Ucraina, Biden a Parigi: “Putin non si fermerà, tutta l’Europa è minacciata”
Il Presidente Usa: "Noi non lo permetteremo". Macron ringrazia gli Usa: "Il nostro punto di vista è comune"
"Putin non si fermerà all'Ucraina", ha affermato Joe Biden dopo aver incontrato a Parigi Emmanuel Macron, a cui ha ribadito che "gli Stati Uniti rimangono al fianco dei loro alleati e della Francia". Gli Stati Uniti hanno aiutato l'Ucraina "sapendo quello che accadrà se Putin riesce a soggiogare" il Paese cha ha invaso. "Non si fermerà. Putin non si fermerà all'Ucraina. Va al di là, tutta l'Europa sarà minacciata. Noi non lo permetteremo, gli Usa rimangono al fianco dell'Ucraina, dei nostri alleati e della Francia".
"Ieri ho annunciato un nuovo pacchetto di aiuti, il sesto. Stiamo mantenendo le nostre promesse", ha ricordato Biden al termine della sua colazione di lavoro all'Eliseo. "Mi congratulo con la Francia, con gli alleati europei, per il loro lavoro", ha proseguito Biden parlando di un "rapporto inossidabile" con Parigi.
Macron ha ringraziato Biden per "l'impegno degli Stati Uniti" in Ucraina. "In questo conflitto sono in gioco la sicurezza e la stabilità della nostra Europa", ha dichiarato il capo dell'Eliseo. "Sulla questione dell'Ucraina, il nostro punto di vista è comune, è quello del rispetto del diritto internazionale , della libertà dei popoli a disporre di se stessi".
Esteri
Houthi: “Abbiamo colpito la portaerei Usa Lincoln nel...
Lo ha reso noto il portavoce militare del gruppo yemenita. I miliziani dicono di aver condotto due operazioni militari contro navi militari statunitensi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico
Gli Houthi hanno reso noto di aver condotto due operazioni militari contro navi militari statunitensi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, che, secondo il portavoce militare del gruppo, Yahya Sarea, sono durate otto ore. La prima operazione avrebbe colpito la portaerei statunitense Abraham Lincoln nel Mar Arabico con numerosi missili e droni, mentre nella seconda il gruppo yemenita avrebbe lanciato missili e droni contro due cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso.
La conferma Usa
E gli Usa confermano l'attacco. I ribelli Houthi dello Yemen hanno colpito due cacciatorpediniere statunitensi con droni e missili mentre attraversavano lo stretto di Bab al-Mandab, nel Mar Rosso, ma le navi da guerra hanno respinto gli attacchi, ha dichiarato il Pentagono.
Le navi "sono state attaccate da almeno otto sistemi aerei d'attacco unidirezionali senza equipaggio, cinque missili balistici antinave e tre missili da crociera antinave, che sono stati respinti con successo", ha detto ai giornalisti il portavoce del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder.
Yemen: "Almeno 10 Houthi uccisi in raid Usa"
Sono almeno 10 i militanti Houthi uccisi in due raid condotti da droni statunitensi che hanno colpito lanciamissili nella provincia di Al-Bayda, nello Yemen centrale. Lo ha riferito una fonte militare del governo yemenita alla Xinhua. I residenti locali hanno reso noto sui social media che le forze Houthi hanno isolato i veicoli presi di mira e bloccato le strade che conducono ai siti.
In mattinata la tv Al-Masirah, gestita dagli Houthi, aveva riferito di due attacchi da parte di "droni statunitensi" contro le città di Tuhayat e Soma, nelle province occidentali di Hodeida e Baida. Non erano stati resi noti dettagli su vittime e feriti, come da prassi da parte dei media Houthi. Al-Masirah ha riferito negli ultimi tre giorni di molteplici attacchi aerei sulla capitale Sanaa e sulle province di Amran e Sadaa condotti dalla coalizione Usa-Gran Bretagna.
Il Comando centrale degli Stati Uniti ha pubblicato su X un video di caccia in fase di decollo da una portaerei, dichiarando: "Gli aerei della Uss Abraham Lincoln sostengono le operazioni contro gli Houthi sostenuti dall'Iran nell'area di responsabilità del Comando centrale degli Stati Uniti".
Esteri
Gb, si dimette l’arcivescovo di Canterbury dopo...
