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Migranti, Meloni: “Ho consegnato al procuratore antimafia Melillo esposto su flussi”

Secondo l'esposto, a quanto apprende l'Adnkronos, "in Campania numeri sproporzionati domande nulla osta". Fini: "Sono anni che sostengo Bossi-Fini va rivista"

Giorgia Meloni - (Afp)

"Stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, avvenuti negli ultimi anni avvalendosi dei decreti flussi". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nella sua informativa in Consiglio dei ministri. "È evidente che se, come immagino, da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo", ha reso noto.

"Lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati, che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio e vede la partecipazione del ministero dell’Interno, del Ministero degli Esteri, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero del Turismo, ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo". "Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere, esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il Superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza", ha aggiunto la premier.

Su quanto emerso dai decreti flussi "auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni". Con il gruppo tecnico di lavoro noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi, ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto". "Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro", ha concluso Meloni.

L'incontro con il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, a quanto apprende l'Adnkronos, è durato circa 30 minuti e all'uscita la premier era accompagnata dal sottosegretario Alfredo Mantovano.

Fini: "Meloni? Sono anni che sostengo Bossi-Fini va rivista"

Gianfranco Fini, interpellato dall'AdnKronos, ha commentato così le parole della premier: "La legge va aggiornata, non so cosa vuole fare il presidente del Consiglio, come ho detto in tempi non sospetti va rivista, sono già 5 o 6 anni che dico che va aggiornata".

"In Campania numeri sproporzionati domande nulla osta"

Dai dati emerge una "concentrazione delle domande di nulla osta in Campania, per numeri del tutto sproporzionati rispetto alle altre Regioni e rispetto al numero di imprese della Regione". E' uno dei passaggi dell'esposto, a quanto apprende l'Adnkronos, presentato dalla premier al procuratore nazionale Antimafia.

Dai dati contenuti nell'esposto si evince che per il lavoro stagionale nel 2022 sono state presentate "192.625 domande", delle quali "89mila in Campania, 17mila in Puglia, 16.800 in Sicilia". Sempre per il lavoro stagionale nel 2023 le domande sono state "282.176 delle quali 157mila in Campania, 21mila in Sicilia e 20mila in Puglia" mentre nel 2024 le domande sono state "336.508" delle quali "123mila in Campania, 39mila in Puglia e 26mila in Veneto".

Quanto al "lavoro non stagionale" nel 2022 le domande in totale sono state "137.105" delle quali "49mila in Campania, 18mila in Lombardia e 17.500 nel Lazio", nel 2023 le domande sono state in totale "325.663, delle quali 137mila in Campania, 42mila in Lombardia e 37mila nel Lazio" infine nel 2024 le domande in totale sono state "356.663 delle quali 86mila in Campania, 32mila in Lombardia e 26mila nel Lazio".

Secondo l'esposto guardando al numero totale delle domande presentate nel corso di tutti e tre gli anni "è agevole constatare che una Regione (la Campania) distanzia con ampio margine tutte le altre. Il dato, tuttavia, non appare razionalmente giustificato dal punto di vista economico". Per quanto riguarda il lavoro stagionale, nel sistema dei “Decreti Flussi”, esso ricomprende il lavoro a termine nel settore agricolo e in quello turistico-alberghiero: riguardo al settore agricolo "le tre Regioni italiane con il numero maggiore di imprese agricole sono Puglia (circa 12% del totale delle imprese agricole italiane), Veneto e Sicilia (entrambe circa il 10%), mentre la Campania è settima (circa il 6%)".

"Escludendo il dato della Campania, le rilevazioni delle domande di nulla osta per lavoro stagionale trovano riscontro sul piano economico, nel senso che il maggior numero di domande proviene dalle regioni con il maggior numero di imprese agricole - si sottolinea nell'esposto - La Campania, invece, esprime un numero di domande cinque volte maggiore di quelle provenienti dalla Puglia, nonostante quest’ultima abbia il doppio di imprese agricole. Si ha, inoltre, notizia di micro-imprese agricole del Mezzogiorno che hanno partecipato al click day, e che hanno presentando domanda di nulla osta per centinaia di lavoratori".

