Europee, Salvini: “Lega sarà la più bella sorpresa”. Vannacci: “Scateneremo l’inferno”
Il vicepremier in piazza Duomo a Milano, momenti di tensione con gli antagonisti. Poi la frecciata a Schlein: "Spero guidi il Pd per altri 30 anni, garanzia per noi di restare al governo". Il generale torna a evocare 'la decima' ma questa volta è una ragione per cambiare l'Europa
"La Lega sarà la più bella sorpresa di queste elezioni europee. Per gufi e menagrami saranno mesi e anni difficili”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, dal palco allestito in piazza Duomo, a Milano, al fianco del generale Roberto Vannacci, candidato con il Carroccio alle prossime elezioni europee.
Tensione con gli antagonisti
Poco prima, nella piazza al lato del Duomo, si sono verificati attimi di tensione tra alcuni giovani antagonisti e dei centri sociali, che si sono avvicinati urlando slogan contro Salvini e hanno tentato di strappare un manifesto della Lega affisso per l’occasione e sono stati bloccati dalla polizia.
L'intervento di Salvini
Salvini inizia con una stoccata al Pd il suo intervento. "Vorrei salutare un’altra piazza milanese, in questo momento riunita con meno gente rispetto alla nostra; è quella di Elly Schlein, che spero rimanga per altri 30 anni segretario del Pd. E’ una brava persona, non la pensa come me su vari temi, ma la sua guida del Pd è garanzia che per 30 anni la Lega starà al governo”, ha scandito.
E per avvalorare la tesi dell'exploit della Lega alle urne, ha ricordato che “ieri a Catania c’erano 800 persone, ieri l’altro 1500 a Messina e in tanti mi hanno detto di non aver votato Lega perché non gli eravamo piaciuti; adesso tanti mi dicono, e per me è un motivo di orgoglio, il 9 giugno sull’Europa, sulla pace, sulla sicurezza, sulla casa, la Lega è quella più coerente. E per questo torneremo a votare Lega”, ha affermato . “E questo - ha sottolineato Salvini - è perché noi non abbiamo mai cambiato idea, non abbiamo mai votato Ursula von der Leyen e mai la voteremo. Noi vogliamo il centrodestra unito nei Comuni, nelle regioni e anche al Parlamento europeo; e se qualcuno del centrodestra per far dispetto dice con la Lega no e alla Le Pen preferisco quel guerrafondaio di Macron, non fa un dispetto alla Lega, ma fa il male dell’Italia e degli italiani”. Perché “fra le bombe di Macron e la pace di Marine Le Pen, abbiamo il dovere di scegliere Marine Le Pen senza nessun dubbio”.
Quindi il vicepremier ha annunciato che "nei prossimi giorni i gruppi della Lega in Camera e Senato proporranno dei documenti per impegnare tutto il Parlamento a rispettare l'articolo 11 della Costituzione, ‘l'Italia ripudia la guerra’. "Noi - aggiunge - non possiamo lasciare ai nostri figli la terza guerra mondiale e nucleare sull'uscio di casa".
Quanto alle tensioni in Medio Oriente, “guai a chi pensa di cancellare Israele dalle pagine del mondo e della storia", ha scandito. "La difesa si - ha sottolineato - ma si mettano al tavolo. Va bene sradicare i terroristi di Hamas, che tengono in ostaggio i bambini di Gerusalemme e di Gaza, ma dobbiamo fermare le armi sui civili inermi che non hanno niente a che fare con la guerra. Cessi questa maledetta guerra e torni a scoppiare la pace. La Lega farà di tutto per riportare la pace in Ucraina e in Medi Oriente. Ma non vorrei che qualcuno per calcolo volesse che invece fossero le bombe e i missili a risolvere i problemi”.
