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Riciclo bioplastiche compostabili, Italia si conferma già oltre target 2030

La relazione annuale di gestione relativa all’anno 2023 di Biorepack

Riciclo bioplastiche compostabili, Italia si conferma già oltre target 2030

Sul riciclo organico delle bioplastiche compostabili, l’Italia si conferma già oltre gli obiettivi fissati sia per il 2025 sia per il 2030. Il tasso di riciclo al netto degli scarti è stato infatti pari al 56,9% dell’immesso al consumo (44.338 tonnellate a fronte di 77.900 immesse sul mercato). La quota di popolazione nazionale servita dalle convenzioni siglate con i Comuni o con i soggetti da questi delegati, gestori della raccolta, sale di 10 punti rispetto all’anno scorso e sfiora i tre quarti del totale nazionale. I corrispettivi economici riconosciuti ai Comuni e alle aziende che si occupano della differenziata hanno superato i 9,4 milioni di euro. Sono alcuni dei risultati contenuti nella relazione annuale di gestione relativa all’anno 2023 di Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, presentata oggi a Milano nel corso dell’assemblea dei consorziati.

“I risultati 2023 confermano l’efficacia dell’operato del consorzio e sottolineano l’importanza di costruire alleanze e sinergie con gli enti che sul territorio si occupano della raccolta dei rifiuti. In questo modo, si possono offrire migliori servizi per i cittadini e soprattutto si riesce a valorizzare le matrici organiche e compostabili, risorse preziose perché possono essere restituite alla terra sotto forma di compost, contribuendo a contrastare degrado, desertificazione e dipendenza dai fertilizzanti chimici”, commenta il presidente di Biorepack, Marco Versari.

Quest’anno per calcolare i risultati di riciclo 2023, Biorepack ha preso come valore di riferimento il dato ufficiale contenuto nel Rapporto Rifiuti Urbani pubblicato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a dicembre 2023 anche se riferito all’anno 2022 (ultimo dato ufficiale disponibile). In tale rapporto, la quantità di rifiuto umido urbano trattato negli impianti di riciclo organico risulta pari a 5 milioni di tonnellate, mentre lo scorso anno per il calcolo del risultato di riciclo 2022 si era utilizzata una stima di 5,3 milioni di tonnellate basata su calcoli del Cic (Consorzio Italiano Compostatori). La minor quantità di rifiuto umido urbano considerato come base di partenza ha quindi portato in primo luogo all’aggiornamento del dato di riciclo 2022 delle bioplastiche compostabili, che risulta pari a 58,3% anziché 60,7%. Inoltre, nella relazione di quest’anno Biorepack ha basato i propri calcoli sui dati ufficiali Ispra, assumendo che la quantità di rifiuti umidi trattati negli impianti nel 2023 sarà pari a quella del 2022. A dicembre 2024, quando l’Ispra pubblicherà il suo nuovo rapporto rifiuti urbani 2023, si provvederà a eventuali rettifiche del risultato di riciclo 2023.

“Le correzioni dei valori percentuali - prosegue Versari - sono il frutto di una sempre maggiore precisione dei dati a disposizione del Consorzio e non modificano un dato di fondo, che rimane evidente: i risultati di riciclo organico delle bioplastiche compostabili sono positivi e confermano la bontà del modello utilizzato dall’Italia per avviare a riciclo la frazione organica dei propri rifiuti che, è bene ricordarlo, rappresenta oltre il 35% del totale di tutti i rifiuti prodotti nelle case italiane. Il binomio bioplastiche compostabili-scarti organici è la via più efficace, efficiente ed economica per massimizzare lo sfruttamento di materie prime preziose che anziché andare in discarica o incenerimento possono diventare compost da destinare al settore agricolo”.

Biorepack evidenzia però un aspetto: il risultato di riciclo 2023 è lievemente inferiore al 2022 (rettificato come sopra) e tale diminuzione è dovuta a una riscontrata maggiore presenza di bioplastiche negli scarti: il 17,3% delle bioplastiche che entrano negli impianti di riciclo organico, viene infatti sottratto al riciclo a causa di diversi fattori. Il più importante è l’elevata presenza di 'materiali non compostabili' (Mnc): rifiuti composti principalmente da plastiche tradizionali, vetro e metalli che all’interno degli impianti di trattamento devono essere eliminati attraverso complesse e costose operazioni di separazione. Tali azioni eliminano le matrici compostabili, principalmente scarti di cucina e verde e le bioplastiche compostabili. “Ogni kg di Mnc da separare sottrae al riciclo anche 1,65 kg di matrici compostabili. Il tasso di riciclo delle bioplastiche potrebbe quindi essere già ora ben maggiore, qualora si riducesse la presenza di frazioni estranee nell’umido. È su questo che occorre concentrare gli sforzi di tutti gli attori coinvolti”, sottolinea Versari.

