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Economia
La Borsa di Londra supera Parigi e Milano sciopera, cosa...
La Borsa di Londra supera Parigi e Milano sciopera, cosa succede?
Due notizie che hanno un filo conduttore: politica e finanza per produrre valore devono remare dalla stessa parte
![Piazza Affari, Milano](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b27c258078b-38ecc2cde6b3-1000/format/big/piazzaaffari_milano_fg.jpeg)
Due notizie diverse, solo apparentemente lontane tra loro. La Borsa di Londra torna prima per capitalizzazione, dopo i danni prodotti da Brexit, ai danni di Parigi, dove le quotazioni crollano per l'instabilità politica. Il Cac 40, il principale listino francese, ha bruciato la crescita dei primi 5 mesi del 2024 a causa delle elezioni europee e delle conseguenze del voto. Per la prima volta nella storia, è stato proclamato uno sciopero a Piazza Affari, con i sindacati che denunciano un disinvestimento dall'Italia del gruppo Euronext. Cosa succede? Perché esiste un legame?
Una prima parte della risposta è nel peso che le decisioni politiche riflettono sui mercati finanziari, con la stabilità e la fiducia che spingono la crescita e l'incertezza che, al contrario, penalizza il valore. La seconda parte è nella lettura inversa e riguarda il peso che invece le strutture finanziarie hanno come volano per la crescita economica e la stabilità finanziaria, con evidenti ripercussioni anche per la politica. Non servono valutazioni nazionaliste, o sovraniste, per evidenziare che il legame tra una Borsa forte e l'economia di ogni singolo Paese è oggettivo. Forte, nel caso di Piazza Affari, non vuol dire che debba essere per forza controllata da capitale italiano ma che deve funzionare.
Nelle motivazioni che hanno portato alla proclamazione del primo sciopero nella storia di Borsa Italiana per il prossimo 27 giugno c'è la convinzione che non sia così. Si va dalla "profonda preoccupazione per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale", alla "questione salariale" perché si dimostra di "non voler proteggere il potere di acquisto dei lavoratori italiani". Si passa per "l'organizzazione del lavoro sempre più fragile" e si arriva all'ultimo elemento, forse quello più rilevante: "la governance e della progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del Gruppo Borsa Italiana", con "un progressivo trasferimento al di fuori dell’Italia dell’indirizzo strategico del Gruppo".
Londra ha pagato la Brexit, Parigi paga l'instabilità politica e Milano rischia di pagare le scelte di una proprietà, Euronext, che a detta dei sindacati sta scegliendo di delocalizzare. Il tema di fondo resta uno: politica e finanza per produrre valore devono remare dalla stessa parte. (Di Fabio Insenga)
Economia
Cibo taroccato, all’estero 1 turista italiano su 2 si...
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Si va dall'olio 'pompeiano' al vino Chianti Sangiovese fatto in California fino a uno dei prodotti simbolo dei fake, il parmesan
Secondo un'indagine Coldiretti, almeno un turista italiano su due che viaggia all'estero si è ritrovato a tavola prodotti tricolori taroccati, fatti con ingredienti e procedure che nulla hanno a che fare con la cucina italiana. Si va dall'olio 'pompeiano' al vino Chianti Sangiovese fatto in California fino a uno dei prodotti simbolo dei fake, il parmesan. Gli Usa in cima alla classifica dei maggiori taroccatori.
Economia
Pirateria audiovisiva, nel 2023 almeno un atto da 39%...
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Si stima una perdita di fatturato per l'economia italiana pari a circa 2 miliardi di euro
Secondo un'indagine sulla pirateria audiovisiva, nel 2023 almeno il 39% degli adulti italiani ha usufruito illecitamente di film, serie/fiction, programmi o sport live. La perdita stimata di fatturato per l'economia italiana è pari a circa 2 miliardi di euro, che implica una perdita di pil di circa 821 milioni di euro e una contrazione dei posti di lavoro pari a circa 11.200 unità. Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).
Economia
Ue: Mf, debito francese e tedesco è cresciuto più di quello...
