Russia, Putin: “Con armi nucleari vittoria più facile ma non le useremo”
"L'uso è possibile in un caso eccezionale, di una minaccia alla sovranità e all'integrità territoriale del Paese. Non penso che siamo a questo punto"
La Russia vincerà la guerra in Ucraina senza usare armi nucleari. Vladimir Putin dà, come al solito, un calcio al cerchio e uno alla botte sul nucleare. Esclude l'impiego delle testate in questo momento ma non di cambiare, prima o poi, la dottrina che lo regola.
"Armi di questo tipo vengono utilizzate in casi eccezionali, in questo momento non c'è una situazione simile. Sono d'accordo, l'uso di armi nucleari potrebbe accelerare il raggiungimento degli obiettivi della Russia, ma la salute del nostro esercito al fronte è più importante", dice il presidente russo nel suo intervento alla sessione plenaria del Forum economico di San Pietroburgo.
"L'uso è possibile in un caso eccezionale, di una minaccia alla sovranità e all'integrità territoriale del Paese. Non penso che siamo a questo punto. Non c'è questa esigenza. Per quanto riguarda l'uso, o il non uso, di armi nucleari, abbiamo una dottrina nucleare che spiega tutto", ribadisce.
"Ma questa dottrina è uno strumento vitale. Stiamo a vedere cosa accade nel mondo intorno a noi e non escludiamo di apportare alcuni cambiamenti. Questo vale anche per i test di armi nucleari", aggiunge Putin che solo due giorni fa, in una intervista alle agenzie di stampa internazionali, aveva invece lasciato intendere che sarebbe stato possibile usare il nucleare ("per qualche ragione, l'Occidente crede che la Russia non le userà mai").
"Non lasciamo nulla di inesplorato. Guardiamo a tutti gli scenari nell'operazione militare speciale" contro l'Ucraina, sottolinea poi Putin, rispondendo all'osservazione del moderatore della sessione plenaria del Forum, Sergei Karaganov: "A un certo punto la Russia dovrà iniziare ad avere fretta".
"Per cortesia quindi, non ignori le argomentazioni mie e dei miei colleghi", aggiunge Karaganov, ex consigliere del Cremlino, politologo, fautore fra l'altro, di attacchi nucleari limitati preventivi contro l'Europa per ripristinare la deterrenza nucleare e portare la guerra in Ucraina a una conclusione favorevole. "Grazie per le sue raccomandazioni", dice il presidente.
Armi russe a paesi anti-Nato?
Putin ha prospettato l'ipotesi di fornire armi a paesi che potrebbero colpire obiettivi riconducibili ai paesi della Nato. "Non stiamo ancora fornendo" armi "ma ci riserviamo il diritto di farlo a quei paesi o ad alcune strutture sotto pressione da parte dei paesi che forniscono armi all'Ucraina e che spingono a usarle contro di noi e contro il territorio russo", la formula usata dal leader del Cremlino. "Se" i paesi occidentali "consegnano armi in una zona di guerra e sollecitano l'uso delle armi, perché noi non dobbiamo avere il diritto di rispondere in modo speculare? Non sono pronto a dire che lo faremo domani, perché tale fornitura è associata ad un numero di circostanze che possono influire su alcune regioni del mondo e, ovviamente, dobbiamo pensarci".
"Tutti i conflitti armati finiscono con determinati accordi di pace", dice Putin, aggiungendo che la Russia "deve puntare a condizioni in linea con i nostri interessi e considerate affidabili". Per il presidente russo sono i paesi occidentali "a ingannarci in continuazione: dicono una cosa e ne fanno un'altra".
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Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.