Spagna, crolla terrazza ristorante a Maiorca: 4 morti e 25 feriti
Il cedimento è avvenuto intorno alle 20, a dare l'allarme i vicini
Ci sono almeno 4 morti e 25 feriti a Maiorca in Spagna per il crollo di una terrazza del ristorante Medusa Beach Club a Playa de Palma. Il cedimento è avvenuto poco dopo le 20 in via Cartago 36, a Ses Cadenes, e sono stati i vicini ad allertare la polizia e la guardia civile. Sul posto, un edificio a due piani, le squadre di emergenza dei vigili del fuoco stanno soccorrendo le persone rimaste intrappolate tra le macerie. Tutte le ambulanze disponibili a Palma sono state spostate in via Cartago, dove l'attività è attualmente al massimo.
Alcuni vicini hanno spiegato di aver sentito un forte rumore e poi delle urla. Il sindaco di Palma, Jaime Martínez e il primo vicesindaco, Javier Bonet, sono già in via Cartago e stanno parlando con i comandanti della Polizia Locale per chiarire le circostanze della tragedia.
Al momento, a quanto riportano i media spagnoli, sarebbe stata identificata una sola delle quattro vittime: Abdoulaye Diop, un senegalese che fece notizia nel 2017 per aver salvato un bagnante. Dei feriti, sette sarebbero gravi, mentre potrebbero essere una decina le persone ancora sotto le macerie.
Al momento non risultano conferme di italiani coinvolti nel crollo. Proseguono le verifiche da parte della Farnesina, in contatto con il consolato generale di Barcellona e con il console onorario in loco.
Un testimone ha raccontato ai cronisti presenti sul posto di aver sentito il crollo: "Era come una bomba", ha detto. Il locale, secondo diversi residenti della zona, era stato ristrutturato "un paio di anni fa" e la parte crollata era adibita a chill out. Poco dopo aver appreso la notizia, molti curiosi, anche turisti, si sono avvicinati al cordone di polizia, e alcuni lo hanno addirittura aggirato, per avvicinarsi allo stabilimento crollato.
Un uomo, forse il gestore del locale, rimasto intrappolato tra due grandi lastre sotto l'edificio, è stato messo in salvo dalla polizia locale: avrebbe riportato solo lesioni al braccio.
Esteri
Ue, von der Leyen: “Lavorerò sempre dal centro, è...
La presidente della Commissione Europea al Parlamento di Strasburgo prima del voto del nuovo Collegio dei commissari: "Collaboreremo con tutte forze democratiche proeuropee"
"Come ho fatto nel mio primo mandato, lavorerò sempre dal centro. Perché tutti vogliamo il meglio per l’Europa e il meglio per gli europei. Quindi ora è il momento di unirci". Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, parlando nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, prima del voto di conferma del Collegio dei commissari.
"Superare le divisioni e raggiungere compromessi - continua - è il segno distintivo di ogni vivace democrazia. E il mio messaggio oggi è che vogliamo lavorare con voi in questo spirito. Saremo guidati dagli orientamenti politici su cui quest'Aula ha votato. E dalle lettere di missione, nelle quali affronto le preoccupazioni da voi sollevate durante le udienze. E come ho detto prima del voto di luglio, lavoreremo con tutte le forze democratiche europeiste presenti in quest’Aula", aggiunge.
Per von der Leyen garantire la libertà dell’Unione europea significa “fare scelte difficili. Significherà investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità”. Il processo, continua, richiederà “rimanere uniti e fedeli ai nostri valori. Trovare il modo di lavorare insieme e superare la frammentazione. Questo è ciò per cui io, e tutte le 26 donne e uomini con me, ci impegneremo ogni singolo giorno. Siamo pronti a metterci subito al lavoro”.
Esteri
Israele-Libano, primo giorno di tregua. Hamas:...
Appello dei militari israeliani agli sfollati: "Non tornino subito nelle loro case"
Hamas pronto alla tregua con Israele a Gaza. "L'annuncio del cessate il fuoco in Libano è una vittoria e un successo importante per la resistenza" e "Hamas è pronto per un accordo" per la fine delle ostilità nell'enclave palestinese e "un'intesa seria per lo scambio di prigionieri" , ha detto all'agenzia Afp un componente dell'ufficio politico del gruppo. "Abbiamo informato i mediatori in Egitto, Qatar e Turchia", ha affermato.
