Strage Brescia, Mattarella commemora vittime: applausi in piazza Loggia
Il Capo dello Stato per il cinquantesimo anniversario della strage: "Barbaro terrorismo, ferita indelebile". Fischi da antagonisti durante intervento Landini
È stato accolto da un lunghissimo applauso in piazza della Loggia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che per il 50esimo anniversario della strage ha deciso di andare a Brescia. Arrivato nella piazza, il capo dello Stato ha omaggiato le vittime con una corona di fiori, deposta davanti alla stele che le ricorda. “Contro il fascismo e la violenza ora e sempre resistenza”, il grido che si è levato da parte di alcuni dei manifestanti presenti in piazza, che all’uscita di Mattarella hanno anche invocato la “pace”. Il presidente della Repubblica dopo pochi minuti si è spostato al Teatro Grande per la cerimonia commemorativa.
Mattarella: "Oggi la Repubblica è piazza della Loggia"
"Oggi la Repubblica italiana è Brescia, è Piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone. Tra loro giovani e giovanissimi, con la volontà di prendere parte a questa commemorazione, di rendere testimonianza e di stringersi attorno alla città, che avverte tuttora il trauma e la ferita di quel tragico, barbaro atto di terrorismo", ha affermato il Capo dello Stato. "Le immagini che abbiamo appena visto -ha ricordato ilMattarella - ci hanno ricondotto a quei momenti oscuri e tristi, ci hanno fatto rivivere lo sbigottimento, il dolore, il terrore che attraversarono l’intera Italia per quella strage. Il boato dell’esplosione, il fumo, il sangue, le sirene delle ambulanze, la concitazione dei primi soccorsi, le urla e il pianto dei feriti, il lutto e la sofferenza –indicibile- dei familiari. Uno scenario raccapricciante e perenne per chi -ed erano molti- ne fu diretto spettatore". "Tutti gli italiani che, nel 1974, erano cittadini consapevoli ricordano, in maniera indelebile, quella orribile giornata, a partire dalle prime, incerte notizie della mattina. Fino alla drammatica conferma, alla diffusione dei particolari e alla straziante contabilità delle vittime".
"Di quel 28 maggio 1974 - ha proseguito - ricordiamo ancora l’atmosfera di apprensione, di inquietudine, di sconcerto diffusa in ogni angolo del Paese. Segnali cupi e minacciosi si addensavano sulla nostra giovane Repubblica, generando inquietanti interrogativi: chi c’è dietro l’attentato? Cosa succederà ora? Reggeranno le istituzioni, lo Stato, la democrazia? Superato lo sconvolgimento iniziale, la risposta di Brescia all’intimidazione stragista fu netta, compatta, determinata; e rappresentò un esempio per tutto il Paese, attraversato in quegli anni da grandi speranze e idealità, ma anche da ciò che vi si opponeva: spinte eversive, tensioni violente e strategie destabilizzanti, talvolta con la complicità occulta e ignobile di uomini che violavano i doveri di fedeltà alla Repubblica".
"La manifestazione del 28 maggio, promossa dai sindacati, nasceva come risposta della cittadinanza, della società civile bresciana contro questa serie di inaccettabili minacce e violenze. Fu, allora, che il terrorismo nero decise di alzare il livello di azione criminale. Con quella bomba ad alto potenziale, proditoriamente collocata in un cestino sotto i portici, Brescia fu colpita al cuore. Colpita nella sua bella piazza, centro pulsante della vita cittadina, durante una mattinata di impegno civico in cui un popolo senz’armi era sceso in strada accanto alle forze sociali e politiche per ribadire un forte no alla violenza e alla paura. L’intento immediato degli attentatori era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia".
"L’obiettivo di quel turpe attentato -ha aggiunto il Capo dello Stato- era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche". "Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall’arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra. Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell’oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario. Contro la Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, principi scolpiti nella Carta costituzionale", ha affermato Mattarella. "Provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società la sfiducia nella solidità del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione -ha ricordato il Capo dello Stato- erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista, che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità, costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture".
Mattarella ha poi spiegato di aver "incontrato i familiari di coloro cui fu tolta la vita. Alcuni bresciano che persero un figlio, un genitore, un coniuge, oggi non ci sono più. Desidero quest’oggi ricordare anche il loro dolore, la compostezza, la forza d’animo, la sete di verità che esprimevano e che permangono tra noi, nonostante gli anni trascorsi". "I familiari delle vittime, con la loro associazione, continuano l’opera di custodire e promuovere la memoria. E continuano a battersi -ha ricordato il Capo dello Stato- per ottenere giustizia, con coraggio e determinazione. Li ringrazio per questo impegno, esercitato tra mille ostacoli e fatiche, che ha dato un decisivo impulso alle inchieste e alla ricerca della verità".
Fischi da antagonisti durante intervento Landini
Un centinaio di militanti di area antagonista stanno contestando l’intervento del segretario della Cgil Maurizio Landini, che in rappresentanza dei sindacati confederali ha tenuto il discorso dal palco allestito in piazza della Loggia. “Le vostre guerre, le vostre stragi. I nostri lutti, le nostre lotte. Stop global war, free Palestine”, si legge in uno dei cartelloni esibiti dai manifestanti. Tra loro esponenti di collettivi e realtà bresciane, tra cui il centro sociale 28 maggio.
