Caradonna (FerrovieNord): “Non dobbiamo cancellare la nostra storia”
Il presidente di FerrovieNord all’inaugurazione della mostra "Scrivere nel vento. Cento anni di radio tra società, industria, tecnologia. Che storie!”
“Non dobbiamo cancellare la nostra storia. Questa mostra è l’inizio di un percorso narrativo con una grossa valenza culturale, l'obiettivo nei prossimi anni è creare un museo del trasporto ferroviario”. Lo ha detto Fulvio Caradonna, presidente di FerrovieNord, all’inaugurazione della mostra “Scrivere nel vento. Cento anni di radio tra società, industria, tecnologia. Che storie!”, promossa da Fnm, FerrovieNord e Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese (Mils) - in collaborazione con l’università degli studi di Milano-Bicocca - e organizzata in occasione del Bicocca Music Festival 2024. Aperta al pubblico dal 27 maggio al 28 giugno e ospitata nello Spazio Agorà dell’ateneo milanese, l’esposizione gode del patrocinio del Senato della Repubblica e del patronato di Regione Lombardia. Il percorso narrativo citato da Caradonna “suggella una collaborazione che ha lo scopo di creare un museo diffuso che illustri l’apporto del sistema ferroviario allo sviluppo economico e sociale del Paese - riprende il presidente di FerrovieNord - Un’esperienza a tappe che precede e accompagna la creazione di “Sarò”, un museo vero e proprio della mobilità di prossima realizzazione a Saronno. Un unico elemento che racchiude al proprio interno la storia della ferrovia. C'è la necessità, soprattutto nelle piccole realtà, di riscoprire le nostre radici, le ragioni per cui la ferrovia è nata, non solo come luogo di collegamento e di passaggio, ma anche come luogo di frequentazione culturale”, conclude.
Cronaca
Maxi frode informatica, italo-australiano ricercato in...
L'uomo, un 43enne che sfuggiva alla cattura da oltre tre anni, era appena atterrato con un aereo da Singapore
La polizia ha arrestato all'aeroporto di Milano Malpensa un 43enne italo-australiano ricercato in tutto il mondo da oltre tre anni per gravi reati di frode telematica e riciclaggio. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un mandato emesso dalla Corte Distrettuale del Nord Carolina (U.S.A) che accusa l'uomo di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata alla frode informatica, al danneggiamento di apparati telematici protetti da misure di sicurezza e al riciclaggio del denaro illecitamente ricavato.
Il Federal Bureau of Investigation (F.B.I.), per il tramite del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dello specialista cyber della Polizia Postale operante presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, aveva richiesto la collaborazione della Polizia italiana per un possibile transito del ricercato in Italia. Le immediate ricerche messe in campo dagli operatori del C.O.S.C. - Polizia Postale di Milano, in collaborazione con l’Ufficio Polizia di Frontiera di Malpensa, hanno permesso nel giro di poche ore di individuare l’uomo mentre si trovava su un volo proveniente da Singapore e di arrestarlo non appena sbarcato dall’aeromobile presso lo scalo lombardo.
Le accuse all’arrestato riguardano un fenomeno risalente a qualche anno fa, che ha colpito trasversalmente un gran numero di internauti, soprattutto anziani e persone particolarmente vulnerabili. Più in particolare, sui monitor dei pc compariva improvvisamente un messaggio che informava che il computer era “compromesso” e bloccato per via di un errore. Il messaggio proseguiva con l’indicazione di un “codice di errore” e con l’invito a contattare con urgenza un call center, di cui veniva fornito il numero di telefono, per ottenere assistenza tecnica e per evitare la perdita di dati personali e la “disattivazione” del computer. Il messaggio non era affatto veritiero, bensì veniva generato da un malware diffuso dalla banda criminale di cui faceva parte il quarantatreenne italo-australiano arrestato dai poliziotti della postale milanese. Chiamando il numero indicato, infatti, l’utente veniva invitato a fare un pagamento per l’assistenza tecnica, senza però ottenere alcun risultato.
Le indagini dell’F.B.I., oltre a identificare gli autori della grave frode informatica condotta su scala mondiale (per la quale la legge statunitense prevede una pena massima di trent’anni di reclusione laddove siano presenti almeno dieci vittime di età superiore ai 55 anni), hanno permesso di quantificare in ben 31 milioni di dollari l’ammontare dei profitti illeciti conseguiti dai cyber-criminali. Al momento dell’arresto il 43enne aveva con sé diverse migliaia di euro in contanti, alcuni dispositivi informatici, carte di credito e due orologi di rilevantissimo valore. L'uomo ora si trova nel carcere di Busto Arsizio, a disposizione delle autorità italiane in attesa del completamento delle procedure di estradizione. L’operazione di polizia - che aveva già consentito, lo scorso luglio, l’arresto in Italia di un altro cyber-criminale latitante e ricercato dal Federal Bureau of Investigation - è il risultato di una strutturata cooperazione tra l’agenzia investigativa americana e la Polizia di Stato, ulteriormente rafforzata dal reciproco accredito presso le rispettive sedi centrali - in Italia e negli Stati Uniti - di personale specializzato nel contrasto ai crimini informatici.
Spettacolo
Tu si que vales, stasera la quinta puntata del talent show...
Il trailer che anticipa le reazioni dei giudici alle nuove esibizioni dei performer
Nuova puntata stasera, sabato 19 ottobre, con Tu si que vales, il talent show di Canale 5 condotto da Giulia Stabile, Alessio Sakara e Martin Castrogianni. Numeri artistici di altissimo talento, interpretati da performer di qualsiasi età e di qualsiasi disciplina provenienti da tutto il mondo.
