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Israele, raid nel sud del Libano: ucciso alto comandante Hezbollah

Stato ebraico uccide alto comandante Hezbollah: morto Taleb Abdullah. Pioggia di missili in risposta dal Libano. Blinken: "Per Hamas il momento di decidere è ora, più aspetta più la gente soffre'

Macerie a Gaza - Afp

Sia Israele che i gruppi armati palestinesi con Hamas nella Striscia di Gaza hanno commesso crimini di guerra dall'inizio del conflitto nell'enclave palestinese dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele. L'accusa, anche di crimini contro l'umanità per Israele nel contesto delle operazioni a Gaza, arriva da un rapporto del Consiglio per i diritti umani dell'Onu.

"E' un imperativo che tutti coloro che hanno commesso crimini ne rispondano", ha detto la presidente della Commissione d'inchiesta sui Territori palestinesi occupati, la giurista sudafricana Navi Pillay, che ha chiesto a Israele di porre fine all'azione militare nella Striscia.

Israele è accusato di crimini di guerra che includono l'uso della fame come metodo di guerra, attacchi deliberati contro civili e obiettivi civili, violenza sessuale, tortura e trattamenti inumani o crudeli.

Pillay ha anche chiesto la fine degli attacchi da parte dei gruppi armati palestinesi contro Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi. La Commissione elenca attacchi contro civili, tortura, trattamenti inumani e crudeli e presa di ostaggi come crimini di guerra commessi dal braccio armato di Hamas e altri sei gruppi armati. "La presa d'ostaggi costituisce un crimine di guerra", ha rimarcato Pillay.

Durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele morirono circa 1.200 persone e altre 250 vennero prese in ostaggio. Circa 120 persone sono tuttora nelle mani di Hamas. Israele ha risposto a quell'attacco lanciato una massiccia offensiva militare a Gaza, dove - secondo le autorità di Hamas - si contano più di oltre 37.200 i morti e quasi 85mila feriti.

Blinken: "Per Hamas è il momento di decidere"

"Hamas ha proposto numerosi cambiamenti per la proposta che era sul tavolo" per il cessate il fuoco permanente e il rilascio degli ostaggi. Lo ha reso noto Antony Blinken, in una conferenza stampa oggi a Doha dopo l'incontro con il premier del Qatar, e ministro degli Esteri, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, sottolineando che "su alcuni cambiamenti si può lavorare, su altri no". "Abbiamo discusso questi cambiamenti ieri sera con i colleghi egiziani ed oggi con il primo ministro", ha aggiunto il segretario di Stato Usa senza fornire dettagli sui cambiamenti proposti da Hamas. Ribadendo che l'offerta presentata "era virtualmente identica" a quella che Hamas ha in precedenza accettato, Blinken ha aggiunto: "Hamas potrebbe rispondere con una sola parola, sì. Invece ha aspettato quasi due settimane ed ha chiesto numerosi cambiamenti. Il momento di decidere è ora, più si aspetta e più la gente soffre. E quando ha impiegato 12 giorni solo per dare una risposta alla proposta presentata dal presidente Biden, altra sofferenza è avvenuta in quei 12 giorni". "Più questo continua, maggiore sarà la sofferenza", conclude il segretario di Stato Usa.

Blinken ha poi sottolineato che "uno dei nostri obiettivi è impedire che questo conflitto a Gaza si allarghi nella regione". "Arrivare ad un cessate il fuoco, eliminerà un'enorme quantità di pressione dal sistema e toglierà una giustificazione che Hezbollah fornisce per gli attacchi che sta conducendo", ha aggiunto il segretario di Stato Usa riferendosi al rischio di escalation tra Israele e Hezbollah a nord.

