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Meloni a De Luca: “Sono quella str..za, come sta?”, l’affondo del premier vince nel web

Indagine Vis Factor/Adnkronos sull'episodio di Caivano: sul web il 56% sta con il presidente del Consiglio

Giorgia Meloni e Vincenzo De Luca  - Fotogramma

Ha polarizzato le discussioni sui social network l’episodio di Caivano, in cui Giorgia Meloni ha salutato Vincenzo De Luca ricordandogli l’epiteto da lui rivoltole qualche mese fa ("presidente De Luca, sono quella str..za della Meloni, come sta?", la si sente dire nel video diventato virale sul web). L'uscita della premier è piaciuta alla maggior parte degli utenti: a favore della Meloni, infatti, si registra un sentiment positivo del 56%, contro il 44% di sentiment negativo, a quanto emerge dall’istant sentiment realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, tramite Human, la propria esclusiva piattaforma di web e social listening sviluppata con algoritmo a base semantica italiana.

Nella maggioranza dei commenti a favore di Meloni emergono lodi al coraggio e alla franchezza del presidente del Consiglio, ad esempio "Grande Giorgia!" e "Ha fatto bene, coraggiosa!" “gli hai fatto fare una figura di m***a”). Nei commenti critici verso Meloni vengono utilizzati termini forti come "vergogna" e "indegna".

Le emozioni più associate all’episodio sono sostegno (32,7%), vergogna (29,1%), ironia (18,4%) e rabbia (10,4%).

Da Sgarbi a Vauro e Osho, i commenti

Giorgia Meloni con il governatore Vincenzo De Luca "ha usato il linguaggio della contemporaneità e della verità che testimonia ironia, divertimento e creatività", dice all'Adnkronos Vittorio Sgarbi. "Le frasi della premier Meloni sono una presentazione straordinaria, che ripercorre tutta la grande letteratura del Novecento", sottolinea Sgarbi.

L'ex sottosegretario alla Cultura fa alcune citazioni per corroborare il suo assunto: "L'uso di parolacce, di esclamazioni colorite, parte dal linguaggio irriverente dell'Ubu Re' di Alfred Jarry, scrittore e drammaturgo francese, passando per le 200 pagine dell'Ulisse di Joyce, fino all'intera opera di Pasolini", snocciola Sgarbi. Che arriva, nel suo excursus sul linguaggio colorito, al 1989 quando, nel corso di una puntata del 'Maurizio Costanzo Show', pronunciò lui stesso per la prima volta nella tv italiana la parola 'stronza' all'indirizzo di una professoressa ospite del talk, che lo aveva definito "un asino poetico".

"Fu un modo per far entrare nella tv il linguaggio quotidiano - ricorda Sgarbi - Motivo per il quale la Meloni con le parole di oggi avrà un effetto creativo fra i giovani". Secondo il critico d'arte "la Meloni o Draghi non possono dire 'stronza', ma Giorgia può dirlo - chiosa - Perché si è inserita in un percorso di realtà".

“Meloni ha detto a De Luca ‘sono quella str…’? Sono d’accordo con il presidente del Consiglio”. Ironizza così Vauro, commentando all’Adnkronos le parole del premier. “Direi che la Meloni ha completato bene la nota filastrocca: sono Giorgia, sono cristiana, sono una donna, sono una madre, sono una str…. Potrebbe usarlo per la campagna elettorale”, scherza Vauro.

“Fuori da qualunque giudizio ideologico: è stata un’asfaltata pesante, il perfetto esempio della vendetta servita fredda. Ha aspettato che il cadavere passasse sul fiume, anzi ha aspettato di trovarselo davanti e poi ha sferrato il colpo”. È il commento di Osho, al secolo Federico Palmaroli, re delle vignette satiriche, sul gesto di Giorgia Meloni. “Non ho mai visto De Luca con una faccia così, lo ha atterrato. Ancora più clamoroso che arrivi subito dopo il caso delle parole di Papa Francesco”, prosegue Palmaroli. “In 24 ore il pontefice argentino e la premier italiana hanno mandato in soffitta anni di politicamente corretto. Magari da lei te la aspetteresti pure, ma da lui...”