"Nel settore turistico la Campania precede di poco la Puglia e la Sicilia per numero di imprese, ma ha, ad esempio, la metà delle imprese turistiche rispetto al Veneto", si precisa ancora. Quanto alle domande di nulla osta per lavoro non stagionale relative a tutti i settori produttivi, "quelle della Campania in tutti e tre gli anni del periodo 2022-2024 sono circa il triplo di quelle della Lombardia" ma anche in questo caso "non vi è alcuna congruenza con i dati economici, posto che, rispetto alla Campania, la Lombardia ha un numero di imprese 2,5 volte superiore, con un valore aggiunto di otto volte maggiore rispetto a quello campano".

"Preoccupa discrasia visti-contratti"

"E’ la discrasia fra il dato di chi ha ottenuto il visto per ragioni di lavoro e quello di chi effettivamente stipula un contratto di lavoro a destare preoccupazione, poiché indica che chi è entrato in Italia per lavorare regolarmente poi, di fatto, non lo fa, lasciando perdere le proprie tracce". E' un altro dei passaggi denunciati, a quanto apprende l'Adnkronos, dalla premier Meloni nell'esposto presentato al procuratore nazionale Antimafia.

Nell'esposto si osserva che "solo una frazione dei titolari di visti di ingresso rilasciati a seguito di click day arriva a stipulare un contratto di lavoro: un terzo, nel settore stagionale agricolo; poco più della metà, nello stagionale turistico; un quarto, nel settore del lavoro non stagionale. Per il resto, si tratta di persone che hanno fatto legalmente ingresso in Italia, ma delle quali si sono perse le tracce".

L’elaborazione dei dati su base regionale, prendendo ad esempio il dato del lavoro stagionale nel settore agricolo, evidenzia che "il divario tra visti di ingresso e contratti di lavoro varia in modo considerevole da zona a zona, fino a giungere a un emblematico 97,2% di stranieri entrati come lavoratori agricoli stagionali per imprese collocate in Campania ma che non hanno stipulato il contratto di lavoro per il quale avevano formalmente fatto ingresso nel territorio dello Stato", si legge nell'esposto.

"Da dati click day indice carattere fittizio domande"

"Tra i settori produttivi cui si riferiscono le domande di nulla osta presentate tramite click day per il lavoro non stagionale vi è una costante e netta prevalenza dell’edilizia". Un elemento che però, secondo quanto denunciato, rappresenterebbe un ulteriore indice "del carattere puramente fittizio delle domande stesse".

I dati, secondo l'esposto, sono "in contrasto con l’ultima rilevazione dei fabbisogni di manodopera per il triennio 2023-2025, condotta dal ministero del Lavoro insieme alle organizzazioni datoriali". "Il fabbisogno di manodopera non stagionale stimato in quell’occasione per il settore dell’edilizia era ben inferiore a quello rilevato, a titolo d’esempio, per l’autotrasporto merci, per il trasporto passeggeri con autobus e per il comparto turistico-alberghiero, e si collocava in prossimità del fabbisogno espresso per le telecomunicazioni e la pesca - si sottolinea - A meno di non voler ipotizzare un’incapacità da parte delle organizzazioni datoriali di intercettare correttamente i fabbisogni di manodopera delle realtà produttive che rappresentano, lo scarto fra il fabbisogno di manodopera in ciascun settore e i settori produttivi cui si riferiscono le domande di nulla osta presentate conferma che una parte rilevante delle domande di nulla osta presentate risulta del tutto scollegata rispetto ai settori economici cui formalmente si riferisce". "Ulteriore indice, questo, del carattere puramente fittizio delle domande stesse", si osserva.

"Domande in prevalenza da Bangladesh, possibili anomalie"

"Spostando l’attenzione dal dato interno a quello della nazionalità delle persone oggetto di domanda di ingresso in Italia per lavoro non stagionale da parte delle imprese italiane, emerge una prevalenza netta e in alcuni casi assoluta durante tutto il triennio di lavoratori di provenienza del Bangladesh", si sottolinea nell'esposto, a quanto apprende l'Adnkronos. "L’esistenza di questo canale preferenziale de facto per i lavoratori provenienti da questo Stato appare di per sé", secondo quanto si rileva "indice di possibili anomalie e interferenze". Dai dati emerge che per il 2022 le domande di lavoratori non stagionali dal Bangladesh sono state il "45,4%", per il 2023 il "63,1%" e per il 2024 "il 51,1%".

