Giro d’Italia, oggi 19esima tappa: orario, come vederla in tv
Si arriva a Sappada, ancora Pogacar protagonista?
Il Giro d'Italia 2024 propone oggi la 19esima tappa, la Mortegliano-Sappada di 157 km. La frazione del 24 maggio, in diretta tv e streaming, prevede un programma ricco di salite, compreso l'arrivo, con la possibilità di un altro show per Tadej Pogacar: la maglia rosa, saldamente leader della classifica generale, può andare a caccia del sesto successo individuale nella corsa.
Una giornata in salita
La tappa si snoda con una progressiva ascesa, senza strappi veri per i primi 95 km, più o meno. Poi la situazione cambia radicalmente nell'ultimo terzo della frazione. Si comincia a salire, con pendenze tra il 9,7 e il 18%, lungo i 4 k che portano al Passo Duron, Gran premio della montagna di seconda categoria. Quindi, l'attacco alla Sella Valcalda, GPM di terza categoria che non dovrebbe creare scossoni prima dei 20 km di scalata fino alla Cima Sappada, con gli ultimi km verso il Gpm di seconda categoria che possono lasciare il segno per le pendenze fino al 15%. Un accenno di discesa permette di rifiatare prima dell'ultima trappola, un tratto al 10% a 2 km dall'arrivo.
La tappa in tv e streaming
La diciannovesima tappa del Giro d'Italia sarà trasmessa in diretta in tv in chiaro e in streaming. La Rai racconterà la giornata della seconda tappa in chiaro ogni giorno di gara. La giornata televisiva comincerà con un'ora di 'Giro Mattina' su Rai Sport HD, che proporrà poi 'Prima diretta' per seguire il momento della partenza della tappa, in programma oggi alle 13.05. L'arrivo è atteso tra le 17.10 e le 17.30.
Per la parte clou della programmazione il palinsesto della Corsa Rosa si trasferisce su Rai 2, con 'Giro in Diretta' e 'Giro all’Arrivo'. Subito a ruota, le tradizionali analisi del dopo gara del Processo alla Tappa. Il Giro può essere visto anche su Eurosport 1 HD e in streaming su Rai Play, discovery+, Sky Go, NOW e DAZN.
Sport
Lazio, Baroni: “Siamo maturi, non sottovaluteremo il...
Il tecnico biancoceleste ha parlato alla vigilia della gara di Europa League
La Lazio sogna il pokerissimo in Europa League. I biancocelesti affrontano domani giovedì 28 novembre, alle 18.45, il Ludogorets all'Olimpico per centrare la quinta vittoria su cinque giornate e rimanere in testa alla classifica: "Escludo cali di tensione, questa squadra è matura e sa che questa partita è fondamentale. L’avversario è di livello, ha tutte le carte per metterci in difficoltà. Servirà una grande prestazione e non dovremo sbagliarla". Così l'allenatore della Lazio, Marco Baroni, al microfono di Sky Sport.
"Abbiamo fatto poco lavoro, ora c’è la rifinitura e qualche giocatore tornerà disponibile", ha continuato il tecnico biancoceleste, "dovremo essere centrati sulla partita: sono quelle gare che possono portare a inciampi se le sottovaluti, ma non sarà il nostro caso. Questo è un gruppo che ha fame e che non vede l’ora di andare in campo. Il bello del nostro lavoro è che c’è sempre una gara da giocare. Le partite stesse diventano lavoro per allenarci, ci sono poche sedute. Ma da questo punto di vista la squadra può ancora migliorare, lo dobbiamo pretendere".
Poi Baroni si è soffermato su Tijjani Noslin, uno dei protagonisti più attesi: "Ammetto di averlo messo in difficoltà facendolo giocare in più ruoli. Non è facile, lui ha fatto bene ma va centrato. Siamo contenti di lui, sicuramente farà vedere il suo valore perché ne ha tanto".
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Roma, De Rossi: “Meglio se non parlo...
L'ex tecnico giallorosso ha parlato anche del trionfo in Coppa Davis
Daniele De Rossi torna a parlare di Roma. L'ex tecnico giallorosso, esonerato dopo sole quattro giornate di campionato, era tra gli ospiti della 'Sport Industry Talk' di Rcs, andata in scena questa mattina al Maxxi. "Il giocatore più forte e affascinante con cui ho giocato è Francesco Totti. Con lui ho giocato tanti anni insieme. Aveva questa luce che si portava dietro, questa leadership anche silenziosa. Parlava con i gesti, l’ho vissuto anche da tifoso come adolescente. Da avversario mi affascinava Zidane, era proprio bello da vedere e fortissimo, sia fisicamente che tecnicamente. Il più difficile da affrontare per me è stato Seedorf, marcavo grandi giocatori con grande facilità, ma con Seedorf affrontavo un giocatore più forte fisicamente, più forte tecnicamente e più rapido nelle scelte".