Israele uccide alto comandante Hezbollah

Hezbollah ha annunciato la morte di un suo alto comandante in un attacco aereo israeliano nel sud del Libano: Taleb Abdullah, della città di Aadachit, nel sud del Libano, è stato ucciso "sulla strada di Gerusalemme", ha reso noto la milizia. Secondo l'IDF, si tratta del comandante di Hezbollah di più alto grado ucciso durante i combattimenti in corso. Abdullah - risporta il Times of Israel - è stato l'artefice di numerosi attacchi contro il nord di Israele negli ultimi otto mesi, soprattutto contro la città di Kiryat Shmona e altre città e postazioni dell'esercito nell'Alta Galilea e nella zona delle alture del Golan. Abdullah è stato coinvolto nel tentato rapimento del 2005 a Ghajar e, nella guerra del 2006 in Libano, è stato il comandante dell'area di Bint Jbeil. L'esercito ha pubblicato il filmato dell'attacco, in cui sono stati uccisi altri tre miliziani di Hezbollah.

Abdullah è stato ucciso nella città costiera di Jouaiyya, circa 25 chilometri a nord del confine con Israele. Il giornale Al-Akhbar, affiliato a Hezbollah, ha riferito che almeno altre quattro persone sono state uccise nell'attacco. Nella sua dichiarazione, Hezbollah si è riferito ad Abdullah come a un comandante, espressione usata molto raramente per indicare un esponente di alto grado. L'unico altro agente indicato come comandante è Wissam al-Tawil, il vice capo della forza d'élite Radwan, ucciso a gennaio.

Il capo del consiglio esecutivo di Hezbollah, Hashem Safieddine, ha quindi avvertito Israele che "intensificheremo la forza, la quantità e la qualità delle sue operazioni". Il nostro nemico saprà chi sono i figli della resistenza del Libano". L'Orient Le Jour riferisce di centinaia di sostenitori e militanti di Hezbollah radunati alla periferia sud di Beirut per l'addio al comandante militare. Secondo le dichiarazioni diffuse da Al Manar, tv libanese legata agli Hezbollah, Safieddine ha aggiunto che Israele "si sbaglia" se pensa che uccidere combattenti del gruppo indebolirà la posizione di Hezbollah. "Se il messaggio del nemico è che cerca di intaccare la nostra determinazione in modo da farci fare marcia indietro - ha affermato - deve sapere che la nostra risposta è definitiva e inevitabile". "Se il nemico urla e piange per quanto accaduto nel nord della Palestina - ha detto - che si prepari a piangere e al dolore

Secondo i media israeliani, da questa mattina più di 170 razzi sono stati lanciati dal Libano in direzione del nord di Israele. Non ci sono notizie di feriti. Aerei da combattimento israeliani hanno quindi colpito le infrastrutture di Hezbollah a Yater, nel sud del Libano, utilizzate per effettuare i bombardamenti missilistici di questa mattina sul nord dello Stato Ebraico, ha reso noto l'esercito israeliano, aggiungendo che nei raid è stato colpito anche un lanciarazzi utilizzato ad Hanine.

Hamas: "Intensificare intifada in Cisgiordania"

"Intensificare l'intifada" di fronte alle operazioni delle forze israeliane. Hamas incita così i palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme Est dopo la denuncia del ministero della Salute dell'Autorità palestinese sulla morte di sei persone in un blitz dei militari israeliani nei pressi di Jenin. Hamas ha denunciato l'operazione a Kafr Dan, accusando Israele di "delirare nel credere che i massacri in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza porteranno i palestinesi ad abbandonare la decisione di resistere davanti alla barbarie e al fascismo e difendere la loro patria e i luoghi sacri".

Per Hamas, riporta il giornale palestinese 'Filastin' legato al gruppo, i "crimini" israeliani "rafforzeranno solo la determinazione della popolazione e della resistenza nel seguire il percorso verso la sconfitta dell'occupazione e il ritiro dei coloni". Hamas parla di "brutalità dell'occupazione criminale a Jenin e Ramallah", di una "lunga storia di crimini atroci".

Su Kafr Dan i militari israeliani hanno riferito di un'operazione "antiterrorismo" nell'area. Altri quattro palestinesi, compreso un comandante di Hamas, sono morti un giorno prima in un'altra operazione nei pressi di Ramallah.

Idf: "Distrutti 30 obiettivi Hamas a Rafah"

Gli aerei dell'Idf hanno attaccato e distrutto oltre 30 obiettivi terroristici di Hamas a Rafah, nella Striscia di Gaza, durante la notte, inclusi tunnel, edifici militari, terroristi armati, lanciarazzi e altro ancora.