Vannacci e la 'decima'
Dal palco della Lega interviene anche il generale Roberto Vannacci che dopo le polemiche sul video in cui invitava a mettere "una decima" sul simbolo della Lega evocando la Decima Mas, torna a provocare. “Ci sono tantissime ragioni per cambiare questa Europa; io ve ne racconterò solo una, la decima ragione, che per me sono le mie figlie", ha scandito Vannacci raccogliendo gli applausi e l’entusiasmo dei presenti per poi parlare di ambientalismo, diritti, libertà.
“Qualche centinaio di anni fa - ha detto - qualcuno che si chiamava Galileo Galilei è partito da qua criticando quello che era considerato il pensiero comune, rischiando di essere messo al rogo”.
“Io voglio un’Europa dove il diritto alla contestazione e alla manifestazione sia rispettoso delle regole dell’ordine pubblico; mi fanno rabbrividire i giovani manifestanti che sputano sui poliziotti e li prendono a calci”. Quindi ha concluso invitando i partecipanti a votare: “Al vostro segnale - ha detto - scateneremo l’inferno”.
Politica
Riforma giustizia, Nordio: “Cambiato idea? Dal...
Lapsus del Guardasigilli alla Camera: "Rammarico per non aver potuto partecipare a tutte le udienze"
"Sono stato sempre informato delle vostre osservazioni delle quali non solo ho preso atto, ma ho considerato con grande attenzione". Così il Guardasigilli Carlo Nordio, intervenendo in Aula alla Camera sulla riforma della giustizia. "Vorrei partire da una considerazione che ho sentito proprio in questo istante: non mi si può accusare di aver cambiato idea. Tutto quello che viene discusso" ovvero "separazione delle carriere, sorteggio, Alta corte di giustizia, è stato da me scritto per la prima volta in un libro nel 1997 che è stato recensito positivamente da Indro Montanelli, da Mario Pirani di Repubblica, da Gianfranco Pasquino sul Sole e anche da Famiglia Cristiana. Tutte le cose che si discutono qui dentro, sono 27 anni che le propongo".
"Sin da primo giorno di questa riforma si è detto che punisce i magistrati. Mi stupisce che si possa pensare che voglia punire le toghe chi ha indossato la toga con decenza per 40 anni...", ha detto il ministro della Giustizia.
La ragione della separazione delle carriere, ha spiegato, "è tecnica, sistematica e dogmatica. Che da qui si dica che si intende sottoporre il Pm all'esecutivo è un processo alle intenzioni che non fa onore a chi lo espone ed è in contrasto con il dettato della riforma, dove è scritto chiaro che l'organo dell'accusa è autonomo e indipendente come adesso".
"Ho ascoltato con attenzione ma non posso accettare un processo alle intenzioni e una censura in nettissimo contrasto con la norma costituzionale che viene da noi proposta", ha scandito.
Alta corte di giustizia
Il ministro si è soffermato sul sorteggio, che "rappresenta il momento più alto della giurisdizione: la pena più alta, l'ergastolo, viene irrogata dalla Corte di Assise dove i giudici sono sorteggiati, il Tribunale dei ministri è sorteggiato, l'Alta corte di giustizia prevede il sorteggio".
"Il sorteggio è elemento fondamentale e non accessorio del nostro sistema giudiziario. Non si tratta di un sorteggio tra personaggi che passano dalla strada ma tra persone ultra qualificate, non incompetenti, inetti o in mala fede. Il sorteggio rompe il sistema correntizio, contro il quale anche l'opposizione ha sparato a palle incatenate", ha detto il Guardasigilli.
Quanto all'Alta corte, "è una proposta dell'allora opposizione. Quando la Bicamerale di D'Alema elaborò la bozza Boato, questa prevedeva un'Alta corte di giustizia svincolata dal Csm per evitare che il rapporto tra eletti ed elettori si traducesse in una stanza di compensazione".