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"Qui è roba bella", "Tanta roba", "Ma è completamente nudo?": nelle immagini che anticipano la quinta puntata le reazioni della giuria, come sempre composta dal conduttore Gery Scotti, la conduttrice Maria De Filippi, la comica Luciana Littizzetto e il talent scout per eccellenza Rudy Zerbi. Sabrina Ferilli invece rappresenta la giuria popolare.
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Esteri
Ucraina: “Nordcorea partecipa a guerra accanto a...
Soldati nordcoreani in addestramento in Russia, militari già al fronte: spuntano anche foto e video
La Corea del Nord è ormai protagonista della guerra che Ucraina e Russia combattono da quasi 1000 giorni. Il sostegno di Kim Jong-un all''operazione speciale' ordinata da Vladimir Putin nel febbraio 2022 è sempre più ampio e strutturato: dalla fornitura di armi e munizioni, iniziata nel 2023, si è passati all'invio di soldati.
Le prime informazioni diffuse da Kiev, relative alla presenza di ufficiali nordcoreani nel Donetsk, sono state confermate dall'intelligence della Corea del Sud. Le ipotesi sono diventate numeri: circa 1500 soldati sarebbero stati inviati da Pyongyang nella Russia orientale per un periodo di addestramento, come dimostra un video diffuso dal Centro ucraino per le comunicazioni strategiche. Si tratta solo di un primo contingente: in totale, a novembre la Russia potrebbe contare su circa 12000 uomini inviati dal paese asiatico in virtù dell'accordo di partnership strategica firmato a giugno da Kim e Putin.
La Nato, attraverso le parole del segretario generale Mark Rutte, prende atto delle denunce ma non si espone in toto: mancherebbero ancora elementi definitivi per certificare l'entrata in scena di reparti nordcoreani. A Kiev, però, il quadro appare già delineato. Il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky sollecita una reazione "forte" della comunità internazionale all''invasione' della Corea del Nord. In un post su X, il ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha, scrive: "La Corea del Nord sta aiutando l'aggressione russa contro l'Ucraina con armi e personale. Non mercenari. Unità regolari, che Mosca intende usare come carne da cannone".
"Chiediamo una reazione immediata e forte dalla comunità euroatlantica e dal mondo" all'"invasione nordcoreana dell'Europa", ha ammonito il capo della diplomazia di Kiev, secondo cui "la risposta migliore è che gli alleati dell'Ucraina sostengano e implementino pienamente il piano della vittoria" di Zelensky.
Le prove
I rinforzi nordcoreani, come evidenziato dall'intelligence di Seul, con ogni probabilità saranno migliaia. Il numero, però, per l'Ucraina è solo parzialmente rilevante. Se anche "dieci" soldati nordcoreani andassero a combattere a fianco dei russi, "vorrebbe dire che un secondo Paese è coinvolto nella guerra", sintetizza Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente ucraino.
"Abbiamo avuto le informazioni dalla nostra intelligence - spiega Yermak - le abbiamo condivise e abbiamo detto" ai nostri partner "'se avete altro, le nostre intelligence si siedono al tavolo e vedono'. Noi abbiamo la conferma" della fondatezza dell'informazione.
"E' giusto pensare a quale sarebbe la reazione" dell'Occidente, se dovesse concretizzarsi un intervento del genere. Sappiamo tutti, continua continuato, che la Corea del Nord è "un alleato della Russia, come l'Iran. Pensiamo che sia necessario pensare" a come reagire, conclude, se Pyongyang dovesse aiutare Mosca non solo vendendole munizioni, ma mandando uomini a combattere al fronte contro l'Ucraina.
La foto che cancella i dubbi
A Kiev, da tempo i sospetti si sono trasformati in certezze. L'Ucraina tiene conto anche del lavoro dell'intelligence sudcoreana e delle prove prodotte da Seul. In particolare ci sarebbe una foto scattata ad un soldato nordcoreano sul campo di battaglia in Ucraina: con l'intelligenza artificiale è stato riconosciuto uno dei più stretti tecnici collaboratori di Kim Jong-Un, come riporta l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
Il Servizio di intelligence di Seul sta collaborando da tempo con gli omologhi ucraini per ottenere foto di sospetti soldati nordcoreani che operano in prima linea in Ucraina e Russia. Una delle foto ottenute mostra un uomo asiatico in uniforme militare russa seduto di fianco ad un soldato russo sul luogo di lancio della versione nordcoreana del missile Iskander, vicino alla regione di Donetsk.
Applicando alla foto del sospetto la tecnica di riconoscimento facciale tramite Ia, l'uomo è stato identificato come un tecnico missilistico militare nordcoreano che il 28 agosto dello scorso anno aveva accompagnato la visita del presidente Kim a un impianto di produzione di missili. Quando la foto del sospetto è stato messa a confronto con le immagini incluse nel database dell'intelligence, la somiglianza tra le due figure è risultata superiore all'80%, che per i servizi sudcoreani sarebbe abbastanza per poter affermare che si tratti della stessa persona.
"I tecnici missilistici militari nordcoreani dispiegati sul fronte russo-ucraino stanno assistendo al lancio di missili di fabbricazione nordcoreana e si ritiene che stiano cercando di identificare i problemi tecnici e di acquisire ulteriore tecnologia", si legge nei documenti dell'intelligence sudcoreana. Oltre a queste fotografie, i servizi di Seul hanno presentato una serie di altre prove del coinvolgimento militare nordcoreano, tra cui immagini satellitari che mostrano i movimenti di navi da guerra russe e truppe che si radunano in strutture militari nell'Estremo Oriente russo.