L'esercito ha operato nell'area della città meridionale dell'enclave palestinese, dove ha localizzato e distrutto numerosi edifici con trappole esplosive, ucciso diversi terroristi armati e localizzato e confiscato attrezzature da combattimento terroristiche, aggiunge l'Idf.

Colloquio Austin-Gallant: "Spetta ad Hamas accettare l'accordo"

Intanto il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha parlato con il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant per congratularsi con lui per il salvataggio di quattro ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza. I due hanno anche discusso degli sforzi di "de-escalation delle tensioni lungo il confine tra Israele e Libano sulla scia dell'accresciuta aggressività degli Hezbollah libanesi", aggiunge il comunicato. Lloyd ha ringraziato Gallant per "il sostegno di Israele al cessate il fuoco e all'accordo sugli ostaggi".

"Ho parlato oggi con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant per congratularmi con lui per il salvataggio di quattro ostaggi israeliani - ha scritto il segretario alla Difesa Austin su X - e per evidenziare le mie preoccupazioni per le tensioni lungo il confine tra Israele e Libano in seguito alla crescente aggressione degli Hezbollah libanesi. Ho ribadito il sostegno degli Stati Uniti all’accordo globale sul cessate il fuoco e sugli ostaggi, e abbiamo concordato che spetta ad Hamas accettare l’accordo".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Morire in Ucraina? Conviene più che avere un futuro: in...

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Ecco come la guerra sta cambiando la società russa e la sua economia

Soldati russi in Ucraina - Fotogramma /Ipa

La guerra tra Russia e Ucraina non è più solo una questione politica, di sicurezza o ideologica. Ma un vantaggio economico per i russi. "Andare al fronte ed essere uccisi dopo un anno è più vantaggioso economicamente (in molte regioni del del Paese, ndr) di poter avere un futuro", ha spiegato l'economista Vladislav Inozemtsev, citato dal Wall Street Journal. Inozemtsev anche introdotto un termine per descrivere questo fenomeno: la "deathonomics", economia della morte.

"Perdere una persona cara è una grande tragedia, un vuoto incolmabile. Ma alcuni vivono a malapena e quando muoiono per la vodka o qualcosa d'altro, non è chiaro per cosa siano morti. Suo figlio ha vissuto, lo capisce? Ha raggiunto il suo obiettivo", ha dichiarato del resto Putin, parlando con la madre di un caduto al fronte nel novembre del 2022.

Salari alti e bonus ai soldati, compensazioni alle famiglie di chi muore

Il governo offre salari alti e bonus per reclutare nuovi soldati. In alcune delle regioni più povere del Paese, il salario è cinque volte superiore a quelle più ricche. Nella regione di Tuva, dal gennaio del 2022 la media dei depositi bancari è aumentata del 151 per cento. In quella di Altai, i proventi dei locali pubblici sono aumentati del 56 per cento quest'anno, contro il 9 per cento della media nazionale. Lo scorso ottobre, i soldati di origine buriata rimasti uccisi in guerra sono stati 1.719. Ma dopo le proteste dei primi mesi della guerra, la popolazione ha accettato quello che sta accadendo: dal gennaio del 2022 i depositi bancari sono aumentati dell'81 per cento. Quest'anno l'attività per l'edilizia civile del 32 per cento contro un aumento medio nazionale del due.

Le famiglie di chi muore al fronte ricevono dal governo compensazioni elevate. L'economista russo ha calcolato che la famiglia di un 35enne che viene ucciso al fronte dopo aver combattuto per un anno riceve 14,5 milioni di rubli, l'equivalente di 150mila dollari, fra il suo salario di soldato e i risarcimenti. Più di quanto avrebbe guadagnato lavorando come civile fino ai 60 anni, in alcune regioni del Paese. Le famiglie inoltre possono ricevere altri risarcimenti e assicurazioni.