La premier sui social: "Esposto era doveroso"

"L'esposto all'autorità giudiziaria era doveroso per accertare quello che era accaduto fin qui ma è anche necessario che il governo ora intervenga", ha detto la presidente del Consiglio in un video postato sui suoi canali social. "Il governo italiano vuole ristabilire un principio inderogabile: in Italia si entra regolarmente - ha sottolineato - Non intendiamo più consentire alla criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici".

"Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare con la pesante interferenza del crimine organizzato che noi dobbiamo immediatamente fermare - ha scandito - Il governo sta già lavorando a una serie di norme per fermare questo fenomeno che porteremo in uno dei prossimi Consigli dei ministri e, mentre il governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, chiaramente auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni perché è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno dei governi precedenti se ne sia accorto". (di Sara Di Sciullo)

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Cronaca

Covid 2024, cosa c’è di nuovo su XEC la variante che...

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Dall'efficacia dei vaccini alla trasmissibilità: tutte le informazioni sulla mutazione che potrebbe rovinarci il Natale

Il virus Covid -

Sarà probabilmente il 'convitato di pietra' a cenoni, aperitivi e festeggiamenti di Natale e Capodanno. Anche se ormai la luce dei riflettori sembra essersi abbassata, il Covid continua a circolare in versioni sempre nuove. L'ultima è XEC. In un focus pubblicato su 'Jama' si fa il punto su origini e ascesa di questa variante che per gli esperti è ormai "destinata a dominare l'ondata invernale" di Covid.

L'efficacia del vaccino

"Ricombinante di discendenti di Omicron, fortunatamente", si evidenzia nell'analisi, XEC non sembra discostarsi troppo dalle varianti a cui mirano gli ultimi vaccini Covid (JN.1 e KP.2), dicono gli scienziati. "Sono molto simili", afferma Nicole Doria-Rose, capo della sezione Antibody Immunity al Vaccine Research Center del National Institute of Allergy and Infectious Diseases. XEC presenta solo 4 cambiamenti di aminoacidi sia rispetto a JN.1 che a KP.2, spiega.

Europei e Olimpiadi: la genesi di XEC

Com'è nata? Si ritiene che la ricombinazione avvenga di solito in una persona immunodepressa, infettata contemporaneamente da più varianti di Sars-CoV-2, dice l'epidemiologo Bill Hanage, direttore associato del Center for Communicable Disease Dynamics dell'Harvard TH Chan School of Public Health. L'ipotesi, dato che XEC è stata rilevata per la prima volta in Germania il 7 agosto, è che - vista tempistica e luogo dell'identificazione iniziale - possa essere emersa in un tifoso che ha assistito al torneo di calcio Euro 2024, tenutosi da metà giugno a metà luglio negli stadi di tutta la Germania, ragiona Hanage. Sebbene "non sapremo mai esattamente dove è successo", ha detto, "eventi come questo offrono sicuramente opportunità per l'affermarsi di nuove varianti". Oppure, XEC potrebbe essere nata alle Olimpiadi di Parigi, iniziate a fine luglio, interviene Doria-Rose, facendo eco ad Hanage: "Non lo sapremo mai".

La diffusione nel mondo

Non importa però dove sia nata, precisano gli esperti. XEC ha preso piede in tutto il mondo: già nella seconda settimana di ottobre costituiva circa il 17% delle sequenze Sars-CoV-2 a livello globale, in aumento rispetto al 9% circa della settimana conclusasi il 22 settembre, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Tra quei 2 periodi, XEC è cresciuta nelle Americhe, in Europa e nel Pacifico occidentale. E' considerata da fine settembre una variante sotto monitoraggio per l'Oms, il che significa che le autorità sanitarie pubbliche dovrebbero tenerla d'occhio nel caso in cui diventasse una minaccia più grande di altre varianti circolanti. Negli Stati Uniti, il sistema nazionale di sorveglianza genomica l'ha sequenziata per la prima volta nella seconda metà di agosto. Al 9 novembre, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) stimavano che fosse al 28%, in aumento rispetto al 17% delle 2 settimane precedenti.

