Pesci ‘sballati’ e malati d’ansia: l’effetto dei farmaci in fiumi e laghi
Gli esperti lanciano l'allarme: "Contaminazione pervasiva degli ecosistemi, urgono medicinali più green"
E' Sos 'sballo subacqueo' nei fiumi di diverse aree del mondo, dove ormai nuotano trote 'dipendenti' dalla metanfetamina, pesci persici europei 'strafatti' di farmaci antidepressivi che hanno perso la paura dei predatori, pesciolini che a forza di assumere caffeina a basse concentrazioni hanno sviluppato l'ansia, mentre altri 'nutriti' con l'estrogeno sintetico utilizzato nelle pillole anticoncezionali stanno sperimentando inversioni di sesso. Motivo di questi stravolgimenti nel mondo naturale? L'acqua dolce sta diventando meno dolce per chi ci vive, e sempre più 'drogata', a causa dell'inquinamento farmaceutico e delle sostanze stupefacenti illegali che finiscono in corsi d'acqua e sistemi fognari e contaminano gli ecosistemi. La dipendenza da farmaci e droghe non è più un problema solo per l'uomo, supera i confini terrestri e se ne possono vedere gli effetti perfino nei cieli sopra le città: per esempio, gli storni femmine, trattati con antidepressivi come il Prozac alle concentrazioni presenti nelle acque reflue diventano meno attraenti per i potenziali compagni, e gli uccelli maschi si comportano in modo più aggressivo e cantano meno per attirarle rispetto a come fanno con quelle che non hanno assunto dosi del farmaco.
A tracciare un quadro complessivo della minaccia crescente per la fauna selvatica è il 'Guardian' online, che cita diversi studi. Gli ultimi a lanciare l'allarme sono un gruppo di scienziati che, dalle pagine di 'Nature Sustainability', lanciano un appello a gran voce: "C'è un bisogno urgente di progettare farmaci più 'green', più ecologici, "che mantengano l'efficacia ma minimizzino anche l'impatto ambientale", perché la contaminazione degli ecosistemi con principi attivi sta diventando sempre più "pervasiva", scrivono gli autori dell'intervento. L'esposizione ai farmaci sta causando cambiamenti significativi e inaspettati nel comportamento e nell'anatomia di alcuni animali. "Viviamo in un mondo sempre più medicalizzato - osservano gli esperti - I prodotti farmaceutici sono indispensabili nell'assistenza sanitaria moderna, avendo rivoluzionato la prevenzione e il trattamento delle malattie, e rimarranno cruciali anche in futuro".
Tuttavia, il prezzo da pagare è "notevole", assicurano. "Gli scarichi nell'ambiente durante la produzione, l'uso e lo smaltimento dei farmaci stanno riversando miscele di ingredienti farmaceutici attivi (Api), nonché di loro metaboliti, e di additivi, adiuvanti, eccipienti e prodotti di trasformazione". L'entità di questo inquinamento, continuano gli scienziati, "è stata recentemente dimostrata in uno studio geografico su larga scala che ha misurato 61 diversi farmaci nell'acqua dei fiumi prelevati da 1.052 località in 104 Paesi, in tutti i continenti. Circa il 43% di questi siti campionati presentava livelli di almeno un farmaco che superavano quelli considerati sicuri per la salute ecologica. Nei siti più contaminati, inoltre, sono state rilevate miscele complesse di molti Api (un massimo di 34), inclusa un'ampia varietà di farmaci umani e veterinari".
Un esempio è la pillola contraccettiva che sta portando a un collasso numerico e a episodi di estinzione locale alcuni pesciolini, per esempio in un lago nell'Ontario in Canada. Il lavoro è stato condotto sulla specie Pimephales promelas e nel mirino ci sono le alte concentrazioni di estrogeni e dei composti che ne mimano l'azione. E il problema rimbalza anche nell'uomo. "I principi attivi farmaceutici si trovano nei corsi d'acqua di tutto il mondo, compreso in organismi che potremmo mangiare", avverte Michael Bertram, docente della Swedish University of Agricultural Sciences. Il nodo dell'impatto sulla biodiversità, è il messaggio, merita maggiore attenzione.
"Ci sono alcuni percorsi attraverso i quali queste sostanze chimiche entrano nell'ambiente", continua Bertram, che è uno degli autori dello studio pubblicato su Nature Sustainability e viene citato dal Guardian. Avviene per esempio "se i farmaci rilasciati durante la produzione vengono trattati in modo inadeguato - elenca - Un altro modo è durante l'uso. Quando infatti un essere umano prende una pillola, non tutto il farmaco viene scomposto nel nostro corpo e quindi, attraverso i nostri escrementi, i residui vengono rilasciati direttamente nell'ambiente". Caffeina, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici stanno tutti entrando negli ecosistemi, aggiunge Bertram, così come le droghe illegali, quali la cocaina e la metanfetamina.