Proprio la corretta comunicazione su come si effettua la raccolta differenziata dei rifiuti umidi e compostabili è una delle attività che il consorzio Biorepack sta portando avanti, collaborando con gli enti locali convenzionati. Un numero che continua a crescere in modo rilevante: nel corso del 2023, i Comuni serviti sono arrivati a 4624, pari al 58,5% del totale. Undici punti percentuali in più rispetto all’anno prima. Analoga crescita per la popolazione servita, che ha superato nel 2023 i 43,6 milioni di cittadini, pari al 74% del totale (erano 37,8 milioni pari al 64,4% l’anno prima). A destare soddisfazione è in particolare la riduzione del gap territoriale tra Nord e Sud che, sebbene ancora consistente, inizia a colmarsi. Positivo in particolare il dato delle Isole, in cui la popolazione servita è salita dal 29% del 2022 al 52% del 2023. Tuttavia, i territori più virtuosi rimangono ancora quelli del Nord Est, nei quali i Comuni convenzionati arrivano all’83% del totale e gli abitanti serviti sono pari al 90%. Ma crescono sensibilmente il Nord Ovest (dal 53 al 77% la quota dei Comuni convenzionati, dal 65 all’87% la popolazione) e il Centro (Comuni convenzionati, dal 44 al 51%, popolazione, dal 70 al 75%).

Ai soggetti che hanno attivato la convenzione con Biorepack sono stati erogati nel 2023 corrispettivi economici pari a 9,4 milioni di euro, a copertura dei costi di raccolta, trasporto e trattamento degli imballaggi in bioplastica compostabile conferiti insieme ai rifiuti organici (dato lievemente superiore rispetto ai 9,3 milioni erogati nel 2022).

Insieme ai soggetti consorziati, Biorepack anche nel 2023 ha sviluppato iniziative di comunicazione, per aiutare gli enti locali a rendere più consapevoli i propri cittadini sul valore collettivo e ambientale degli scarti umidi e degli imballaggi compostabili. Nel corso dell’anno, poi, è inoltre proseguito il percorso di sviluppo del marchio Biorepack di riconoscibilità degli imballaggi in bioplastica compostabile conformi a tutti i requisiti normativi. In questo caso, l’obiettivo è rendere le bioplastiche ancor più agevolmente distinguibili dalla plastica, favorendone il corretto conferimento nell’umido domestico. Il percorso è stato finalizzato nelle settimane scorse con il deposito della domanda di registrazione del marchio collettivo consortile.

Altrettanto rilevanti, nell’ottica di ottimizzare la raccolta e il riciclo delle bioplastiche, sono le iniziative di contrasto all’illegalità. Come la piattaforma realizzata in collaborazione con l’associazione di categoria Assobioplastiche: i cittadini e le imprese possono utilizzarla per segnalare i fenomeni illeciti e permettere al Consorzio, dopo i doverosi controlli e l’istruttoria giuridica, di presentare denuncia alle autorità competenti. Nelle scorse settimane, inoltre, è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa con Assobioplastiche e con le filiali italiana e belga del gruppo internazionale Tüv Austria, uno dei più noti enti di certificazione dei prodotti compostabili. Obiettivo: condividere dati e informazioni per migliorare le attività di controllo e contrasto alla diffusione di bioshopper e imballaggi in bioplastica compostabile contraffatti.

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Sostenibilità

Strategia Nazionale dell’Idrogeno, tre scenari al 2050

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Il ministro Pichetto: "Una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione"

La conferenza stampa di presentazione

Orizzonti temporali di breve, medio e lungo termine, con diversi scenari da qui al 2050, per la diffusione dell’idrogeno rinnovabile e a bassa emissione carbonica: così è delineata la Strategia Nazionale dell’Idrogeno, realizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e presentata nella sede del Gse a Roma.

“L’idrogeno è una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, che abbiamo chiaramente delineato nel Pniec e devono portarci al 'Net Zero' al 2050. La nostra Strategia si articola su diversi scenari, sapendo che l’affermazione del vettore idrogeno dipenderà da molteplici e trasversali tematiche. Oggi il governo - spiega il ministro Gilberto Pichetto - vuole dunque condividere con imprese e industrie una visione su un settore che già può contare su risorse complessive superiori ai 6 miliardi, ma che ha ancora bisogno di sviluppare un mercato solido e va dunque accompagnato con nuovi strumenti, insieme a una forte coesione inter-istituzionale”.

La domanda potenziale

La Strategia nazionale - spiega il Mase - si articola attraverso una matrice che vede tre possibili scenari sviluppati su un orizzonte temporale di lungo periodo. La strategia stima una 'domanda nazionale' tra 6 e 12 Mtep con una corrispondente necessità di elettrolizzatori variabile da alcuni GW fino ad alcune decine di GW a seconda delle condizioni di contesto. Nel testo è chiarito che per decarbonizzare i consumi servirà la combinazione di diverse fonti, tra cui l’aumento della produzione da rinnovabili, lo sviluppo della 'Carbon Capture Storage', di biofuel, biometano e, non ultimo, dell’idrogeno, anche eventualmente affiancato dalla ripresa della produzione nucleare. Solo così, è spiegato, si potrà soddisfare la domanda a fronte di fonti non programmabili e intermittenti, con la capacità di trasportare grandi quantità di energia su lunghe distanze e a costi competitivi.

