Alimentazione, l’indagine: quasi 7 consumatori su 10 sono flexitariani
Una ricerca Bonduelle condotta da Ipsos in 8 Paesi
Flexitariano, ovvero 'vegetariano flessibile', cioè chi vuole ridurre l’assunzione di carne e proteine animali ma senza rinunciarvi del tutto. Non si tratta di una dieta che ha un inizio e una fine piuttosto di una revisione della propria alimentazione che porta a una riduzione graduale delle proteine animali. Una scelta, anche se non sempre consapevole, adottata dal 68% della popolazione di Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Russia, Usa, UK. E' quanto emerge dai risultati preliminari di una ricerca condotta da Ipsos per Bonduelle Group in questi 8 Paesi su un campione rappresentativo di 12mila persone (1.500 intervistati in ogni Paese), compreso tra i 16 e i 70 anni.
Secondo l'indagine, il 20% degli intervistati ha ridotto il consumo di carne ma non si considera flexitariano, contrariamente a chi si ritiene flexitariano consapevole e continuativo (18%) o consapevole ma saltuario (26%). A questi si aggiungono vegani, vegetariani e pescetariani. Solo il 32% non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini e di ridurre il consumo di alimenti di origine animale.
Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, i flexitariani consapevoli e continuativi (ovvero chi sostiene di adottare un’alimentazione flexitariana tutto l’anno) sono il 12% del totale, il 30% sono flexitariani consapevoli ma saltuari, mentre il 23% dichiara di aver ridotto il consumo di carne. Insieme a vegani, vegetariani e pescetariani, è il 69% dei consumatori italiani ad aver ridotto il consumo di proteine animali. Solo il 31%, infatti, non vuole cambiare la propria alimentazione.
Quali sono le motivazioni che guidano questo cambiamento? Certamente influiscono l’inflazione e l’aumento dei prezzi, ma non sono il driver principale. Gli intervistati seguono l’alimentazione flexitariana prevalentemente per prendersi cura di sé in modo preventivo (38%), per perdere peso (16%) o su indicazione del medico (14%). Le ragioni economiche sono citate dal 32%, mentre il 21% è spinto dalla tutela dell’ambiente e dalla diversificazione della propria dieta.
In Italia i consumatori scelgono il flexitarianesimo prevalentemente per ragioni etiche e di sostenibilità ambientale, per l’impatto positivo sulla salute e per la pressione generata dalla società, che spinge le persone a cambiare qualcosa nei propri comportamenti.
Infine, i prodotti che sostituiscono la proteina animale sono oggi in grado di offrire un’esperienza di gusto piacevole ed esperienziale. Chi desidera diventare flexitariano può sostituire alimenti di origine animale con prodotti simili per aspetto o consistenza, può compensare destrutturando i piatti e scegliendo solo cibi vegetali, e può ri-strutturare la propria alimentazione introducendo nuovi usi per prodotti vegetali: la carne rossa viene sostituita in prevalenza da verdure (57%), da altre proteine animali (48%) e dai legumi (42%).
Lavoro
Maltempo, Confindustria Romagna: aziende ancora...
Il presidente Roberto Bozzi, situazione drammatica, colpita in particolare zona industriale Lugo e Cotignola
"La situazione è ancora drammatica e delicata, abbiamo ancora molte aziende che sono completamente sott'acqua. In particolare ci sono intere zone industriali che sono andate sott'acqua, lo sono da ieri e da stanotte, lo sono ora, soprattutto nella zona di Lugo e Cotignola che è stata maggiormente colpita insieme alla zona del Traversara. Traversara è stata colpita soprattutto dal punto di vista delle case quindi dal punto di vista civile, dal punto di vista industriale devo dire che la zona di Lugo Cotignola è stata colpita pesantemente. Adesso stiamo iniziando pian pianino a ripulire tutto quanto, dove possibile, siamo in contatto con le aziende associate ma la conta dei danni si potrà fare solo nelle prossime settimane". Così, con Adnkronos/Labitalia, Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, dopo l'alluvione che ha colpito il territorio romagnolo.
Secondo Bozzi la differenza rispetto all'alluvione dello scorso anno sta "nel fatto che le zone che sono state colpite in questi giorni sono state decisamente piccole e più limitate, l'anno scorso parlavamo di 23 fiumi oggi parliamo di 2 fiumi esondati. Però sui 2 fiumi esondati la situazione è paragonabile a quella dell'anno scorso, è semplicemente una zona molto più piccola sicuramente però ha colpito con la stessa intensità", sottolinea.
E Bozzi è stato direttamente colpito dall'alluvione che ha creato danni alle due aziende. "Ho due stabilimenti qui a Cotignola -sottolinea- di cui uno per fortuna l'acqua è entrata poco. Ho avuto i piazzali sommersi, adesso li stiamo pulendo, ma all'interno degli stabilimenti per fortuna i danni sono veramente limitati. Quindi ci siamo fermati mercoledì sera e ripartiamo forse, se tutto va bene, lunedì pomeriggio. Quindi in ogni caso sicuramente danni di fermo produzione e danni alle strutture solo negli uffici, con il piano terra completamente da rifare", sottolinea.
