Dalla Conferenza di Berlino al G7 e al vertice in Svizzera
L'Ucraina combatte contro la Russia. Mentre la guerra prosegue, Kiev affronta un periodo cruciale lontano dal conflitto. Fischio d'inizio con la Conferenza per la ricostruzione a Berlino, occasione per garantire a Kiev miliardi di euro per la difesa, la produzione di sistemi di difesa e armi, per riparare e costruire nuovi e più moderni impianti per l'energia, come ha auspicato il presidente Volodymir Zelensky.
Dalla Conferenza di Berlino al G7
Poi, dal 13 al 15, in occasione del G7 in Puglia - con la partecipazione di Zelensky il 13 pomeriggio - si discuterà di un possibile accordo sulla questione degli asset russi congelati: fonti italiane assicurano che "c'è un ampio consenso sulla necessità di trovare delle risorse aggiuntive" per continuare a finanziare la guerra, ma anche per il sostegno al bilancio e per la ricostruzione dell'Ucraina.
Proprio in questi giorni sono in discussione le modalità. Alla riunione dei ministri delle Finanze a Stresa si è fatto un piccolo passo avanti. Il tema è tecnicamente molto complesso. Ma l'impegno politico a fare di più c'è. Gli Stati Uniti hanno proposto un prestito da 50 miliardi, da garantire con i proventi dei fondi russi congelati presso Euroclear, la società belga che detiene la maggior parte degli asset immobilizzati.
Il nodo da sciogliere ora è quello di individuare un meccanismo per legare gli impegni presi a livello di G7 con quelli a livello Ue, tenendo conto anche di una serie di questioni tecniche, fra cui le modalità di garanzia di un prestito con asset congelati solo di sei mesi in sei mesi, sulla base di decisioni del Consiglio europeo. L'auspicio della presidenza italiana del G7 è che attraverso "la burocrazia diplomatica" si riesca a trovare una soluzione.
Il summit in Svizzera senza la Russia
Infine, una quarantina di leader - nessuno dalla Russia e neanche dalla Cina - parteciperanno alla conferenza di pace per l'Ucraina che si terrà sabato e domenica nel resort di Bürgenstock in Svizzera. Presentato come "conferenza di pace", il summit non prevede di raggiungere alcun accordo tra le parti in conflitto, considerata l'assenza di una delle parti coinvolte, così come dei Paesi che con Mosca hanno stretti legami. Il Cremlino ha liquidato il vertice come un evento di propaganda occidentale.
Tuttavia, i diplomatici e il governo svizzero ritengono che potrebbe servire da preludio a ulteriori colloqui che potrebbero eventualmente includere la Russia. Saranno discusse, oltre che la proposta di pace avanzata da Volodymir Zelensky, questioni umanitarie, di sicurezza nucleare, della libertà di navigazione e della sicurezza alimentare.
Per la ricostruzione servono 500 miliardi
A Berlino, dove la conferenza si protrarrà fino a oggi, è in programma la definizione di 95 progetti di investimento che dovrebbero essere coperti da fondi occidentali, così come una serie di obiettivi di riforma. In discussione anche la 'quarta dimensione' del programma della conferenza, vale a dire, l'adesione di Kiev all'Unione europea.
La Banca Mondiale calcola che nei prossimi 10 anni serviranno quasi 500 miliardi di dollari per la ricostruzione dell'Ucraina. "Dopodomani io e il presidente Zelensky ci incontreremo nuovamente al G7 in Puglia. Mi esprimerò con forza a favore di impegni di ampio respiro e a lungo termine di sostegno all'Ucraina", ha affermato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, nell'intervento di apertura della conferenza internazionale sulla ricostruzione di oggi.
All'Ucraina a luglio saranno trasferiti 1,5 miliardi di euro di introiti degli asset russi congelati, e già questo mese, 1,9 miliardi di dollari nel quadro dell'Ukraine Facilty, il programma di assistenza finanziaria dell'Unione europea, ha spiegato la Presidente della Commissione uscente, Ursula von der Leyen.
"Abbiamo sempre detto che la Russia deve essere chiamata a rispondere dei suoi crimini e ora stiamo costringendola a pagare", ha aggiunto, precisando che l'obiettivo della conferenza è quello di guardare oltre le necessità immediate dell'Ucraina e di definire un "percorso credibile verso la rinascita economica del Paese".
