del Dm70 (ospedaliero) e di integrazione con il Dm77 (territorio) non può che passare da una riforma che il presidente di Siaarti preferisce definire "riorganizzazione del sistema di emergenza e area critica/intensiva, che deve avvenire contestualmente sia sul territorio sia in ambito ospedaliero". "Sono il paziente e la buona pratica clinica a guidare il gusto percorso dal territorio all'ospedale e dall'ospedale al territorio", sottolinea.
"Come già segnalato mesi fa da Siaarti al tavolo tecnico del ministero e ribadito in sede di audizione sulla situazione della medicina dell'emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia promossa dalla XXII Commissione (Affari sociali) della Camera dei deputati, presieduta dall'onorevole Cappellacci - ricorda Giarratano - la riforma del Dm70 e del Sistema 118 dovrebbe dunque mirare una adeguata e chiara ridefinizione delle logiche di livelli di intensità̀ di cura, indicando in via definitiva i requisiti che definiscono le caratteristiche: delle Unità di Terapia intensiva; dei reparti ad alta intensità̀ di cure di esclusiva competenza degli anestesisti-rianimatori; delle Unità di Terapia subintensiva".
Per il presidente Siaarti "va anche prevista una razionalizzazione degli accessi alla rete dell'emergenza-urgenza ospedaliera attraverso il pronto soccorso e territoriale, con una riorganizzazione e ridefinizione del percorso del paziente acuto". L’emergenza intraospedaliera (politrauma, shock settico, insufficienze multiorgano in acuto, chirurgie d'urgenza dalle generali alle specialistiche, patologie reti tempo dipendenti, etc.), "che non è sconnessa da quella extraospedaliera, rappresentando un unicum del percorso del paziente acuto dal territorio verso l'ospedale, è e resta nelle competenze degli specialisti anestesisti-rianimatori, che già condividono il percorso con le unità operative specialistiche ospedaliere necessarie al suo trattamento", aggiunge Giarratano.
Da queste osservazioni si può dedurre come l'applicazione della proposta Siaarti "potrebbe realizzare molteplici obiettivi che, oggi, spesso rimangono parcellizzati in progetti di riforma 'a compartimenti separati' (territorio, ospedale, 118). La riorganizzazione ospedaliera delle aree subintensive e intensive proposta e la riforma del sistema 118 che si integra con quella del sistema centrali operative territoriali - è convinto Giarratano - dovrebbero indirizzare il paziente verso la struttura, territoriale o ospedaliera, che lo può curare con le giuste competenze e nei giusti tempi, risolvendo il sovraffollamento del pronto soccorso e affidando l'emergenza agli specialisti dell'emergenza e l'urgenza differibile e specialistica agli specialisti delle diverse discipline".
"Il dato medio dice che in tutti i Servizi sanitari regionali i rispettivi Sistemi 118 attestano solo il 5-7% delle chiamate come emergenza, mentre il restante 93-95% dei pazienti potrebbe essere trattato secondo un modello organizzativo nuovo che integra le strutture territoriali con quelle ospedaliere", rimarca Giarratano, poggiando il suo ragionamento su evidenze ben note: nel triennio 2017-2020 il dato medio di accessi impropri al pronto soccorso ha superato il 22%, "determinando un sovraffollamento nelle aree d'emergenza e pronto soccorso anche dove non vi sono carenze di organico e di posti letto in ospedale che, comunque, possono essere considerati fattori da non sottovalutare laddove siano presenti".
Queste evidenze "confermano la necessità della riorganizzazione proposta da Siaarti - continua il presidente - che distinguerebbe le emergenze dalle urgenze differibili o, peggio, dalle normali condizioni che, arrivando in pronto soccorso, vengono definite codici bianchi e verdi. In emergenza, con queste esigue percentuali, ci sarebbero le risorse perché intervengano gli specialisti che ne hanno le competenze (medico con specializzazione in anestesia e rianimazione e /o in medicina d'urgenza) e che dovrebbero essere inquadrati professionalmente con specifiche previsioni contrattuali che tengano conto della peculiarità e della gravosità dell'attività svolta in tale settore".
"In tal senso - conclude Giarratano - occorre far camminare di pari passo anche una riforma dell'accesso ai corsi di laurea in Medicina, integrata però con quella sui corsi di specializzazione post-laurea, che deve sì garantire la giusta e indifferibile formazione sul campo (territorio ed ospedale), ma in un contesto formativo universitario che la certifichi come completa (cosa non sempre realizzabile se i medici in formazione sono destinati a coprire 'buchi d'organico' in ospedali privi delle specialità necessarie a formarli). Ciò è tanto più vero in ambiti come l'area d'emergenza e critica dove la tutela della qualità della formazione fa la differenza tra vita e morte".
Salute e Benessere
Life Science, Pelissero su filiera lombarda: “Driver...
"Cluster lombardo scienze della vita con Regione e cittadini per rispondere a esigenze di salute"
"La filiera delle scienze della vita, mai come oggi, si dimostra un driver fondamentale per guidare la nostra Regione in un percorso di sostenibilità sanitaria e capacità di garantire una risposta ai bisogni di salute della popolazione, facendo leva su componenti pubbliche e private che caratterizzano il nostro modello economico e sanitario". Lo ha detto Gabriele Pelissero, presidente Cluster lombardo scienze della vita, commentando i dati del report presentato oggi al 'Milano Life Science Forum 2024', evento annuale dedicato alle scienze della vita promosso dall'associazione in partnership con il Cluster lombardo scienze della vita.
