Clima, una minaccia allo stile di vita per un italiano su due
I risultati di un’indagine commissionata da Finn Partners Research&Insights e condotta in tutti i 27 Stati membri dell'Unione Europea coinvolgendo quasi 12mila cittadini, di cui 1.603 in Italia
Più della metà degli italiani (51%) considera il cambiamento climatico una minaccia per il proprio stile di vita nel prossimo decennio, prima ancora di questioni come le pandemie (25%), l'immigrazione (20%) e l'intelligenza artificiale (13%). Sono i risultati di un’indagine commissionata da Finn Partners Research&Insights e condotta in tutti i 27 Stati membri dell'Unione Europea coinvolgendo quasi 12mila cittadini, di cui 1.603 in Italia.
Preoccupano gli eventi estremi
Le preoccupazioni sul cambiamento climatico sono così forti che due terzi degli intervistati (66%) ritiene che gli eventi meteorologici estremi avranno un ruolo nella scelta del luogo in cui vivranno nei prossimi 20 anni. Tra questi, l'aumento delle temperature (44%), la siccità (30%) e le inondazioni (12%) sono gli eventi che preoccupano maggiormente. In effetti, la maggior parte (84%) degli intervistati sono preoccupati per gli effetti degli eventi meteorologici estremi, quali forti piogge/alluvioni o temporali violenti.
La risposta delle istituzioni
L'opinione dei cittadini dell'Ue sui risultati ottenuti dai governi nazionali nell'affrontare le questioni climatiche e ambientali è negativa, con meno di uno su cinque (17%, in Italia il 16%) che ritiene che abbiano ottenuto risultati per lo più buoni o molto buoni. Quasi la metà (46%) afferma che le misure adottate dal proprio governo nazionale in materia sono state per lo più scarse o molto scarse (in Italia, il 50%). L'Ue ha ottenuto risultati migliori, ma solo marginalmente: un quinto (20%, del campione totale e degli italiani) ritiene che i risultati siano stati buoni (rispetto al 42% che li cita come scarsi, in Italia il 45%).
Il negazionismo resiste
Nonostante la diffusa preoccupazione dei cittadini di tutti gli Stati membri dell'Ue per il clima, con un 79% (86% in Italia) che si preoccupa dell'impatto sulle prossime generazioni, esiste ancora una resistenza all'evidenza scientifica. Il 10% degli intervistati (l’8% in Italia) è dell'opinione che il cambiamento climatico causato dall’attività antropica non sia in atto e un altro 3,5% (2% in Italia) è dell'opinione che non ci sia un cambiamento climatico in atto. A livello europeo questo dato corrisponde a 60 milioni di persone che negano che l'uomo sia la causa principale del cambiamento climatico o che sostengono che non stia accadendo affatto. Contrariamente alle aspettative, gli anziani non sono più propensi a negare i cambiamenti climatici o ad attribuirli a processi naturali. Al contrario, gli intervistati più giovani sono leggermente più propensi a sostenere l'opinione che il cambiamento climatico non sia in atto (4% tra i 18-44enni) o che non sia causato dall'uomo (tra l'11-12% per queste fasce d'età).
Le azioni green
Secondo lo studio, poi, l’88% degli italiani concorda sul fatto che il cambiamento climatico sia un problema serio, rispetto all'82% del campione complessivo; l’83% degli italiani afferma di cercare di risparmiare 'sempre' o 'spesso' energia, rispetto al 76% del campione complessivo; il 55% degli italiani afferma di riflettere 'sempre' o 'spesso' sulle proprie abitudini di acquisto evitando brand di fast fashion o concentrando gli acquisti online per avere un’unica consegna, rispetto al 51% del campione complessivo; gli italiani credono che il cambiamento climatico avrà un impatto sulle proprie vacanze poiché d’estate farà troppo caldo (75%) e d’inverno ci sarà meno neve (47%), e sull’alimentazione poiché alcuni prodotti come l’olio diventeranno molto costosi (49%).
Per Luca Iacoboni, responsabile relazioni esterne e strategie per la decarbonizzazione di Ecco, il Think Tank italiano per il clima, “questa ricerca mostra quanto il cambiamento climatico sia ormai una realtà per i cittadini italiani e quanto impatti sulla vita di tutti, dalla scelta del luogo in cui vivere fino alle vacanze, passando per il lavoro o gli effetti dei sempre più numerosi eventi meteorologici estremi. Emerge anche chiaramente come la risposta politica sia ritenuta insufficiente dalla metà degli intervistati. Le persone non hanno paura della transizione energetica, ma rintracciano una incapacità da parte della classe politica di governarla, massimizzandone i benefici e minimizzandone i costi: questa è la sfida a cui è chiamata la politica, a cominciare dai G7 in corso e dalle imminenti elezioni europee, senza dimenticare ovviamente politiche nazionali come il Piano Mattei o la revisione del Piano Integrato Energia e Clima”.