Beni russi congelati
Il mese scorso l'Ue ha definito un accordo per usare gli utili degli asset della Banca centrale russa congelati nei cosiddetti depositi centrali di titoli, come Euroclear, per finanziare la difesa dell'Ucraina. Dall'inizio della guerra, sono stati congelati in tutto il mondo 260 miliardi di euro di asset della Banca centrale russa, di cui circa 210 miliardi nell'Ue. Al G7 si discuterà - ha ricordato von der Leyen - di come accelerare il processo per cui l'Ucraina può trarre beneficio da tali asset.
L'Ukraine Facility dell'Ue ha un bilancio complessivo di 50 miliardi di euro per il 2024-2027. La concessione di finanziamenti, un terzo della somma, e prestiti, due terzi, vengono concessi sulla base dell'attuazione delle riforme richieste a Kiev.
Zelensky ha precisato a Berlino che Kiev intende costruire generatori di elettricità a gas per 1 gigawatt quest'anno e 4 nei prossimi. I raid russi hanno distrutto 9 Gw di capacità dallo scorso marzo. Lo scorso anno, il consumo è stato di 18 Gw.
Esteri
Nuovi raid aerei di Israele nel sud del Libano –...
Nuovi raid aerei di Israele contro il sud del Libano. Distrutti centinaia di razzi pronti per essere lanciati in territorio israeliano, e altre infrastrutture militari. I media libanesi denunciano che ci sono stati fra i 50 e i 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l'operazione più pesante dall'inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah "proseguiranno" e ha parlato di "una nuova fase della guerra".
Esteri
Israele-Libano, rischio escalation preoccupa Usa e Russia:...
Wsj: "Pentagono non esclude operazione di terra Tel Aviv nel prossimo futuro". Ma Washington teme che la situazione possa andare fuori controllo
Crescono i timori per l'avvio di una operazione militare di terra delle forze israeliane nel sud del Libano nel prossimo futuro. Ad essere preoccupati sono non solo gi Usa, ma anche la Russia, che parla di "conseguenza catastrofiche".
Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, nei giorni scorsi ne ha parlato il segretario della difesa Lloyd Austin e l'attacco contro Hezbollah con cercapersone e walkie talkie esplosivi dà sostanza a tali timori. Austin e il dipartimento di stato hanno insistito nel sollecitare Israele a dare più tempo alla diplomazia, ma gli Stati Uniti temono che la situazione possa andare fuori controllo.
Russia: "Da operazione vasta scala effetti catastrofici e conseguenze in regione"
Da Mosca a parlare è la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova. "Date le dimensioni e le potenziali conseguenze degli eventi in corso, siamo profondamente preoccupati dai pericolosi sviluppi in Libano", ha affermato, denunciando le esplosioni dei dispositivi in dotazione agli esponenti di Hezbollah come "cyber attacchi di terrorismo". "Siamo convinti che l'avvio di una operazione militare su vasta scala in Libano avrebbe le conseguenze più distruttive per la sicurezza dell'intero Medio Oriente. E' necessario evitare tale scenario catastrofico", ha aggiunto. Mosca esprime la sua disponibilità per "strette interazioni con partner regionali e internazionali per ridurre le tensioni e stabilizzare la situazione militare e politica".
Wsj: improbabile accordo Israele-Hamas entro fine mandato Biden
Intanto, sempre dalla pagine del Wall Street Journal, alti funzionari statunitensi hanno ammesso che è "improbabile" che Israele e Hamas raggiungano un accordo prima della fine del mandato del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Questo dopo che per mesi diversi esponenti dell'Amministrazione hanno indicato che un cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi sia a portata di mano.
La Casa Bianca ha precedentemente affermato che le parti in conflitto hanno già accettato il "90%" del testo dell'accordo, quindi ci sarebbe la speranza di una svolta. Ma diversi funzionari di alto livello della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono sono piuttosto scettici in merito a un via libera definitivo. "Nessun accordo è imminente" e "non sono sicuro che verrà mai raggiunto", ha affermato uno dei funzionari statunitensi.
Le fonti hanno spiegato che dietro il loro pessimismo ci sono diversi motivi. Il numero dei prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare in cambio degli ostaggi era uno dei nodi principali, ma si è ancora più complicato dopo la morte di sei rapiti, tra cui un cittadino americano. E l'attacco di due giorni a Hezbollah con cercapersone e walkie-talkie esplosivi, seguito da raid aerei israeliani, ha reso molto più probabile la possibilità di una guerra totale, complicando la strada per una soluzione diplomatica con Hamas.