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![(Thierry Monasse / Fotogramma) - Fotogramma](https://www.adnkronos.com/resources/027f-177830886966-d40d125feaed-1000/format/big/incontro_monti_barroso_alla_commissione_europea.jpeg)
Il debito francese e tedesco è cresciuto più di quello italiano negli ultimi 4 anni. E' quanto rileva Roberto Sommella su 'Milano Finanza'. "I primi tre paesi per aumento del debito sono, nell’ordine, la Francia (che ha fatto registrare un aumento dell’indebitamento pari a 715 mld per un rialzo del 29%), seguita dalla Germania (aumento del debito di 553 miliardi per un rialzo del 26%) e dall’Italia in terza posizione (più 496 miliardi, +20%). Sono andati ancora meglio i tre paesi che un tempo con l’Italia formavano i Pigs, ovvero Grecia, Irlanda e Portogallo, rispettivamente con aumenti del debito pubblico del 14%, 8% e 5%. In tutto, il debito dell’eurozona dal 2019 ad oggi è aumentato di quasi 2.598 miliardi di euro, mentre quello dell'Ue rasenta i 3.000 miliardi in più (2.954): hanno pesato il Covid, le politiche di sostegno all’economia e quelle per attutire il costo della bolletta energetica a causa della guerra un Ucraina", scrive.
Che l’Italia sia dietro la Germania e la Francia risulta a questo punto, sottolinea, "un dato rimarchevole, visto che non si tratta di un merito stare sul podio. Ma la cosa deve far riflettere: Parigi balla sull’orlo del baratro del debito pubblico ma mantiene sempre un rating ben superiore all’Italia e fa e disfa a suo piacimento nomine, politiche e rapporti comunitari, mentre la Germania che ha imposto il ritorno del rigore in tutta l’Unione, ha i suoi problemi di bilancio, rimarcati anche dalla Corte Costituzionale tedesca e un’economia che da tempo batte in testa. Eppure la pecora nera siamo sempre noi italiani, a dispetto dei numeri appena ricordati. Anche nei vertici europei. Un po’ di orgoglio in più e di gioco di squadra (non solo a parole) non guasterebbe, anzi sarebbe fondamentale".
E questo, spiega Sommella, "perché i numeri sono dalla nostra parte. Non solo sul debito siamo considerati peggio degli altri ma non lo siamo, anche sulla crescita ci sarebbe da dire. Un’analisi della fondazione Edison ha messo in evidenza come dagli anni sessanta ad oggi la crescita del pil pro capite italiano non ha avuto nulla da invidiare a quella degli altri Paesi del G7. Anzi, nell’ultimo decennio l’Italia(+1,1% in media) ha corso più degli alleati, restando dietro solo agli Usa (+1,6%). Il dato conferma quindi che i record post pandemia non sono un’eccezione e infatti anche nel 2023 Roma (+0,9%) ha tenuto il passo di Parigi (+0,9%) e ha battuto Berlino, finita addirittura in recessione (-0,3%), mentre per il 2024 la Commissione europea prevede per l’Italia una crescita analoga a quella di Francia e Germania".
Ma, osserva, "tutto questo sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare l’Unione Europea. Quindi siamo al paradosso: andare meglio degli altri paesi dal punto di vista economico non è un merito ma diventa un demerito quando si tratta di avviare le procedure d’infrazione che non tengono mai in considerazione l’ottima tenuta, anche debitoria, del settore privato, la forza del settore bancario (cosa che non si può dire della Germania, alle prese con la crisi immobiliare che contagia il settore del credito) e il buono stato di salute delle aziende italiane. Si legge solo il debito pubblico, ma si è appena spiegato che anche lì c’è un altro racconto da narrare".
Il futuro italiano è quindi così roseo? "No - spiega Sommella - ma occorre che chi governa abbia una visione di insieme e che sia capace di spiegarlo all’estero e a Bruxelles fuori dagli stereotipi, perché ormai la competizione globale e le differenti regolazioni mettono in difficoltà tutti i paesi europei, sovranisti o meno che siano. Non siamo l’ultima ruota del carro ma tendono a dipingerci così e facciamo poco per far cambiare questa idea del tutto sbagliata".