Come la guerra sta cambiando la società russa e la sua economia

I versamenti alle famiglie dei caduti al fronte sono arrivati, in un anno, fino allo scorso giugno, a 30 miliardi di dollari. Un indicatore su come la guerra sta trasformando la società russa e la sua economia. "E' denaro che la maggior parte delle persone in queste zone di retrovia non avrebbero mai visto nella loro intera vita, quindi è ovvio che molti di loro abbiano accettato", ha sottolineato un altro economista, Vasily Astrov, all'Institute for International Economics Studies di Vienna.

Dall'inizio dell'invasione il Cremlino ha aumentato la spesa militare ai livelli sovietici, disinnescando alcune delle conseguenze delle sanzioni occidentali. Le fabbriche militari lavorano senza sosta, garantendo ai dipendenti salari elevati. Anche grazie ai risarcimenti alle famiglie dei caduti nelle zone più depresse del Paese, che garantiscono un flusso costante di reclute, la ricchezza a livelli mai raggiunti dal 1995.

La guerra in Ucraina ha trasformato anche la percezione del prestare servizio nelle forze armate. Non si tratta solo di aumentare il proprio reddito e quello della propria famiglia ma anche lo status sociale. Il governo per esempio ha varato il programma "il tempo degli eroi" per inserire nell'apparato della burocrazia i reduci.

I militari sono chiamati a fare lezioni nelle scuole, al loro ritorno dal fronte. Vladimir Putin parla di una "nuova elite" di militari che beneficiano di un percorso di carriera facilitato in politica. E' aumentata la percentuale di russi che pensano che il Paese stia andando nella direzione giusta, segnala il centro di ricerche indipendente, e considerato come 'agente straniero', Levada.

"Un giovane deve capire: è vero, tuo padre ha portato a termine un atto eroico ed è morto. Ma grazie a questo atto eroico avete un appartamento. La guerra rende i bambini più patriottici", ha affermato il governatore di una regione dell'estremo oriente russo in un incontro per promuovere il sostegno ai minorenni colpiti dalla guerra.

Dall'inizio della guerra, le vittime in Russia sono state 600mila, fra morti e feriti, 1.500 al giorno a ottobre. Il governo offre ai soldati inviati al fronte 210mila rubli al mese, l'equivalente di 2.140 dollari, un salario sostanzialmente più alto della media nazionale, che è di 75mila rubli. Altri bonus sono elargiti a chi prende parte a operazioni offensive e a scontri sul campo di battaglia. Anche i governi delle regioni erogano versamenti. Il risultato è che Mosca riesce a reclutare mille persone ogni giorno, secondo le stime dell'intelligence britannica. I versamenti dello Stato rendono conto dell'8 per cento della spesa pubblica nell'anno che si è concluso lo scorso giugno, espandendo il deficit pubblico, quindi l'inflazione che ha costretto la Banca centrale ad aumentare i tassi di interesse al record del 21 per cento. L'alto numero di reclute ha creato un vuoto per le imprese che cercano autisti e operai.

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Esteri

Elon Musk alla guida del Doge, innovazione o gigantesco...

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Gli affari del patron X e Tesla nel mirino degli osservatori

Il post su X di Elon Musk con il logo del Doge, il dipartimento Usa per l'Efficienza governativa - Fotogramma /Ipa

Elon Musk 'uber alles'. Incassata la nomina di Donald Trump alla guida del dipartimento per l'Efficienza governativa e, poche ore più tardi, il rimbrotto del presidente Mattarella per le sue entrate a gamba tesa contro la magistratura italiana, il ceo di Tesla e di X è senza dubbio l'uomo del momento. Anzi "il cittadino privato più potente d'America", lo ha definito il New York Times, che non più di alcune settimane fa denunciava il "gigantesco conflitto d'interesse" dell'imprenditore di origine sudafricana, mai come in questa fase (di transizione) al centro della scena politica statunitense e non solo.

Dal golf alle cene, simbiosi con Trump

Trump e Musk - che fino a poco tempo fa erano essenzialmente due estranei - vivono in perfetta simbiosi, anche troppo secondo una parte della stampa statunitense, che evidenzia come il patron di X sia "ovunque Trump volga lo sguardo", dai campi da golf alle cene che il tycoon newyorkese organizza nel suo resort di Mar-a-Lago dal quale, a colpi di post e comunicati stampa, a ritmi serratissimi sta annunciando la sua nuova squadra di governo. Al suo sodale, che lavorerà insieme al patriota di origini indiane e candidato alla presidenza Vivek Ramaswamy, il presidente eletto ha affidato il delicato compito di smantellare la burocrazia governativa, tagliare gli sprechi e gli eccessi regolatori e ristrutturare le agenzie federali.