"Oggi in Lombardia la percentuale di cittadini con cronicità che vive in buona salute è più elevata rispetto alla media nazionale: il 50,9% in regione vs il 44,7% a livello nazionale - sottolinea Pelissero - La Lombardia oggi si trova davanti ad un'importante sfida. Da un lato quella di garantire sostenibilità e risorse al Servizio sanitario regionale per rispondere a bisogni di salute sempre più emergenti, anche alla luce del cambiamento demografico, e dall'altro la capacità di competere con le regioni d'Europa sulla capacità di attrarre fondi europei, investimenti privati, competenze e sviluppare brevetti e tecnologie avanzate. Il cluster, rinnovato nella sua mission, intende rafforzare la sua capacità di raccogliere esigenze e trend di sistema, sostenendo Regione nel costruire una nuova visione per la ricerca, la salute e le scienze della vita. Un obiettivo chiaro, ma molto ambizioso, che richiede un lavoro congiunto tra Regione, cluster, cittadini ed ecosistema della salute”.
Salute e Benessere
Farmaceutica, Life Science, Dompé: “Filiera lombarda...
"Asse pubblico-privato e sinergia tra università ospedalità e imprese modello per intero sistema"
"L'innovazione della filiera, documentata dalla ricerca presentata oggi, ha generato benefici in termini di salute e benessere per i nostri cittadini. E' diventata un asset per il nostro Ssn, pur impiegando risorse inferiori rispetto ad altre realtà europee. La spesa sanitaria complessiva per cittadino in Italia sfiora i 2.947,1 euro, mentre in Germania raggiunge quasi 5.316,9 euro e in Francia oltre 4.309,8 euro. Eppure, nonostante questi gap, la nostra aspettativa di vita risulta più elevata rispetto ai benchmark e la mortalità infantile più bassa". Così Sergio Dompé, vicepresidente Assolombarda con delega alle Life Sciences, commenta i risultati del report presentato oggi al 'Milano Life Science Forum 2024', evento annuale dedicato alle scienze della vita, promosso dall'associazione in partnership con il Cluster lombardo scienze della vita.
"In questo scenario i dati indicano la Lombardia come un modello per l'intero sistema - sottolinea Dompé - Il merito è dell'asse pubblico-privato, ma anche della sinergia tra università, ospedalità e imprese, che collocano la nostra regione al primo posto per addetti, brevetti e ricerche cliniche. Dobbiamo continuare a sostenere innovazione e ricerca per sviluppare ancora prodotti farmaceutici e dispositivi ad alto contenuto innovativo. Per farlo, è necessario incrementare gli investimenti e traguardare la digitalizzazione del sistema sanitario: i dati, infatti, sono fondamentali per promuovere nuove cure e per adottare tecnologie innovative".
Salute e Benessere
Balsamo (Zambon): “Da 10 anni nel Parkinson per...
‘Sostegno a Campagna Confederazione in linea con impegno che ci auguriamo di continuare’
“Come azienda sono ormai 10 anni che Zambon concentra i propri sforzi nelle neuroscienze, soprattutto in termini di ricerca e, nell'ambito delle neuroscienze, appunto, nella malattia di Parkinson con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti”. Lo ha detto Rossella Balsamo, Medical Affairs & Regulatory Zambon Italia e Svizzera, all’Adnkronos Salute, per la presentazione della nuova campagna Confederazione Parkinson Italia lanciata in occasione della Giornata nazionale, che si celebra il 30 novembre, con il supporto non condizionante della farmaceutica.
“La malattia di Parkinson - continua Balsamo - ha dei numeri che sono veramente allarmanti poiché mostrano quella che è l'urgenza di dare risposte concrete all'impatto che questa patologia ha sul paziente, sul caregiver e sulla socialità che circonda il paziente”. La prevalenza è “raddoppiata negli ultimi vent'anni è quello che è l'indicatore della gravità globale di malattia è cresciuto di circa l'81% in soli vent'anni. Ci rendiamo conto che è una malattia appunto fortissima e debilitante e quindi è importante trovare delle soluzioni che supportino la convivenza quotidiana del paziente con la malattia. Quindi, oltre alle terapie, e quindi all'impegno di Zambon in termini di innovazione nella ricerca scientifica”, l’azienda “fornisce anche il supporto e gli strumenti a servizi utili per i pazienti”.
È importante “contribuire” a ridurre “l'impatto di una malattia così complessa come il Parkinson che, ancora oggi, si accompagna purtroppo a delle false convinzioni che minimizzano quali sono le reali difficoltà della patologia - sottolinea Balsamo - La campagna della Confederazione Parkinson Italia va perfettamente in questa direzione e da qui parte quindi il nostro impegno a supportarli in questo viaggio. Questo è un primo passo importante di un percorso sinergico di comunicazione tra Zambon e Confederazione Parkinson Italia che, mi auguro - conclude - possa continuare anche nei prossimi anni”.