Per far capire l'effetto a catena che tutto questo può innescare, lo scienziato cita l'esempio dell'antinfiammatorio diclofenac che veniva somministrato al bestiame nell'Asia meridionale e che ha causato una diminuzione nella popolazione di avvoltoi in India di oltre il 97% tra il 1992 e il 2007. Successivamente il Paese ha anche registrato un aumento dei casi di rabbia causati da cani che si nutrivano di carcasse di bestiame che non venivano più mangiate dagli uccelli. Altro esempio è l'inquinamento da antibiotici e l'effetto che ha sui microbi che diventano resistenti. Da qui l'appello rivolto agli sviluppatori e ai produttori di farmaci, agli scienziati e ai politici, "a riconoscere la crescente minaccia ambientale e a dare urgentemente priorità alla progettazione sostenibile di farmaci più ecologici per prevenire ulteriori danni ambientali". Farmaci più ecologici "riducono il potenziale di inquinamento durante l’intero ciclo", conclude Gorka Orive, università dei Paesi Baschi e autrice dello studio. "I farmaci devono essere progettati non solo per essere efficaci e sicuri, ma anche per avere un rischio potenziale ridotto per la fauna selvatica e la salute umana quando presenti nell'ambiente".
Salute e Benessere
Sanità, Consulcesi: “2024 a difesa professionisti,...
"Permesso il recupero di 293mila euro tra somme non corrisposte e diritti negati"
Consulcesi, il network legale più grande in Italia, celebra i risultati della sua attività per il 2024 "a tutela dei diritti dei medici e dei professionisti sanitari". Un bilancio che evidenzia "il grandissimo impegno in difesa delle categorie spesso chiamate a confrontarsi con contesti lavorativi complessi, dispute giuridiche e la necessità di un adeguato riconoscimento del proprio ruolo". Lo sottolinea Consulcesi in una nota. Nel 2024 Consulcesi "ha respinto azioni legali per un valore complessivo di 2 milioni e 700mila euro e ha permesso il recupero di 293mila euro tra somme non corrisposte e diritti negati. Numeri significativi che testimoniano la capillarità e l’efficacia dell’azione legale svolta dai professionisti del network, in risposta alle crescenti difficoltà che medici e operatori sanitari si trovano ad affrontare in condizioni lavorative sempre più complesse".
Tra i casi più rilevanti, "sono state respinte azioni giudiziali legate alla responsabilità medica per un valore superiore a 1,5 milioni di euro e 1 milione di euro, a testimonianza della solidità delle difese predisposte dai legali Consulcesi - prosegue la nota - Altri interventi hanno riguardato dispute sul demansionamento, con un recupero di 100mila euro, e sul riconoscimento delle ferie non godute, con esiti favorevoli per importi che hanno superato 35mila euro anche in sede d’appello".
Parallelamente all’azione giudiziale, i legali Consulcesi & Partners "hanno risolto in via extragiudiziale decine di situazioni lavorative attraverso attività di negoziazione con le strutture sanitarie di appartenenza. Tali interventi hanno toccato temi cruciali per i professionisti, come il riconoscimento dell’aspettativa non retribuita, il rinnovo delle convenzioni con le Asl per i medici di medicina generale, l’adeguamento delle mansioni, l’esonero dai turni notturni e di reperibilità e l’accoglimento di domande di trasferimento - conclude la nota - Questi risultati sottolineano il ruolo fondamentale svolto da Consulcesi nella valorizzazione dei diritti degli operatori sanitari e nella difesa della loro professionalità, contribuendo concretamente al miglioramento delle condizioni lavorative e al riconoscimento dei giusti compensi e indennizzi".
Salute e Benessere
Malattie rare, chef Valbuzzi: “Con Aisla condividiamo...
Al Christmas Party, evento conclusivo del programma del Natale solidale di Aisla: "Lo stare insieme passa attraverso il cibo, creiamo piatti che uniscono tutti"
"Il significato di questa serata, insieme ad Aisla e SlaFood, è lo stare insieme, la condivisione di un obiettivo: contrastare la Sla e cercare di creare coesione tra le persone che combattono questa malattia e le famiglie che li aiutano, nonché i ricercatori e i volontari che tutti i giorni cercano di contrastare l'avanzare e il progredire di questa patologia". E' quanto affermato dallo chef Roberto Valbuzzi, in occasione del Christmas Party che ha concluso il programma del Natale solidale di Aisla. Nel corso della serata è stato annunciato un traguardo straordinario: i fondi raccolti hanno raggiunto la cifra di 230mila euro, un risultato concreto e un esempio di impegno collettivo. La campagna era stata lanciata a Roma il 21 novembre scorso con la diretta streaming 'La Promessa per la Ricerca', a cui hanno partecipato illustri personalità del mondo dello sport, dello spettacolo, delle istituzioni e del giornalismo.
"Lo stare insieme passa sempre attraverso il cibo. Il cibo è qualcosa di fondamentale che non dovrebbe mancare a nessuno", spiega lo chef che sottolinea come purtroppo, a causa della disfalgia che colpisce i malati di Sla, "è difficile a volte riuscire ad arrivare a tutti. Da parte nostra, dunque, è importante cercare di creare dei piatti o aiutare a dare spunti per far sì che tutte le persone possano mettersi a tavola insieme e godere di un momento di condivisione, come tavola richiede", conclude.