Lapsus Nordio: "Rammarico per non aver potuto partecipare a tutte le udienze"
In Aula il Guardasigilli è incappato in un lapsus. Dopo che diversi esponenti delle opposizioni lo avevano criticato per non aver partecipato alle sedute in Parlamento sulla riforma della giustizia, il ministro dicendosi "rammaricato" ha affermato: "Il rammarico è anche mio per non aver potuto partecipare a tutte le udienze...". Brusio nell'emiciclo di Montecitorio e il presidente di turno, Giorgio Mulè, è intervenuto: "Sono le sedute, ministro. Un lapsus che ricorda una lunghissima carriera".
Politica
Berlusconi, l’amarezza di Pera: “Basta infamia...
Non nasconde la sua delusione l'ex presidente del Senato azzurro, oggi eletto a Palazzo Madama con Fdi, dopo le nuove polemiche sulla figura del leader azzurro scomparso
Non nasconde la sua delusione, Marcello Pera, ex presidente del Senato azzurro e oggi eletto a Palazzo Madama con Fdi, dopo le nuove polemiche sulla figura di Silvio Berlusconi. "Se devo essere sincero - dice all'AdnKronos - si sta consumando una infamia contro chi è stato un uomo di Stato e un grande personaggio politico, non confinabile a giudizi di carattere morale e giudiziario". Pera chiede di allargare lo sguardo agli ultimi 30 anni di politica in Italia, ricordando che "l'averlo ridotto a un soggetto intrigante, vicino ai mafiosi, a un quasi delinquente" è soprattutto "far torto a un grande personaggio". "Questa -lamenta- è una cosa che mi crea un grande dispiacere".
Pera rivendica il 'suo' Berlusconi ("che ho conosciuto bene"): "Era un politico motivato, che ha messo in piedi uno scenario del tutto nuovo, uno scenario di cui la stessa Meloni sta raccogliendo il meglio". Per il politico-filosofo lucchese infatti "non c'è frattura tra i tempi del Cavaliere e gli attuali": "Sdoganare la destra, metterla d'accordo è stata una intuizione grande, che ancora funziona".
Politica
Migranti in Albania, Rama: “Centri? Funzioneranno,...
Il premier albanese ad Abu Dhabi: "Con Italia questione di fratellanza"
I migranti? "Per il momento li portiamo in bicicletta con il Giro d'Italia", scherza con la stampa italiana il primo ministro albanese Edi Rama, interpellato - a margine del summit sull'energia di Abu Dhabi - sulle polemiche che hanno accompagnato l'intesa tra l'Italia e il suo Paese per la costruzione dei centri dei migranti. Ma in Albania "ci sono state poche polemiche..." osserva il primo ministro di Tirana. A chi gli chiede se i centri funzioneranno, Rama risponde: "Credo di sì, vediamo", i centri "hanno già avuto un ruolo di deterrenza". E sulla proposta di Matteo Renzi di utilizzare i centri migranti a Shengjin e Gjader per i detenuti albanesi, il premier albanese dice sornione: "Lui è un grande motore di proposte...".
In merito ai costi dei centri per migranti "i conti li fate voi, per il vostro governo e il vostro Paese", prosegue Rama rispondendo ai cronisti italiani. All'Albania è convenuto? "Quando si tratta di fratellanza, alleanze e vicinanze come quella che abbiamo con l'Italia non deve sempre convenire. Sennò perché siamo amici, fratelli e alleati? Quando ci sono cose difficili si devono fare".
"L'Italia - sottolinea ancora il premier dell'Albania - ha fatto per noi, grazie ai governi italiani, cose che non convenivano. Non era interesse italiano portare missioni umanitarie, dell'Esercito quando c'erano in Albania situazioni brutte. Non dimenticherò mai, quando ci fu il terremoto, che i Vigili del fuoco italiani furono i primi ad arrivare: vennero in tanti e con un'organizzazione puntuale, entrarono sotto le macerie, rischiando la vita. Venivano per la prima volta in un Paese straniero. Come si possono dimenticare queste cose? Non è un problema di convenienza ma di fratellanza. Poi io ho questo problema, che sono molto filo-italiano, ammetto di non essere molto oggettivo quando si parla di Italia".