Detrazione asilo nido nel modello 730/2024: requisiti, importo e istruzioni
A chi spetta la detrazione per le spese relative alle rette di asili nido? L’agevolazione è alternativa al bonus asili nido, erogato dall’INPS. Dai requisiti al calcolo dell’importo, passando per le istruzioni per la compilazione del modello 730/2024
Per le spese relative al pagamento delle rette per la frequenza dell’asilo nido è riconosciuta una detrazione IRPEF del 19 per cento in sede di compilazione e invio del modello 730/2024.
Il limite massimo dell’agevolazione è di 632 euro per ciascun figlio.
Nel calcolo dell’importo possono rientrare i costi sostenuti nel 2023 per servizi offerti dalle strutture pubbliche e private. Sono escluse le spese che rientrano nel bonus asilo nido erogato dall’INPS e quelle rimborsate dal proprio datore di lavoro.
Detrazione asilo nido: a chi spetta? Requisiti e spese agevolabili
Le spese per il pagamento delle rette degli asili nido, sostenute nel corso del 2023, danno accesso alla detrazione IRPEF del 19 per cento.
L’agevolazione si ottiene con l’invio del modello 730/2024. Il requisito fondamentale per accedere all’agevolazione è la frequenza dell’asilo nido del proprio figlio o della propria figlia, a prescindere dall’età e dal compimento degli anni del minore.
Tra le spese agevolabili rientrano quelle relative al pagamento delle rette per servizi delle strutture pubbliche e private, relativi a:
● asili nido, ovvero le strutture per la custodia di bambini dai 3 mesi ai 3 anni di età;
● “sezioni primavera”, le strutture educative per facilitare il passaggio dall’asilo nido alla scuola dell’infanzia;
● “ Tagesmutter ”, (mamma di giorno) il servizio fornito nella provincia autonoma di Bolzano ai sensi della legge provinciale n. 8 del 1996 dagli assistenti domiciliari così denominati.
Il pagamento deve essere effettuato con mezzi tracciabili.
Bisogna tuttavia precisare che la detrazione IRPEF è incompatibile con il bonus asilo nido, erogato dall’INPS fino all’importo massimo di 3.600 euro. Le agevolazioni sono infatti alternative.
Lo sconto sull’imposta dovuta non spetta per le spese sostenute nel 2023 se, nello stesso anno, sono state rimborsate dal datore di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali. In altre parole sono esclusi gli importi indicati nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir” della Certificazione Unica, con il codice onere 33.
Resta invece la possibilità di indicare nel modello 730/2024 gli importi non rimborsati.
Detrazione asilo nido nel modello 730/2024: il calcolo dell’importo
Come anticipato la detrazione IRPEF per le spese per il pagamento delle rette dell’asilo nido spetta nella misura del 19 per cento.
Il limite massimo dell’agevolazione è di 632 euro annui per ciascuno dei figli che frequenta l’asilo, a prescindere dal requisito dell’età.
Lo sconto massimo sull’imposta dovuta è, quindi, di 120,08 euro. Chi ha più di un figlio può moltiplicare l’importo per il numero di figli per i quali ha sostenuto le spese relative alle rette del 2023.
La detrazione deve essere divisa tra i genitori sulla base delle spese sostenute da ciascuno. Se il documento di spesa è intestato al bambino, o a uno dei coniugi, si può annotare la percentuale di spesa sostenuta da ciascuno.
Detrazione asilo nido: le istruzioni per la compilazione del modello 730/2024
Dopo aver verificato di aver diritto alla detrazione e aver calcolato l’importo spettante, la somma deve essere inserita correttamente nel modello 730/2024.
La somma deve essere indicata nel quadro E, seguendo le istruzioni per la compilazione del modello fornite dall’Agenzia delle Entrate.
I dati relativi al pagamento delle rette dell’asilo nido devono essere inseriti nei righi da E8 a E10, riferiti a “Altre spese”.
Nello specifico:
● nella colonna 1 deve essere indicato il codice “33”, relativo alle spese per asili nido;
● nella colonna 2 devono essere indicati i costi sostenuti.
In presenza di più figli devono essere inseriti più righi, uno per ciascun figlio. In linea generale, per ottenere la detrazione non è necessario presentare la specifica documentazione per l’ottenimento dell’agevolazione.