L'APPELLO ALLE ISTITUZIONI
Per Bozzi, dopo l'ennesimo evento calamitoso sul territorio "bisogna cambiare l'approccio, serve un cambio di passo. Ci siamo accorti che qui non parliamo di un alluvione che capita ogni 500 anni ma di catastrofi che possono ripresentarsi negli anni. E quindi non si può utilizzare l'ordinarietà solita, bisogna subito fare interventi di pianificazione delle acque su tutto il territorio, soprattutto della Romagna, e agire in modo straordinario. Non conosco l'operatività ma come si è riusciti in un anno a mettere su un rigassificatore in mare così nel giro di un anno dobbiamo essere in grado di fare opere straordinarie per la salvaguarda dei territori", sottolinea.
Secondo Bozzi, non basta "agire sulla pulizia dei fiumi che è stata probabilmente fatta, bisogna mettere vasche di laminazione appena al di là dei monti, per non arrivare in questa situazione. Perché quando si arriva ad avere fiumi che rischiano di tracimare è ovvio che da qualche parte l'argine cede. Quindi bisogna lavorare e fare qualcosa a monte. Va fatto in modo veloce e bene, serve un cambio di passo", conclude.
Lavoro
Moda, Guffanti Concept Showroom: “Negozi multimarca...
Con le sue 6 sedi in Italia è un unicum nel panorama della distribuzione della moda internazionale
"I negozi multimarca, sono il valore autentico del nostro lavoro. Sanno come valorizzare i brand e solo loro hanno un prezioso dialogo con il consumatore". Lo dichiara Alessandra Guffanti, direttore commerciale di Guffanti Concept Showroom, realtà che con le sue 6 sedi in Italia è un unicum nel panorama della distribuzione della moda internazionale, capace di supportare nella strategia dalla produzione, alla comunicazione e distribuzione vera e propria, di brand italiani e internazionali.
Per lo Showroom Guffanti la Fashion Week vuol dire incontrare le boutique italiane ed internazionali nel proprio headquarter e soprattutto a White Milano, il content show internazionale dedicato alla moda pret-à-porter che si terrà a Milano fino al 22 settembre in cui si presenta la ricerca dello showroom per la stagione PE25. A White Milano lo Showroom Guffanti presenta tre brand molto diversi tra loro che hanno come punto in comune quello di essere stati oggetto di scouting da parte di Guffanti ed essere accomunati dalla qualità dei tessuti, l’originalità delle linee.
NotShy brand parigino di maglieria, fondato nel 1999, con una distribuzione in 65 paesi, 30 monomarca e 800 negozi multimarca nel mondo. La collezione comprende capi che seguono le ultime tendenze e capi evergreen basic, disponibili in un'ampia gamma di tinte unite. I tessuti estivi includono materiali pregiati come il jersey di lino, garza di cashmere, cashmere, cotone e seta, offrendo una combinazione di stile e qualità. Douuod Woman, marchio italiano nato nel 2014, offre outfit total look dal gusto contemporary, con un focus su tailleur e tessuti di alta qualità. La produzione Made in Italy assicura capi curati nei dettagli. Kallisto & Hermes marchio di abbigliamento resort, fondato ad Atene nel 2017 dalla designer greca Anastasia Poultidou. I capi, realizzati con tecniche artigianali tradizionali, uniscono l'eleganza della cultura greca antica e la bellezza mediterranea con design moderni.
Lavoro
Previdenza: il fondo pensione per il futuro? da oggi si può...
Gratuito e lanciato dalla startup Ciao Elsa
Permettere ai lavoratori di analizzare la propria situazione previdenziale e scegliere il fondo pensione più adatto. Questo l'obiettivo del comparatore online di fondi pensione lanciato dalla startup Ciao Elsa, che opera nell’ambito di previdenza integrativa e che si può definire il primo player pensiontech italiano. Il comparatore, basato sui dati ufficiali Covip, basato su parametri come anzianità lavorativa, livello di retribuzione, contratto di lavoro e propensione al rischio, offre una panoramica completa di tutti i fondi disponibili in Italia, considerando rendimenti, costi e vantaggi del contributo datoriale, il tutto in maniera indipendente e trasparente. E la startup Ciao Elsa nasce con l'obiettivo di colmare il gap di conoscenza del sistema previdenziale italiano, rendendo accessibili ai più temi complessi come il Tfr, i fondi pensione e contributo datoriale, argomenti spesso trattati con un linguaggio tecnico e burocratico.
Attraverso un linguaggio chiaro e accessibile ha acceso l’interesse per la tematica sui social, grazie al proprio profilo Instagram seguito da oltre 100.000 persone, e coinvolgendo oltre 10.000 lavoratori che sono già stati protagonisti di sessioni di formazione di gruppo, individuali o in azienda. Se la consapevolezza è la base, è necessario però fornire ai lavoratori anche degli strumenti semplici ed efficaci per passare all’azione. E per questo motivo la startup ha lanciato il comparatore, che è disponibile gratuitamente sul sito di Ciao Elsa, al link https://comparatore.ciaoelsa.com/.
“Indipendenza, trasparenza e chiarezza sono i valori fondamentali di CiaoElsa -afferma Anna Vinci, co-founder e ceo- spieghiamo facilmente le cose difficili su previdenza e TFR, educando e informando i nostri utenti per aiutarli a prendere decisioni finanziarie informate e consapevoli. Abbiamo finora lavorato moltissimo sulla divulgazione e sul dare gli strumenti basilari di conoscenza ai lavoratori per iniziare a preoccuparsi del proprio futuro. Ora con il comparatore di fondi pensione, diamo uno strumento per agire prendendo una decisione concreta”, conclude.