Le 'variabili' per lo sviluppo dell'idrogeno

Se dunque, si legge nel testo, nei prossimi decenni ogni alternativa troverà uno spazio applicativo, sono indicati come le variabili che incidono sull’idrogeno la decarbonizzazione degli usi finali (trasporto pesante, settore marittimo e aereo), l'integrazione del sistema energetico, la realizzazione di una filiera forte e competitiva. Altri aspetti da considerare sono l’aumento della sicurezza negli approvvigionamenti di energia e il relativo contributo dell’idrogeno, la realizzazione dell’obiettivo 'Italia hub energetico nel Mediterraneo', su cui molto incide l’attività di cooperazione, un sistema di certificazione che assicuri di non rilocalizzare le emissioni ma di contribuire concretamente alla loro riduzione, come anche lo sviluppo di ricerca e innovazione che possano creare nuovi prodotti e componenti.

“Nel medio e lungo periodo - viene spiegato nella Strategia - lo sviluppo di una produzione ‘large scale’ e di una infrastruttura dedicata permetterà di abbattere i costi di produzione”, e altrettanto “una logistica su gomma di idrogeno gassoso e liquido potrà essere di supporto nel medio periodo”. Viene citato nel documento il progetto 'Southern Hydrogen Corridor', di cui la dorsale italiana è parte integrante, che “renderà l’Italia un hub europeo dell’idrogeno, favorendo i flussi di importazione”.

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Sostenibilità

Sostenibilità, Bolognini (Novamont): “Con Amazon per...

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Così Orsola Bolognini, Senior Program Manager di Novamont, presente all’Operations Innovation Lab di Vercelli assieme al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto

Orsola Bolognini, Senior Program Manager di Novamont

“La collaborazione con Amazon ha l'obiettivo di individuare soluzioni innovative per migliorare l'efficienza nell'uso della risorse e la circolarità delle applicazioni in packaging”. Così Orsola Bolognini, Senior Program Manager di Novamont, presente all’Operations Innovation Lab di Vercelli assieme al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto.

“Novamont, azienda italiana parte di Versalis, gruppo Eni, produce il Mater B, la famiglia di materiali bio-based, in tutto o in parte derivati da biomasse, biodegradabili e compostabili realizzati grazie alle bioraffinerie Novamont per la realizzazione di bioprodotti. Una collaborazione con un player di eccellenza come Amazon, che raggiunge nel mondo milioni di persone, rappresenta per noi un'opportunità straordinaria di far conoscere le soluzioni per il packaging in Mater B, oltre che un'opportunità unica di testarne l'efficacia e le molteplici soluzioni di riciclo in ottica di rigenerazione delle risorse e di prestazioni ambientali certificate”, ribadisce Bolognini.

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Sostenibilità

Sostenibilità, La Rovere (Amazon): “A Vercelli...

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Il direttore di Amazon Mechatronics nell’ambito della visita del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto.

Stefano La Rovere, direttore di Amazon Mechatronics

"L'Italia è al centro dell'innovazione, della sperimentazione di Amazon, come dimostrato proprio da questo Innovation Lab qui a Vercelli". Così Stefano La Rovere, direttore di Amazon Mechatronics, nell’ambito della visita del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto.

"Ce ne sono solo tre nel mondo, uno a Seattle, uno a Boston e uno qui in Italia. E’ un lab globale, dove un team di scienziati, di ingegneri, che vengono da tutto il mondo, sviluppa nuove tecnologie nell'ambito della robotica, meccatronica, intelligenza artificiale, machine learning, macchine di impacchettamento automatizzate, ma anche materiali e imballaggi sempre più sostenibili, che quindi non solo migliorano la sicurezza nel mondo del lavoro, ma migliorano anche il nostro impatto ambientale”, spiega.

“In Amazon continuiamo tutti i giorni a sviluppare nuove forme di imballaggio - prosegue La Rovere - Abbiamo ricordato la collaborazione con Novamont per lo sviluppo di imballaggi derivati da forme biodegradabili. Recentemente abbiamo annunciato lo sviluppo di una nuova busta di carta imbottita al 100% riciclata e riciclabile, che ci consente di spedire anche oggetti fragili. Ma quando parliamo di filosofia di imballaggio, il nostro approccio è molto semplice: se non serve imballaggio aggiuntivo, semplicemente non lo mettiamo. E' proprio questa la base del programma ‘Spedito senza imballaggio aggiuntivo Amazon’"

"Per darvi un paio di numeri, in Europa oggi oltre la metà delle nostre spedizioni non avviene più nell'iconico box di cartone, bensì senza imballaggio o comunque in una busta di carta; inoltre negli scorsi sette anni oltre un miliardo di prodotti è stato spedito senza ulteriore imballaggio aggiuntivo”, conclude.

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