“I detrattori diranno che un presidente del Consiglio non dovrebbe dire cose del genere, ma anche De Luca è un presidente di regione, non è certo l’ultimo arrivato. Eppure i suoi video, spesso pieni di insulti, sbeffeggi e turpiloqui, sono considerati dei capolavori di comunicazione. Anche dopo l’uscita del famigerato fuorionda della 'stronza', non ricordo sollevazioni dal mondo politico, in particolare da quello femminile. Nell’agone politico secondo me non ci dovrebbe essere differenza tra uomo e donna, ma c’è chi vive denunciando ogni parola fuori posto. Ecco, quando si è trattato della Meloni, nessuno si è scapicollato a difenderla. E lei si è difesa da sola. Tanto più che sui social, che per lavoro osservo attentamente, la gran parte dei commenti è divertita, non sto trovando molte critiche”, conclude.

“La Meloni è permalosa, è una che si lega al dito qualsiasi cosa, ma questo è un aspetto caratteriale su cui non si discute, ci sono persone che si fanno scivolare addosso le cose (io sono uno di questi), lei evidentemente no”. Commenta così con l’Adnkronos Giuseppe Cruciani, conduttore de “La Zanzara” su Radio24. “Questo tipo di cose”, prosegue Cruciani, “come i video di TeleMeloni, devono far sorridere, devono essere presi con la giuste dose di leggerezza. Giorgia Meloni quando è in campagna elettorale dà il meglio di sé. E poi a sgarbo istituzionale risponde a sgarbo istituzionale. Non molla niente. À la guerre comme à la guerre. De Luca l'aveva chiamata 'la stronza' e lei risponde con la stessa moneta, per di più a casa sua”.

Mi alzo in piedi e posso solo applaudire, standing ovation", le parole di Iva Zanicchi all'Adnkronos.

"Premesso che a me De Luca sta simpatico, siamo amici, sembra Totò, ma è stato lui a chiamarla 'stronza', e dopo che lei dice 'sono quella stronza' non va bene?". Così Vittorio Feltri all'Adnkronos. "Ormai, qualunque cosa dica la Meloni non va bene. Siamo al ridicolo", aggiunge Feltri.

“Non è una questione di vincere o perdere nella gara della comunicazione”, dice all’Adnkronos Claudio Velardi, direttore del “Riformista”. “Fare comunicazione efficace non è un tema di grande interesse, né fronte De Luca né fronte Meloni, ed è anche piuttosto semplice. Non bisogna essere degli scienziati per comunicare bene. Io ne faccio un problema diverso: si tratta di incrociare una comunicazione efficace con le crescenti responsabilità istituzionali, cui corrispondere con uno standing sempre più elevato. È un problema di postura. E di conseguente posizionamento, di sistema e non più di parte. Anche noi comunicatori dobbiamo renderci conto che la comunicazione è una funzione, tuttalpiù un vestito che non deve stonare. Quando essa prevale sul resto, è finita. Se vuoi crescere, e qui parlo di chi ha responsabilità istituzionali, devi governare le tue pulsioni. D’altronde dissimulare è il senso più profondo della politica. La ‘sincerità’ è uno stadio primitivo della politica”.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Esteri

Ucraina, armi nucleari per battere Russia? Zelensky:...

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Kiev smentisce le affermazioni di un'anonima fonte citata dalla stampa tedesca

Volodymyr Zelensky

L'Ucraina, in guerra con la Russia da quasi 1000 giorni, pensa di tornare alle armi nucleari? Ad accendere i riflettori sul tema è un articolo della Bild, che riporta le parole di un'anonima fonte di alto livello di Kiev. Se le forze armate agli ordini di Vladimir Putin dovessero puntare nuovamente verso la capitale, l'Ucraina potrebbe riattivare il proprio arsenale nucleare abbandonato negli anni '90.

"Abbiamo i materiali, abbiamo le conoscenze. Se arrivasse un ordine, avremmo bisogno di poche settimane per ottenere la prima bomba. L'Occidente dovrebbe pensare meno alle linee rosse della Russia e più alle nostre linee rosse", il messaggio.

La Russia, periodicamente, minaccia l'uso di armi nucleari in un conflitto in corso da oltre 2 anni e mezzo. Mosca ha recentemente prospettato anche la modifica della propria dottrina, aprendo all'ipotesi di una risposta con armi atomiche ad attacchi portati da paesi sostenuti da potenze nucleari. In altre parole, se l'Ucraina colpisse obiettivi militari in territorio russo, la risposta potrebbe essere estrema.