Abusi su oltre 100 ragazzi sono stati tenuti nascosti all'interno della Chiesa d'Inghilterra per decenni
L'arcivescovo di Canterbury ha annunciato le sue dimissioni in seguito alle critiche per la sua gestione del caso di pedofilia collegato alla Chiesa d'Inghilterra. Justin Welby ha dovuto affrontare crescenti pressioni dopo che la scorsa settimana è emerso che non aveva dato seguito in modo sufficientemente rigoroso alle segnalazioni degli abusi commessi da John Smyth su oltre 100 ragazzi e giovani uomini.
"E' molto chiaro che devo assumermi la responsabilità personale e istituzionale per il lungo e traumatico periodo compreso tra il 2013 e il 2024", ha detto Welby.
John Smyth - l'uomo accusato di aver commesso abusi su oltre 100 ragazzi - era un avvocato britannico che aggredì i ragazzi che incontrava nei campi estivi cristiani negli anni Settanta e Ottanta. Era un membro anziano dell'ente di beneficenza cristiano Iwerne Trust e si ritiene che sia il più prolifico abusatore seriale associato alla Chiesa d'Inghilterra, secondo una revisione indipendente commissionata un anno dopo la sua morte nel 2018.
Secondo un rapporto pubblicato giovedì, gli abusi commessi da Smyth su oltre 100 bambini e ragazzi sono stati tenuti nascosti all'interno della Chiesa d'Inghilterra per decenni. Si dice che abbia sottoposto le sue vittime ad attacchi traumatici fisici, sessuali, psicologici e spirituali. Nel 1982 l'Iwerne Trust condusse una propria indagine, dalla quale emerse che Smyth portava gli alunni a casa sua, vicino a Winchester, e li frustava con una canna da giardino nel suo capanno.
Secondo quanto riferito, otto dei ragazzi hanno ricevuto un totale di 14.000 frustate, mentre altri due hanno ricevuto complessivamente 8.000 colpi nell'arco di tre anni. L'ente di beneficenza ha definito la pratica "orribile", ma le denunce non sono state segnalate alla polizia fino al 2013, più di 30 anni dopo i fatti.
Esteri
Germania verso le elezioni anticipate, le tappe fino al...
Accordo tra Spd e Cdu/Csu sulla data. Il 16 dicembre Scholz affronta un voto di fiducia
Germania verso le elezioni anticipate dopo la crisi del governo guidato dal Cancelliere Olaf Scholz. I capogruppi parlamentari di Spd e Cdu/Csu hanno concordato la data del 23 febbraio per il voto anticipato. Il Cancelliere dovrà affrontare il voto di fiducia al Bundestag il 16 dicembre. Il capo del governo, la cui coalizione è implosa una settimana fa, "porrà la questione di fiducia per iscritto l'11 dicembre", e i deputati voteranno lunedì 16 dicembre, hanno dichiarato Rolf Mützenich, leader del gruppo parlamentare Spd, e il leader dei conservatori Cdu/Csu, Friedrich Merz, in due conferenze stampa separate. La decisione finale sulla data delle elezioni spetta al Presidente federale Frank-Walter Steinmeier.
Dopo l'annuncio di un'intesa tra i leader dei partiti tedeschi sulla data del 23 febbraio per il voto anticipato, spetta ora a Scholz avviare l'intero processo che si concluderà con le elezioni.
La Germania verso il voto, le tappe
- l'11 dicembre Scholz porrà la questione di fiducia al Bundestag, prevedendo il mancato superamento del voto, in assenza di una maggioranza che appoggia il suo governo. Il voto del Bundestag è possibile al più presto 48 ore dopo. La Camera deciderà sulla mozione di Scholz il 16 dicembre.
- Il Cancelliere propone lo scioglimento del Bundestag al Presidente Frank-Walter Steinmeier ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione tedesca.
- Steinmeier ha 21 giorni per sciogliere il Bundestag. La Costituzione non lo obbliga a farlo.
- Se il Presidente scioglie il Bundestag, contemporaneamente fissa la data delle elezioni, entro 60 giorni, in base all'articolo 39 della Costituzione.
- Di norma, il Presidente segue la raccomandazione del governo per la data delle elezioni.
- Le elezioni sono in programma per il 23 febbraio, tra meno di tre mesi e mezzo. Le elezioni federali si svolgono sempre di domenica.