Doge, cos'è il "Progetto Manhattan dei nostri tempi"

Il dipartimento per l'Efficienza governativa "diventerà potenzialmente il 'Progetto Manhattan' dei nostri tempi", ha annunciato trionfalmente Trump, riferendosi al progetto che portò allo sviluppo della bomba atomica durante la Seconda guerra mondiale.

Nonostante il nome, il dipartimento non sarà un'agenzia governativa. Lo stesso presidente eletto, sottolinea il Guardian, ha spiegato che Musk e Ramaswamy lavoreranno al di fuori del governo per offrire alla Casa Bianca "consigli e indicazioni" e collaboreranno con l'Office of Management and Budget per "guidare una riforma strutturale su larga scala e creare un approccio imprenditoriale al governo mai visto prima". Sarà uno "shock" contro la burocrazia, ha sostenuto Trump, mentre Musk ha utilizzato il suo social per assicurare che tutte le azioni del dipartimento saranno online in modo da garantire "la massima trasparenza". Allo stesso tempo ha promesso ai cittadini americani di voler stilare una classifica "per la spesa più follemente stupida dei vostri soldi delle tasse".

Non è chiaro come formalmente opererà il dipartimento per l'Efficienza governativa. Potrebbe rientrare nel Federal Advisory Committee Act, che stabilisce come devono operare i gruppi esterni che consigliano il governo. I dipendenti federali, inoltre, sono generalmente tenuti a rivelare i propri beni e i propri legami per scongiurare potenziali conflitti di interesse. Poiché Musk e Ramaswamy non sarebbero dipendenti federali, non avrebbero tali obblighi, ma il nodo del conflitto d'interesse del sudafricano sono tutti sul tavolo.

A partire dall'acronimo del dipartimento che guiderà - Doge - e che Musk ha promosso senza sosta in rete. L'acronimo è molto simile alla criptovaluta Dogecoin, lanciata dal ceo di X e Tesla nel 2013 come alternativa al Bitcoin ed il cui valore negli ultimi cinque giorni è aumentato del 98%, con un'ulteriore impennata dopo l'ufficializzazione della nomina da parte di Trump. Anche le azioni di Tesla sono aumentate di circa il 30% dalle elezioni.

Gli affari di Musk nel mirino degli osservatori

Ma è al core business di Musk che guardano tutti gli osservatori. Gli esperti suggeriscono che il suo legame profondo con la Casa Bianca, unito ai contributi milionari alla campagna di Trump, faccia parte di una strategia più ampia per assicurarsi influenza sulle agenzie regolatorie che supervisionano le sue aziende. In un articolo del 20 ottobre, il Nyt metteva in guardia dal fatto che "l'uomo più ricco" del mondo avrebbe avuto "il potere di regolamentare gli enti regolatori che hanno influenza sulle sue aziende, il che equivale a un potenziale enorme conflitto di interessi".

Anche secondo il Guardian, che in polemica con Musk ha annunciato che non pubblicherà più contenuti su X, ricoprire un incarico - anche se non governativo - potrebbe giovare al valore di mercato delle sue aziende e alle sue attività preferite come l'intelligenza artificiale e le criptovalute. Il giornale britannico spiega come solo l'anno scorso, le aziende di Musk abbiano ricevuto quasi tre miliardi di dollari grazie a quasi 100 contratti stipulati con 17 agenzie federali. E non è utopistico immaginare che questi contratti - se i rapporti con Trump dovessero restare ai livelli attuali - potrebbero aumentare.