Nessun commento sull'addio alla panchina romanista: "Non posso, meglio se non ne parlo. Nella mia seconda esperienza da allenatore sono entrato nello spogliatoio da ex capitano e per alcuni calciatori della Roma ero un amico. In questo caso devi cercare di star loro vicino, senza però dare troppi spazi. Devi saper leggere le persone intorno a te, gestendo e accompagnando gli stati d’animo sia dei membri dello staff sia dei giocatori. Senza conoscenza calcistica non vai da nessuna parte, ma la gestione delle risorse umane e del gruppo è molto importante”.
Sull'importanza di vincere nello sport: “La vittoria rende belli, intelligenti, furbi, ascoltabili e credibili. Forse il più grande esempio è Gasperini perché quello che ha fatto è incredibile, ha cambiato vita a un club e alla città, prendendo una squadra che faceva l’ascensore tra A e B con grande dignità e ora è club di prima fascia. Adesso è un personaggio affascinante dopo aver vinto l’Europa League, ma a volte finali del genere le perdi anche per un rigore o un episodio e non cambia niente nel tuo percorso".
"Per me il percorso è la cosa più affascinante", ha continuato De Rossi, "non ho vinto tantissimo a livello di club, ma ho vinto il Mondiale e non ricordo quel trionfo con più affetto e brividi rispetto all’Europeo del 2012, quando perdemmo in finale contro una squadra di marziani (la Spagna, ndr). Per me la vittoria non rende felici, ma intorno a me percepisco che chi vince può dire una parola in più”.
Sulle riforme necessarie per il futuro del calcio: “Dico sempre quel che penso, tenderei a non sparare un proposito visto che non ho i mezzi per trovare una soluzione. Ci siamo avvicinati al mondo del tennis da italiani un po’ perché stiamo vincendo ma anche per come stiamo vincendo, per la faccia di chi sta vincendo sempre e perché ci sono ragazzi giovani all’altezza che lottano per il nostro paese. Il mondo del calcio, essendo così tanto popolare, è tirato per la giacchetta dagli interessi di chi comanda e del tifo".
De Rossi ha commentato anche il trionfo di Sinner e compagni in Coppa Davis. "Quel che è buono per la propria squadra, dirigente o tifoso, è più interessante. Siamo attratti dallo spettacolo ma soprattutto dal tornaconto, economico nel caso di un dirigente e sportivo nel caso di un tifoso. Quando vince Sinner siamo felici, quando vince in Coppa Davis lo siamo ancora di più. Per chi tifa, avere qualcosa in cui rivedersi e sentirsi rappresentati, è importante".
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Dossena: “Presidenza Figc? Assurdo che Aic non...
L'ex centrocampista della Nazionale, campione del mondo nel 1982, ha commentato la possibile candidatura dell'ex campione bianconero alla Federazione
Giuseppe Dossena non ci sta: "È clamoroso il silenzio dell’Associazione Italiana Calciatori davanti a una possibile candidatura di Del Piero alla presidenza della Figc". L’ex centrocampista di Torino e Sampdoria, campione del mondo nel 1982 con la Nazionale di Bearzot, ha parlato così all’Adnkronos in vista delle prossime elezioni del nuovo presidente federale. "Abbiamo la possibilità di mettere un ex atleta a capo della Federazione, trovo assurdo il mancato sostegno a Del Piero e sono sconcertato che una componente del Consiglio come l’Associazione Italiana Calciatori non vada a prenderlo a casa per candidarlo in un’assemblea straordinaria".
La possibile candidatura di Del Piero
Dossena punta tutto sull’unicità dell’ex campione juventino, una figura che potrebbe mettere d’accordo tutti: "Intanto dovrebbe essere candidato, ma non capisco il motivo di questo silenzio. L’Associazione Italiana Calciatori è diventata una società che eroga servizi, ha perso la propria vocazione. Questa sarebbe invece una battaglia insita nella sua natura. Quando mi sono candidato alla presidenza dell’Aic, cinque anni fa, speravo che prima o poi potesse esserci un’occasione del genere. Ce ne sono pochi, come Del Piero, in grado di unire un sistema che deve trovare un modo di dialogare. Stiamo prendendo una deriva clamorosa".
"Gravina? Con Del Piero è tutto da vedere"
Secondo Dossena, Del Piero è il candidato perfetto per il momento storico: "Anche il ministro Abodi ha detto la sua sul tema, è una figura che non si discute. È un momento complicato per il calcio italiano, abbiamo saltato gli ultimi due Mondiali e gli ultimi Europei sono andati male. Serve un cambiamento per un momento così difficile, tutto ciò che è stato sbandierato in passato non è avvenuto". La considerazione finale è sull’attuale presidente Gabriele Gravina, che ancora deve sciogliere la riserva sulla sua ricandidatura: "Posso capirlo, deve ancora decidere se rimettersi in gioco oppure no. Il presidente farà ciò che riterrà giusto, ma con Del Piero in gioco sarebbe tutto da vedere". (di Michele Antonelli)