Un altro problema è che, secondo i funzionari dell'Amministrazione Biden, Hamas prima avanza delle richieste e poi si rifiuta di dire "sì" dopo che gli Stati Uniti e Israele le accettano. L'intransigenza ha frustrato i negoziatori, che ritengono sempre di più che la fazione palestinese non sia seriamente intenzionata a concludere un accordo. I critici hanno anche accusato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di sabotare il processo, in parte nel tentativo di placare l'estrema destra della sua coalizione di governo.
Di conseguenza, l'umore all'interno dell'Amministrazione e in Medio Oriente è cupo come non lo è mai stato negli ultimi mesi. "Non c'è alcuna possibilità che accada ora - ha aggiunto un funzionario di un Paese arabo poco dopo l'operazione contro Hezbollah - Tutti sono in modalità attesa fino a dopo le elezioni. L'esito determinerà cosa può accadere nella prossima Amministrazione".
Esteri
Ucraina, von der Leyen a Kiev: “Qui per garantire...
"La mia ottava visita mentre inizia a breve la stagione che richiede riscaldamento e la Russia continua a prendere di mira le infrastrutture energetiche", scrive su X
La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen è arrivata a Kiev per discutere con Volodymir Zelensky del sostegno dell'Europa all'Ucraina, dei preparativi per l'inverno e dei progressi sul dossier dei prestiti del G7. "La mia ottava visita a Kiev si svolge a ridosso dell'inizio della stagione del riscaldamento, con la Russia che continua a colpire le infrastrutture dell'energia", ha scritto su X. Ieri aveva annunciato lo stanziamento, per le necessità umanitarie urgenti dell'Ucraina quest'inverno, di 160 milioni di euro frutto dei ricavi degli asset russi congelati.
Ue verso annuncio prestito da 35 mld a Kiev
La Commissione Europea dovrebbe annunciare oggi un prestito di 35 miliardi di euro all'Ucraina come parte di un piano del G7 per raccogliere 50 miliardi di dollari sulla base dei profitti futuri derivanti dai beni statali russi congelati. Lo scrive il Financial Times, sul suo sito, mentre la presidente Ursula von der Leyen si trova in visita a Kiev. La quota finale dell’Ue verrà ridotta, se gli Stati Uniti contribuiranno al prestito in una fase successiva. I leader del G7 hanno concordato nel giugno scorso di condividere i 50 miliardi di dollari in base al rispettivo peso economico dei loro Paesi, con l’Ue e gli Stati Uniti a 20 miliardi di dollari ciascuno, e Canada, Giappone e Regno Unito per complessivi 10 miliardi di dollari.
Tajani: "Stiamo per inviare batteria antiaerea Samp-T"
"Stiamo per inviare una nuova batteria antiaerea Samp-T per proteggere le città, gli ospedali, le scuole e le università di questo Paese attaccato dalla Federazione russa". Lo ha dichiarato a proposito della guerra in Ucraina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio 24.
Giuli: "Guerra all'Ucraina toglie libertà e democrazia"
"Inizio i lavori con il ministro della Cultura ucraino, Mikola Tochytskyi. Lui e il suo popolo si stanno difendendo dalla Russia di Putin. Un'aggressione scellerata e criminale che viola i principi del diritto internazionale e che riporta in Europa l'orrore del conflitto militare. Una guerra lanciata per togliere al popolo ucraino la libertà e la democrazia e che sta producendo morte e indicibili sofferenze alla popolazione". Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, apre il G7 Cultura che si sta svolgendo a Napoli e che si terrà fino a domani, 21 settembre. "La cultura è identità e anima di una nazione ed è un imperativo proteggerla dalle minacce del nostro tempo. La guerra al popolo ucraino sta provocando anche un attacco indiscriminato al patrimonio culturale ucraino. Sono ormai tanti i casi di chiese, musei, teatri, edifici storici o altri luoghi della cultura che sono stato bersaglio delle bombe russe. E numerose le opere d’arte trafugate o distrutte nel corso di operazioni militari". "Di fondo - prosegue Giuli - sembra esserci un tentativo di cancellare l’identità culturale ucraina, di annientare i segni di una Nazione, che ha dimostrato, con il coraggio e la determinazione di voler scegliere autonomamente il proprio futuro. Non possiamo permetterlo. Dobbiamo continuare ad essere al fianco del popolo ucraino nella difesa della sua sovranità. Dobbiamo aiutarlo a proteggere il suo patrimonio culturale e assisterlo nell’opera di ricostruzione. Spero che da questa riunione G7 parta un messaggio forte e condiviso per la tutela dell’identità culturale ucraina", conclude.