Nel caso di controlli, tuttavia, devono essere presentati i seguenti documenti relativi alle spese sostenute per il pagamento delle rette:
● fattura, bollettino bancario o postale, ricevuta o quietanza di pagamento;
● annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale dell’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili;
● in mancanza della documentazione:
○ ricevuta del versamento bancario o postale, ricevuta della carta di debito o credito, estratto conto, copia del bollettino postale o del MAV e dei pagamenti con PagoPA o con applicazioni via smartphone tramite istituti di moneta elettronica autorizzati;
○ autocertificazione di non aver fruito del bonus asili nido, erogato dall’INPS.
Economia
Pil e disuguaglianze, come stanno veramente gli italiani?
Un'analisi dei dati Istat che tiene conto delle differenze territoriali, di genere e di istruzione
Ogni volta che si discutono i dati economici - Pil, Occupazione e Inflazione sono i principali - ci si chiede quanto siano in grado di rappresentare le reali condizioni di vita degli italiani. C'è una distanza tra i dati e la realtà e c'è anche una diversa velocità tra le rilevazioni periodiche, che inevitabilmente scontano un ritardo di raccolta ed elaborazione, e le effettive condizioni di chi deve fare i conti con il costo della propria vita. Può aiutare a fare un po' di chiarezza un'analisi che mette insieme i principali indicatori Istat e la pubblicazione 'Benessere e disuguaglianze in Italia', sempre Istat, del 4 novembre scorso.
Aprendo il sito dell'Istat sono in evidenza tre grafici significativi. Quello del Pil fa segnare nel terzo trimestre 2024 il dato più alto in valore assoluto dal 1996, 481.587 milioni di euro; gli occupati a settembre 2024 sono 23.983.000, sui massimi dal 2004, l'inflazione a ottobre 2024 è allo 0,9%, su valori non lontano dal minimo di gennaio 2015, 0,6%. Quindi, l'economia italiana è in piena salute e le condizioni economiche degli italiani lo sono altrettanto?
E' utile, a questo punto, andare a sfogliare la pubblicazione 'Benessere e diseguaglianze in Italia'. Il primo fattore che va considerato è che a livello territoriale persistono forti disuguaglianze. Le regioni del Nord emergono con valori di benessere superiori alla media nazionale, mentre il Mezzogiorno presenta ancora situazioni di marcato svantaggio, soprattutto nei quando si parla di lavoro e conciliazione dei tempi di vita e relazioni sociali. La maggior parte degli indicatori mostrano, inoltre, uno svantaggio femminile. Le donne restano fortemente penalizzate nel mercato del lavoro, sia sugli indicatori quantitativi che su quelli qualitativi. Il tasso di occupazione è marcatamente più basso, mentre sono più elevati sia il tasso di mancata partecipazione al lavoro, sia l’incidenza del part-time involontario.
Considerare gli indicatori per titolo di studio è fondamentale alla luce del legame profondo tra istruzione e qualità della vita. Avere un alto livello di istruzione significa godere di più elevati livelli di benessere e di una maggiore protezione dalle vulnerabilità date dalla combinazione di più fattori discriminanti. L’investimento in capitale umano è uno dei principali fattori di protezione dalle difficoltà economiche. Il rischio di povertà dei laureati è più che dimezzato rispetto al totale della popolazione. Il disagio economico è poi molto differenziato sul territorio perché il rischio di povertà è minimo tra i laureati residenti al Nord e massimo tra i residenti al Mezzogiorno con bassa istruzione.
Questa analisi dell'Istat aiuta a capire perché c'è una distanza considerevole tra quello che dicono i macro dati e le condizioni reali di vita degli italiani.
Entrando nello specifico del disagio economico si riesce ad andare oltre. "Il disagio economico è poi molto differenziato sul territorio perché al Nord il rischio è inferiore al 10% (3,6% se laureati) e al Mezzogiorno sale al 30,8% (40,7% se con bassa istruzione)". Se si considerano anche le differenze di genere si vede come "il gruppo più svantaggiato è costituito dalle donne con bassa istruzione residenti al Mezzogiorno, tra le quali il rischio di povertà raggiunge il 42,7%". Inoltre, le differenze territoriali si aggiungono a quelle per istruzione, anche considerando le fasce di età, con "un rischio di povertà che nel Mezzogiorno è più elevato e tra i giovani adulti con basso titolo di studio sale al 56,7%". All’interno del mercato del lavoro il capitale umano ha un ruolo estremamente positivo. Il tasso di occupazione dei laureati (84,3%) e diplomati (73,4%) è ben al di sopra del valore medio per l’Italia (69,1%) mentre per chi ha un basso titolo di studio scende al 54,2%. Inoltre, anche nel Mezzogiorno essere laureati (82,5% contro 59% degli uomini con bassa istruzione) ed in particolare laureate (71,8% contro appena il 21,8% delle meno istruite) pone in condizioni di vantaggio rispetto agli esiti occupazionali e riduce la distanza con gli occupati di pari istruzione nelle altre zone del Paese.