Sostenibilità
Dal gas serra ai biocarburanti, la rivoluzione canadese
Convertire i gas serra in sostanze utili e meno inquinanti. È questa la sfida cui ha risposto un gruppo di ricerca della McGill University, in Canada, che ha messo a punto una soluzione molto originale. Grazie a un metodo particolarmente innovativo, gli esperti sono infatti riusciti a trasformare il gas serra in metanolo verde e monossido di carbonio. I risultati sono promettenti, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche. Lo studio è recentemente comparso sulle colonne di “Nature Communications”.
Sostenibilità
Consumi, il carrello della spesa ‘green’ vale...
Secondo i dati dell'Osservatorio Immagino di Gs1 Italy1, l'83,8% dei prodotti analizzati ha in etichetta un claim sulla sostenibilità
Gli scaffali della grande distribuzione organizzata sono sempre più green: merito dei 116.699 prodotti (l'83,8% di quelli analizzati) che comunicano in etichetta la loro sostenibilità attraverso uno dei numerosi claim relativi a questa tematica rilevati dall’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy1, il report semestrale che dal 2017 analizza e racconta i cambiamenti del carrello della spesa partendo dalle informazioni presenti sulle etichette di 139.302 prodotti, responsabili dell’83,1% del giro d’affari 2023 del canale supermercati e ipermercati italiani.
Complessivamente il paniere dei prodotti 'green' genera 43,8 miliardi di euro di vendite, contribuendo per il 92,1% al giro d’affari complessivo del largo consumo confezionato. Le vendite a valore nel 2023 sono cresciute di +9,3% su base annua, mentre i volumi sono calati di -4,5%. Dal 2023 l’Osservatorio Immagino ha adottato una lettura innovativa, ampia e sistematica, dei claim relativi alla sostenibilità presenti sulle etichette dei prodotti confezionati di largo consumo, realizzata in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per approfondire l’analisi della eco-comunicazione on pack in tutte le sue sfaccettature.
"Nonostante il contesto non facile, il tema della sostenibilità si rivela sempre più importante per l’industria del largo consumo, con produttori e distributori che continuano a investire in quest’area per rispondere alle esigenze dei consumatori e alla legislazione vigente. Le tematiche che abbiamo voluto affrontare fanno riferimento non solo al prodotto in sé ma anche al suo packaging e, più in generale, all’impegno delle aziende per ridurre l’impatto ambientale, rinforzare il loro ruolo sociale e garantire il rispetto e la salvaguardia del benessere animale in tutta la filiera", spiega Marco Cuppini, research and communication director di Gs1 Italy.
Le tre declinazioni della sostenibilità
Tra le tre macro-declinazioni della sostenibilità, la più 'praticata' è quella ambientale (83,6% dei prodotti), espressa soprattutto dalle indicazioni pratiche per la gestione del prodotto e della raccolta differenziata. Gli oltre 116mila prodotti di questo paniere hanno realizzato 43,8 miliardi di euro di vendite. L’analisi per reparto merceologico condotta dall’Osservatorio Immagino ha rilevato la maggior presenza di prodotti che comunicano la sostenibilità ambientale in etichetta nel freddo (100% delle referenze) e nel fresco (99,6%), mentre per quanto riguarda la tipologia di produttori spiccano le private label (91,0%) e i brand top 20 (90,5%).
Ma quali sono le singole caratteristiche ambientali più riportate sulle etichette dei prodotti di largo consumo? La più diffusa è la riciclabilità del packaging, presente sul 54,5% dei prodotti monitorati dall’Osservatorio Immagino e con vendite in aumento di +13,3% a valore e in calo di -1,9% a volume su base annua. Segue l’indicazione della formulazione sostenibile degli ingredienti, rilevata sul 21,5% delle referenze e con un trend di vendita annuo di +8,2% a valore e di -4,6% a volume. A livello di performance annua, rispetto alla media, si sono fatti notare i claim riciclato (+15,7 a valore e -1,3% a volume), le informazioni sulla biodegradabilità (+33,4 a valore e -1,7% a volume) e quelle sulla plastica ridotta (+13,8 a valore e -1,4% a volume).
La seconda dimensione analizzata dall’Osservatorio Immagino è quella della sostenibilità sociale, richiamata sulle confezioni di 11.650 prodotti (8,4% del totale) che hanno sviluppato 6,1 miliardi di euro di fatturato. Le aree merceologiche più impegnate su questo fronte sono freddo e cura persona (rispettivamente 11,5% e 10,0% dei prodotti). Tra i produttori spiccano i follower (21-200) e i top 20 (rispettivamente 11,0% e 10,4%). Infine, l’impegno per il benessere animale accomuna 2.803 prodotti (2,0%) con 1,4 miliardi di euro di sell-out, diffusi soprattutto nel reparto gelati e surgelati (4,9% dei prodotti) e tra le referenze realizzate dai produttori follower (3,1%).
