Sla, in Liguria Aisla e centro Nemo portano assistenza a domicilio
In collaborazione con Asl 3 e 4 a Genova parte telemonitoraggio con Nia per 10 pazienti con sclerosi laterale amiotrofica
Grazie al telemonitoraggio che permetterà un costante controllo della loro salute direttamente a casa, inizia una nuova era per le persone con Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) che vivono in Liguria. Il servizio è promosso e finanziato da Aisla, l'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, sezione di Genova-La Spezia, in collaborazione con il Centro clinico Nemo di Arenzano e i dipartimenti del servizio territoriale delle Asl 3 e 4.
Per le prime 10 famiglie coinvolte, l'introduzione del monitoraggio a distanza - erogato con il sistema Nia, progettato dal Polo tecnologico Nemolab di Milano, una vera rivoluzione nella presa in carico domiciliare - rappresenta un vero sollievo, garantendo loro un supporto continuo lungo tutto il percorso di malattia. “Questi sono i momenti che danno senso al volontariato di tutti noi - afferma, visibilmente commossa Anna Cecalupo, presidente della sezione ligure di Aisla - Il mio dura ormai da 15 anni, cioè dalla morte di mio marito affetto da Sla”. La consegna dei dispositivi, uno dei momenti più toccanti - si legge in una nota - si è tenuta in presenza di Lorenza Rosso, assessore ai Servizi sociali, famiglia e disabilità della Città di Genova, nel prestigioso Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi. Testimonial d’eccezione e di grande importanza per l'associazione e per l'intera città è stata Benedetta Signorini, figlia di Gianluca, l’eterno capitano del Genoa scomparso prematuramente a causa della Sla a soli 42 anni.
Il sistema Nia (Neurodegenerative Innovative Assistance), come ha spiegato Fabrizio Rao, direttore clinico del Centro Nemo di Arenzano, utilizza uno smartwatch per monitorare i pazienti. Una volta raccolti i dati vitali, di movimento e di dispendio energetico, li invia a un'applicazione installata sullo smartphone del paziente o del caregiver, consentendo una valutazione accurata dei parametri per la gestione della malattia, inclusi quelli relativi all'umore. Inoltre, un pannello di controllo, dedicato ai medici, fornisce informazioni dettagliate sui cambiamenti clinici dei pazienti avvalendosi di un motore di intelligenza artificiale che identifica le eventuali necessità di maggiore attenzione.
Secondo Giambattista Bonanno, farmacologo e tesoriere di Aisla Genova-La Spezia, si è introdotto un promettente servizio sperimentale di assistenza sanitaria. Il sistema sviluppato da Nemolab, l'Hub tecnologico specializzato nello sviluppo di progetti di innovazione ad alta tecnologia per le malattie neuromuscolari e neurodegenerative, si presenta come altamente sofisticato e promette di apportare significativi miglioramenti nella vita dei pazienti, oltre ad alleviare il carico assistenziale per il Sistema sanitario regionale. La presenza delle rappresentanti delle Asl 3 e 4, Maura Marogna e Cinzia Maranzana, sottolinea proprio questo messaggio, insieme all’importanza del lavoro di cura svolto quotidianamente dalla Fondazione Gigi Ghirotti sul territorio.
Il Nia, quindi, mira a migliorare gli standard di cura per i pazienti e secondo Claudia Telli, responsabile Politiche Socio-sanitaria della Regione Liguria, il progetto potrà promuovere i servizi sociosanitari di prossimità e la continuità del percorso dalla degenza verso la domiciliarizzazione come previsto dal concetto di ‘sistema di comunità’ attraverso un modello di assistenza sanitaria innovativa, che dà continuità alla presa in carico anche a distanza, riducendo la pressione sulle strutture ospedaliere.
Salute e Benessere
Nuovo presidente Cda Fondazione Gemelli, prende quota...
L'ex ministro dell'Economia del governo Draghi sembrerebbe il profilo giusto
Prende quota il nome dell'ex ministro Daniele Franco come prossimo presidente della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. Entro la fine del mese dovrebbe essere nominato tutto il nuovo Consiglio d'amministrazione della Fondazione Policlinico che si è insediato a metà ottobre 2020. Nulla trapela dal Gemelli ma il nome di Franco - secondo quanto apprende l'Adnkronos Salute - sembrerebbe essere il profilo giusto. Franco è un economista, tra gennaio 2020 e febbraio 2021 ha ricoperto il ruolo di ministro dell'Economia e delle Finanze del Governo Draghi, ma è stato in precedenza Ragioniere generale dello Stato e direttore generale della Banca d'Italia.
Il Cda della Fondazione privata no-profit è nominato dagli enti fondatori del Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ed è costituto da 11 componenti. Oggi ne fanno parte: Carlo Fratta Pasini (presidente); Sergio Alfieri; Alessandro Azzi; Renato Balduzzi; Antonio Gasbarrini; monsignor Claudio Giuliodori; Giuseppe Guerrera; Cesare Mirabelli; Alfredo Pontecorvi; Mario Taccolini. Nel Cda c'era anche il rettore dell'Università Cattolica, Franco Anelli, prematuramente scomparso il 23 maggio scorso.
Salute e Benessere
Giovagnoni (Sirm): “Su teleradiologia una normativa...