Le parole di Zelensky a Trump

Nelle stesse ore, rimbalzano le dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che torna sul tema delle armi nucleari ripensando ad un colloquio con Donald Trump. Il leader di Kiev ha spiegato che l'Ucraina vuole entrare nella Nato, perché la considera l'unica garanzia di sicurezza credibile, fatto salvo il ritorno alla bomba atomica cui rinunciò con l'indipendenza su pressione dell'Occidente in cambio di garanzie di sicurezza che si sono rivelate inconsistenti davanti all'attacco sferrato dalla Russia.

Nel 1991, ha ricordato Zelensky, l'Ucraina negoziò con una serie di Paesi garanzie di sicurezza in cambio della rinuncia all'arsenale nucleare ex Urss presente sul suo territorio, ma la Russia, che era uno dei "garanti", ha "violato" il Memorandum di Budapest.

Il fatto è che con Mosca questi accordi "non funzionano", ha aggiunto. Tra tutti gli Stati che disponevano dell'atomica, ha detto ancora Zelensky, "quale Paese ha sacrificato le armi nucleari? Solo l'Ucraina. E chi sta combattendo oggi? Solo l'Ucraina. Nella mia conversazione con Donald Trump ho detto che questi sono i fatti. E qual è la via d'uscita? O riprendiamo ad avere armi nucleari, e sarebbero una certa protezione per noi, oppure dovremmo avere una certa alleanza. Oltre alla Nato non conosciamo alleanze più efficienti. I Paesi della Nato non sono impegnati in nessuna guerra. Le persone dei Paesi della Nato sono tutte vive, grazie a Dio. E' per questo che scegliamo la Nato. Non scegliamo le armi nucleari, scegliamo la Nato e penso che Donald Trump mi abbia ascoltato. Mi ha detto che ho dei buoni argomenti", ha concluso.

Il caso è innescato, serve la smentita

Sì alla Nato, quindi, no alle armi nucleari. Le parole di Zelensky nel dialogo con Trump appaiono chiare ma evidentemente non bastano per disinnescare il caso. Deve intervenire formalmente l'ufficio del presidente ucraino per bollare come "sciocchezze" le parole contenute nell'articolo della Bild. In serata, deve tornare a esprimersi ancora Zelensky, dopo il meeting con Mark Rutte, segretario generale della Nato: "Non abbiamo mai detto che abbiamo in programma di produrre armi nucleari".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Da Sinwar allo sceicco Yassin, tutti i leader di Hamas...

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Ecco la lunga lista

Yahya Sinwar - (Fotogramma)

Dallo sceicco Yassin a Yahya Sinwar. E' lunga la lista dei leader di Hamas uccisi da Israele nella guerra contro il movimento di resistenza islamico negli ultimi 20 anni. Sinwar, nominato capo dell'ufficio politico di Hamas il 6 agosto scorso, ritenuto la mente degli attacchi del 7 ottobre, è stato ucciso in un'operazione di routine dei militari israeliani a Rafah, dopo una caccia all'uomo durata mesi, nei quali è stato dato più volte per morto.

 Sinwar aveva perso il posto di Ismail Haniyeh, ucciso il 31 luglio scorso in un attentato a Teheran, dove si trovava per partecipare all'insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Haniyeh era il capo del Politburo di Hamas, che guidava da Doha, mentre colui che è diventato il suo successore era il leader di Hamas nella Striscia di Gaza.

Prima di lui, il 13 luglio, Mohammed Deif, capo militare di Hamas a Gaza dal 2002, sarebbe rimasto ucciso in un raid aereo a Mawasi nel sud della Striscia. Hamas non ha mai confermato, ma da allora non sono state fornite da parte palestinese prove sull'esistenza in vita di colui che veniva chiamato 'il fantasma'. Secondo i sauditi sarebbe rimasto gravemente ferito.

Insieme a Deif, nello stesso raid mirato, è stato invece ucciso il comandante del Battaglione Khan Yunis di Hamas, Rafa'a Salameh, suo stretto collaboratore. Si ritiene che i due fossero infatti nello stesso edificio colpito dai caccia israeliani.

L'8 marzo, un duro colpo a Hamas era stato inferto con l'uccisione di Marwan Issa, considerato il numero tre del gruppo e il terzo più ricercato dai militari israeliani. Vice comandante dell'ala militare di Hamas a Gaza e braccio destro di Deif, Issa era ritenuto una delle menti del massacro del 7 ottobre.

All'inizio dell'anno, il 2 gennaio, il primo leader di alto rango di Hamas ucciso da Israele era stato Saleh al-Arouri, numero due dell'ufficio politico di Hamas dal 2017, tra i fondatori delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato del gruppo, e membro del politburo dell'organizzazione palestinese dal 2010. al-Arouri era morto in un raid israeliano alla periferia sud di Beirut.