Sarà la variante dominante?

Sebbene XEC potrebbe non aumentare così rapidamente come suggeriscono le stime Cdc, "sarà responsabile di una parte sostanziale della trasmissione che vedremo nelle prossime settimane", prevede Hanage. "Penso che ci siano buone probabilità che diventi la variante dominante". Ma gli esperti non prevedono che causi sintomi peggiori delle altre varianti attuali o comprometta la capacità degli ultimi vaccini Covid di prevenire la malattia grave. "Non ci sono prove che stia rendendo le persone più malate", puntualizza Hanage. Negli anni precedenti, Covid è salito dopo le Feste di dicembre. Difficile però dire stavolta come andrà, dicono alcuni esperti. XEC non è la prima variante ricombinante ed è improbabile che sarà l'ultima.

La strategia del virus

La ricombinazione "aiuta il virus a mutare più velocemente", spiega Doria-Rose. E questo può rivelarsi vantaggioso, poiché aumenta la trasmissibilità e l'evasione immunitaria, sottolinea in una e-mail il virologo Kei Sato, professore all'Istituto di scienze mediche dell'Università di Tokyo. Entro la fine del 2022, erano state designate 60 varianti ricombinanti di Sars-CoV-2; alcune hanno viaggiato per il mondo, mentre altre sono rimaste cluster locali. Tuttavia, avvertono gli studiosi, rilevare, monitorare e rispondere alle nuove varianti ricombinanti è diventato più difficile, anche a causa della diminuzione dei sequenziamenti in tutto il mondo dopo la fine delle emergenze di sanità pubblica. "Non stiamo più spendendo soldi per questo", osserva Doria-Rose a proposito della sorveglianza genomica.

E quindi oggi cosa si sa di XEC, qual è il suo profilo? Secondo Sato, praticamente ogni anno si verifica un evento importante nell'evoluzione della variante Omicron. "Non sono ancora sicuro che il grande evento del 2024 sia XEC", precisa però nella sua email. Il 6 novembre, Sato ha pubblicato insieme ad altri coautori una lettera di ricerca su 'The Lancet' in cui si illustravano le caratteristiche virologiche di XEC. Gli autori hanno stimato il numero di riproduzione effettiva (quante persone suscettibili possono essere infettate da un singolo individuo): negli Usa risulta che sia superiore del 13% rispetto a quello di KP.3.1.1, la variante predominante nel mondo a inizio novembre. "Penso che il livello di attività di neutralizzazione tramite infezione naturale stia diminuendo", ha detto Sato a Jama Medical News, spiegando che con i suoi collaboratori sta ora studiando gli anticorpi neutralizzanti nei sieri di chi ha ricevuto i vaccini Covid 2024-2025. Se in ogni caso il Covid per la maggior parte delle persone sane è ormai diventato una malattia più lieve, continua a provocare più ricoveri dell'influenza, si precisa nel focus evidenziando la necessità di continuare a fare attenzione ai più fragili.

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Cronaca

Daniele, nato due volte, dal trapianto di cuore alla mezza...

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Oggi correrà la Milano21 e sogna già la sfida del mezzo Ironman: "Da un dono la mia seconda vita, lo sport fa bene al corpo e alla mente"

Daniele Sironi, 32 anni

Ci vuole cuore per affrontare le salite della vita, per lasciarsi alle spalle le paure e correre fino al traguardo. Anche se quel cuore è di un altro e adesso batte nel tuo petto. Daniele Sironi, 32 anni, di Pregnana Milanese, onora questo impegno - sfidando se stesso ogni giorno di più - dal giorno del suo 'secondo compleanno': 2 aprile 2021, data del suo trapianto di cuore. Una 'sliding door' che si è aperta grazie al dono di un 42enne di Bologna - morte e vita, destini che si incrociano - e che lo ha portato fino a qui, ai nastri di partenza della Milano21, dove oggi, 24 novembre, esordirà con la sua prima mezza maratona.