La strage di piazza della Loggia, “quell’esperienza, quella memoria, la capacità che questa città ha avuto di reagire e di riaffermare i valori di democrazia siano oggi un insegnamento per tutto il Paese, non solo per Brescia”, ha detto Landini, a margine della commemorazione. “Le ragioni per cui le persone cinquant’anni fa erano in questa piazza erano proprio l’applicazione e la difesa della nostra Costituzione e sconfiggere definitivamente il fascismo, la cultura della violenza e della soppraffazione. Mai come adesso credo che sia importante rimettere al centro i valori e i principi della nostra Costituzione”, ha spiegato Landini.
“Di fronte a una crisi della democrazia che in questi anni è venuta avanti, credo che sia assolutamente importante non solo non dimenticare, ma recuperare quelle lotte, quei valori e quegli insegnamenti per costruire un futuro diverso per il nostro Paese”, ha aggiunto il segretario della Cgil. E il “fatto che il presidente della Repubblica abbia oggi scelto di essere qui insieme a tutti noi dà ancora di più il senso che non è una questione locale, ma che è una questione di fondo”.
“Penso - ha concluso Landini - che in un momento come questo in cui c’è addirittura chi pensa di mettere in discussione la nostra Costituzione e di cambiarla, credo che sia il momento di affermare che c’è bisogno del massimo di unità del nostro Paese e che i principi e i valori della nostra Costituzione siano assolutamente realizzati, a partire da una lotta senza quartiere alla precarietà del lavoro”.
Fontana: "Piazza della Loggia tra le pagine più buie della Repubblica"
"La strage di piazza della Loggia è stata una delle pagine più buie della storia della Repubblica. A 50 anni esatti dall'attentato, di matrice neofascista, ricordiamo le vittime innocenti e abbracciamo i loro familiari. La memoria di chi perse la vita in quel tragico 28 maggio 1974 vive nei cuori di tutti noi. Grazie a chi, in questi anni, non ha mai abbandonato la ricerca della verità e della giustizia. Onorare le vittime oggi significa anche rinnovare l'impegno collettivo a tutelare i valori della pace e della democrazia, beni preziosi da proteggere da minacce ed estremismi", ha dichiarato il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
Tajani: "Ricordare contro ogni forma di eversione"
“28 maggio. Sono 8 i rintocchi dell’orologio di Piazza della Loggia, 8 come le persone che persero la vita 50 anni fa con un tragico attentato. Anni bui segnati dal terrorismo, pagine di storia che abbiamo il dovere di ricordare. Per la democrazia e contro ogni forma di eversione”. Così su X il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ricorda il 50esimo anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia avvenuta il 28 maggio 1974.
Politica
Lega, ecco i nuovi dipartimenti: Salvini lascia...
Fontana lascia gli Esteri, Durigon il Lavoro, Molteni la Sicurezza. Anche Bongiorno cede il testimone
Avvicendamenti, nuovi dipartimenti, e un rimescolamento dei compiti nella Lega. Sono queste le decisioni rese note oggi da Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva nominato due nuovi vicesegretari: Alberto Stefani e Claudio Durigon. Una mossa, quella della riorganizzazione dei dipartimenti, sempre coordinati da Armando Siri, che lo stesso leader ha spiegato servirà per gestire al meglio le prossime sfide, per cogliere "la vittoria anche alle politiche 2027".
Cosa cambia
Complessivamente, i dipartimenti salgono a 31 rispetto ai 29 precedenti, con alcuni nomi importanti in uscita e altri in ingresso. L'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dopo aver lasciato la vicesegreteria non sarà più il responsabile del dipartimento Esteri, al suo posto il deputato Paolo Formentini. Un altro avvicendamento riguarda il dipartimento Lavoro: Claudio Durigon, da poco vicesegretario della Lega, lascia il dipartimento a Tiziana Nisini. Anche Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini a Palermo, lascia il posto all'ex sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Inoltre l'attuale sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, lascia la Sicurezza all'ex sindacalista di polizia Gianni Tonelli. Così come arriva all'Ambiente Vincenzo Pepe, al posto di Vannia Gava.
Tra le novità poi lo spacchettamento del dipartimento Agricoltura e Turismo. Qui resta Gian Marco Centinaio, che è anche vicepresidente di Palazzo Madama, mentre l'Agricoltura viene assegnata al senatore Giorgio Maria Bergesio. Mirco Carloni diventa invece nuovo responsabile delle Attività produttive al posto di Massimo Bitonci. Nasce infine il dipartimento della Cultura affidato alla deputata marchigiana Giorgia Latini.
La mossa, attesa da parte del leader della Lega, "per dare nuovo slancio al partito: l’obiettivo è creare eventi ad hoc in ogni provincia e spalancare le porte a nuovi ingressi", viene spiegato in un comunicato. Salvini e Siri hanno incontrato i coordinatori oggi pomeriggio, nel corso di una riunione negli uffici della Lega alla Camera.
Politica
Tavolo su castrazione chimica, sponda governo a Lega:...
Via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Iezzi
La Lega rilancia la battaglia per arrivare a una legge sulla castrazione chimica per i pedofili e gli stupratori. Raccogliendo oggi il via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Igor Iezzi che impegna l'esecutivo ad "istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva". Un'apertura del governo che lo stesso Salvini subito saluta con favore: "Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili".
Insorgono le forze di opposizione. "Con buona pace di Fi il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega", attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a "una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali". Da Avs si accusano i leghisti di una "vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni".
Politica
Draghi da Meloni a Palazzo Chigi
Un'ora e un quarto di colloquio tra la presidente del Consiglio e l'ex premier a Palazzo Chigi
Colloquio di un'ora e un quarto oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l'ex premier e numero uno della Bce, Mario Draghi.
Al centro dell'incontro, informa una nota diffusa da Palazzo Chigi, "un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee. I due presidenti - informa la nota - sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".