Salute e Benessere
Salute: in Italia 120mila persone colpite da ictus ogni...
Santalucia (Isa-All): "Patologia che si può curare ma è consigliabile prevenirla, con aggiustamenti degli stili di vita"
In Italia "sono 120mila le persone colpite da ictus ogni anno e 12mila di loro sono under 55. Il 25% dei casi avviene infatti prima dei 65 anni di età. Si tratta di una delle prime tre cause di morte e la prima di disabilità, che riguarda 45mila dei sopravvissuti all’evento acuto, e su cui è possibile intervenire con azioni di prevenzione mirate". Per sensibilizzare alla patologia e migliorare le opportunità di prevenzione, Isa-Aii, l’Associazione italiana ictus, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha lanciato ad aprile una campagna di sensibilizzazione sulle malattie cerebrovascolari e nell’ambito di questa collaborazione sono state effettuate nella Caserma della Guardia di Finanza dell’Aquila due giornate di screening gratuiti.
“L’ictus può colpire soggetti di ogni età – spiega Paola Santalucia, Presidente Eletto Isa-Aii –, in particolar modo se in presenza di stili di vita scorretti. Infatti fattori di rischio come ipertensione, glicemia e colesterolo elevati e non sotto controllo, abitudine al fumo o all’eccesso di alcool, sovrappeso e sedentarietà danneggiano il sistema cardiovascolare con effetto che aumenta con il loro persistere nel tempo fino alla manifestazione dell’evento clinico, come infarto e ictus. Per questa ragione, in collaborazione con la Guardia di Finanza, abbiamo lanciato un progetto di screening del personale che mediamente ha un’età giovane e comunque al di sotto dei 60 anni. Il progetto è iniziato ad aprile in occasione del Congresso nazionale Isa-Aii ospitato proprio dalla Scuola Allievi della Guardia di Finanza, e proseguirà nei prossimi mesi presso altre sedi sul territorio italiano".
"L’ictus - prosegue Santalucia - ha ricadute sia sulla salute del singolo individuo che sul benessere dell’intera popolazione, e intervenire con azioni di prevenzione primaria e screening ha effetti anche nella prospettiva di riduzione dell’impatto socio-economico, che oggi, in Europa, supera i 60 miliardi di euro. Le patologie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, oggi si possono curare ma è molto meglio prevenirle attraverso la conoscenza e il controllo dei fattori di rischio. Grazie a questa campagna di sensibilizzazione, l’Associazione Italiana Ictus (Isa-Aii) e la Guardia di Finanza contribuiscono alla diffusione della cultura della prevenzione e alla riduzione della patologia cardiovascolare e delle sue drammatiche conseguenze".
“Gli screening che svolgiamo nel contesto della campagna di Isa-Aii in collaborazione con la Guardia di Finanza sono rivolti al personale e ai familiari stretti, purché sopra i 50 anni d’età – aggiunge Simona Sacco, presidente Eso, European Stroke Organization –. Includono la valutazione anamnestica sulla presenza dei principali fattori di rischio cardiovascolari (stili di vita, alimentazione, attività fisica e storia pregressa di malattie o familiarità per patologie cardiovascolari), la misurazione della pressione arteriosa e della glicemia, il calcolo del Body Mass Index e dei valori di colesterolemia. Successivamente effettuiamo una valutazione del rischio con lo Score 2, un indice validato per l’ictus, e stratifichiamo i soggetti a rischio basso, intermedio e alto".
"A chi ha una probabilità intermedia o alta effettuiamo un ecocolor doppler delle carotidi. Infine offriamo suggerimenti su come ottimizzare i propri comportamenti per ridurre la possibilità di malattie cerebrovascolari. In caso vengano individuati elementi di rischio importanti raccomandiamo una visita medica in ospedale per una valutazione più formale - aggiunge Sacco - Le indicazioni variano in base al tipo di anomalia: in caso di pressione alta proponiamo di compilare un diario, misurando il valore a domicilio, e di recarsi poi o dal medico di medicina generale o dallo specialista interno alla Guardia di Finanza per un confronto. Abbiamo individuato diverse persone a rischio intermedio e alto e il fumo è ancora un fattore di rischio molto rappresentato nella popolazione, insieme a sedentarietà e sovrappeso. Queste ultime caratteristiche sono spesso causate da lavori d’ufficio che portano a trascorrere molto tempo fermi e senza svolgere attività fisica, e proprio in questi casi è necessario implementare del movimento nella propria routine quotidiana".
Alle giornate di screening svolte a L’Aquila hanno partecipato i dottori Matteo Foschi, Federico De Santis, Chiara Ragaglini e Maria Grazia Vittorini. Per la Guardia di finanza le attività sono state coordinate dalle dottoresse Carmen Pagano ed Agata Correnti.