L'obiettivo di Musk, allora, è eliminare in questa fase ogni ostacolo che può intralciare i suoi obiettivi visionari come raggiungere Marte, dove prevede di inviare i primi equipaggi già nel 2028. Nel frattempo si deve occupare di affari terreni, scontrandosi propri con gli enti regolatori federali che tra qualche tempo potrebbe essere lui a 'regolare'. Come rimarca il Business Standard, le sue aziende sono attualmente invischiate in almeno 20 inchieste, che vanno dai timori sulla sicurezza relative ai veicoli Tesla all'impatto ambientale dei lanci di razzi di SpaceX.

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Esteri

Ue, è stallo sul von der Leyen bis: maggioranza...

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Le audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi in pectore hanno prodotto nervosismo a Bruxelles: veti incrociati all’interno della maggioranza tra Popolari e Socialisti, il caso Fitto

Ursula von der Leyen - Fotogramma /Ipa

La nomina della seconda Commissione Europea di Ursula von der Leyen si va complicando sempre di più. Le audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi in pectore, che avrebbero dovuto chiudere l’esame da parte del Parlamento Europeo, hanno prodotto a Bruxelles uno stallo nervosissimo, provocato dai veti incrociati all’interno della maggioranza, tra Popolari e Socialisti.

Il 'caso Fitto', Socialisti sul piede di guerra

In sostanza i Socialisti e Democratici non vogliono che a Raffaele Fitto, ministro degli Affari Europei del governo Meloni, malgrado sia generalmente considerato adatto a fare il commissario alla Coesione, venga assegnata una vicepresidenza esecutiva perché i Conservatori, il gruppo di Fratelli d’Italia, non fanno parte della maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen in luglio. Per i Socialisti, e anche per molti eurodeputati del Pd, la vicepresidenza esecutiva assegnata all’Ecr altera il profilo politico della Commissione.

I Socialisti sono sul piede di guerra, tanto che diversi eurodeputati dell’S&D, fuori microfono, dicono che potrebbero persino votare contro l’intero collegio a Strasburgo. Von der Leyen “faccia la maggioranza con Orban, Bardella e AfD e spieghi ai cittadini europei che è la curatrice fallimentare dell’Ue”, dice una fonte del Pd. Il francese Raphael Glucksmann, il primo ad aprire le ostilità via social nei confronti di Fitto, dice che non si può avere un "accordo a luglio" e una "maggioranza con l'estrema destra a novembre. Una linea rossa è una linea rossa". A palazzo Berlaymont, sede della Commissione, si è tenuto un incontro tra i vertici di Ppe, S&D e Renew Europe, ma non è andato bene.

La risposta dei Popolari: bloccata la nomina di Ribera

La capogruppo socialista Iratxe Garcia Perez, dopo aver incontrato von der Leyen, ha detto di non essere ottimista e di non sapere se verrà trovato un accordo. I Popolari, che hanno bisogno dei Conservatori in Parlamento per evitare uno spostamento troppo a sinistra del Green Deal, per tutta risposta hanno bloccato la nomina della vicepresidente spagnola Teresa Ribera, che è stata attaccata in audizione dai suoi compatrioti, che sulle alluvioni che hanno sconvolto la regione di Valencia stanno attaccando il governo di Pedro Sanchez e chiedono che Ribera riferisca alle Cortes, cosa che dovrebbe accadere la settimana prossima. Quindi, alla questione Fitto si aggiunge un problema tutto spagnolo, il tentativo del Partido Popular di dare una spallata a Pedro Sanchez, dopo le alluvioni a Valencia, che acquista grandissima rilevanza anche perché gli spagnoli conservano la presidenza del gruppo S&D, malgrado siano la seconda delegazione dopo il Pd.

Stallo totale e silenzio di von der Leyen, le tappe della rottura

Lo stallo, al momento, appare totale. Non aiuta il silenzio di von der Leyen: “Parli, dica qualcosa c…”, sbotta un eurodeputato Dem. Anche una dichiarazione politica, in cui si dica che la maggioranza è quella che l’ha eletta a luglio, aiuterebbe a distendere gli animi, ma per tutto il giorno von der Leyen ha taciuto, chiusa al Berlaymont. Ha persino annullato la sua partecipazione alla miniplenaria di Bruxelles, inizialmente ventilata. Per una fonte dell’S&D, solamente una dichiarazione politica della presidente eletta non basterebbe. Se vuole conservare la vicepresidenza esecutiva per Raffaele Fitto, allora, ragiona un eurodeputato socialista, dovrebbe “raddoppiare” le deleghe dei commissari socialisti.