Fuoco contro auto in zona vietata nel sud del Libano
Dopo l'entrata in vigore della tregua, le forze israeliane (Idf) confermano di aver aperto il fuoco contro un veicolo "con diversi sospetti a bordo" in viaggio "in una zona in cui gli spostamenti sono vietati nel territorio libanese". "Su direttiva a livello politico, l'accordo di cessate il fuoco in Libano è entrato in vigore alle 4 di oggi e le Idf operano di conseguenza", con le "truppe dispiegate nelle loro posizioni nel sud del Libano", fanno sapere via X. Con la precisazione che "nell'ultima ora le Idf hanno identificato un mezzo con diversi sospetti a bordo in una zona in territorio libanese dove gli spostamenti sono vietati" e le forze "hanno aperto il fuoco per impedire loro di avanzare". "I sospetti hanno lasciato l'area", affermano, aggiungendo che "interverranno contro chiunque tenti di violare l'accordo per il cessate il fuoco e continueranno a proteggere i cittadini di Israele", mentre l'Aeronautica "resta pronta a intervenire in tutto il territorio libanese".
Appello agli sfollati
La tregua tra Israele e gli Hezbollah libanesi è entrata in vigore questa notte. Le forze israeliane hanno confermato che manterranno il dispiegamento militare nel sud del Paese, in linea con l'accordo, e rimarcato il divieto agli abitanti delle aree sgomberate di tornare nelle proprie case fino a nuovo avviso. Su X il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, ha scritto che i soldati "restano dispiegati nelle loro posizioni nel sud del Libano" con un riferimento alle "clausole" dell'accordo entrato in vigore alle 4 ora locale. "E' vietato dirigersi verso le aree per le quali le Idf hanno chiesto lo sgombero o verso le forze Idf nella zona - ha affermato - Per la vostra sicurezza e quella delle persone a voi care, astenetevi dagli spostamenti in questa zona". Poi ha assicurato che le autorità israeliane "informeranno quando il ritorno sarà sicuro".
Anche le Forze Armate libanesi confermano che si preparano a "completare il dispiegamento" nel sud del Libano, in linea con l'accordo. E chiedono agli sfollati delle aree di confine di non tornare nelle proprie case fino al "ritiro" delle forze israeliane. "Con l'entrata in vigore del cessate il fuoco, l'Esercito si sta adoperando per adottare le misure necessarie per completare il dispiegamento nel sud - si legge in una nota diffusa via X - Il Comando dell'Esercito invita i cittadini ad attendere prima di tornare nei villaggi e nelle località" vicini al confine con Israele, "dove sono penetrate le forze nemiche, in attesa del loro ritiro".
Parole che arrivano in contemporanea con immagini che sui social mostrano code di auto di sfollati diretti verso le zone meridionali e orientali del Libano. "Non vedo l'ora di tornare a casa", ha detto alla Dpa un padre di cinque figli da un centro di accoglienza per sfollati a Beirut. Incredula una donna, sfollata anche lei, che afferma di "non riuscire a credere che questa guerra orribile possa finire presto".
Esplosioni prima della tregua
La tregua è stata preceduta da forti esplosioni nella zona di Beirut. Potenti deflagrazioni, fino all'entrata in vigore della tregua, sono state avvertite anche da un giornalista dell'agenzia Dpa nella capitale libanese. Nella notte nel mirino dei militari israeliani sono finite zone nei pressi dell'aeroporto internazionale e nel sud del Paese dei Cedri. Sono state segnalate operazioni anche nei sobborghi meridionali di Beirut, senza che fossero stati diffusi ordini di sgombero.
Hezbollah ha rivendicato il lancio di razzi contro il nord di Israele, contro l'area di Even Menachem, poco prima dell'entrata in vigore della tregua, affermando di continuare a sostenere i palestinesi della Striscia di Gaza.
8 persone uccise in attacco israeliano scuola a Gaza
E' di otto persone uccise il bilancio dell'attacco israeliano alla scuola al-Tabin di Gaza City. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche locali. L'edificio, che fungeva da rifugio per gli sfollati, era stato precedentemente bombardato da caccia israeliani. Nel frattempo, sempre Wafa riporta che l'Idf ha bombardato un'abitazione nel quartiere Shujaya della città di Gaza, ferendo almeno quattro persone.
La posizione dell'Iran
L'Iran "accoglie con favore" la "notizia della fine dell'aggressione" israeliana "contro il Libano" e conferma il suo "sostegno incrollabile" al governo di Beirut, ai libanesi e alla "resistenza", ovvero agli Hezbollah libanesi, dopo l'entrata in vigore della tregua tra il gruppo e Israele. La reazione di Teheran, riportata dall'agenzia iraniana Mehr, è arrivata tramite il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica, Esmaeil Baqaei, che ha rivendicato come l'Iran "negli ultimi 14 mesi si sia impegnato in importanti sforzi diplomatici per" la "fine immediata della guerra a Gaza e in Libano".
Il portavoce è poi tornato ad accusare Israele di "crimini" e alla comunità internazionale ha chiesto un "pressing efficace" su Israele affinché ponga fine alla "guerra" nell'enclave palestinese.