Tornando indietro di 20 anni, al marzo del 2004, in un raid mirato con missili sparati da un elicottero israeliano a Gaza era stato ucciso uno dei fondatori nonché capo spirituale di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin, quasi cieco, tetraplegico e costretto su una sedia a rotelle da quando era un ragazzo.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Maltempo Italia, oggi allerta arancione in 5 regioni:...

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Piogge e temporali su gran parte del Paese

Maltempo a Milano - (Fotogramma)

Ancora maltempo sull'Italia oggi, con nubifragi in agguato e allerta meteo. La pioggia non concede tregua alla Liguria, alla Toscana e al Lazio. Il maltempo si sposterà anche sull'Emilia Romagna e verso il Nordest, con precipitazioni su gran parte di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Con il passare delle ore, il maltempo coinvolgerà anche le regioni del Centro-Sud con rovesci violenti in serata.

Per la giornata di oggi venerdì 18 ottobre, quindi, allerta arancione in Liguria e su alcuni settori di Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto.

Scatta l'allerta gialla su restanti settori di Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, su alcune aree di Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia, sull’intero territorio di Trentino-Alto Adige, Umbria, Lazio e Molise, su parte di Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

Scuole chiuse in diversi comuni

A causa del maltempo, diverse scuole della provincia di La Spezia resteranno chiuse. Ad Ameglia tutte le scuole saranno chiuse, così come ad Arcola, Bolano, Borghetto, Brugnato, Calice al Cornoviglio e Follo. A Lerici, il Comune ha ordinato di posticipare l'orario di ingresso nelle scuole di ogni ordine e grado, compresi il nido e la scuola dell'infanzia, fino al termine delle condizioni di allerta, non prima delle 8. A Rocchetta chiuderanno la scuola primaria e quella dell'infanzia, mentre a Santo Stefano Magra e Sesta Godano tutte le scuole rimarranno chiuse. A Sarzana sarà sospesa l'attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado. A Varese Ligure le scuole saranno chiuse, così come a Vezzano Ligure, dove verranno sospese le attività didattiche in presenza e sarà chiuso anche l’asilo nido "Le Marmotte Biricchine". Infine, a Levanto, sarà sospesa l’attività didattica nelle seguenti scuole: scuola dell’infanzia di Via N.Stazione FF.SS./Corso Roma, scuola primaria di Corso Roma, Istituto scolastico Francesco Petrarca, sede distaccata del Liceo Pacinotti e nel Servizio domiciliare “Primo Volo” – Associazione Creativamente.

Anche la sindaca di Siena Nicoletta Fabio ha deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado per la giornata oggi. Il Comune raccomanda ai cittadini di utilizzare gli automezzi privati con attenzione e solo per effettive necessità, in modo da non intralciare la viabilità cittadina e permettere agli addetti e a eventuali mezzi di soccorso di intervenire prontamente. E’ già attiva la sala operativa della Protezione civile 'Giancarlo Rossetti' in zona Cerchiaia. Per segnalare disagi e criticità i cittadini possono chiamare i numeri di telefono 0577/292535 e 0577/292536.

La situazione

In 18 ore, stando ai dati della Protezione civile, sulla Liguria sono caduti 200 mm di piogge. Ieri scuole e università sono rimaste chiuse a Genova, Savona e La Spezia. Sulla linea Genova - La Spezia, la circolazione ferroviaria è tornata a utilizzare entrambi i binari tra Recco e Genova Nervi solo in serata dopo accertamenti sulla linea da parte dei tecnici di Rfi e della Protezione civile a causa dei danni sulla linea provocati dalle avverse condizioni meteorologiche che hanno interessato la zona. Proseguirà per tutta la notte il monitoraggio della rete da parte dei tecnici di Rfi. I treni coinvolti hanno registrato rallentamenti fino a due ore, limitazioni di percorso e cancellazioni. Lo scrive in una nota Rfi.

A Venezia è stato attivato ieri mattina il Mose

Non smette di piovere su Milano. Per questo il centro funzionale monitoraggio rischi naturali della Regione Lombardia ha emesso un avviso di criticità arancione (moderata) per rischio idrogeologico e idrico a partire dalle 21 di ieri. Il problema - ha spiegato il Comune di Milano nella nota con cui ha diramato l'allerta meteo - è che la pioggia in arrivo "va a insistere su aree già sature di acqua".

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