Per aver mentito riguardo alla sua tossicodipendenza quando acquistò un'arma nel 2018
Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, è stato dichiarato colpevole dalla giuria del Delaware di tutti e tre i capi di imputazione che gli sono stati contestati nel processo per aver mentito riguardo alla sua tossicodipendenza quando acquistò un'arma nel 2018.
Dopo la lettura del verdetto raggiunto dai 12 giurati, la giudice Maryellen Noreika non ha fissato una data per l'annuncio della sentenza per il figlio del presidente Joe Biden, spiegando che la fisserà in un secondo momento. Per due capi di imputazione la sentenza massima è di 10 anni, mentre per un terzo è di cinque anni. Per ognuna delle accuse è prevista una multa massima di 250mila dollari.
E' la prima volta che un familiare diretto di un presidente degli Stati Uniti in carica viene condannato in un processo penale, anche se i fatti relativi alla condanna sono precedenti all'elezione di Biden nel 2020.
La condanna è destinata a creare un forte imbarazzo al presidente e possibili problemi alla sua campagna per la rielezione. Basti pensare che il figlio Hunter viene condannato per possesso illegale di un'arma da fuoco proprio nel giorno in cui è previsto un intervento nel presidente ad una conferenza per il controllo delle armi, di cui il democratico è un grande sostenitore.
Biden: niente grazia al figlio, presidente non cambia idea
Al momento dell'inizio del processo, la scorsa settimana, Biden ha diffuso una dichiarazione in sostegno del figlio: "Sono un presidente, ma sono anche un padre. Io e Jill amiamo nostro figlio e siamo orgogliosi dell'uomo che oggi è diventato - ha detto - la resilienza di Hunter di fronte alle avversità e la forza che ha mostrato nella sua disintossicazione sono state fonti di ispirazione. Come padre ho un amore senza limiti per mio figlio, fiducia in lui e rispetto per la sua forza. Io e Jill continueremo a sostenerlo con amore". In una successiva intervista, Biden ha detto che non avrebbe graziato il figlio in caso di condanna.
"Come ho detto la scorsa settimana, accetterò il risultato di questo processo e continuerò a rispettare l'iter giudiziario mentre Hunter considera il ricorso. Io e Jill saremo sempre al fianco di Hunter e il resto della famiglia con il nostro amore e sostegno. Niente cambierà questo", il commento del presidente dopo la condanna.
"Come ho detto la scorsa settimana, sono un presidente ma sono anche un padre, Jill ed io amiamo nostro figlio e siamo orgogliosi dell'uomo che ha diventato", ha detto ancora, sottolineando come "molte famiglie" provano orgoglio per i modo in cui i propri cari "portano avanti la battaglia contro la tossicodipendenza".
Biden non ha partecipato a nessuna delle udienze del processo del figlio, mentre è stata quasi sempre presente la first lady che la scorsa settimana ha fatto anche avanti indietro con la Francia dove giovedì è stata al fianco del marito durante le cerimonie per gli 80 anni dal D-Day, tornando venerdì in Delaware per assistere all'udienza e poi volando di nuovo sabato a Parigi per la visita di Stato all'Eliseo.
Rientrato dalla Francia domenica, Biden è andato direttamente nella casa di famiglia a Wilmington per trascorrere del tempo con il figlio. Ora è rientrato a Washington da dove domani mattina è prevista la partenza del presidente per l'Italia dove parteciperà al G7. Il programma diffuso dalla Casa Bianca non prevede un ritorno in Delaware prima della partenza per Brindisi ma, ipotizza la Cnn, dopo la condanna di Hunter il programma potrebbe cambiare.
Esteri
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Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.