Siria accusa Israele
La Siria denuncia l'uccisione di sei persone in raid attribuiti a Israele che, prima dell'entrata in vigore della tregua tra gli Hezbollah libanesi e Israele, hanno colpito aree al confine tra Libano e Siria. "Il nemico israeliano ha lanciato un'aggressione dalla direzione del territorio libanese, colpendo i valichi alla frontiera tra Siria e Libano", scrive l'agenzia ufficiale siriana Sana che cita una fonte militare.
Il bilancio fornito da Damasco parla sei persone uccise, tra le quali due soldati e un volontario della Mezzaluna Rossa araba siriana, e di 12 feriti, compresi "donne, bambini e operatori della Mezzaluna Rossa araba siriana". La Sana riferisce di "danni significativi", accusando Israele di aver colpito i valichi di Arida e Dabousiya.
Esteri
Tutti i processi di Trump, tra casi chiusi e archiviati in...
La 'guida' ai diversi processi che vedono protagonista il tycoon e presidente eletto Usa, dal 20 gennaio prossimo di nuovo al comando
Donald Trump, il primo ex presidente ad essere stato condannato, il 20 gennaio prossimo diventerà anche il primo inquilino della Casa Bianca con condanne alle spalle. E' quanto ricorda The Atlantic che, dopo l'attesa decisione del procuratore speciale Jack Smith di archiviare le accuse contro il tycoon in due diversi processi federali, uno per le interferenze elettorali del 2020 culminate con l'assalto al Congresso e uno per le carte segrete portate via dalla Casa Bianca, aggiorna una guida, tra casi chiusi e archiviati, di tutti gli altri processi del prossimo presidente Usa.
Frode
Lo scorso febbraio il giudice Arthur Engoron ha condannato Trump, i suoi figli adulti che ora guidano la Trump Organization, a pagare 355 milioni di dollari, più interessi, dopo averli ritenuti colpevoli di aver portato avanti per anni un sistema di frode sul valore dei loro immobili per avere vantaggi fiscali e con i prestiti bancari. I legali di Trump hanno fatto ricorso contro la decisioni ed a marzo hanno ottenuto una drastica riduzione della somma da pagare allo stato di New York, da 464 milioni a 175. Anche contro questa sentenza è stato presentato ricorso e ora si aspetta una decisione della corte di appello.
Diffamazione e aggressione sessuale
Nel maggio del 2023 una giuria di un tribunale civile di Manhattan ha stabilito che Trump ha aggredito sessualmente E.Jean Carroll e poi l'ha diffamata quando la donna ha per la prima volta, durante la sua prima campagna presidenziale, rivelato che il tycoon l'aveva aggredita nel camerino di un grande magazzino newyorkese negli anni novanta. La giuria ha condannato Trump a pagare 5 milioni di risarcimento. Ma a questo procedimento ne è seguito un altro, semper per diffamazione, che si è concluso, lo scorso gennaio, con la condanna a pagare 83,3 milioni di dollari. Trump ha presentato ricorso contro entrambe le sentenze.
Processo caso Stormy Daniels
Lo scorso 30 maggio Trump è stato condannato dalla giuria di una corte penale di New York per 34 capi di imputazioni relativi alla falsificazione di documenti finanziari per coprire la somma pagata alla porno star in cambio del suo silenzio su una relazione sessuale con il tycoon. La sentenza era attesa per oggi, ma il 22 novembre il giudice Juan Merchan ha annunciato, alla luce della elezione alla Casa Bianca, la decisione di sospenderla a tempo indeterminato. Intanto, sta valutando la richiesta presentata dal team legale di Trump di annullare completamente la condanna, sulla base sia della sentenza della Corte Suprema sull'immunità che sulla sua elezione alla presidenza. Una decisione è attesa a dicembre.
Interferenze elettorali
La vittoria elettorale di Trump rende ancora più incerto il futuro di questo procedimento, avviato dalla procuratrice democratica di Atlanta, Fani Willis, contro il tycoon e 18 suoi alleati con l'accusa di aver partecipato ad un complotto con l'obiettivo di rovesciare i risultati elettorali in Georgia nel 2020. Nell'agosto del 2023, Willis ha ottenuto le incriminazioni e nell'autunno successivo diversi incriminati hanno patteggiato.
Ma la procuratrice democratica è stata a sua volta investita da uno scandalo, dopo che è stato rivelata la sua relazione sentimentale con un avvocato da lei assunto come procuratore speciale del caso. E' attesa per dicembre una decisione riguardo alla possibilità che Willis mantenga il caso, ma ci sono buone possibilità che questo rimanga congelato, considerato il ritorno di Trump alla Casa Bianca.