Il sogno della maratona di New York

"Chi l'avrebbe detto, pensando al primo giorno di riabilitazione post intervento quando stare seduto 6 ore sul letto dopo una settimana in terapia intensiva era già un traguardo", sorride. Sono passati solo poco più di 3 anni da quei giorni. E oggi Daniele, sommelier nella vita, ha grandi aspirazioni e si allena a colpi di triathlon per raggiungere le prossime tappe: "Mezzo Ironman - elenca - il sogno di correre un giorno la maratona di New York".

La sua storia

Nato in Brianza nel 1992, "vita tranquilla fino ai 27 anni", poi "nel 2019 tutto cambia", racconta all'Adnkronos Salute. E a cambiare non è solo il fatto che a febbraio Daniele ha provato la gioia di diventare papà di Ludovica, uno dei 3 amori della sua vita, insieme alla compagna Alice e alla seconda figlia Sofia. E' una diagnosi a scombinare il futuro: cardiomiopatia dilatativa, patologia del cuore che causa insufficienza cardiaca. Qualche 'spia rossa' si era già accesa. "Ma l'epilogo di quello che avrebbe dovuto essere un breve ricovero di 3 giorni è totalmente inaspettato per me", ripercorre. "Mi dicono che il cuore va molto male e che la mia ultima speranza di vita è il trapianto". Siamo a novembre-dicembre. "Dopo lo sconforto iniziale scopro anche che cosa vuol dire aspettare un trapianto, senza sapere se riuscirai a farlo. Vengo trasferito dal Monzino al Niguarda dove viene valutata la mia idoneità all'intervento. Dopo un mese sono ufficialmente in lista d'attesa".

Nel frattempo ci si mette anche il Covid a complicare le cose. "La mia fortuna - dice Sironi - è stata mia figlia, che allora aveva poco più di un anno e mi ha permesso di non pensarci troppo, tutte le energie erano concentrate su di lei. Intanto, durante le visite imparo cosa vuol dire trapianto di cuore e cosa avrei potuto fare dopo. Una dottoressa mi mette una pulce all'orecchio. Mi dice: 'ci sono anche trapiantati che fanno le maratone'. Ma la strada è lunga e non ci penso più".

Il cuore nuovo

La vita intanto continua a scorrere. "Finché l'1 aprile del 2021, neanche fosse uno scherzo, ricevo la chiamata che tutti i trapiantati si ricordano. Ero tornato in ufficio, rispondo al telefono: 'Ci sarebbe un cuore per lei', la frase che mi resterà per tutta la vita". Uno tsunami di emozioni, e il 2 aprile Daniele è sotto i ferri. "L'operazione dura 6-8 ore e si conclude bene. Da lì comincia una lenta riabilitazione".

All'inizio "cammino a fatica", ricorda. Poi "la cyclette", e "con la bella stagione le camminate fuori. A giugno rientro a casa, dopo un periodo dai miei in un contesto un po' più protetto. Neanche 10 giorni dopo nasce la mia seconda figlia e riesco anche ad assistere al parto". E' estate, e il mare è un'occasione: "Comincio a fare più chilometri. Poi a ottobre riprendo anche a correre un po'. Prima dello stop forzato imposto dal mio cuore facevo una vita attiva, giocavo a tennis, a calcio con gli amici". I sintomi? "In realtà i medici si stupiscono del fatto che stessi ancora in piedi. Erano preoccupati, tanto che mi hanno anche messo un defibrillatore nell'attesa. Conosco persone che hanno passato mesi in ospedale prima del trapianto".

Lo sport

Comunque pian piano Daniele, con il suo cuore nuovo, riprende a fare sport, "anche il padel, un po' di tennis. Supero un po' la paura di riprendere la corsa. E nell'estate del 2022 incomincio a vedere qualche progresso in più". Una delle tante svolte della sua vita è l'incontro con le associazioni Aido e Aned. "Quest'ultima in particolare si occupa di sport per trapiantati e con loro partecipo ai giochi nazionali. Conosco altri che hanno fatto il trapianto e fanno sport. E con Aido inizio ad andare a parlare nelle scuole ai ragazzi di quello che mi è successo. Ne parlo anche per quelle persone che ho conosciuto e che purtroppo non ho più rivisto. E a settembre 2023 mi viene in mente che il mio messaggio posso farlo arrivare attraverso lo sport".