Secondo una fonte popolare, la rottura si sarebbe consumata lunedì sera, quando i Socialisti avrebbero comunicato a Manfred Weber che non avrebbero votato né Fitto, né Oliver Varhelyi, il candidato ungherese alla Salute (attuale commissario all’Allargamento), il cui destino rimane appeso, insieme a quello dei sei vicepresidenti. Questo, come ha osservato Carlo Fidanza di Fdi, malgrado l'Ecr abbia appoggiato gli altri commissari, che senza l'appoggio dei Conservatori non sarebbero passati con la maggioranza necessaria dei due terzi. A quel punto Weber avrebbe deciso di bloccare Ribera, anche perché deve ancora riferire alle Cortes ed è preferibile che i prossimi componenti della Commissione non abbiano “ombre” in patria che possano creare noie a Bruxelles nel corso del mandato. La linea di Weber avrebbe incontrato qualche obiezione da parte dei coordinatori Ppe nelle commissioni, i quali temono che lo scontro con i Socialisti possa far deragliare la nomina della nuova Commissione.

Il capodelegazione della Lega, Paolo Borchia, dei Patrioti ha preso carta e penna e ha scritto alla presidente dell’Aula Roberta Metsola, osservando che il Parlamento “calpesta le sue stesse regole”. Le audizioni vengono tenute per appurare se un commissario è adatto o meno al lavoro che deve fare. In pochi sostengono che Fitto e Ribera siano inadatti al ruolo che devono ricoprire. Entrambi sono andati bene nelle rispettive audizioni: Fitto, in particolare, ha eretto un invalicabile 'muro di gommapiuma', rispondendo con calma e disponibilità al dialogo anche agli interventi più ‘aggressivi’.

A un certo punto, forte del suo passato nella Dc e dei suoi tre mandati da europarlamentare, ha lodato il lavoro fatto sulla coesione da Younous Omarjee, che ha redatto un rapporto di cui lui, Fitto, è stato relatore ombra. Ha definito il rapporto Omarjee un’ottima “base” su cui lavorare, malgrado le “differenze politiche” che lo separano dall’ex collega. Che milita nella France Insoumise, la Gauche del tribuno Jean-Luc Mélenchon. Ma ormai la partita è tutta politica e viene decisa dai vertici dei gruppi: l’esito sembra prescindere del tutto dal merito delle audizioni. Invano la capogruppo di Renew Valérie Hayer ieri ha fatto appello alle parti affinché tornino al tavolo, per evitare uno “stallo” che sarebbe dannoso “per tutti”.

Rischio nuove tensioni e rinvii

La von der Leyen bis non è ancora nata e la maggioranza che ha rieletto Ursula è percorsa da tensioni fortissime. E oggi, se non interverrà un accordo, le tensioni potrebbero aumentare ulteriormente perché i Popolari hanno presentato emendamenti al regolamento Ue sulla deforestazione, secondo i Socialisti violando gli accordi. La partita delle nomine al momento pare destinata ad essere rimandata alla settimana prossima. Per l’eurodeputata di Forza Italia Letizia Moratti, l’esito sarà successivo al passaggio di Ribera alle Cortes.

L'Ue a pezzi si presenta a Trump

Intanto, Donald Trump è stato rieletto negli Usa e si prepara a riprendere possesso della Casa Bianca. Con l’Ue non era stato tenero, nel suo primo mandato: il primo politico europeo che aveva ricevuto alla Trump Tower, dopo aver vinto alle urne, era stato Nigel Farage, il papà della Brexit. All’epoca Socialisti e Popolari governavano l’Aula. Questa volta si troverà di fronte un’Unione ancora più divisa, con la (ex?) maggioranza Ursula che pare sul punto di spaccarsi in mille pezzi, ancora prima che la nuova Commissione si insedi. Il tutto con la Germania, motore immobile dell'Unione, senza un governo nel pieno dei suoi poteri, con ogni probabilità almeno fino alla prossima primavera.

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