L'analisi dei consumatori
In questa sua quindicesima edizione, l’Osservatorio Immagino ha voluto inserire un ulteriore approfondimento: l’analisi socio-demografica delle famiglie acquirenti per claim di sostenibilità in etichetta. Ne è risultata una mappatura inedita e dettagliata, che ha evidenziato sia la maggior sensibilità delle famiglie giovani con figli piccoli, sia il ruolo discriminante della fascia di reddito nelle scelte dei prodotti sostenibili.
Da quest’analisi dell’Osservatorio Immagino è emerso che ci sono claim (come 'riciclato' e 'riciclabile') che sono diffusi in modo trasversale e omogeneo tra i diversi cluster di famiglie. Altri, invece, sono più segmentati: ad esempio, il claim 'contenuto bio-based', è più presente nel carrello della spesa delle famiglie giovani con figli sotto i sei anni, mentre quelli relativi ai 'disciplinari di filiera' sono presenti con dati superiori alla media nelle famiglie a reddito più alto, in quelle più giovani senza figli e in quelle con età più matura e senza figli conviventi.
Sostenibilità
WellWeek 2024, a Napoli terza tappa con il Forum...
L’ultimo dei grandi appuntamenti della WellWeek, arriva il prossimo 20 settembre presso la sede dell’Unione Industriali sita in Palazzo Partanna
Il Forum Sostenibilità, l’ultimo dei grandi appuntamenti della WellWeek, arriva il prossimo 20 settembre a Napoli, presso la sede dell’Unione Industriali sita in Palazzo Partanna. L’evento giunge quest’anno alla sua ottava edizione, proponendosi ancora una volta come momento di confronto in merito alle strategie di sostenibilità delle aziende e al ruolo delle istituzioni nel favorire lo sviluppo sostenibile del Paese. L’evento si aprirà con un talk show che mira a fare il punto su uno dei temi centrali della WellWeek, 'L'innovazione al servizio della sostenibilità e del benessere'.
Con la conduzione del giornalista Luigi Monfredi, il panel vedrà la testimonianza di realtà quali Spencer&Lewis, Ics Maugeri, Anm, Ferrarelle, Intesa Sanpaolo e Inps. Il resto dell’evento vedrà, in tre sale parallele, tra talk show, workshop e tavoli tematici, toccare diverse tematiche tra cui il contributo delle aziende alla lotta ai cambiamenti climatici, i nuovi modelli di leadership per guidare il cambiamento sostenibile, la protezione della biodiversità, nuove tecniche di produzione eco-compatibile, la rivoluzione della mobilità turistica.
Altro momento atteso il talk show a cura di Anm (Azienda Napoletana Mobilità), Official Partner dell’evento, dal titolo 'Turismo, mobilità e rigenerazione urbana: verso un futuro sostenibile', con la conduzione di Simona Tedesco (direttore Dove) e l’intervento di Maria Corbi, Francesco Favo e Marco Izzolino di Anm e Maria Elena Rossi, direttore Marketing dell’Agenzia Nazionale del Turismo.
Tra le altre aziende che porteranno una testimonianza troviamo: Enac, Atlante, Kraft Heinz, Loacker, Markas, Anas, Italferr, Fondazione Cariplo, Schneider Electric, Epson, Save the Duck, FlixBus, Wind Tre Business, e molte altre. L’evento si svolgerà sotto il Patrocinio del Comune di Ischia e il Patrocinio Associativo di Convention Bureau Napoli e dell’Unione degli Industriali della Provincia di Napoli.
Oltre ad Adnkronos, hanno collaborato in qualità di Main Media Partner Corriere della Sera e Rds, Azienda Napoletana Mobilità Anm in qualità di Official Partner, Spencer&Lewis in qualità di Content Partner, e CoachHub, nCore Hr e Risorse Professional in qualità di Forum Partner. Kuriu in qualità di Social Media Partner. Parlamento Magazine, Fasi.eu, Canale Energia in qualità di Media Partner. Consecution Group, Kekyjob, Vip District, Walà in qualità di Partner Associativi. Università degli Studi di Milano Bicocca, Università Iulm in qualità di Partner Accademici.
I panel della Main Session sarà presto disponibili sul sito
www.comunicazioneitaliana.tv.
È inoltre prevista la pubblicazione di una sintesi dei tavoli a porte chiuse su
www.comunicazioneitaliana.org
www.wellweek.it