"Penso al triathlon - dice Daniele - Scopro che un coach importante, Simone Diamantini, allena a pochi chilometri da casa mia. Gli spiego la mia storia, il mio progetto, e lui lo sposa. La cosa divertente è che non ho mai avuto una bici da corsa, l'ho letteralmente presa nella cantina di uno zio. Alle prime due uscite sono caduto perché non riuscivo a staccarmi dai pedali. La corsa non l'avevo mai fatta in maniera seria e quando ho iniziato ad aumentare un po' i chilometri mi sono subito infortunato. Il nuoto l'avevo fatto da bambino, sapevo giusto stare a galla. Eppure il mese scorso ho esordito nel triathlon sprint a Peschiera del Garda e domani correrò 21 chilometri. Sono fiducioso - conclude Sironi - Il mio messaggio lo porto sulla maglietta. Ho 'riscritto' lo slogan di Aido ('Io dono, non so per chi ma so perché'). Per me è 'Io corro, non so per chi ma so perché", sorride. "Il senso - spiega - è che fare sport, ognuno come vuole e ognuno al proprio livello, fa bene sia al fisico che alla mente. Voglio anche dimostrare che dopo un trapianto si può tornare a vivere, e sensibilizzare le persone sulla donazione di organi". Prossime tappe? "A parte l'obiettivo di un triathlon medio, l'anno prossimo vorrei sfidarmi con la maratona, magari già a Milano il 6 aprile. Sarebbe un bel 'compleanno'. Un bel modo di festeggiare 4 anni dal trapianto".

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Cronaca

Basciano esce dal carcere: “La verità è venuta a...

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L'influencer accusato di stalking: "Sto alla grande, non ho fatto niente. Il gip mi manda a casa perché non c’è nessun reato, dirò la verità su quel che ho passato per un anno intero"

Alessandro Basciano - Fotogramma

Alessandro Basciano esce dal carcere dopo l'arresto per le accuse di stalking nei confronti della sua ex compagna, Sophie Codegoni. "Giustizia è stata fatta, almeno nel senso che ora è chiara la mia estraneità ai fatti. Dall'ordinanza che dispone la revoca della misura cautelare emerge come le menzogne vengano a galla. Ora chi ha mentito pagherà le conseguenze nelle opportune sedi", le parole dell'influencer e deejay 35enne sui social.

"Sto benissimo, non avendo fatto niente sto alla grande", dice Basciano all'uscita dal carcere di San Vittore. "Tra le mille colpe che ho c'è quella di averle regalato una borsa Chanel da 10mila euro. Pensi dove sono finito", si sfoga Basciano, accolto all'uscita del carcere da un gruppo di amici.

La prima cosa che farò? "Dire la verità su tutto un anno intero”. L'ordinanza è su una querela vecchia che la ragazza ha ritirato in quanto un paparazzo lo scorso anno la seguiva e pensavano fossi stato io a dare l'incarico dell’inseguimento della ragazza. Nel momento in cui la ragazza ha ritirato questa querela e sono successe dinamiche che in sede opportuna racconterò, purtroppo una cosa del genere va avanti d’ufficio", spiega l’influencer.

Dopo la querela sporta e ritirata da Codegoni a dicembre 2023, "lei è venuta a convivere con me e ci sono state tante circostanze quest’estate in cui cercava di ritornare insieme", riferisce Basciano, promettendo: "Nelle sedi opportune dirò tutta la verità di un anno a questa parte, di tutti gli abusi e di tutto quello che ho passsto fino a 5 giorni fa, quando lei ha ricevuto una borsa da 10mila euro con tanto di lettera".

Per l’influencer se la gip Anna Magelli, dopo l’interrogatorio in carcere di questa mattina, “all’istante mi ha mandato a casa è perché non sussiste alcun tipo di reato”.

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