Al convegno Fism, 'tavolo aperto con Agenas e società scientifiche europee per trovare una soluzione'
"La teleradiologia sta al centro di numerosi dibattiti. Abbiamo aperto diversi tavoli di discussione, uno con Agenas, proprio per cercare di trovare una soluzione ai problemi di vecchia normativa che ci sta un pochino inchiodando e limitando quello che è stato, parallelamente, l'avanzamento tecnologico in questi anni". Lo ha detto Andrea Giovagnoni, presidente Sirm, Società italiana radiologia medica, partecipando al convegno organizzato dalla Federazione delle Società medico-scientifiche italiane (Fism) sul tema della trasformazione digitale e dell'intelligenza artificiale, oggi al ministero della Salute.
"Le norme - spiega Giovagnoni - sono di 10 anni fa. Le cose adesso sono cambiate, le norme non lo sono, ma bisogna non fare il passo più lungo dalla gamba. E' una delle materie di cui discuteremo negli Stati generali a novembre, quando riuniremo i 12.500 radiologi iscritti alla società scientifica, e che raccolgono diverse anime all'interno della professione per trovare una quadra, soprattutto per un tema così importante". A tale proposito, "da qualche anno abbiamo aperto un tavolo di confronto con altre due società scientifiche internazionali, francesi e spagnole, proprio perché abbiamo problemi simili e forse, proprio con la contaminazione di esperienze diverse europee, potremmo trovare sicuramente un inquadramento per quella che - conclude - è la via giusta per prendere".
Salute e Benessere
Carcinoma retto, guarigione completa per 1 su 4 anche senza...
All'Esmo 2024 presentato studio promosso e realizzato dall'ospedale Niguarda di Milano
Un paziente su 4 con carcinoma del retto medio-basso localmente avanzato guarisce completamente anche senza la chirurgia. Ne sono convinti gli autori dello studio No-Cut, i cui risultati sono stati presentati al Congresso Esmo 2024 in corso a Barcellona. I ricercatori dello studio - promosso e realizzato dall'Ospedale Niguarda di Milano - hanno dimostrato che preservare l'integrità del retto, garantendo gli stessi livelli di sicurezza e guarigione dati dall'approccio chirurgico tradizionale, è possibile.
Allo studio, condotto dal 2018 al 2024, hanno partecipato con radioterapisti, oncologi medici, chirurghi, radiologi, endoscopisti, patologi, biologi, farmacisti, coordinatori di studio, amministrativi e ricercatori in 4 istituzioni in Italia: l'Ospedale Niguarda di Milano (ente promotore), l'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, l'Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova e l'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A illustrare i dati nel simposio presidenziale 'Eyes to The Future' l'oncologo Alessio Amatu di Niguarda: "Gli obiettivi traslazionali di genomica e trascrittomica, presentati per la prima volta al congresso Esmo, riguardano il valore predittivo del Dna tumorale circolante (ctDna, liquid biopsy) e dell'Rna tumorale e sono anch'essi significativi e indicativi perché in grado di predire la risposta clinica".
Nei tumori del retto localmente avanzato, una delle strategie di cura attualmente più utilizzate prevede la rimozione chirurgica della malattia. In particolare, i casi di carcinoma del retto medio-basso localmente avanzato fino al 2017 venivano sempre curati in tutti i casi con chemio-radioterapia e chirurgia del retto, e a seguire chemioterapia precauzionale (adiuvante) post-chirurgica per diminuire il rischio di recidiva. Con lo studio No-Cut i ricercatori hanno voluto invece indagare l'efficacia di un percorso di cura che potesse preservare l'integrità del retto garantendo gli stessi livelli di guarigione e sicurezza dati dalla chirurgia. Il protocollo ha previsto la somministrazione preventiva di una terapia più intensa, composta da una prima fase di chemioterapia seguita da una seconda potenziata con radioterapia. Successivamente, se alla rivalutazione clinica strumentale (con esame rettale, risonanza magnetica nucleare, ecoendoscopia rettale e biopsia) veniva evidenziata una remissione clinica completa della malattia, il paziente poteva evitare la chirurgia rettale venendo invece sottoposto a sorveglianza attiva con stretti controlli nel tempo.
Nello studio in questi anni sono state curate e studiate 180 persone e il risultato clinico è stato che una persona su 4 ha raggiunto la remissione clinica completa che si è mantenuta nel tempo. Una caratteristica che ha consentito loro di evitare la chirurgia del retto e la colostomia, migliorando sensibilmente la qualità di vita. All'interno dello studio No-Cut, inoltre, sono stati studiati alcuni biomarcatori multiomici (caratteristiche radiologiche e patologiche, 'radiopatomica'; Dna del tumore e circolante nel sangue, 'genomica e biopsia liquida'; Rna del tumore, 'trascrittomica'), con lo scopo di identificare a priori in quali casi fosse possibile evitare la chirurgia del retto o coloro che, non raggiungendo una remissione clinica completa, avrebbero potuto beneficiare in futuro di nuove terapie.
"L'obiettivo principale dello studio - commenta Salvatore Siena, direttore Oncologia dell'Ospedale Niguarda di Milano e principal investigator di No-Cut - è molto innovativo e rilevante per lo sviluppo della terapia senza chirurgia del carcinoma del retto localmente avanzato: si tratta di verificare se evitare la chirurgia (il Non-Operative Management, Nom) condizioni il tasso di metastasi del tumore. L'obiettivo principale è stato raggiunto ed è positivo, perché seguendo la Nom la sopravvivenza dei pazienti a distanza di 30 mesi era del 97%, e libera da metastasi. Un risultato ampiamente più favorevole di quanto atteso".
Lo studio No-Cut è finanziato dal grant IG-20685 di Fondazione Airc Ets, da Fondazione Oncologia Niguarda Ets e dal Fondo Divisionale della Struttura complessa Oncologia Falck di Niguarda.