La conclusione a cui si arriva è che dentro i macro dati c'è una realtà che cambia molto rispetto alla collocazione geografica, al genere e al livello di istruzione. Come dire, lo stesso dato del Pil si porta dietro una realtà frammentata e piena di disuguaglianze. (Di Fabio Insenga)
Economia
Agroalimentare, Centinaio (Lega): “L’Italia è...
Così il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, durante il convegno ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il nostro futuro’, promosso da Bper in collaborazione con il settimanale “il Ticino” e organizzato a Pavia.
“L’agroalimentare è uno dei settori più importanti del nostro Paese. Oggi trattiamo quelle che sono le potenzialità del nostro Paese. Quindi, il fatto che l'Italia sia il paese della biodiversità e dell'agroalimentare, ma anche il fatto che l'agricoltura sta attraversando un momento di crisi dovuto anche al cambiamento climatico e alla crisi economica. Vogliamo capire quelli che sono i modi per affrontare questo momento di crisi e quindi pensiamo alle nuove tecnologie, alla ricerca scientifica al fatto che attraverso i fondi che vengono dati alle nuove generazioni si riesce a pensare a un futuro per l'agricoltura italiana”. Così il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, durante il convegno ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il nostro futuro’, promosso da Bper in collaborazione con il settimanale “il Ticino” e organizzato a Pavia.
“È necessario ragionare a livello europeo perché il maggior finanziamento dell'agricoltura viene dall’Europa - prosegue Centinaio - Va revisionata questa politica agricola comunitaria che non deve semplicemente dare soldi agli agricoltori, ma deve aiutarli attraverso delle politiche, pensiamo alla reciprocità con i Paesi terzi che importano in Europa. Poi è necessario anche un piano strategico a livello nazionale perché perché altri Stati l'hanno fatto, penso soprattutto alla Spagna, e l'Italia non può venire meno a questo impegno”.
Economia
Sostenibilità, Sindaco Fermignano: “Da Cresco Award...
Così il sindaco Emanuele Feduzi
Il comune di Fermignano (Pu) è tra i cinque premiati da Fondazione Sodalitas alla 9a edizione di Cresco Award - Città Sostenibili, al Centro Congressi Lingotto di Torino. "Il nostro progetto si chiama 'Fermignano 2030, dalla sostenibilità all'inclusione sociale' - commenta il sindaco Emanuele Feduzi - Siamo partiti dalla raccolta differenziata, portandola in maniera stabile sopra l'85%, quindi diventando il comune più riciclone della regione Marche per la categoria, 5-10 mila abitanti. Abbiamo poi costruito una nuova struttura, una scuola primaria per 500 bambini, completamente autosufficiente da un punto di vista energetico. Grazie al risparmio energetico che ne è scaturito abbiamo finanziato parte degli interventi nel sociale, ad esempio l'acquisto di un nuovo mezzo e il recupero di strutture per i disabili, e altre attività come la campagna per la sensibilizzazione contro la violenza di genere".
"Cresco Award è un momento di crescita, di confronto e soprattutto di stimolo - aggiunge il sindaco Feduzi - Abbiamo partecipato per la prima volta, quasi come una scommessa insieme ai miei colleghi e collaboratori. Nell'arco di pochi mesi abbiamo ricevuto due premi, Cresco Award, appunto, e un premio dal GSE a livello nazionale per essere riusciti a rivoluzionare la spesa energetica sfruttando fonti alternative appunto per alimentare le nostre strutture e rifinanziando in questo modo il sociale. Per noi è stato uno stimolo, un momento di confronto e soprattutto, ripeto, un momento di crescita non soltanto per l'amministrazione e per la dirigenza, ma per tutta la città".